domenica 17 gennaio 2010

verità

"Tutto è bene quel che finisce bene". "Si dice: chi la fa l'aspetti". Mattia da due giorni parla con i proverbi. Dove li abbia sentiti non lo sappiamo, nessuno di noi parla per proverbi. Li adatta, come ogni espressione nuova. "Scontato" è già passatoi in fureria. Ha chiesto cosa voglia dire "Perdono". Ha ricevuto risposte diverse, dalla nonna, dalla mamma e infine, molto didattica, da me. Non sono sicuro di averlo spiegato bene, è un concetto complesso. E sì che ho appena intervista un frate sulla confessione. Ma ci vuole la "confessione" pare avere il perdono o questo è gratuito altrimenti è baratto, tu fai penitenza e io ti perdono? Da due sere massaggio i piedini di Mattia che ci gode un mondo, si rilassa, vuole e teme il solletico. Si è divertito tantissimo per il gioco delle dita (delle mani) che fanno quello che vogliono e disobbediscono al loro padrone. Ieri sera voleva dormire con me. Si diverte quando faccio parlare i vari peluches con voci diverse che poi non mi ricordo che voce avevo dato ma a lui va bene tutto. Abbiamo "lavorato" costruendo case e casette. Gli ho detto, sari stanco perché hai lavorato molto. Mi ha guardato: "Non sono stanco. Abbiamo lavorato per finta". Sentivo ieri sera il teologo Mancuso parlare della verità riportando l'episodio del bambino che, al maestro che gli chiede, "ma tuo padre è un ubriacone?" risponde, "no". Quella è la verità. E distingue tra "esattezza" e "verità". Il mondo non va preso solo con le conte fiacche del bar, siamo più complicati e per questa complessità val la pena vivere. Nella "nostra" verità".

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