sabato 25 febbraio 2012

ceneri

Mi dimenticavo. Mercoledì pomeriggio Mattia ed io siamo andati a ricevere sulla testa le ceneri. C'era la chiesa strapiena, tutti abbiamo avuto il monito biascicato del memento homo quia pulvis es et in pulverem reverteris, detto in Italiano ma in fretta, perché i preti dovevano smaltire la lunga fila. Ma poi siamo usciti come prima. Ma anche una volta ci facevamo vanto, da ragazzi, della cenere e la mattina avevamo bagnato i capelli nel pettinarli quasi fosse un motivo d'orgoglio averla in testa (la cenere). Nemmeno allora avevamo capito molto. Ma adesso mi sembra ancora meno. Ho provato a raccontare qualcosa a Mattia, lui era solo emozionato nell'andare su, come quando tutti fanno la comunione e lui ha chiesto perché lui non può andarci, perché è proibito mangiare l'ostia se c'è dentro Gesù che lui lo prega tutte le sere. Mondo complicato se perfino credere in Dio produce riti che i bambini non riescono ad accettare nella loro logica innocente.

mercato

Figurine calciatori. Mattia compila l'album, gliene mancano circa 200 su 700 e passa, ha una pila di doppie perché la furbizia dei produttori sta nel mettere doppie a raffica. Un tempo in paese i ragazzi facevano il mercatino delle figurine, niente soldi che non c'erano, solo scambi di materia prima, come all'inizio dei secoli dei secoli amen. Un'iniziazione al libero mercato? Adesso è tutto più complicato, tutti comprano nel tentativo di arrivare alla fine di una compilazione "aperta" che poi ci sono gli aggiornamenti del mercato (quello vero) di gennaio con calciatori che hanno cambiato casacca, praticamente patria, senso di appartenenza zero e il messaggio che arriva è confuso, anche il riconoscimento. Ieri c'era quattro  giocatori neri che si assomigliavano e Mattia pensava fossero doppie e nel nome di un perbenismo globale gli ho fatto vedere che anche i bianchi si assomigliano e lui ha abbozzato non so quanto convinto. Riconoscere le differenze individuali nella diversità collettiva è un fatica. "Che fatica essere uomini".

venerdì 17 febbraio 2012

brutto carnevale

E arrivò il giorno di carnevale, all'asilo. Mascherato da power ranger o come cavolo si scrive, recitano la poesia, lui precisino che non porta le bombolette perché sono proibite, bombolette che invece spruzzano alla grande, andiamo a comprarne una nel primo pomeriggio, andiamo giù alle tre del pomeriggio, piccola poesia, bellissimi costumi, festa, frittelle, cocacola e aranciata, gioca con Nicola, ci distraiamo un attimo, sono per terra, Mattia non trova conforto in noi e va dalla Michela, io realizzo, cerco di sdrammatizzare ma gli dico che non deve correre dalla maestra ad accusare un amico di averlo spinto, lui offesissimo scoppia a piangere, non si riesce a consolarlo, si è sentito solo e forse non è ancora il momento di suggerirgli l'omertà della soluzione personale dei conflitti o magari sì se non vuole farsi odiare e non avere amici, bel dilemma, rovinato il carnevale. Nella foto è quello con la maschera sui capelli, là dietro, in fondo.

lunedì 13 febbraio 2012

look

Mattia si è tagliato i capelli e f atto una leggera cresta con gel. La nonna ha gridato al taglio dei riccioli. Sta anche bene e si è lasciato fare tutto dalla parrucchiera dove sono andato anch'io. Tanto poi ricrescono. "E io vado ancora a farmeli tagliare". Ma stamattina all'asilo è stato al centro della curiosità e credo abbia cambiato opinione. Mai pensato che all'asilo stessero a guardare come ha i capelli uno. Ai miei tempi... ma se non mi ricordo se non il fatto che al primo caso di pidocchi tutti si rasavano a zero. Fatto sta che cominciano da subito a badare al look e non mi sembra una... conquista.

sabato 11 febbraio 2012

scuola

Mattia si è stufato dell'asilo, vuole andare a scuola. "Ma papà non mi aveva detto che a scuola si va a sei anni? Adesso ho sei anni". Ieri l'ho iscritto con tutti i crismi, foto, allegati, dichiarazioni. liberatorie, codice fiscale, fotocopie carta identità del papà (che poi a cosa gli serva non saprei). E così da settembre inizierà l'avventura. All'asilo lui vorrebbe ci fossero sempre i "gruppi omogenei" che dividono appunto i bambini per età con programmazione specifica per i grandi, che stanno facendo le "aste", a quel che ho capito, come ai nostri tempi, per avviarsi alla scrittura. "Imparo a leggere così leggo le fiabe da solo". Poi l'altra sera ha detto a sua madre: "Adesso parlo io...". E lì è cominciata una storia, la confusione tra amicizia e compagnia che vi racconto un altro giorno.

sabato 4 febbraio 2012

S. Biagio

Neve e gelo. A Mattia piace la neve, ne ha il... senso. Tornato all'asilo, settimana di feste a raffica per il compleanno, regali. Ieri Don Simone è entrato all'asilo con le due candele benedette della Candelora e ha benedetto la gola ai bambini per S,. Biagio, santo protettore della gola per aver guarito un bambino che stava morendo soffocato da una "spina" (una spina? Sarà stato qualcos'altro, uno mica inghiotte una spina) conficcata in gola. Le candele, per i nesci, sono quelle benedette il giorno prima, festa appunto della "candelora". E' un asilo di ispirazione cattolica, lo si sarà capito. A me va benissimo che Mattia provi le "vecchie" feste della tradizione. Siamo venuti su benissimo con le fedi che alimentano le speranze e inducono alla carità, virtù teologali. Perché anche chi non crede deve farlo sapendo in cosa non vuol credere.