lunedì 29 settembre 2008

inferno

La sindrome del lunedì, quella del "ricominciare". Mattia non voleva andare all'asilo dopo due giorni di vacanza. Si è impuntato, ha urlato e pianto. Poi si è ricomposto e ha dato la sua staffilata: "Io vado, però è un inferno e la colpa è di papà e mamma che non vogliono tenermi". Mattia ha due anni e otto mesi, li compie domani, se mai si possono "compiere" i mesi. Gli ho parlato, gli ho fatto vedere tutti i bambini che entravano all'asilo, gli ho parlato della scuola, della vita, lui ha voluto starmi in braccio e i lacrimoni erano lì per venir giù e lui li ricacciava indietro a fatica. Poi l'ho accompagnato a mettere la salvietta al suo posto, la bavaglia che io (e lui con me) chiamo "mantì" dai miei ricordi e così abbiamo visitato i gironi "infernali". Prima di entrare aveva voluto fare una corsetta nella piazzetta. Dai che giochi!, gli ho detto. "No, non gioco", mi ha detto. Tra due ore veniamo a prenderti. "Due ore", ha ripetuto lui cercando di quantificarle in grandezza fisica. Mi sono sentito un imbroglione, il tempo tagliato a metà, in realtà sono 4 ore. Oggi è lunedì, riprendo a lavorare. Sono passate due ore, ne mancano due e poi torna in... paradiso. Molto terrestre.

sabato 27 settembre 2008

il cielo

A Mattia hanno raccontato all'asilo la storia di babbo natale. Lo scrivo minuscolo perché non mi è mai piaciuto, ai miei tempi non c'era babbo natale, c'era S. Lucia e poi il Natale che non portava doni, era già un dono per conto suo, le nenie, il presepio, la messa di mezzanotte che era una trasgressione e... basta che non siamo a Natale e comincia sempre troppo presto, il gusto dell'attesa va coltivato, la chiesa ci ha messo l'Avvento mica per niente. Il commercio ha dilatato il Natale, a novembre cominciano gli spot. Per questo sono restato sorpreso che abbiano parlato di babbo natale così presto, all'asilo. Solo che Mattia si è meravigliato di quel tipo che "scende dal cielo". "Ma dai, ha detto Mattia, lo sanno tutti che in cielo ci sono solo gli elicotteri e gli aerei!". Siccome volevo dargli ragione su quel tipo che scende dal cielo e in cielo non c'è mai stato, sono stato zitto. Perché devo pur popolargli il cielo, ma di figure sane, che però in cielo fatico a posizionare, tra... elicotteri e aerei.

lunedì 22 settembre 2008

memoria

Mattia mi si è stretto al collo, poi si è lasciato convincere a prendere una paletta e lavorare nella "cava" dei sassi colorati. Tornava all'asilo dopo tre giorni, un po' di raffreddore. Era lì tranquillo, mi sono voltato e me ne sono andato. La maestra ha detto che si è messo a piangere, quando ho chiuso la porta. Sono impegnato nel giornale, sento voci, scrivo articoli, interviste, retroscena, leggo, faccio i titoli, gli occhielli, le didascalie, sento parlare di calcio, dico qualcosa... Guardo l'orologio, quattro ore sono lunghe da passare, mi viene in mente una canzone. Cerco di ricordarmi se piangevo anch'io, non ho memoria, credo che nemmeno Mattia avrà memoria da grande di questi giorni. Servirebbe avere tutta la memoria della vita per creare altre vite.

giovedì 18 settembre 2008

domani non so

Mattia questa mattina ha pianto con la testa sul banco fino a che ci hanno chiamato e siamo andati a prenderlo. Sulla soglia aveva la testa abbassata come un cagnolino bastonato. Appena fuori mi ha sparato un sorriso a tutto denti, aspettando gli ultimi quattro che gli stanno bucando la gengiva e gli danno dolori sordi, che poi lui ride e dice che le orecchie non gli fanno male e non è "sordo". Ha detto che sta benissimo "ma domani non so". Nel senso che sospetto abbia recitato la parte del malato per farsi mandare a casa. Il fatto è che suo padre ha fatto la stessa cosa, anzi peggio, quando era all'asilo di Tavernola. Non sopporto il sonnellino pomeridiano, quando in seminario, nel mese estivo, era espressamente previsto, avevo chiesto il permesso di leggere. E così da piccolo ho organizzato un piccolo complotto: avevamo scoperto che se te la facevi addosso ti mandavano a casa con il tuo fagottino di merda dentro il cestino di vimini. E così prima del sonnellino ci scaricavamo addosso il superfluo e venivamo mandati a casa. La cosa durò tre giorni soli. Al terzo giorno mia zia mangiò la foglia e mi diede una ripassata. Così passai i pomeriggi di sonnellino con la testa reclinata sul banco pensando all'umore del lago che stava lì sotto. Mi sa che Mattia mi assomiglia.

martedì 16 settembre 2008

vino

Mattia mi ha confidato che all'asilo beve vino, anzi... "molto vino". Che si fa? Si scherza, i bambini sanno sognare, immaginare, inventare, scherzare. Ha sentito me appunto raccontare storie sul vino, di quella volta che ci fecero lo scherzo di darci da bere il mosto schiacciato nella tinozza e non arrivammo a casa in tempo... ce la facemmo addosso. Si è divertito un sacco e poi gli è venuta questa storia del vino... Sto pensando a quelle testimonianze raccolte dai pasdaran, professionisti dell'antipedofilia, di bambini dell'età di Mattia che hanno fatto condannare, con le loro "confessioni", per molestie sessuali, suore settantacinquenni. Sto pensando ai giudici e a chi li giudicherà. La realtà è meno brutta di come la immagina (e forse la vorrebbero per giustificare il loro "mestiere") la mente malata degli integralisti.

lunedì 15 settembre 2008

l'annuncio

L'importante è l'annuncio, non quello che si annuncia. Badateci. La discussione politica consiste nell'affermare, sovrapporsi, non lasciare sviluppare l'argomento altrui, interrompere, fare la battuta che annulla di colpo il ragionamento che mette in crisi la vostra tesi. C'è un buco nei conti, no che non c'è basta guardare i numeri, come potevate annullare l'Ici se c'era un buco. Se vogliamo fare i bambini - rispondono - allora ditelo. Cosa c'entra, che risposta è? E' un comportamento studiato a tavolino, è la clonazione del metodo di vendita, quando vi tempestano e voi che volevate dire no, alla fine, per sfinimento, dite sì e pagate, comprate. "Abbiamo fatto la campagna acquisti più imponente della nostra storia", ha detto un mese fa Galliani. Non è vero, ma basta dirlo, chi lo contesta è antimilanista, antiberlusconiano, quindi comunista. La barzelletta "corretta" sui carabinieri dove il comunista sostituisce il ragioniere... Il discorso del primo ministro (basta con il "premier") agli atleti olimpici in cui parla delle promesse mantenute e tra queste cita quelle di eliminare i comunisti dal parlamento e comprare... Ronaldinho. E uno si deve pure difendere dall'etichetta di "comunista" quando osa far presente queste cadute di stile. Perché qui si tarocca tutto, partendo proprio dalle... etichette.

venerdì 12 settembre 2008

gente

Che gente va a mettersi con altra gente (e la vota, persino). Alitalia e prostitute i due temi del giorno. Mattia non ne sa niente, ha saputo che papà un giorno ha preso l'aereo e quando li vede passare in alto li guarda con apprensione, ha già visto, come diceva Pascoli, al vento cadere gli aquiloni, che Alice (non quella del paese delle meraviglie), cercava di far volare al parco, senza successo. Di prostitute ovviamente non sa niente, tanto meno che è il più antico mestiere del mondo, anche se non è vero, Abele viene ucciso dal fratello Caino mentre lavora nei campi. Ci saranno le feste dell'agricoltura, in queste settimane, un museo d'altri tempi a cielo aperto, qualche giorno per mettere in... mostra un mestiere residuale. Mattia ha invitato Sofia (una coetanea conosciuta all'asilo) a vedere domani la sua bicicletta, insomma l'ha invitata in casa, sono passi importanti, vi pare? Ah, si discute anche di federalismo, il Comune ad ogni richiesta risponde che non ci sono più soldi, ma adesso arrivano le "tasse di scopo", ci saranno un sacco di scopi, a breve, basta saperlo, quello che risparmi sull'Ici magari te lo ritrovi moltiplicato. Anche qui come per le elementari, si è andati a toccare l'unico ente che funziona, il Comune. Che gente va a mettersi con altra gente...

giovedì 11 settembre 2008

asilo 2

Non c'è come chi è nel bisogno che sa di cosa ha bisogno. Dopo aver insegnato 26 anni nella scuola avevo perso i contatti. Questa del maestro unico mi sembrava a prima vista un ritorno al passato non dirompente... E' la motivazione sottintesa che è intollerabile. Vanno a toccare l'unico ramo di scuola che funziona benissimo. Ma l'asilo fa imparare davvero tante cose. Come il dubbio che i "nidi" siano spacciati come innovazione pedagogica e invece siano dei comodi parcheggi per bambini che fino ai 3 anni hanno bisogno di punti di riferimento affettivi certi. Ma dobbiamo tutti lavorare come dannati, dobbiamo assicurare loro un patrimonio. In un certo senso un "sacrificio" dei genitori per i figli. Solo che per assicurargli i soldi gli fanno mancare non il pane ma qualcosa addirittura di più vitale, il patrimonio della vicinanza di madri (e padri). I bambini che sono stati al nido rigettano l'asilo addirittura fino a dover essere ricoverati per convulsioni. Tre casi. Magari isolati. Ma mi hanno insinuato il dubbio che ci sia qualcosa che non vada. Oltre a delegare in toto l'educazione ai valori (una studiosa del ramo mi ha detto che il bambino sarà quello che viene educato ad essere da 6 mesi ai due anni) e al comportamento conseguente, deleghiamo addirittura la "compagnia". Un tempo i nostri genitori badavano molto alla "compagnia", guai a frequentarne di "brutte". C'era un giudizio morale implicito, basato non certo sul censo, come avviene purtroppo oggi, ma sui valori da trasmettere. La difficoltà è sapere cosa è giusto, poi è facile (per i cromosomi morali sopravvissuti) fare il giusto (è una frase di un film: gli americani nei film danno il meglio).

mercoledì 10 settembre 2008

asilo1

Sono stato impegnato nel fare il nuovo numero del giornale che esce venerdì. E poi accompagno ogni mattina Mattia all'asilo dove il primo giorno gli sono scesi due lacrimoni, poi ha annusato gli altri bambini, al quarto giorno ha voluto restare anche a mangiare, il quinto lo stesso, oggi è il sesto. Le maestre dicono che è sereno e lui però la sera dice che si... annoia, ieri sera ha detto che vuol imparare a leggere e scrivere e andare a scuola perché i bambini dell'asilo sono piccoli... Però si diverte, dice, non conoscendo ancora il principio di non contraddizione. A me basterebbe si diverta davvero. Questa mattina aveva un po' di luna. Ah, ha 2 anni e 7 mesi...

martedì 2 settembre 2008

buco nero

Ogni tanto sulle nostre fisime e ambizioni si abbatte un uragano, un tornado, che spazza via tutto. Abbiamo, come dice il vangelo, costruito tutto sulla sabbia. Ci fermiamo un po' distratti a parlare con uno e il giorno dopo veniamo a sapere che è entrato in coma, che detto così sembra cosa normale ma normale non è per animali come noi che si vantano di essere unici per il pensiero. Ci illudiamo che qualcuno (per noi) abbia raggiunto la verità, ah ecco, è andata così, è stato lui a uccidere. Uccidere! Ogni morte di uomo (e di donna) ci dovrebbe diminuire, come diceva il poeta, datato anche lui. Suona la campana e quasi ci si infastidisce, chi è morto anche oggi, proprio oggi che devo fare, brigare, andare... Temiamo di avere impegni con il prossimo nostro, un minimo di condolore per buona educazione. Buona educazione? Sembra sia sparita in natura, spazzata via non dall'uragano, consumata nella stupidità dilagante. Eppure questo è l'unico mondo che abbiamo. Ho letto che fanno un esperimento nucleare a Ginevra che rischia di far sparire il mondo in un buco nero. Metaforicamente siamo già in un buco nero.