mercoledì 31 dicembre 2008

veglia

Guardo i tg e c'è in tutti il servizio su come si trascorrerà l'ultimo giorno dell'anno. Come si potesse riscattare con qualche ora di baldoria un anno di miserie (non tanto materiali). E se fosse l'ultimo giorno della vita lo si passerebbe così? Bah, robe da filosofi, mistici e bastian contrari. Suor Veronica (suora di clausura nel convento di Lovere) ieri mi ha detto che ha trascorso molti ultimi dell'anno ma i migliori sono quelli che trascorre in veglia di preghiera. Cominciano stasera e vanno avanti fino all'1 del nuovo anno, del nuovo giorno, della stessa vita continuata con gli stessi mezzi e solo con un altro calendario. Mattia compirà 3 anni il 31 gennaio, non ha naturalmente il senso del tempo, solo ha paura di sentirsi dire che domani andrà all'asilo, preferisce dopodomani che gli sembra lontano nel tempo. Siamo andati a mangiare al ristorante, a lui piace, abbiamo giocato a parlare sottovoce, a costo di rimetterci, per via che naturalmente nella gara di sordità arrivo terzo su tre. Mi è arrivato il calendario della Celina, una maestra di Paisco (BS), che cominciò a insegnare con me in anni così lontani che me li confondo, mi pare fosse il 1967 e poi si ritirò al suo paese che sta di là dalla montagna del mio paese, il passo del Vivione d'inverno è chiuso, ci è passato il Giro d'Italia due volte negli ultimi anni. Nel calendario ha messo gli auguri per il compleanni di tutti gli abitanti del paese. Piccole cose, piccole attenzioni, piccolo mondo. Sono giorni che ho voglia di piccole cose, forse torno pascoliano.

martedì 30 dicembre 2008

musica

I libri vendono, regala un libro e fai sempre bella figura. Infatti e meno male. Faccio vedere a Mattia tutti i libri che ho in sede e che debordano dagli scaffali. Lui è curioso, ieri voleva insegnare a leggere alla nonna. crede di sapere già tutto, non ha la pazienza di imparare, per cui non sa soffiarsi il naso e ad ogni raffreddore rischia l'otite... Leggevo in questi giorni dei figli di... mi è venuta un po' di paura, non voglio trasferire e scaricare sogni incompiuti, i miei li ho realizzati tutti, il solo rimpianto è di non saper suonare bene il pianoforte, non è granché come rimpianto. Mattia ha la mia stessa impazienza di non voler maestri: in fondo il pianoforte potevo impararlo, mio zio mi aveva mandato a scuola dalle sorelle Sandrini, ma mi annoiavo a fare le... scale (musicali), volevo suonare subito che so, non dico una sinfonia ma qualcosa di simile. E qualcosa avevo perfino imparato, un giorno mancava l'organista e in chiesa c'era uno sposalizio, mio zio prete mi manda su a suonare e io strimpello nei tempi dovuti. Arrivo in sagrestia e mio zio mi molla un ceffone, resto interdetto, mi dice che ho suonato una canzonetta proprio al Sanctus. Una canzonetta? Allora non sentivo nemmeno la radio, capace che ho composto una melodia che qualcun altro aveva già inventato... Peccato, arrivare secondo non mi è mai piaciuto, piuttosto ultimo, c'è una dignità nella sconfitta, ma solo se è epocale, + l'altra faccia della vittoria.

domenica 28 dicembre 2008

gelata

Freddo polare o freddo cane, roba da 7-8 gradi sotto lo zero. Che poi lo zero mi sembra una convenzione, basata sulla nostra capacità di sopportazione (sì, va beh, la scienza è tutt'altra storia, ma l'umanesimo deve avere la libertà di reinterpretazione del mondo). Ieri Mattia girava con una paletta per spalare la neve che però era dura. Mi sono reso conto di come sia cambiato il mondo e sia cambiato io, che pure ho razzolato nella neve fin da piccolo e tutti i bambini del paese ci giocavano, mani fredde, gelate, che facevano un male boia e la consolazione di scongelarle sulla stufa, scarponcini non certo impermeabili, niente giacche a vento, solo maglioni di lana e berrette col fiocco fatte in casa e le nostre mamme (e tanto meno i padri) che sembravano non preoccuparsi per niente, tutta la frotta di figli che piombavano in cucina che suonavano le campane del mezzogiorno, il giorno della festa, dopo la messa alta. Ieri ero tentato di lasciarlo andare nella neve alta (alta per questi tempi) e chi se ne frega... Poi la paura, non si sa più se questi figli li alleviamo o li vogliamo fragili per darci un contegno, per mantenere un ruolo prolungato di padri e madri protettivi, rifugio vivente ed eterno (almeno "eterno" quanto può esserlo la vita, quindi quasi niente). Quanto più hanno bisogno di noi tanto più noi serviamo a qualcosa, il che, a rigore, vuol dire che per conto nostro serviamo a niente.

venerdì 26 dicembre 2008

barba finta

La confusione delle lingue e delle menti. Non si capisce più chi porta doni. Timeo Danaos et dona ferentes, temo gli achei anche quando portano doni. Mattia è sbottato: "Basta S. Lucia e Babbo Natale e Gesù Bambino. Voglio andare di sotto e correre in moto e in bicicletta". In effetti non capisce tutti questi portatori di doni che poi facciamo delle gaffes, guarda cosa ti ha portato la zia tal dei tali, ma non era Babbo Natale?, no, sai che papà non vuol sentire parlare di babbo natale e dice che semmai è Gesù Bambino a portare doni che poi dice che a lui non portava niente e l'unica era S. Lucia e questo babbo natale è finto. Ne ha incontrato uno in piazza a Lovere senza la barba che si era tirata giù per bere il vin brulè e gli ha dato da pensare e poi quanti babbi natale ci sono, anche quelli che si arrampicano sui balconi, ma sono ladri o cosa? La confusione delle menti e delle fiabe. E' nevicato questa notte, pochi centimetri ma l'altopiano è bianco e immacolato come l'anima di un bambino. Ma lo resta poco (l'altopiano): l'altro giorno ha visto una fila di gente al confessionale dei frati. Dove vanno? A confessarsi. Cosa? I peccati. Cosa sono? Pensavo di essere attrezzato a tutto ma ci sono domande che richiedono risposte talmente articolare (peccato e reato ad es.) che ti mettono in difficoltà. Immagino i padri più giovani (molto più giovani) di me.

martedì 23 dicembre 2008

ceppi

Siano fermi aspettando a piè fermo l'annunciata nuova nevicata. Avevo scritto dei vecchi che prevedevano le nevicate con il detto "anno di nocciole, anno di neve". Un cacciatore-pescatore, che poi sono quelli che la natura (per interesse) la guardano con occhi penetranti, è venuto a confermarmi il detto, "questo è stato un anno eccezionale per le nocciole". Naturalmente io non ero andato a verificare, sono ormai uomo stanziale. Mattia in questi giorni è scatenato, crede che ogni mattina debba arrivare S. Lucia, cosa mi porta domani? Sobrietà, sobrietà, perdinci, l'Istat ha fotografato la miseria dilagante, va beh, riguarda sempre gli altri, la miseria in genere non ha voce né tempo per fare i blog e i giornali però sono più o meno tutti allineati, "Berlusconi ha ragione, la crisi c'è ma non si vede" (Libero). Cosa non si fa, non si dice e non si scrive per principio e per i soldi. Feltri l'ho conosciuto bene negli anni ottanta, veniva da un ceppo socialista, tutto viene da lì (perfino Cicchitto) è un partito strano che ha avuto eroi del pensiero e dell'azione ma anche avventurieri (perfino Mussolini) e che adesso si è pressoché dissolto rimanendo un partitino che si guarda l'ombelico. Mattia non lo sa e ride, corre, fa i dispetti. Non sa ancora di avere un padre che è diventato, è stato e rimane socialista (dentro si capisce, fuori come si fa ad esserlo oggi?). Siamo andati a vedere un bellissimo presepio in chiesa. Poi siamo andati a vederne uno "vivente". Lui si è guardato in giro e mi ha chiesto: "Ma dov'è il presepio?".

domenica 21 dicembre 2008

Quadrato

Che cos'è Natale?, ha chiesto Mattia. Ha ascoltato la risposta sui compleanni, anche perché ieri era quello di mia sorella che è tua zia, come lo zio Paolo è fratello di tua madre e quindi è tuo zio e Gesù è nato il 25 dicembre (si fa per dire, ma lasciamo perdere se no si complica tutto) e tu invece compi 3 anni il 31 gennaio e invece io... Ieri ha chiuso il suo primo quadrato sul foglio, Anna, che è una maestra in pensione, dice che lo si chiude verso i 5 anni, non l'ho mai saputo e non saprei, per prova gli ho detto di farne un altro e ha fatto un rettangolo e poi un cerchio, mi ha consumato una risma di carta per altri capolavori che poi mi diceva "l'ho fatto io" e va beh, non bisogna alimentare l'autocoscienza celebrativa dei figli e nemmeno quella dei padri e alla fine siamo andati qui fuori a tirare quattro calci al pallone che è sempre una terapia popolare anche se anche qui lui dice che è l'Inter e a me di volta in volta fa fare la parte della Juve e del Milan che ieri ha fatto capire cosa pensa del calcio il suo presidente. Gianni Mura ha commentato: non si capisce se questo Beckham è più attore o più giocatore (a occhio, buona la prima). L'importante è il messaggio, gli altri vincono e sono primi ma noi siamo in prima pagina, vale la "prima", il risultato conta meno dell'immagine, basta eliminare la classifica e lo sport torna a far soldi: c'è la crisi, ma dai, gli italiani "credono" di essere in crisi, "la Rai fa un pessimo servizio a parlarne", datevi alla pazza gioia, spendete che è come un mio amico sindaco che quando ha avuto in mano le analisi non certo brillanti sulla sua salute, ha prenotato l'aereo ed è andato a farsi una vacanza da solo e se l'è goduta. Poi vada come vada. E viene Natale: poche luci, poca gente, poche spese, sempre a occhio (e anche secondo testimonianze dirette). Ma sui Tg appaiono italiani in mambo che spendono e spandono, viaggiano e ridono e ballano sulle spiagge dei Caraibi. Attenti, anche la terraferma non è più così ferma come una volta.

venerdì 19 dicembre 2008

Iervolino

Mattia ha fatto la vocina spezzata e ha detto: "Ed ecco a voi Sam il pompiere". Ci siamo guardati. Ci prende per i fondelli? Usa la vocina quando vuol farci capire che sta recitando la parte del bambino. Ma questa vocina ci suonava familiare. Abbiamo capito cosa succedeva quando ce l'ha spiegato la nonna. Aveva visto un pezzo di telegiornale e aveva colto il momento in cui il sindaco di Napoli diceva che non si dimetteva. Rifai la vocina, gli abbiamo chiesto, Perdinci, se non farà il falegname, il muratore, il contadino, il pittore, il musicista, adesso gli si apre la prospettiva di fare l'imitatore. La nonna ci ha svelato che quando l'ha sentita si è messo a ridere come un matto. E adesso capisco che la sua iniziazione ai programmi normali televisivi sarà ardua, quasi impossibile: come farò a fargli capire che il TG non è un programma comico? E poi, non lo è davvero?
Intanto le squadre italiane si sono beccate in Europa la perfida Albione. Sono soddisfatto, una guerra storica con gli inglesi (loro soli e anche noi soli, senza i soliti alleati che poi si dice che si vince o si perde per merito o colpa loro) l'aspettavo da tempo. Adesso mi tocca tenere a tutte e tre, Inter, Juve e Roma. Voglio in pratica una rivincita di una guerra che non ho fatto in tempo a combattere, essendo nato pochi giorni dopo lo scoppio delle due bombe atomiche e avendo sempre dato a quelle due bombe la colpa di essere così come sono.

mercoledì 17 dicembre 2008

musica maestro

Scusate il ritardo, c'è stata S. Lucia ma c'è stata anche una faticosa chiusura del numero di Araberara, 64 pagine che stamattina abbiamo inviato in tipografia e venerdì è in edicola. Mattia ha ricevuto una valanga di regali, un piano con lo sgabello, e sembrava che lo sgabello fosse più importante della pianola, una tromba nel senso dello strumento musicale, acquerelli perché si ritiene un pittore già affermato, così come un musicista, perché quando gli ho detto che se vorrà lo manderò a scuola di musica, al solo sentire la parola scuola, mi ha risposto, ma papà, io so già suonare. Poi ha messo la nonna col microfonino in mano e le ha ordinato di cantare e lui la accompagnava alla pianola in un mix di suoni e rumori da musica sperimentale che devo definire, per evidenza temporale, contemporanea. Con gli acquarelli ha sfornato due o tre quadri sui due piedi. Quando la mamma si è arrabbiata perché vuol fare di testa sua e gli ha nascosto tutti i giochi, ha scovato un vecchio camioncino un po' sgangherato. Non si è mai divertito tanto. Da qui nasce la sobrietà di cui parla Tea nel suo editoriale di questo numero. L'asilo? Ah, già. Ormai abbiamo rimandato a gennaio.

giovedì 11 dicembre 2008

roccia

Stamattina Mattia si è svegliato e ha deciso che doveva venire con papà a Clusone. Era il giorno della vaccinazione. Nessuno gli aveva detto niente ma qualcosa deve aver orecchiato perché a un certo punto ha detto, proferito e sentenziato: "Io non faccio la puntura, vado a Clusone". Poi si è lasciato portare al... macello, come un agnello sacrificale, una punturina per la meningite e via. Gli ho detto che gli evita di ammalarsi ma mi ha detto che lui non si ammala mai. Il principio di non contraddizione non rientra ancora nei programmi dell'asilo e anche se ci fosse lui da 20 giorni non frequenta l'asilo e sembra rinato a nuova vita, ride, corre, salta, immagina di fare il pilota "che scende a bassa quota" (contagiato dal papà e dalla citazione di Paolo Conte) tra Lovere e Pisogne, alla guida di un battello fantasma che non parte mai perché non ritiene di fare un viaggio con un solo passeggero a bordo (sul divano), ne vuole una folla, come quelli che ha visto salire sul battello reale, gli studenti delle superiori che traghettavano da una riva all'altra e il pilota che gli si è concesso un momento, prima della manovra d'attracco, facendogli vedere il grande timone, come quello delle navi pirata. La puntura a quest'ora non gli ha fatto effetto, ha divorato il pranzo, rubando anche la porzione della nonna. Gli ho detto "sei una roccia". "Io non sono una roccia, sono un bambino", mi ha riposto risentito.

martedì 9 dicembre 2008

favole

Mattia non va più all'asilo, basta, dice che è grande, dice che si annoia, stamattina ha detto la sua frase più bella "solo con papà non mi annoio". Naturalmente mi sono sentito proiettato nel ruolo di "animatore" e l'ho tenuto attivo tutta la mattina, in redazione. Ieri abbiamo analizzato tutte le statuine del presepio, mancava giusto la capanna con i suoi inquilini. Mattia dice che lui vuol fare l'officina dove c'è un falegname, un fabbro, un maniscalco, un fornaio e un pescatore, che di per sé non starebbe nel chiuso, ma ci manca il laghetto e si deve adattare. Manca il ciabattino, dico io. Mattia non ha idea di cosa faccia il ciabattino finché non l'ho favorito nel collegamento con "nonna ciabatta", il titolo che ha dato alla nonna e che la nonna accetta con orgoglio. Per S. Lucia è successo un incidente di percorso: è salito sulla mia auto e incredibilmente è riuscito a guardare nel bagagliaio dove c'è lo scatolone del piano con lo sgabello e gli acquarelli. "Ah, guarda qui il piano con lo sgabello che mi deve portare S. Lucia. Mi sa che S. Lucia si chiama Piero". Gelo. Gli ho raccontato che S. Lucia non può andare contemporaneamente in tutti i paesi e a Clusone è passata prima, con la promessa (mia) che non avrei fatto aprire il pacco prima di sabato mattina. Mi ha guardato con sospetto. Però ho recitato bene. Gli ho detto, vuoi che lo apriamo subito, telefono a S. Lucia e glielo chiedo. No, aspetto, ha risposto. Mi pare che perfino le fiabe siano più complicate di quelle dei miei tempi.

sabato 6 dicembre 2008

muto

Ho portato Mattia a vedere i mercatini (quelle casettine che usano adesso, roba minima spacciata per chissà che) ma è stato più attratto dal complesso della Basilica, i grandi spazi lo attirano, le scalinate, le statue, i lumini, il sagrato. Poi naturalmente ha guardato le vetrine, un babbo natale gigantesco su una terrazza, un babbino natalino che suonava il sassofono e lui ha detto che S. Lucia gli porta il Piano con lo sgabello, la tromba e anche gli acquarelli. Una signora lo ha portato in municipio e gli ha regalato una caramella dal "cassetto dei bambini", vedete, nei Comuni (soprattutto in quelli piccoli) c'è ancora roba del genere, però Mattia si è un po' spaventato dell'austerità del posto (il municipio è in un complesso storico) e gli è venuto da piangere. Mi sa che non farà il sindaco come suo padre. Una mia collega di scuola di tanti anni fa gli ha fatto i soliti interrogatori, come ti chiami, quanti anni hai, non hai la lingua, cosa ti porta S. Lucia... Mattia si annoia e fa finta di essere muto (e fa bene), a me non frega niente di far la figura di avere un figlio che non parla. Poi ha detto che gli "batteva" che vuol dire che gli era venuta fame.

venerdì 5 dicembre 2008

ricerca

Mattia non va all'asilo, ha deciso che lui sta a casa o viene in redazione ad aiutare suo padre che è sempre al lavoro, secondo una leggenda fiabesca che la madre gli ha messo in testa raccontandogli favole in cui io vinco sempre su nemici di ogni genere, una specie di super-eroe di ogni tempo, che rasenta il dono di fare veri e propri miracoli, che poi è una facoltà che non escludo di avere dalla nascita, certi giorni in cui mi prende una botta di presunzione che stento a soffocare. Vuole sentire una storia e ho preso "Il piccolo Alpino" che mi regalò mio zio Don Pierì quando ero piccolo e mi ricordo vagamente di aver letto e riletto e forse ci è scappata a suo tempo qualche lacrima. A Mattia piace molto, solo che all'inizio, siccome non me la ricordavo proprio, mi sono adattato alle figure del libro, ma a poco a poco la storia l'ho riletta qua e là e ricostruita. Mi manca il finale che gli ho anticipato a lieto fine, con Giacomino che ritrova mamma e papà e non so se davvero finisce così ma ci ho aggiunto anche il cane S. Bernardo di nome Pin. Storia d'altri tempi. Del resto gli ho raccontato a spanne anche "Dagli Appennini alle Ande", bisogna alimentare il gusto della ricerca, cercando di non confondere le partenze per la ricerca con quelle per la fuga.

mercoledì 3 dicembre 2008

il nesso

Mattia doveva andare all'asilo da lunedì. Lunedì ha detto che non sposerà Heidi. Ci aveva fatto un pensierino ma poi "Si alza troppo presto", ha sentenziato. Un matrimonio oggi va valutato nei dettagli, perché poi per divorziare le carte non finiscono mai. Questo fatto di Heidi che si alza troppo presto dovrebbero valutarlo, gli autori. Se non fosse che è un telefilm molto datato. A ritroso si potrebbe pensare a quanti bambini si siano tirati indietro dal matrimonio con la piccola che si alza sempre all'alba e va con le caprette che le fanno ciao. Mai visto un'intera puntata, a questo punto non so a cosa possa servire valutare se ci siano altre controindicazioni a un matrimonio che non s'ha da fare. Che c'entra con l'asilo? Provate voi a portare uno all'asilo proprio la mattina che ha preso una tale decisione che gli cambia la vita. Il problema non si è posto martedì mattino, quando però si è scatenata la reazione, Mattia ha pianto disperato, non ci vado all'asilo, sembrava perfino sentirsi male. Il fatto che stia mettendo gli ultimi denti dolorosi avrà il suo peso. Poi ha valutato l'ipotesi di andarci stamattina: ieri sera sembrava convinto. Ma ieri sera ha fatto tardi, ha tirato lungo con i suoi giochi (secondo me con calcolo) e stamattina proprio non si potuto e (sospetto) voluto svegliare prima che fosse passata l'ora ultima d'ingresso. Direte: un po' di forza, perdinci, certe cose si "devono" fare e basta. Il problema è "quali" cose si debbano fare e basta. Mattia ha 2 anni e 10 mesi. Io ne ho 63 (e i mesi non si contano, ad una certa età) e non mi ricordo che l'asilo mi sia servito a qualcosa. Dite che c'è un nesso?