lunedì 28 novembre 2011

contrappasso

E al settimo giorno Mattia prese la varicella e il sottoscritto si prese il virus che mi ha passato ieri come una consegna e così vomito e dissenteria per uno che si era appena vantato di non aver mai malattie nonostante la veneranda età. Una scossa alla sicurezza, del tipo evangelico, "stolto, stanotte morirai". ma se arrivo a sera ho una chance per risvegliarmi domani mattina. Mattia intanto è tutto puntinato e si annoia a casa, aspettando che passi la varicella e io sempre nel debbio di non averla fatta da piccolo e capace che me la becco per la legge del contrappasso.

domenica 27 novembre 2011

malattie infantili

Varicella. Dopo due settimane di allarmi dati e rientrati, Mattia si è preso (finalmente) la varicella. E' stato male per due o tre giorni, febbre e vomito, sarà il solito virus, macché, via alle bolle. Non che stia male, solo varicella, anche se abbiamo pensato alla scarlattina. Perché ci è arrivato l'avviso che all'asilo si è verificato un caso di scarlattina. Non so niente delle malattie infantili, mai saluto cosa sia la "sesta malattia", non so nemmeno se da piccolo ho fatto la varicella, gli orecchioni no, me li ricorderei, capace che mi prendo da vecchio una malattia "infantile" come quella denunciata da Lenin (mi pare di ricordare) che bollava appunto l'estremismo come la malattia infantile del comunismo. I vecchi, si diceva, non hanno più nulla da perdere, tornano incendiari, altro che morire pompieri.

lunedì 21 novembre 2011

spallate

Mattia era un po' agitato, uscendo dall'asilo, ha cominciato a raccontare che (e già un elenco di nomi e alcuni con tanto di cognome, che mi ricorda il collegio, dove ci si chiamava per cognome) la maestra di ginnastica ha sgridato ("ma molto") alcuni bambini perché rompevano i giochi che aveva preparato e quando li ha ripresi le hanno riso in faccia offendendola. Ma non c'era una maestra? ho chiesto. No perché giustamente la maestra di ginnastica, pur andando all'asilo una volta la settimana, fa lezione da sola. Fatto sta che non ha messo nemmeno il timbrino colorato sulle mano. Gli abbiamo chiesto se lui si è comportato male il che, avendo due genitori non certo allineati e coperti, poteva anche essere geneticamente giustificabile. Lui no. Va beh, verrà su un bambino omologato al potere costituito. E' una battuta, ma evidentemente ci sta sfuggendo di mano la situazione. Gli adulti devono fare il loro mestiere, in modo che da giovani possano tentare la spallata generazionale. Ma da giovani. Perché se da bambini possono fare tutto che gusto gli resterà?

domenica 20 novembre 2011

spazi

Mattia sembra convinto di andare a vedere "Il Re leone" nella giornata di Cristo Re. Va beh, come scrivo altrove, sono surrogati messianici. E poi che ci frega. Preoccupa che abbia risposto a sua madre che "voglio i miei spazi". Tea è stata pronta nel ribattere che lei a quarant'anni ancora non li ha, non almeno come vorrebbe. Nemmeno io a sessantasei anni, se è per questo. Voi li avete, i "vostri spazi" come li vorreste? Che poi non ti bastano mai e poi quand'anche li avessi ti viene la nostalgia o la malinconia di quando li condividevi con fratelli e sorelle che si sgomitava, si litigava magari, ma si era allegri. Sembra sempre che siamo stati allegri in un'altra vita, magari ce la siamo solo sognata. Domani ginnastica (per Mattia, mica per me).

giovedì 17 novembre 2011

polistirolo

Mattia ed io andiamo ogni pomeriggio a monitorare il lavoro di Domenico, l'ex maresciallo che da più di 15 anni fa il presepio, grande presepio, nella chiesa di Sovere. Mattia se ne sta lì incantato a vedere come fa a tagliare le lunghe aste di polistirolo, come nascono i gradini della casa in primo piano, la vasca dell'acqua che scenderà dal torrente ("quest'anno il lago non lo faccio" "e allora dove va il pescatore?" "sul fiume"). A Mattia piace il lavoro manuale. Poi io che intanto gironzolo per la chiesa, poco attratto dal lavoro minuzioso di Domenico, l'ho chiamato e abbiamo scalato il vecchio pulpito da dove, dominando tutta la chiesa, gli ho spiegato che i vecchi parroci predicavano prima dell'invenzione dei microfoni e a Mattia è parso pressappoco il tempo dei dinosauri mentre io ricordo benissimo all'inizio degli anni cinquanta quando mio zio parroco a Tavernola mise quella diavoleria dei microfono con gli altoparlanti gialli sparsi sulle lesene della chiesa e la notte di Natale portò la radio con giradischi incorporato, monumentale, dove mise un disco di canti natalizi ("Or narrano i cieli la loro armonia cantando Maria la nanna a Gesù..."). Cose troppo vecchie per Mattia che è sceso dal pulpito più incuriosito da come si chiudeva il pesante sportello d'accesso e dai gradini a chiocciola che per altro". Poi è tornato a vedere se Domenico aveva finito di costruire i suoi gradini di polistirolo...

domenica 13 novembre 2011

buffone buffone

I bambini ci guardano, ce ne dimentichiamo troppo spesso. Ieri sera Mattia guardava le immagini davanti a palazzo Grazioli (perchè poi palazzo Grazioli?) le urla, il lancio delle monetine. Si è agitato ed eccitato, mi è diventato un manifestante, ha cominciato a girare per casa urlando "buffone, buffone, buffone" e non la finiva più, si divertiva. Vedete, la folla urla e trascina perfino gli innocenti. Non mi piace la folla che calpesta quando uno è caduto. In genere è la folla che fino al giorno prima se ne stava rintanata a farsi gli affari propri, se no che bisogno avrebbe di gridare, ci sarebbe solo un sospiro di sollievo, no, dopo la grande fatica di opporsi con tutte le proprie forze per anni ecc.

sabato 12 novembre 2011

incenso e mirra

Eravamo rimasti al presepio vivente in cui a Mattia hanno dato la parte di uno dei tre Re Magi. Io ho rivoltato la frittata, perché lui ci è rimasto malissimo, perché ha appena una frase da dire e pensava di fare S. Giuseppe per via che a fare la Madonna è Kristel che a lui piace, la piccola equadoregna che lo scorso anno lo zio Gianni aveva definito "sedia" per via che non parlava e adesso parla eccome. Insomma una questione di ruoli, S. Giuseppe non può farlo chi non è amico di Kristel. Volevo parlargli della situazione di S. Giuseppe, padre putativo che da piccoli si stava lì a chiederci cosa cavolo volesse dire e l'abbiamo saputo da grandi, ruolo perlomeno discutibile, se non inquadrato nel quadro della Redenzione. Allora gli ho detto che almeno i Re Magi saranno vestiti benissimo, perché sono dei Re. Poi gli avevano detto che era il primo. Poi non si sa come lo hanno retrocesso (o aveva capito male) a secondo o terzo. Allora abbiamo scherzato sul fatto che escluso l'oro tra gli altri due doni ci sono incenso e quella mirra anche lì misteriosa per decenni per noi bambini e meglio l'incenso che in sagrestia quello che aveva il turibolo era il privilegiato per eccellenza, prima di tutto perché non si annoiava, poi si divertiva a far girare il contenitore del fuoco che ogni tanto si schiantava sulle pareti e infine perché aveva accesso immediato al piccolo tabernacolo delle ampolline, con la bottiglia del vino bianco e le ostie non consacrate... Vuoi mettere poi il fumo che faresti nel salone e tutti gli spettatori che tossiscono. Si è divertito molto all'idea. Il più sarà quando scoprirà che non porta l'incenso ma la vituperata mirra...

venerdì 11 novembre 2011

varicellite isterica

Sono giorni così, che salto di palo in frasca. mi sento vecchio e poi rinvigorito, poi mi guardo allo specchio e vedo un'immagine che non corrisponde all'idea che uno ha incorporato di se stesso fin dal tempo della prima comunione, ohibò, quello non sono io, sembro mio padre con i capelli (lui li aveva persi in guerra e non è una battuta, mai perso tanti capelli come quando ho fatto il militare con l'elmetto in testa). Che c'entra? Infatti. Fatto sta che Mattia ha avuto una... varicellite isterica, come le gravidanze di certe signore, insomma non aveva la varicella, non ancora. Eravamo corsi a comprare balsami e talchi mentolati, col cavolo, fortuna che non scadono, capace che la fa in questi mesi a venire. L'asilo si è ripopolato ed è rifiorito d'occhi di bambini, come direbbe il poeta e Mattia ha avuto la parte nel presepe vivente di Natale. Ve la racconto domani perché è una mezza tragedia.

venerdì 4 novembre 2011

varicella

E' novembre, pioviggina come è giusto che sia nel mese dei morti. Mattia si è aggirato per il cimitero di Sovere, chiedendo chi era questo e cosa faceva e chi era quest'altro, rubando sassolini colorati dai vialetti. La morte è lontanissima, quando si è giovani, figurarsi quando si è bambini. E' stato malato (bronchite) ma per assurdo adesso all'asilo è uno dei pochissimi superstiti, ieri erano solo in 17 su 75, le maestre non sanno cosa fare, fanno un po' di vacanza anche loro, il secondo pulmino ieri è partito con una sola passeggera, una bambina. Gli altri hanno quasi tutti la varicella che le mamme dicono che è un bene farla perché farla da grandi poi è pericoloso e bla bla e il mio è diventato un mostro, il mio si gratta di notte e poi gli restano le macchie in faccia, il mio sta guarendo ma adesso l'ha presa la sorellina bla bla. Mattia da due giorni racconta che vanno in biblioteca a sentire delle fiabe, sembra contento, è uno dei pochi "grandi", anzi, sembra sia il solo e magari ce l'ha incubata bla bla e vuol fare i "gruppi omogenei" anche se parlare di gruppi al plurale è contraddittorio ed è geloso di Morbillo, il cagnolino che tratta malissimo perché crede che io gli voglia più bene che a lui e domenica siamo stati al cinema noi due a vedere Tin Tin e lui ha sentenziato: "E' stata la cosa più bella della giornata" e vuol tornarci dopodomani, ci mangiamo popcorn confezione gigante, beviamo aranciata e cocacola e ci godiamo il film, qualunque sia. Magari domani gli esce la varicella che sta incubata dieci giorni bla bla, macché sono venti bvla bla, ti dico che sono ventuno giorni bla bla bla.