giovedì 7 gennaio 2010

nuove vie

Abbiamo fatto un sopralluogo sul canale Mattia. Abbiamo fatto piccoli interventi di ripulitura che hanno migliorato la situazione del deflusso delle acque. Acque che abbiamo visto sorgere dalla terra. Infatti siamo andati al limitare del bosco per trovare un mitico sentiero che ci portasse in quota dalla baita dello zio Mario fino al Santuario, decisi a tracciare una nuova via trasversale, cosa mai tentata in natura alpinistica, in puro stile libero. Mattia si è entusiasmato, si sentiva un esploratore, come quando Pippi perde gli amici di cui non ricordo mai il nome e poi li chiama nel bosco. Lì abbiamo trovato le due sorgenti. In realtà era mezzo secolo che non vedevo una sorgente vera, acqua che esce dalla terra, non incanalata, naturale. Due in un colpo. Piccoli fiumi di acqua nemmeno raccolti, che andavano (e vanno) giù per i prati. Ho pensato al costo dell'acqua, al suo spreco. Abbiamo accarezzato Stelvio, il cane dello zio Mario e poi siamo tornati per fare un giro sulla moto e in bicicletta. Mattia, da che non prende più medicine, è una forza della natura. Stamattina la pediatra si è infuriata sapendo tutto quanto era successo, ha letto le due diagnosi opposte, ha detto che dobbiamo fare una denuncia pubblica, soprattutto per il cortisone prescritto per ben dieci giorni in quell'ospedale degli orrori notturni che è Esine. Lo scrivo per i miei lettori lontanissimi: L'ospedale di Esine è immenso, una struttura che ha sostituito due ospedali e dovrebbe servire un'area immensa come una città di più di 100 mila abitanti. Non si capisce perché i medici bravi da qualche anno se ne stiano alla larga. Stamattina Don Martino mi diceva che anche lui ha avuto lì una grande disavventura (che mi ha raccontato). Ma la pediatra ci ha detto: "Voi sarete anche dei signori e non farete causa, ma io penso a tutti i bambini che potrebbero passare di lì. Il cortisone? Lo rovinava". Brivido e rabbia. Forse mi limito a una denuncia pubblica. Non so, deve passare qualche giorno.

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