martedì 31 agosto 2010

autorità

Lunga contrattazione oggi pomeriggio tra padre e figlio, rinnegando quindi ogni tipo di gerarchia, mettendo sulla bilancia la mia autorità costituita da leggi e usanze, forse natura e religione. Insomma ho detto a Mattia che deve andare all'asilo, 20 giorni, fuori i festivi, ogni giorno in cui fa i capricci aumento di un giorno. Siamo nella fase numerica, pretende da due giorni che io conti fino a mille, sono arrivato a 450 poi mi sono stufato ma credo abbia afferrato il meccanismo, lo facevo contare dopo la decina e lui riprendeva esattamente con l'aggiunta di uno. Che c'entra? C'entra che quando ho discusso e gli ho detto che se fa i capricci un giorno gli scalo un giorno dai 20 lui deve aver fatto i conti che in fondo gli conveniva fare i capricci dal primo giorno e invece ho rigirato la frase, vuol dire che ti aumento di un giorno. E la cosa è finita con un accordo tra gentiluomini. Col cavolo, quando è arrivata a casa sua madre l'ha chiamata in sala e le ha annunciato che sì, c'era l'accordo sui venti giorni, ma lui non ne faceva nemmeno uno. Mancano 5 giorni a lunedì mattino. Credo che non ce la faremo. Forse la natura dell'uomo non è democratica.

lunedì 30 agosto 2010

età evolutiva

Fine agosto. Mattia "fiuta" puzza di asilo. Solo a sentirne parlare ammutolisce, con sua madre piange, di notte si sveglia di soprassalto piangendo. L'altra notte ha gridato nel sonno "Noooo, non voglio". Ho capito che aveva un incubo, gli ho preso la manina e si è calmato. E a sua madre e a me sono tornati i dubbi: è meglio che venga inquadrato soffrendo o che resti libero, con il pericolo che cresca viziato e solitario. Il fatto è che lui con tutti gli adulti prima è cortese e timido, "educato" (non è merito mio che non lo sono mai stato), poi prende confidenza e parla a ruota libera. L'altro giorno, visto che si era chiuso, incontrando due signore, nel consueto mutismo, ho inventato che aveva fatto il voto del silenzio per due giorni. C'era il Murì, c'era la signora che fa la fotografa e un'altra signora. In coro hanno detto che lo sentono chiacchierare tutto il giorno dal terrazzo con la nonna e stentano a credere che possa rimanere zitto per così tanto tempo. Tea ha trovato le letterine sciolte che sua zia usava per insegnarle a leggere. Si diverte un mondo a mettere insieme le parole. Poi vuole anche la sua libertà di "inventare" le parole. Anche alla lavagna scrive le lettere. E' la penna che non sa tenere in mano bene, la prende ancora come un pugnale. E lunedì comincerebbe l'asilo e siamo noi i più indecisi. Lui avrebbe già deciso e non capisce perché suo padre che gli vuole così bene gli voglia infliggere la tortura di stare con i bambini, "io sono un uomo". E sì che ho fatto pedagogia e l'esame di psicologia dell'età evolutiva a pieni voti e non mi ricordo più niente. Ma forse è anche meglio. Siamo partiti da zero tutte e due, Mattia e io, lui impara a fare il figlio e io faticosamente a fare il padre. Ma non sono più tanto sicuro di fare in tempo...

giovedì 26 agosto 2010

giochi di fantasia

Sono giorni così, riprendere a pieno ritmo anche dopo una sola settimana di fermo, è faticoso. Lo è stato. Stasera dovrei andare a fare da "moderatore" a un dibattito leghista tra sindaci. Ieri sera è successo un casino, auto bruciate, scontri, per la tessera del tifoso veniva contestato il ministro Maroni. Credo che stasera, con i sindaci non ci saranno problemi. Mattia sta proseguendo il gioco del battello, si diverte tantissimo, mi fa scendere in un posto poi... ritira la passerella e mi lascia lì. Poi viene a riprendermi. Altro gioco buttarmi in acqua che devo nuotare per risalire sul battello. Poi andiamo a... mangiare in posti diversi, a Iseo mangiamo il riso, a Clusane (Clusane, non Clusone) mangiamo la tinca, a Lovere il gelato, a Tavernola un piatto di... cemento, a Predore abbiamo deciso per polenta e uccelli, a Riva ancora gelato. Il fatto è che il gioco consiste nel fatto che io scendo dalla passerella e non faccio in tempo a ordinare che il bigliettaio (Mattia) mi costringe a risalire perché il battello riparte. Sono contento che giochi con poco, che resti, nella valanga di giochi che ha, quello di fantasia pura, trasformando il niente, uno serbino di gomma, in una passerella e ambienti diversi in un lago ecc. Mattia passa ore tranquillo a parcheggiare macchinine che poi porta nella mia officina per far aggiustare. Io brontolo perché mica posso aggiustare tutto, a un certo punto chiuso l'officina, lui chiede perché chiuso, sugli orari non è molto ferrato, il giorno in effetti è tutto attaccato. Ricordo che con una scatola di cartole delle scarpe, ritagliati i finestrini, sono andato avanti, da piccolo, che vi credete?, a fare il percorso della corriera da Vilminore a Tavernola. E giocavamo a fare il battello in una casa di Via Valle che dava sul torrente Rino che aveva una scala che portava dritta sul greto del torrente e noi si viaggiava con la fantasia. Mattia per fortuna si diverte con le cose, non ancora del tutto con le immagini.

mercoledì 18 agosto 2010

calcio e bocce

Ho portato Mattia a vedere i giocatori di bocce. Interessatissimo, guardava i movimenti di chi andava a punto e chi bocciava. Poi li ha imitati. Abbiamo rivisto un pezzo di "Capitani coraggiosi". Lui sta zitto, io commento ogni tanto ma lui assorbe senza rispondere. Ieri pomeriggio è stata invece la volta del calcio sul prato del santuario con i passaggi. Sto cercando di insegnargli a passare la palla. a "vedere" il compagno. E l'ha fatto benissimo e a un certo punto si è perfino permesso un passaggio di tacco. Il "dai e vai" adesso è memorizzato. Solo che il "compagno" devo essere io, guaio ad affiancarlo a un altro bambino, mi si rifugia tra le gambe, si rifiuta di giocare. E' un problema, come quello di tornare all'asilo. Gli ho detto che a settembre ci torniamo (notare il "ci"). Lui ha assorbito e poi ha cambiato discorso. Mi sto accorgendo che ogni movimento, ogni passaggio, ogni particolare si complica, addio teoria, qui si sperimenta come fosse il primo rapporto tra padre e figlio. La storia che ricomincia, nello stile di questi tempi che guardano il passato con fastidio e i morti se li attribuiscono in funzione delle convenienze presenti.

lunedì 16 agosto 2010

biglie

Oggi, alla ripresa del lavoro ho trascurato Mattia. Che ha passato il pomeriggio qui, ma capiva che ero assente, impegnato in telefonate e articoli. Niente a che vedere con le giornate passate al lago, niente a che vedere neppure con ieri, giornata di ferragosto, passata insieme dall'inizio alla fine, divertendosi un mondo. Abbiamo tracciato nella terra (non abbiamo la sabbia) un circuito per le biglie e poi abbiamo fatto la gara a chi arrivava primo. Solo che il circuito era bellissimo, ma ho commesso l'errore di percorrerlo all'incontrario, cioè la mano giusta per tirare era la... sinistra, mentre se il circuito lo si percorre da destra a sinistra la mano giusta è a destra. Non me lo ricordavo più e siccome non si poteva entrare in m,ezzo perché c'era una montagna di terra lui era in difficoltà a tirare di sinistra e... ha perso. Poi l'ho lasciato vincere a bigliardino fingendo una disperazione accorata che lo ha divertito tantissimo. Ma oggi pomeriggio l'ho trascurato e adesso mi dispiace, perché quando è partito con tea io ero ancora impegnatissimo al telefono e nemmeno ci siamo salutati. Va beh, domani andrà meglio.

venerdì 13 agosto 2010

montisola




Siamo tornati da Montisola, località Sensòle (metto l'accento per i nesci). Mattia ha mangiato, giocato e dormito (nell'ordine a scalare per quantità). Ha comprato un biliardo in miniatura, ha preteso sapere tutto di "navi", motoscafi, barche, ma anche ulivi, pergolati d'uva, moto. Siamo saliti anche in cima all'isola, al santuario, ha camminato sulla ripida salita senza farsi portare, da uomo. Sui battelli, tra un andirivieni e l'altro ha guardato lago e monte, paesi e case sparse. Quest'anno c'era molta meno gente, lui ha provveduto a farsi amico il cuoco, che gli ha rifilato razioni doppie. mai visto mangiare primo, secondo e dolce in quelle quantità (tutto suo padre). Per quanto mi riguarda ho dormito, dormito e dormito. Ci siamo divertiti a guardare le interminabili manovre dei motoscafi che attraccavano per venire a mangiare il pesce. Mai mangiato tanto pesce e così buono. Abbiamo fatti partecipi gli uccellini sentendoci molto francescani. Poi ieri mattina il lago ha cominciato a dar segni di insofferenza ("E' incazzato?") e si è fatto serio. Qui dicono che è triste, con il tempo piovoso. Io che a Tavernola sono cresciuto, so che è la sua vera faccia e non vede l'ora di scrollarsi di dosso quelli che lo riducono a una vasca da bagno. Certo, i tedeschi sono incredibili: da due mattine fanno il bagno alle otto del mattino, anche con la pioggia ("tanto sono già bagnati, come i pesci") e poi mangiano colazioni "pesanti". Abbiamo letto i cartelli di maggioranza e minoranza sulla "cementificazione". Credo sia in atto una sorta di rigetto generale di quello che negli anni settanta e fino all'anno scorso sembrava l'avanzata ineluttabile dell'edificazione.

venerdì 6 agosto 2010

pausa


Domenica partiamo per Montisola per la solita (è la terza volta) vacanza settimanale. Mattia conta le notti che mancano. Oggi ha voluto venire fino a Villongo per le locandine e adesso è qui in redazione che gioca con le carte, con la pallina magica e infine con le mie foto. Il problema è se deve vincere sempre o deve saper perdere, come dice la canzone. Vincere sempre potrebbe illuderlo o semplicemente lo si deve incoraggiare per poi scoprire per conto suo che la vita è ben diversa. Lui tollera di perdere da me ma non da altri. Ma non molla, vuol essere bravo in tutto. Non voglio che diventi un bulletto altrimenti avrà vita dura. Poi incontra un altro bambino e diventa timidissimo, quindi si pone il problema inverso. Sono stati giorni di lavoro. Siamo tutti stanchi. Ma abbiamo tanto di quel materiale per il prossimo numero che praticamente potremmo farlo subito. "Praticament"e non vediamo l'ora di ricominciare.

martedì 3 agosto 2010

cena

Oggi è giorno di chiusura del giornale. Piccola pausa. Mattia lo vedrò stasera, gli ho detto di avere pazienza poi passiamo una settimana a Montisola. A lui piace sia Montisola che Caorle. Ieri sera abbiamo giocato a tennis (rudimentale, comincia però a capire che bisogna buttare la pallina nel campo avversario, anche se poi di solito le spara alle stelle) e chiacchierato un po'. Il suo problema è indovinare quando scherzo e quando parlo sul serio. Me lo chiede, "scherzi, vero?". E poi: "dai continua a scherzare". E nello scherzo ci inventiamo improbabili situazioni che lo divertono a inventare cose sempre più inverosimili. Siccome tra sabato e domenica dovevo leggere un libro per poi presentarlo (l'ho fatto ieri pomeriggio a Bratto), faceva il tifo sulle pagine che avevo letto, "a che pagina sei?" e io 122 e lui, "Mamma, è a pag. 122" come fosse una conquista e alla fine, quando ho chiuso il libro mi ha chiesto di leggerlo lui e ha cominciato a sfogliarlo ma evidentemente non trovava nulla di interessante. Poi ha voluto sapere cosa andavo a dire del libro e lì le cose si sono complicate perché io in queste occasioni parlo a braccio, quello che viene viene. Ieri sera invece ha voluto sapere cosa significata "esattamente" che lui usa ma evidentemente gli sfugge... l'esatto significato. Giri di parole per spiegare cosa significhi "esatto", mi trovo in difficoltà, poi penso di essermela cavata. Invece è sullo ieri, oggi e domani che ancora non ci siamo. Sa fare le sottrazioni ma usa a sproposito ieri per dire domani e la distinzione tra pranzo e cena è stata risolta come col nodo gordiano, "si dice cena e basta".