mercoledì 31 marzo 2010

la mia sera

Dopo una giornata tormentata come ieri, oggi Mattia è tornato in redazione, accentrando tutta l'attenzione. E' un vulcano di iniziative. Poi, poco fa, al momento di andarsene, mi ha detto "Dove vai tu vengo anch'io". E la sera tormentata dai temporali (perfino dalla grandine alternata alla neve) è una bella sera. "Il giorno fu pieno di lampi ma ora verranno le stelle, le tacite stelle".

lunedì 29 marzo 2010

Bernardo

In una giornata di relativo silenzio, con la sua mamma presidente di seggio, gente che vota e lui che vuol votare e pretende una scheda (gli abbiamo rifilato una pagina bianca) perché alla fine voleva votare suo padre che non si candidava e allora non capiva il perché, con tante facce sui muri, una più una meno, insomma la democrazia non è completa senza una mia candidatura... Da questa mattina in redazione, non è stato fermo un momento, ha avuto un incontro ravvicinato con i miei due cani che l'hanno leccato ("mi ha dato energia": che poi questa storia dell'energia è una costanza, non ho più energie, ho troppe energia...) e poi qui tra giochi, fiction inventate con il sottoscritto che deve interpretare vari personaggi, ma il più gettonato è quello di Bernardo, il muto (ma non sordo) delle storie di Zorro che resta il suo preferito, travestimento alternato con la pancia di Diego come quella del sergente Garcia. Noi siamo interessati ai risultati elettorali, ovviamente (ovviamente? ma dai, che sono stupidaggini, il mondo non cambierà certo dopo questi risultati). E si è fatta sera e poi si farà mattina.

domenica 28 marzo 2010

ulivi

Siamo qui io e Mattia, soli. Sta pulendo i pavimenti col cencio della donna delle pulizie. Abbiamo giocato a pallone, fatto costruzioni. Solo, padre e figlio. La mamma sta facendo la presidente di seggio. E' una domenica anomala, silenziosa, anche i commenti sul sito si sono volatizzati. Siamo stati alla processione della domenica delle Palme, gli ho raccontato la storia della Passione che leggevano in chiesa. Poi si è stufato e siamo usciti. C'era uno dei volontari che lavorano al santuario (come muratori, sono bravissimi e non se la tirano) e ha detto a Mattia che lo aspetta domani mattina al santuario per andare avanti con i lavori (stanno mettendo a posto la scarpata che porta al parcheggio, nel posto dove hanno costruito una scala in pietra bellissima. Mattia ha voluto salire al santuario a vedere a che punto sono (domani mica può arrivare impreparato) i lavori. Poi siamo andati ai seggi a vedere all'opera la sua mamma. Poi siamo andati a mangiare dalla zia Belo e poi ha voluto venire nel suo regno, in redazione, qui a Clusone. Domenica silenziosa, domenica degli ulivi. Tranquilli, domani riprendiamo a farci la guerra.

giovedì 25 marzo 2010

creazione

Si è appassionato ai videogiochi. Il problema è che L'uomo Ragno e Ben Ten sono violenti. Lui ne è attratto. Poi giochi vari non proprio educativi. Questo pomeriggio c'era Marcellino pane e vino su Rete4. Mentre c'era gente non voleva vederlo. Quando se ne sono andati e siamo rimasti qui io e lui allora sì, tranne la scena dello scorpione che punge Marcellino, si è messo le mani alle orecchie, non voleva, è voluto venire in braccio. Sensibilità zero quando lottano i supereroi e poi acuta quando c'è un bambino che si fa male. "Tanto l'uomo ragno non è vero". Ah, meno male. Però i cattivi sono violenti e l'uomo ragno è violento con loro. "Ma non sono veri". Ah. Poi ha voluto che leggessi quando Dio "inventa" l'uomo. Dopo un po' ha detto. "E la torre di Babele?". Quella viene un bel pezzo dopo. Storie. A un certo punto mi ha allungato le braccia, ha voluto essere preso in braccio ed è stato abbracciato forte per un minuto. Poi si è lanciato di nuovo nelle corse e nei grandi lavori che stiamo facendo, uno scavo dove metteremo dei tubi per l'acqua. Ma non abbiamo lo scavatore e allora immaginiamo solo i grandi lavori di noi due che ricostruiamo il mondo, il nostro piccolo mondo, l'unico che abbiamo. A suo modo vuole ricreare tutto da capo.

mercoledì 24 marzo 2010

divario

Mattia si è goduto finalmente suo padre, questo pomeriggio insieme e viceversa. Ha voluto che gli raccontassi come e quando ho conosciuto sua madre, attentissimo alla faccenda dei vari giornali, a chi ha collaborato e come si chiamavano. Poi si è goduto due volte una puntata di Zorro quando la differenza tra buoni e cattivi si è fatta evidente e comprensibile anche a lui "questa puntata è proprio forte, fammela rivedere". Poi ha giocato con i videogiochi con Angelo, venuto qui a rilassarsi un po' e infine corse e muratori. Veramente il lato ginnico c'era già stato nel primo pomeriggio con la bicicletta e il pallone. Credo che stasera crollerà presto. E' un ometto davvero, fa le sue riflessioni, "legge" o vuole farlo, ascolta tutto e quando tu credi di non abbia sentito ti sorprende ripetendoti quello che avevi detto. Mentre io calo, lui cresce, il divario dell'attesa (di vita) diventa importante ogni giorno. Bisogna tener su il tempo.

martedì 23 marzo 2010

randagi

Mattia qui in redazione si sente a casa sua, guarda film, costruisce, scrive al computer, "legge" la Bibbia, corre, gioca a bocce, al pallone, va su e giù a scocciare (anche nel senso della carta adesiva) un po' tutti. Ma è il sabato e la domenica che si sente veramente padrone del campo. E tutti con la solfa del "vai all'asilo" come se un bambino non facesse altro e lui che minaccia di ammalarsi solo a sentirne parlare. Ieri è sfuggito alla nonna e ha attraversato di colpo la strada. Grande spavento e lui a ridere. Come si fa a fargli percepire il pericolo? Mica bisogna aspettare che picchi davvero la testa o venga investito, no? Ogni volta frugo nei miei ricordi e sono sempre terribilmente datati. Alla sua età al mio paese c'erano al massimo tre auto. Quando passava la corriera era a orario fisso, andavamo ad aspettarla per vedere se arrivava qualcuno, chiunque fosse era importante che arrivasse o tornasse. Pur di salire su un camion (un "leoncino") aspettavamo mio zio Attilio al Santello, all'ingresso del paese, per fare mezzo chilometro sul cassone, che ci sentivamo al centro di un'avventura. Adesso appena metti piedi giù dal marciapiedi rischi di rimanere azzoppato. Come faccio, non c'è progressione nell'avvertire e far avvertire i pericoli di finire come i gatti randagi.

sabato 20 marzo 2010

energia

Mattia stamattina si è alzato. "Sono di nuovo pieno di energia. Ma, sia chiaro, non voglio fare il lavoro di Pepe e nemmeno insegnare alla nonna come si usa il computer". Poi allo zio (Paolo, che lui chiama Pepe) ha detto: "Ma come mangi che non hai energie?". Questa delle energie non so dove l'ha presa. Lui mangia tutto, con calma (a differenza mia)anche se ha le sue esigenze e detta il menu. Insomma è viziato, come si diceva una volta. Ma il computerino che gli ha regalato la zia Bona funziona alla grande, lo sa usare meglio di me, capisce i giochi, li programma, adesso si è messo in testa che le parole che bisogna riscrivere le inizia dalla fine "così lo so appena io cosa voglio scrivere". Capite? E' già sul cifrato, avanti anni luce, possono ingaggiarlo quelli dei servizi segreti. Quando ieri gli ho parlato dei mesi e siamo arrivati a settembre si è inalberato: mi ha promesso che impara a leggere e a scrivere. "Leggo già la Bibbia", dice sicuro. In effetti adesso ci sa fare con le parole. E' con i fatti che ha qualche problema. Ma è una fortuna, perché deve giocare con la vita.

lunedì 15 marzo 2010

scontro

Mattia ieri ha "letto" per la prima volta una parola. Bi-o-a-r-i-o, "Bioario". La "b" andava corretta, e l'ha corretta. Tutto è nato dal fatto che ha contestato la bottiglia, "questa non è la mia acqua". Non gli piace quella frizzante. E per dimostrarlo ha letto l'etichetta. Tutti stupiti, naturalmente. Boh, chi lo sa, a 4 anni uno non dovrebbe leggere ma non si sa, magari al giorno d'oggi leggono prima di noi che eravamo alle prese con le aste. Poi oggi pomeriggio il patatrac. Sono andato a prelevarlo per fargli prendere un po' di sole e di aria. Lui si è rifiutato, prima cortesemente, poi con secchi no. Non era questione di obbedienza ma di incaponimento. L'ho sollevato di peso e portato fuori. Piangeva e si ribellava. L'ho fatto sedere su una sedia giù in garage, gli ho parlato, si è calmato e... l'ho riportato di sopra. Ci è rimasto malissimo (anch'io). Poi ha telefonato a sua madre dicendo che era pronto per uscire, di dirlo a papà. Ma suo padre se n'era andato e non è tornato. A parte la terza persona (mi sento molto Cesare) ho messo in pratica quel conflitto generazionale che impone di non essere compagnoni (o sorelle maggiori nel caso femminile) dei propri figli. Ma mi è costato. Adesso vediamo se è servito a qualcosa. Ma ho scoperto cosa volessero dire i nostri genitori quando dicevano che certe cose le facevano "per il nostro bene", una giustificazione a futura memoria. Chissà se conserverà tale memoria.

venerdì 12 marzo 2010

giocare

Abbiamo perfino giocato a palle di neve, l'altro giorno, Mattia ed io (vedete la correttezza formale, anche se il padre dovrebbe venire sempre prima del figlio). Non ci giocavo da quando ero ragazzo, mi sono perfino divertito. Con me lui non vuole vincere, dice che pareggiamo sempre, poi io mi dimentico e ogni tanto vinco, tanto per fargli capire che il mondo è impietoso. Mattia adesso fa considerazioni piuttosto complesse, non ti lascia passare neppure un momento di distrazione, diventa impegnativo. Gli ho detto, ieri notte mi sono sognato che volevi partire per gli Stati Uniti, per l'America. "Io non parto, tu sei il mio papà e lei è la mia mamma". Chiuso. Sono soddisfazioni in questi giorni di maretta locale. Il giornale va benissimo (basta vederlo, oggi è in edicola) ma diventa sempre più faticoso raccontare la "mischia" standone fuori, senza assumere l'aria di arbitri, che è sempre una figura di gente che non sa giocare e quindi giudica i giocatori. Per conto mio ho giocato e molto. Ho detto a Mattia che non è obbligato a fare da grande quello che fanno papà e mamma, può fare quello che vorrà fare. Intanto ha imparato a contare fino a 30, legge i numero civici e finalmente li mette insieme, "2 e 4, 24!". A me pare di ricordare che alla sua età ero fermo alle aste, se mai le sapevo fare. Ma devo insegnargli tutto senza far vedere che glielo insegno, altrimenti si infastidisce.

martedì 9 marzo 2010

dottori della legge

Mattia fa delle domande complesse e spiazzanti, nel vorticare di nevischio e vento gelato, lui che è giù sul divano o nel salotti a rovistare nella cesta dei giocattoli, che parla con i suoi peluche perché papà e mamma sono su a lavorare, a fare il giornale. Tea gli ha letto le prime pagine della Bibbia, io gliene ho lette altre, fino alla storia di Esaù e Giacobbe e al famoso piatto di lenticchie. E' la Bibbia per i bambini, alta alcuni passaggi come il sacrificio a slave di Isacco. Ha voluto sapere da sua madre la storia del santuario. E' andato tutto bene ma quando ha sentito che "la Madonna aiuta tutti", lui ha detto: "Non è vero, non ha aiutato Gesù che l'hanno messo in croce". E vai! Adesso lo mando tra i dottori della legge a discutere e siamo a cavallo. Anzi no, vorrei evitare il corollario della sua scomparsa e l'affanno dell'andare a cercarlo.

giovedì 4 marzo 2010

canale

Ci hanno distrutto il nostro canale, la deviazione del ruscello nel bosco del santuario. E allora Tea che al santuario ci va ogni mattina a piedi (sta allenandosi per non si sa cosa) ce lo sta ripristinando perché sono giorni di nuovo freddi e Mattia oggi in redazione ha fatto una sudata, divertendosi da matto. Naturalmente bloccando ogni tipo di discussione, intervista e dialogo. Poi ci sono sindaci che capiscono la situazione e sindaci che non capiscono (al telefono). Ma sono giorni di grande eccitazione e anche un po' di nervosismo, basta leggere in questo sito i vari interventi sul blog e nei commenti. Leggerezza, gente, leggerezza. Finiremo per rimpiangere i sindaci che magari non apparivano fino a ieri dei giganti ma c'è sempre una comparazione al ribasso. Mattia se la gode, la vita, ha visto girare il calendario, è rimasto lì allibito: "Non è già settembre?". Settembre è il mese dell'asilo, lui crede sia l'unico mese dell'anno di una condanna a tempo. E' irrequieto e sensibile, alterna gesti di grande attenzione e affetto ad altri di arroganza (ma può un bambino di 4 anni esserlo?). E' sempre Zorro in cima ai suoi pensieri e comunque gli interessano tutti quelli che vanno in soccorso di chi sta male o ha bisogno. Almeno quello è positivo. Ma spero arrivi finalmente la primavera.

lunedì 1 marzo 2010

conflitto

Mi scuso per l'assenza di qualche giorno, preso dalla concitazione per le liste elettorali, movimentismo adrenalitico di cui può aver risentito anche Mattia (per il nervosismo). Comunque ieri l'abbiamo portato al bowling dove si è divertito tantissimo e non voleva più mollare. Giornata di pioggia (oggi sole) con influssi meteopatici (o roba similare) nel senso che non stava più fermo. Ha i suoi momenti di riflessione e poi di scatenamento difficile da controllare. E parla, discute, chiede, vuol avere ragione anche nel torto ed è così iniziato quel conflitto generazionale che aspetto a piè fermo da tempo. Preferirei aspettare e coccolarmelo un po' prima che mi contesti. Ma non cedo sui principi, è una questione di principio. Il che è faticoso, la tentazione di lasciar perdere è tanta. Ah, il principio sarebbe poi quello delle moto. Nel senso che sul porto di Lovere è riscoppiata la primavera e sono arrivare le moto. Solo che lui crede che le Ducati debbano essere blu e le Yamaha rosse, che poi le Ducati sono nere, bianche, rosse e le uniche che riconosce sono le Kawasaki perché solitamente sono verdi. E per tenere il punto è disposto a negare l'evidenza. Gli faccio leggere le scritte e lì ha vacillato. Delle volte penso che sappia perfino leggere.