mercoledì 30 marzo 2011

coccole

Mattia sta bene e da una settimana e mezza va all'asilo, con una sorta di rassegnazione esistenziale il mattino, con gioia all'uscita, quando poi fa il resoconto delle sue bravate, compresa quella del "brontolamento" della maestra Roberta per via che lui e Manuel sono stati sorpresi in bagno a giocare con l'acqua, tutti bagnati. Poi si vanta di aver già finito il lavoro (anche oggi) "che però la Michela non ha brontolato con me", per via che la maestra Roberta oggi non c'era e la direttrice si vede che lo ha gratificato. A casa torna pieno di voglia di disegnare e fare. Certo Ben Ten è sempre nei suoi sogni. Gli ho ordinato l'album delle figurine. In tutta la mia vita ne ho avuto uno solo e non ricordo che mi fregasse tanto riempirlo, a me piacevano i libri, anche prima di saperli leggere. Che c'entra? C'entra che Mattia sta crescendo. E io sto decrescendo. Il tutto troppo in fretta. Oggi mi è venuto sulle ginocchia per farsi coccolare. Lui aveva voglia di essere coccolato e io di coccolarlo.

sabato 26 marzo 2011

furbetto

Hai capito il furbetto? Ieri scene madri (e padri) perché all'asilo era prevista ginnastica e lui la odia. Per la precisione la odia da quando hanno cambiato maestra (la precedente è incinta) e non so cosa sia successo, se sia più severa o no. Fatto sta che ieri mattina si è calmati solo quando abbiamo detto che venivamo a prenderlo (all'asilo) all'una invece che alle quattro. Allora si è chetato. Aveva la lacrima sul ciglio, ma poi l'ha fatta tornare indietro. Andiamo a prenderlo all'una e, tanto per avviare conversazione, chiediamo: "Come è andata la ginnastica?". E lui serafico: "Ma per i mezzani ginnastica è dopo cena...". Ah sì, tutta questa scena e la ginnastica spostata al pomeriggio, lui che sa che non la farà ecc. A parte che si dice pranzo e la cena è il pasto della sera, ma è il resto che conta, praticamente ci ha presi in giro. E lui con un sorrisetto come a dire: "Voi mi mandate al massacro e io vi frego". Poi ci siamo comunque riconciliati con grandi partite al pallone e gioco del battello, con destinazione più gettonata ovviamente Montisola, che lui identifica come una sorta di paradiso acqua-terrestre.

giovedì 24 marzo 2011

Benten

Va bene, va bene, ho mancato gli appuntamenti, sono stato occupato, anche un po' in carenaggio. Mattia è qui in redazione, dove scorrazza e comanda lui, chiacchiera, gioca, "lavora". Una settimana all'asilo, settimana faticosa, non ha voglia di andarci. Gli ho detto, se non vai come fai a farti gli amici? Lui mi ha risposto: "Ma io li ho già gli amici, Matteo, Manuel, Sofia...". Dunque le sue preferenze femminili adesso vanno per questa Sofia, non gli tengo più dietro, non posso contattare tutte le mamme di tutte le bambine dell'asilo, ci vuole un po' di misura, non ho più l'età.
Ormai Ben 10 è omnipresente nella vita dei bambini, anche al centro commerciale c'è un intero reparto, fanno perfino del cibo targato Ben 10 (si pronuncia benten, lo dico per i nesci come era il sottoscritto) e poi album, figurine, pupazzi che costano un occhio della testa (20 e passa euro l'uno) e poi giochi nei siti e telefilm.

venerdì 18 marzo 2011

spera di sole

Ed ecco la seconda ondata, apparsi nei sintomi ieri. Per capire quando Mattia cova qualcosa basta registrare il nervosismo, l'insofferenza, la voglia di buttare tutto all'aria. E la sua conflittualità con suo padre (che sono sempre io). Ieri pomeriggio siamo andati nella sala dell'oratorio, pioveva. Ha giocato un po' a tutto ma guai a perdere, gli ho fatto provare il bigliardo, quello vero, ma la stecca era troppo pesante, poi abbiamo tirato due calci al pallone quando ha smesso un attimo di piovere. Ma covava dentro il nervosismo, anche se poi, giocando a tombola e scoprendo i numeri, si era tranquillizzato. Stamattina gli è però tornata la febbre. Il punto è che oggi all'asilo c'era la festa del papà, stasera addirittura dovevamo andare noi due soli alla festa, lui aveva iniziato un lavoretto per me. Fa niente, basta che stia bene. Non ho messo in conto tutti questi malesseri, virus, piccole epidemie, febbri, vaccinazioni (che poi lui quando non sta bene non è che stia lì calmo, è nervoso). A me sembra di ricordare un'infanzia senza malattie, ma peccato che non possa più chiedere a mia mamma come andavano effettivamente le cose, mettendo in conto che mia madre aveva cinque figli, l'ultimo colpito dalla poliomelite, prima che facessero a tutti il vaccino, portato da un ospedale all'altro, in corriera, Milano, non si telefonava... Va beh, adesso ci sono i pediatri, allora c'erano solo i dottori, per tutti. Ma adesso sembra tutto una tragedia. O forse la tragedia la facciamo appena noi, gli altri genitori sono più ferrati, hanno più figli, che ne so? Il fatto di essere un padre vecchio non cambia, sarebbe lo stesso se fossi il nonno. Forse, è un giorno con una spera di sole, subito mortificata dalla nuvolaglia. E devo fare il giornale.

mercoledì 16 marzo 2011

casalingo

"Io vi voglio bene, perché voi mi fate male?". Mattia a commento delle vaccinazioni. E allora ecco la mia paziente spiegazioni sui mali che prevengono mali maggiori e spianano la strada se non proprio al bene, almeno al benessere. Banalità. la nonna non sta bene e lui questa mattina ha il dominio della casa, va dalla nonna che è a letto e vuol farla mangiare a forza (alimentazioni forzata) e poi dice che le mette a posto i vestiti, per cui secondo colloquio telefonico le avrebbe arrotolato tutti i vestiti appena stirati e si starebbe apprestando a fare lui la pastasciutta. Un uomo in casa fa sempre comodo e Mattia vuol far vedere che non può proprio andare all'asilo in questi giorni, ha "troppo da fare".

martedì 15 marzo 2011

seconda ondata

Oggi sono arrivati i primi sintomi del dopo vaccinazione con febbre e malessere. Il bello è che la pediatra, consultata, ci ha annunciato la seconda ondata, quella che arriva dopo cinque giorni, con febbre altissima, sempre in conseguenza delle due vaccinazioni. E si è meravigliata che nessuno ci abbia avvertito e soprattutto dell'opportunità di dividere le due vaccinazioni, intervallandole. A noi è arrivata anche in termini perentori ("obbligatoria") con descrizioni un po' terrorizzanti delle varie malattie contro cui il vaccino si mette in azione, 10, come Ben 10, e l'appuntamento per l'ora fissata presso l'ambulatorio della Asl. Poi le due punture, una per braccio e venti minuti di attesa. Ora, a parte l'attesa snervante della seconda ondata, venendo su in redazione mi chiedevo se resterà qualcosa di questo mondo. Sì, una di quelle domande di quando si è giù di morale, vedendo come siamo stupidi, avidi, disumani, cinici, falsari nel descrivere le mirabolanti sicurezze di un mondo con l'energia a costo praticamente zero, salvo qualche piccolo pericolo che adesso in Giappone stiamo vedendo di quale entità sia, e sempre qualcuno a dirci che quelle erano centrali atomiche di vecchia generazione. Perché non le hanno disattivate, allora. E per quelle di seconda generazione quanti mesi dovremo aspettare prima di venire a sapere che anche per quelle c'era pericolo e così via. Non sono un fanatico dell'ambiente (mio padre era giù di morale quando doveva uccidere un coniglio, per non parlare di quando doveva uccidere un maiale, ma lo faceva) ma perdinci, questi idioti arricchiti ci stanno ammazzando. E noi qui con uno che... piantala, dai.

lunedì 14 marzo 2011

punture

Mattia ha fatto la vaccinazione di "richiamo". Solo che riguardava ben 10 richiami, fatta in una sola volta perché, mi hanno spiegato, la Regione vuole risparmiare. Due punture, una per braccio, una inframuscolare (è quella che fa male) l'altra non ho visto perché ero dalla parte opposta a calmare Mattia che non voleva sdraiarsi e piangeva. E' un po' fifone. Un fico secco, perché mi ricordo che quando dovevano farmi una puntura dovevano rincorrermi per tutta la casa ed è stata appunto una puntura che ha fatto un'infezione che mi ha portato all'ospedale per un mese a Lovere, a soli tre anni. Quindi se scappavo una ragione l'avevo... Forse le siringhe di allora erano più grosse, l'ago voglio dire (ma non c'era quello del "già fatto?" dov'è finita?). Gli ho fatto vedere l'arola sul braccio, anzi due "arole", gli ho detto che a noi le vaccinazioni le facevano grattando via la pelle con un pennino (disinfettato) e per giorni sentivi un dolore boia sotto l'ascella. Pare si sia consolato con il ricordo del mio dolore, per il suo, che penso relativo, anche se stasera dice che gli fa male il braccio. Ma quei dieci richiami mi sembrano Ben 10, anzi devo dirglielo che magari si quieta via, perché lui ha capito in ritardo che lo stavamo portando al macello delle punture, gli avevo fatto credere che dovevo sbrigare delle carte all'Asl (che poi era anche vero) e quando ha realizzato che c'era in ballo una puntura ci è rimasto malissimo, forse gli ha fatto più male l'umiliazione di essere stato ingannato della puntura stessa.

domenica 13 marzo 2011

vincere

Mattia ha imparato, non so dove, ad essere politicamente corretto. "Non è importante vincere, non è importante avere i soldi". Ci siamo guardati. Quella dei soldi magari deriva da me, che gli ho inculcato, almeno credo, l'idea che i soldi sono dei mezzi, come l'auto, ma bisogna sapere dove si vuole andare. E passi. Ma quella del vincere non è nella mia filosofia, io ho sempre voluto vincere, semmai il "politicamente corretto" è accettare di perdere quando però si è fatto di tutto per vincere. Chi te l'ha detto? Non ha voluto rivelare la fonte, in questo promette di essere un ottimo giornalista. La sua mamma poi è una tifosa, non gliene frega nulla di giocare bene e perdere, figurarsi. Non sappiamo neppure bene se la serie di Ben 10 sia educativa o no, ci sono puntate un po' forti. Poi penso alla devastante valenza educativa (per il potere costituito ma anche in famiglia, sull'andare o meno a scuola, sul limite dei sogni) che deve aver prodotto Pippi Calzelunghe. Ripeto: Rin tin tin era tutt'altra cosa. Consolante che comunque Zorro sia sempre nei pensieri e gusti di Mattia, vede e rivede le puntate. Insomma piccoli difensori del bene (relativo) crescono a fronte dei difensori dei beni.

sabato 12 marzo 2011

la pista

Non che non sia successo niente, anzi. Mattia è tornato all'asilo mercoledì mattina e ci è rimasto tre giorni, che di questi tempi è già un avvenimento (oh, è tornato a casa, all'asilo non fanno, non ancora, i turni di notte). E' tornato orgoglioso dei suoi "lavoretti" che sono un po' datati, ieri ha portato quelli del natale e anche del carnevale. In fondo all'asilo lui si diverte, "Io e Manuel abbiamo bacato su le gemelline". Sconcerto. Perché? "Perché si strangolano, ci saltano addosso e si strangolano". Boh. E la maestra? "Ha brontolato con noi due". E voi? "Le abbiamo bacate su lo stesso". Adesso sta preparando la festa del papà, non so bene cosa stanno preparando all'asilo, venerdì prossimo, di sera, dovrei andare alla festa organizzata dalle instancabili maestre e mamme dell'asilo. Sono stato un po' preso in questi giorni da un'otite tremenda che ho preso io, non Mattia e non mi era mai capitato. Ah, seguo di straforo gli sviluppi sul caso Yara perché se salta fuori che è stato... allora la nonna di Mattia va in prima pagina, perché aveva indicato mesi fa quella pista dando una sola occhiata alle facce in Tv.

giovedì 3 marzo 2011

da chi ha preso?

Un mantello di Zorro bellissimo, di panno, bordato di rosso, con l'apertura per le mani. Mattia ha il costumo di carnevale. Ma non vuole andare all'asilo, per la festa di domani. "Vado solo alle sfilate vere". Che sarebbero quelle di Clusone di sabato pomeriggio, penso, e quella di Sovere domenica pomeriggio. Il mantello gliel'ha fatto la nonna, che faceva la sarta. Sulla nonna c'è un fatto che si ripete quasi ogni sera: lui va a letto dopo aver visto Ben 10. Ormai smanetta sul telecomando meglio di noi. La mamma è già a letto. Lui ieri sera è arrivato di là e ha detto alla mamma: "Porta pazienza ancora un momento, devo portare a letto la nonna". E' andato di là, l'ha svegliata sul divano, le ha detto che aveva spento tutto "la televisione e anche i... cafoliferi" e l'ha presa per mano per portarla a letto. Naturalmente la nonna stravede per lui e dice a sua figlia che Mattia non ha preso da lei (la figlia). Resta il fatto sottinteso che avrebbe preso quindi da me. Mai avuto dei riguardi e gentilezze del genere verso nessuno. Il problema è: da chi ha preso Mattia?

mercoledì 2 marzo 2011

volare

Ahi, la Tv fa crescere, imparare, migliorare, ma insinua sogni che non sono sogni, li spaccia per verità. Mattia ha visto per l'ennesima volta e un po' annoiato, Pippi calzelunghe ed era la puntata in cui la ragazzina vola. "Un giorno provo anch'io, basta crederci e si vola". Porca miseria, ho sospettato altre volte che quei telefilm siano diseducativi ma pensavo alla trasgressione e al fatto che intere generazioni vi siano sopravvissuti, distinguendo il vero dal falso, come quando Pippi solleva pesi enormi e lo stesso "zietto" che sarebbe il cavallo. Ma adesso c'è il problema Ben 10. Mattia è un "benteniano" da distinguersi dai "gormitiani". Ma adesso vuole l'orologio che non mi ricordo mai come si chiama per trasformarsi nei vari mostri che poi combattono i cattivi. Ieri eravamo nel prato sotto la chiesa, c'era un dirupo, attento, gli dico, che se andiamo giù di qui rotoliamo fino in fondo e moriamo. Lui dice: "ma io mi trasformo in rotolone (è uno dei mostri) e così non moriamo". Col cavolo, dico io, quello succede appena nei telefilm. Lui mi ha messo il muso, quasi si mette a piangere, poi, molto dopo, teneva il muso e non mi ricordavo nemmeno la storia di rotolone. Gli ho chiesto cosa era successo? Lui ha risposto secco: "Ben 10 esiste". Porca miseria bis, certo che esiste, ma nel telefilm. "No, esiste". E qui si apre il problema di chi lotta per il bene, tipo Zorro che non esiste nemmeno lui ma si lancia anche lui. Infatti Mattia si aggrappava alla ringhiera del giardino e si sedeva (con circospezione, devo dire) sulla sella della sua bicicletta e dice: "Faccio come Zorro col suo cavallo". Ah. Forse abbiamo tutti sognato di volare, poi ci siamo rassegnati a farlo con l'aereo. Ma siccome lui è un testone, non vorrei che il "basta volerlo" lo prendesse alla lettera.