sabato 28 febbraio 2009

strafare

Obama ha detto qualcosa di sinistra, tassare i ricchi per mettere in piedi il servizio sanitario gratuito per tutti, servizio che noi abbiamo in Italia e negli Stati Uniti non c'è. Ci sembra impossibile, ma siamo più avanti noi, in queste cose. L'individualismo calvinista, l'adorazione del totem del libero mercato (che ha prodotto il disastro attuale) hanno finora impedito negli USA questo servizio gratuito e noi vediamo i telefilm con i vari ER e il mitico dottore zoppicante che risolve tutto con l'introspezione, la maleducazione e una lavagna di scuola e diciamo, come sono fortunati. Provate ad ammalarvi negli Stati Uniti e non avere soldi a sufficienza. I giornali oggi titolano sul crollo (o frana) del PIL (prodotto interno lordo) americano. E questo non è un indice di borsa, questo è industria, produzione, posti di lavoro, consumi che crollano, è "economia reale". Oggi sembra comunque scoppiata la primavera, passerà la "nuttata", Da due giorni ho riportato Mattia al parco, per farlo "socializzare" con gli altri bambini prima della "tragedia" di riportarlo all'asilo. Vuole cimentarsi in discese ardite e risalite (dal lato scivoloso) dello scivolo e arrampicate sul mondo. Poi abbiamo costruito un muro (virtuale) in cucina che la divide in due, la poca funzionalità è compensata dalla filosofia del fare. Forse perfino dello strafare.

mercoledì 25 febbraio 2009

che giornata

Tea mi racconta di quel barbone di Milano che buttava semi al vento. L'hanno fermato. Sì, fa niente (col cavolo che fa niente), ma è la frase che ha detto per spiegare perché lo faceva che è importante. Cosa ha detto? "Chi getta semi al vento fa fiorire il cielo". Che è una frase talmente bella che vale una vita, forse più di una. Poi il mio pragmatismo mi porta alla cronaca: tre tibetani si danno fuoco in piazza Tienanmen in occasione del capodanno buddista. Perché uno, anzi tre, devono darsi fuoco in piazza? Perché qualcuno festeggia il capodanno a fine febbraio? Paolo, cinico, qui a fianco aggiunge: e perché uno getta semi al vento? Tea legge il titolo di Gattuso che dice ad Amauri (quello della Juve che può giocare in due nazionali, italiana e brasiliana, ma appena gioca in una non può più giocare nell'altra) di smetterla di rompere, che giochi pure col suo Brasile e la finisca. Santon santo subito allora. E' una mattinata, anzi un primo pomeriggio di banalità, in attesa di vedere Mattia che non vedo da lunedì, per via del lavoro. E mi manca e il bello e incredibile è che pare manchiamo anche a lui. Ma che bella giornata, direbbe, anzi canterebbe Ugolino. E adesso non ditemi che non sapete nulla di Ugolino. Come, quello della Divina Commedia, "la bocca sollevò dal fiero pasto quel peccator forbendoli a capelli del capo ch'egli avea di retro guasto" (cito a memoria)? No, non quello, quell'altro, un cantante di un'unica canzone ("Ma che bella giornata") e basta. Che giornata!

martedì 24 febbraio 2009

incontinenti

Ultimo giorno di carnevale, a Clusone la sfilata sta per cominciare, noi qui in redazione a pestare sui tasti. Mattia questa mattina ha saputo che deve andare all'asilo lunedì. Ha chiesto: "Ma è febbraio?". No, è marzo. "No, io all'asilo vado a febbraio". Va beh, allora domani mattina via all'asilo per gli ultimi giorni. Mi sa che voglia barattarli col tutto. Lo guardo, mi guarda, mi aiuti a costruire una casetta? Va bene, compriamo 'sto cemento. E si mette a imitare la cadenza dei muratori, un po' di bergamasco misto a non si sa che cosa. C'è un carro qui fuori pronto a "caricare" ballerine brasiliane. C'è il sole ma fa freddo, la confusione dei continenti e degli incontinenti. Vai con le pagine del giornale che stasera dobbiamo vedere la partita.

lunedì 23 febbraio 2009

sfilate

Due sfilate di Carnevale in due giorni. Sabato a Clusone e ieri a Sovere. Mattia vestito da cagnolino dalmata. Una marea di mascherine e costumi. Altri cagnolini dalmata qua e là, insomma non è stata un'idea originalissima, ma il costume gliel'ha regalato una signora e giustamente è stato onorato. Il bello è che il sottoscritto mai in vita sua aveva sfilato, nemmeno nei cortei studenteschi d'antan. Ma va tutto bene, tranne che questa mattina Mattia ha detto perentorio a sua madre: "Se papà vuole andare in sfilata anche oggi digli che non lo porto, ci va da solo". Dev'esserci un deficit di comunicazione, vi pare? Anche perché va sommato all'altro problema. Non faceva la cacca da tre giorni, troppo cioccolato. Ieri ce l'ha fatta. La nonna questa mattina, di fronte alla replica gli ha detto che ho ora che la faccia nel vasino e lui ha risposto: "Quando impara papà lo faccio anch'io". Altro deficit di comunicazione, vi assicuro che non la faccio nel pannolone da infiniti anni. Adesso dovrei comunicarglielo. Con la dovuta cautela.

venerdì 20 febbraio 2009

miseria e nobiltà

Sono stati giorni difficili. Il dibattito aperto nel nostro sito sul voto ai sindaci ha mandato in tilt non solo la nostra capacità di comprensione della cattiveria umana (diversa dalla critica anche dura) ma perfino la capacità tecnica del conteggio delle "pagine viste" che il sistema non ha potuto conteggiare oltre le 2000 al giorno... Mattia sta provando il costume di carnevale che gli ha regalato una signora, amica di sua madre, un vestito da cane dalmata. Il piccolo insignificante problema è che vorrebbe che anche suo padre si vestisse allo stesso modo. Gli abbiamo detto che non si trova un costume così grande, ma non è convinto, e allora che costume si mette papà per la sfilata di carnevale? L'anno scorso pianse a dirotto quando gli abbiamo messo il cappello da pirata, quest'anno ha trovato il gusto del costume trasgressivo (si fa per dire). Non ho mai amato il carnevale, da piccolo il travestimento lo inventavo ogni giorno, andavo a scuola con il mantello (allora usava) con il bellissimo fermaglio di metallo, e mettendo gli stivali (di gomma, cosa andate a pensare?) immaginavo di essere Cirano de Bergerac, spadaccino invincibile. Zorro non l'ho mai amato, quindi niente mascherina. Eppure la maschera ti procura il senso di impunità, come l'anonimato del nostro blog sui sindaci, che ha dato la stura agli insulti gratuiti. La tv è stata cattiva maestra, ha fatto più danni di quel che si crede. La colpa di berlusconi non è di aver governato male, ma di aver rovinato con i programmi gridati della sue tv una cultura di buona educazione, inculcata da secoli anche (anzi, soprattutto) nelle famiglie più povere. una sorta di nobiltà nella miseria. Adesso è restata solo la miseria.

martedì 17 febbraio 2009

vetrine

Sono quasi le 9 del mattino e in Sardegna non hanno finito ancora di contare le schede. Sono sempre stupito dell'inefficienza pervicace e insistente. Ha vinto il candidato del centrodestra. Torna la voglia di centro, l'Udc al 10%. Nemmeno la Sardegna è... un'isola felice, il centrosinistra prosegue il suo "cupio dissolvi", il farsi male da solo, quindi si merita le batoste. Berlusconi si permette di candidare un nesci e vincere. Si permette di raccontare storielle, fa vincere e vince. Dice che contro la crisi aprirà centro benessere e vince. E come quando, di fronte alla cancellazione di un'industria storica, tutta la filiera del tessile in Val Seriana, più di 5 mila persone a casa, saltano su a dire che bisogna fare il distretto del commercio. Sono sempre sorpreso anche dall'insipienza. Come dire, siete a terra, vi proponiamo i centri commerciali dove potete spendere e spandere. Moltiplicare i negozi in un paese dove sono tutti disoccupati è una trovata... geniale. Va bene, guarderanno le vetrine, vuoi mettere passare le giornate al calduccio in un centro commerciale, almeno si risparmia sul riscaldamento di casa propria. E' l'unico fattore economico logico che vedo. Mattia è per il fare, adora stare a guardare gli scavatori che stanno facendo uno scavo su una stradina, i tubi, lui dice che deve lavorare, prende attrezzi anche immaginari, compra sacchi di... malta e costruisce muri, aggiusta sportelli.Usque tandem?

lunedì 16 febbraio 2009

cicli

E vai con gli stupri. Hanno trovato un altro argomento di conversazione e di rabbia. Sembra che in due giorni si siano messi d'accordo tutti gli stupratori, che abbiano organizzato un... convegno, meglio una "convention", in Italia? I delinquenti ci sono da sempre, ma l'informazione va a cicli e la politica li cavalca. Badateci: quando c'è un disastro ferroviario per due o tre giorni sembra che tutti i treni deraglino. Poi non se ne sa più niente, i treni tornano a viaggiare normalmente (?). Così quando cade un aereo ecco che nel mondo cadono altri aerei (per solidarietà?) e sembra che volare sia un terno al lotto. Così per gli incidenti sul lavoro. Così per la droga nelle discoteche. Così per la prostituzione. Non è sbarcato nessuno ieri? Boh! Forse aspettano al larfgo che finisca l'effetto stupro. Finito l'effetto Englaro bisogna pur buttarsi su argomenti "sensibili" alla pancia della gente. Gli stupri, gli incidenti continuano purtroppo anche negli altri giorni dell'anno e probabilmente ci sono stati anche nei giorni in cui i giornali e la tv erano concentrati su quella povera ragazza. Ma non "tiravano". Si va a cicli. Come per le donne...

domenica 15 febbraio 2009

ostracismo

Sono già passati due treni nella vita di Mattia. E tutte e due sono passati troppo presto. A me è... passato per la testa di regalargliene uno, venerdì, binari tristi e solitari, una locomotiva a carbone bellissima, tipo quelle western, che fa perfino fumo. Ieri la Sara ha avuto la stessa idea e gliene ha preso un altro della stessa serie, solo è moderno, locomotiva da alta velocità. Prezzi bassi. Comunque prezzi. Una faticaccia venerdì sera montare i binari, una faticaccia ieri sera montare i nuovi binari. Mattia ha guardato girare il treno su se stesso, poi ha chiesto: "Ma non si ferma mai a una stazione?". Il mio non aveva stazioni, quello di Sara sì ma il treno le ignorava, i venditori di fumo finto si sono ben guardati dal fabbricare (stessa marca) binari dello stesso scartamento, da farne un percorso che avesse senso, non si può sempre girare su stessi, si rischia il nichilismo spinto, bisogna avere un punto di partenza e uno di arrivo, anche solo sognato. Ieri ho sentito il presidente pro tempore (spero) del Consiglio proporre una soluzione finalmente decisiva per la crisi e la disoccupazione sarda (ci sono le elezioni regionali): aprire centri benessere dappertutto. Ecco, uno così va ostracizzato, auspico invano la reintroduzione dell'antico meccanismo del voto, anche elettronico, non più su tavolette di coccio che davano il nome all'ostracismo, per mandare in esilio di dieci anni uno che sta sulle scatole, senza nemmeno star lì a dire il perché e il percome, semplicemente perché sta sulle scatole. Grande democrazia, quella ateniese.

giovedì 12 febbraio 2009

banca

Mattia stamattina è andato in banca con sua madre. Era la prima volta. Tutti prelevavano, prendevano i soldi e uscivano. Mattia ha osservato con meraviglia e poi ha chiesto, "prendono i soldi per comprare i giochi?". La mamma ha risposto in modo vago, sì, anche per quello. "Allora chiediamogli i soldi che compriamo anche noi i giochi". Mi sa che devo spiegargli che c'è una crisi finanziaria che è diventata economica, che le banche hanno avuto un ruolo (negativo) decisivo, che quando tutti prelevano vuol dire che la crisi travolge le famiglie, erodendo il risparmio. Poi una spruzzata di sociologia sul distacco netto tra ricchi e poveri che sembrava assottigliarsi, sulla classe operaia che non va più in paradiso e sull'attenzione ai nuovi poveri. Poi dovrò spiegargli a cosa servono le telecamere e che comunque quella non è la miniera dei soldi. Infine un sano moralismo, visto che ha due genitori che proprio ai soldi non pensano da sempre... In fondo, a pensarci bene, è meglio che faccia finta di niente, voi cosa dite? Ieri gli ho cantato la canzoncina di "capitani coraggiosi", quella di "oh oh pesciolino non piangere più..." e lui ha voluto sapere la storia che gli ho raccontato fino a un certo punto, gli ho detto che l'amico marinaio si fa male in mare, non che muore. Perché lui se la prende, non vuole che nessuno muoia. Mi sa che su Eluana avrebbe dissentito perfino da suo padre.

crepidam

Ci sono giorni che sembrano l'autunno della ragione. E' tornato il grande freddo, finita la storia della ragazza in coma, pretesto per ogni nefandezza teorica e politica. Ma le miserie continuano, la devastazione delle menti è irreversibile, "più sono piccoli e più alzano le mani", nessuno vuol più stare al posto che magari non è nemmeno il "suo" posto, ma mentre proclama di aver finalmente trovato il "suo" già lo rinnega, vorrebbe essere riconosciuto per qualcosa di più. Ti arrivano ragazzi appena sfornati dalla scuola (e che scuola!) e vorrebbero iniziare col giornalismo. Ma mica dal fondo. Magari sanno manovrare il computer e lo identificano con il giornale, quello che (non) sanno scrivere è un dettaglio, vogliono partire con gli editoriali sul mondo intero. Se uno fa il dattilografo vuol dire la sua sull'articolo, se uno fa il cameramen vuol mettere becco sulla parte giornalistica del servizio. E' come se un ingegnere chiedesse di essere assunto alla Fiat ma volesse costruire in stile Ford, così, perché ha più propensione per quei modelli. Ma c'è sempre la favoletta del ciabattino e del pittore Apelle che metteva in mostra per strada i suoi quadri e ascoltava nascosto i passanti che dicevano la loro. Passa un ciabattino, guarda il quadro, "ma non vedi che le stringhe delle scarpe sono sbagliate? Il pittore la sera guarda il quadro e lo corregge, perbacco, il ciabattino ha ragione. Il giorno dopo quello ripassa e vede la correzione. Inorgoglito si mette a criticare il vestiario del personaggio dipinto. Apelle esce da dietro e gli dice, "ciabattino, non andare oltre le scarpe", ne ultra crepidam. Troppi ciabattini in giro

sabato 7 febbraio 2009

il mare d'inverno

E così Berlusconi riesce a spostare l'attenzione dai problemi reali (mentre a centinaia muoiono sul lavoro, per strada, in guerra, negli ospedali, sì negli ospedali, altra lettera che pubblicheremo su araberara su diagnosi sbagliata) su una povera ragazza che secondo lui "potrebbe in teoria anche avere un figlio" (come? In teoria ci pensa lui?) in coma da 17 anni e che padre a madre vorrebbero morisse in pace, non tenuta artificialmente in... vita. Padre a madre! Ho pensato cosa farei io se mi trovassi in questa situazione. Non lo so proprio ma prima di mollare davvero resisterei per 17 anni a vedere mio figlio che non dà segni di vita e viene tenuto però in... vita, una forma vegetativa chiamata vita senza cervello? Ma che vita? Mattia non sa che c'è al governo uno che adesso ci dice cos'è la vita e cos'è la morte, fa il premier, l'imprenditore del bagaglino con le donnine facili, le notti brave in Sardegna e in Via dell'Anima (un nome inadeguato a tutto), che mentre divampa la discussione sulle vite che vanno sempre salvate, manda in onda sulle sue reti un film di rara violenza con decine di morti a gogò. Se l'avete votato e non ve ne siete pentiti andate a scopare il mare. Ieri abbiamo fatto un'intervista a Enrico Ruggeri. Ha scritto il mare d'inverno. Andate a scopare il mare d'inverno.

martedì 3 febbraio 2009

al ciel

Mia madre e mio padre credo non si ponessero il problema, troppo occupati a sbarcare il lunario. Come si tirano su i figli, cosa dire quando ti fanno domande spiazzanti? Tirar su i figli era compito di tutto il paese, si imparava sul campo, nel confronto e a volte scontro con gli altri bambini del cortile, dell'asilo, della scuola, del gioco. Le nostre madri cantavano, certe mattine, canzoni di amori andati a male che non era neppure il loro caso, chi lo sa però, mia madre sposò mio padre dopo un amore stroncato dalla morte, non ne parlava mai, mio padre lavorava in miniera e quando tornava il venerdì sera c'era la stalla con due e poi quattro mucche, due pecore, due maiali, i conigli, le galline che diceva erano animali da donne. Non si ponevano problemi esistenziali. Mattia mi aspetta ogni giorno, parliamo da uomo a uomo, gli ho detto ieri a proposito dell'asilo. Lui mi ha ascoltato e poi mi ha detto che se viene anche Simone e poi anche Giosuè allora ci va e deve spiegarglielo però cos'è l'asilo, a quei due che potrebbero non capire e mettersi a piangere. Trasposizione di se stesso in due peluche, capite che sono problemi da psicologia dell'età evolutiva, che ho fatto all'università nel 1967-68, roba da preistoria pedagogica, temo di non essere più attrezzato, ieri sera la cugina (acquisita) di Tea lo ha rimproverato dicendogli che è un maleducato perché cercava il contatto e le dava manate sulle gambe. E' scappato in camera a piangere a dirotto e si è addormentato a tarda sera, verso le undici, dopo aver avuto un risveglio improvviso e aver cantato-urlato "al ciel al ciel al ciel" che è una canzone mariana che ha sentito su al santuario e gli è piaciuta. Poi è ripiombato nel sonno. E' un mondo difficile, come diceva quello della canzone ma è l'unico che abbiamo.

lunedì 2 febbraio 2009

febbraio

E di colpo venne il mese di febbraio... Sono stati due giorni faticosi, una valanga di regali, brutto tempo, Mattia che sabato si è goduto la festa, hanno telefonato personaggi eccellenti, sms da altri, da far invidia a un capo di stato. Al telefono a un direttore di uno dei più grandi quotidiani nazionali, dopo aver ascoltato gli auguri, ha risposto "buon natale anche a te". Risate. Domenica però voleva la replica della festa, quando arrivano gli amici?, nonna, fai la torta. Oggi compie gli anni la nonna, sospetto che Mattia non ci capisca più niente e pensi che il mondo sia tutto una festa. Nevica e piove, a secondo delle quote, nel senso dell'altezza sul livello del mare, non del genere (maschile e femminile). Ed è il giorno della candelora, dell'inverno saremo (forse, prima o poi) fora.