martedì 12 gennaio 2010

caduti

Oggi niente Mattia, è giorno di chiusura del numero del giornale, un po' di ansia. Mattia ieri al parco mi ha detto che stava facendo il giornalista, "poi sei arrivato tu e ho dovuto smettere". Gli ho detto, ho poco tempo, ho una persona che mi aspetta per un'intervista. Lui ha risposto: "Anch'io devo continuare a fare il giornale". Ma ti aiuta la nonna? "Le cose non si fanno da soli". Siamo arrivati al monumento dei Caduti. E' fatto di un muro di mattoni, una colonna con sopra una testa di Cristo reclinata. "Caduti dove?" ha chiesto Mattia. E lì ho spiegato che ci sono state delle guerre e sono molti tanti giovani. "Perché non i vecchi?". Perché i vecchi non vanno in guerra, non riescono a... correre, saltare alla svelta per ripararsi. Non mi è venuto niente di meglio. Allora i paesi hanno avuti questi morti in guerra e hanno fatto i monumenti per ricordarli. Mattia ha guardato quella testa reclinata: "Ma è morto in guerra anche Gesù?". No. "Allora perché è stato ucciso?". Perchè diceva delle cose che davano fastidio. (Oh, magari a voi sarebbero venute risposte migliori ma bisogna fare in fretta ed essere incisivi). Abbiamo raccolto delle pigne sotto gli alberi e le abbiamo ammucchiate "così quelli del Comune le trovano e le portano via". Il mio scetticismo su "quelli del Comune" l'ho soffocato, come quando ha scoperto delle lattine buttate nei cespugli invece che nel cestino a due passi. Ne parlo anche nel prossimo benedetta gente di questo pomeriggio a parlare con Mattia. Poi abbiamo dovuto riprendere il lavoro, lui a fare il suo giornale e io il mio.

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