sabato 26 luglio 2008

delitti

Delitti di paese, ti sembra impossibile, qualche assassinio senza pretese abbiamo anche noi qui al paese, no che ci sono anche le pretese, già quindici anni fa ci fu un giallo che non è stato risolto, una ragazza uccisa una notte d'agosto e adesso una donna sgozzata. Si fa presti a usare i verbi, provate a tradurli. Tra noi c'è uno che l'ha fatto, la tentazione di richiuderci dietro la porta di casa e pensare a sopravvivere noi, solo noi, c'è. non è fortissima, ma c'è. Ma resistiamo. Per ora.

giovedì 17 luglio 2008

impronte

Tutti noi abbiamo, consapevoli o no, l'ambizione di lasciare tracce del nostro passaggio sul pianeta. Se lasciamo un'impronta digitale non ci sembra granché, anche perché poi sull'uso proprio o improprio di quelle impronte abbiamo qualche dubbio. Ma è pur sempre consolante, fino a prova contraria che aspettiamo a pié fermo, che i miliardi di persone passate e di passaggio ne abbiano una inconfondibile. Dal 2010, secondo quanto deciso dal Parlamento della Repubblica, tutti dovremo consegnare agli archivi le nostre impronte, che verranno riportate sulla carta d'identità. L'identità di una persona, affidata finora a volatili dati anagrafici e a una fotografia che non ci rende mai onore (mai sentito uno e soprattutto una che la mostri senza dire che è venuta male), adesso avranno più corposità scientifica. La tiro lunga ma mi resta il dubbio (fondato) di aver perso un altro pezzetto di libertà. In cambio di che cosa?

venerdì 11 luglio 2008

mercato

Al mercato mia madre tirava sui prezzi. Era un gioco delle parti, lei sapeva, come tutte le donne, che chi stava dall'altra parte aveva già aumentato il prezzo di quel tanto che avrebbe "scontato" nel tira e molla con la spettabile clientela. Se tu non contrattavi pagavi anche l'aumento. Lunedì scorso ho fatto un giro al mercato, quello grande dei baradelli. Non ho sentito una sola cliente (erano donne, come una volta) tirare sui prezzi, pagavano quanto veniva chiesto. Anche "tastare" la merce adesso è severamente proibito. In un filmato che ho fatto alla fine degli anni ottanta, ho ripreso le donne che assaggiavano al banco degli alimentari, formaggi, mortadella, frutta... Provate adesso, si prende a scatola chiusa. per cui si va ad occhio e a chi non ha occhio succede quello che è successo a me: ho preso una confezione celofanata di pesche noci, mi attiravano. Come le ho assaggiate ho capito di avere toppato, erano durissime. Questo, bellezza, è il "libero mercato". Libero per chi vende che fa i prezzi e confeziona la merce: noi siamo i "ragazzi state indietro, lasciateci lavorare" dei vecchi venditori di acqua calda, acqua bollente calda, in piena estate.

martedì 1 luglio 2008

suicidio

Quando uno la sua vita, l'unica che ha, ce la sbatte in faccia, ci restiamo male per quel momento del condolore che basta a tacitarci la coscienza. Cosa gli, le abbiamo fatto di (tanto) male? A noi sembra che questa sia una vita da godere fino all'ultimo, a costo di sgomitare e arrampicarci sulle spalle e la testa altrui. Quell'altrui può essere chiunque, ma fingiamo che non sia quello su cui ci siamo appoggiati per prendere la rincorsa o la spinta. Magari non è proprio quello, è un altro, ognuno si tiene i suoi rimorsi e se tutti corriamo come matti sullo stradone del successo e qualcuno non ce la fa e finisce nel fosso, pace all'anima sua, adesso si riposa, magari riusciamo perfino a spremere una lacrima, nemmeno salata. Sono i morti che lasciamo sui cantieri, quelli spiaccicati sulla strada della fretta e della velocità, quelli ridotti a cercare vie di fuga catacombali. Non c'è, direbbe Guccini, nemmeno una colonna sul giornale, la Chiesa acconsente ai funerali con discrezione, conscia del fatto che se li rifiutasse quello che veniva chiamato (dalla Chiesa stessa) "Insano gesto" farebbe ancora più scalpore (come ha sperimentato). Ma non si parla di morte, figurarsi di suicidio. Derubricato ad "incidente". Ci si può sparare in testa per incidente, ci si può buttare nel lago per incidente, la morte stessa in fondo è un "accidente" e non una "sostanza". Bisogna tornare a leggere i classici, per noiosi che siano. Don Ferrante (Promessi Sposi) muore di peste dopo aver passato giorni a fare elucubrazioni sul fatto che la peste non possa esistere.