venerdì 30 settembre 2011

altri mondi

Oggi è la festa dei nonni, all'asilo. Sarebbe anagraficamente anche la mia festa se non fosse che sono il padre. Ma i bambini sono sull'orlo di una rivolta, Mattia non vuole far festa, deve anche recitare una poesia o cantare una canzone, non saprei, non so come andrà a finire questo pomeriggio, alla fine andrà tutto bene (spero), già il fatto che stia "pensando" a lasciare casa e mettersi in proprio mi lascia dei dubbi sulla nostra (mia) capacità di comprensione dell'infanzia attuale. E sì che ho superato a suo tempo fior di esami universitari sull'età evolutiva. Non ricordo una parola di quei libri e dubito che servissero allora e servano adesso. Davvero sono cose se non dell'altro mondo, perlomeno di un altro mondo.

giovedì 29 settembre 2011

bum

Ieri prima festa di compleanno. Matteo ha invitato anche Mattia. L'ho accompagnato alla festa del suo amico di classe all'asilo. Tutte mamme, unico maschio. Pensavo lo si dovesse lasciare lì e poi venire a riprenderlo. Sbagliato. Ho dovuto star lì, non avevo molta conversazione da fare, ho fatto le mie fumatine di pipa guardandomi in giro. Spero che Mattia si sia comunque divertito. Ma stasera, non volendo obbedire alla madre ha detto che lo stufava. Tea gli ha risposto che finchè stava lì doveva obbedire, altrimenti vai a vivere da solo. Sbagliato indirizzo. Mattia ha risposto: "Ci sto pensando". Cinque anni e mezzo e vuole già lasciare il patrio suolo, il nido, madre e padre, nonna e zii, affetti e confetti. Altro che bamboccioni. Stiamo allevando una generazione che finalmente ripercorrerà la strada maestra del conflitto generazionale. Bum.

martedì 27 settembre 2011

record

La Maestra Michela ieri avrebbe detto a Mattia che è l'unico che ha sempre frequentato da che si è riaperto l'asilo. Mattia non l'ha presa per il verso giusto: "Allora devo fare anch'io qualche giorno di vacanza". In realtà di tratta dei soliti virus che tormentano la scuola italiana da che il mondo va alla rovescia e gli anticorpi non fanno in tempo a tamponare le falle dei nuovi attacchi per nulla informatici, ma molto somatici. Tornato a casa non si accontenta, vuole lavorare, si mette al suo tavolino e disegna. Ieri sera si è messo a scrivere. Ogni tanto chiedeva come si scriveva una lettera (dell'alfabeto). Non so ancora cosa e a chi abbia scritto. Domani dovrebbe andare alla sua prima festa di compleanno, proprio da Matteo, appena guarito. Non vede l'ora. Poi ha la prenotazione da Cristel (non ricordo come si scrive) che adesso parla e parla. Anche Mattia parla e parla. A noi dicevano che dovevamo stare zitti e ascoltare. Abbiamo finito per farci le orecchie da mercante.

domenica 25 settembre 2011

canoa

Ieri giornata campale a Minitalia. Non l'avevo mai vista. In realtà minitalia è stata colpita due mesi fa da una tempestata tremenda che ha frantumato molti monumenti ricostruiti. Mattia ovviamente ha preferito la parte dei giochi, siamo saliti (anche più volte) sulla canoa che precipita nel laghetto con spruzzi giganti, sulle montagne russe di ogni tipo, su carrozze che si alzano, su battelli che vogliono provocarti il mal di mare. Ma la grande sorpresa è stato lo spettacolo di Peter Pan, di un livello che non mi aspettavo, l'anfiteatro gremitissimo (almeno 500 persone, c'era la gente in piedi) attori giovanissimi formidabili. Sorpreso e capace di coinvolgimento incredibile. Il giovane attore (che poi impersona Capitan Uncino) nel monologo iniziale è stato capace che far cantare a tutti l'inno di Mameli. Guardavo le facce di chi avevo vicino. C'è un'Italia diversa, un'Italia che spera. Mattia si è goduto una giornata formidabile (altri spettacoli a mezzogiorno e in serata di livello minore). Siamo tornati a casa caricati. Domani magari vi faccio vedere la foto che ci hanno fatto mentre precipitavamo in canoa.

venerdì 16 settembre 2011

daffare

Mattia è in competizione con Matteo. Trattasi di affari di donne. Si chiama Alice. "Tutte le bambine che piacciono a me dopo piacciono anche a Matteo". I due di confrontano da tempo. Matteo è veloce. Mattia è coordinato, come già dicevo, differenza tra corridore e giocatore. Prima il confronto era per gli amici, Nicola era conteso, anche Elia. Ma adesso le cose si fanno serie, quando ci sono in ballo le donne capace che finisca a pugni. Il bello è che Matteo (la mamma) ha invitato Mattia alla festa di compleanno di venerdì prossimo. Oggi è stato in punizione (Matteo) perchè si è nascosto, le maestre tutte a cercarlo. Quando finalmente lo hanno trovato lo hanno messo in classe da solo. Mattia l'ho trovato che stava spiegando al fratellino di Matteo che doveva aspettare che arrivasse la sua mamma. Stai a vedere che se Matteo gli frega la donna, lui si rifa sul fratellino. Ma io non ho memoria di avere avuto tutto questo daffare all'asilo...

lunedì 12 settembre 2011

lingue

A parte imparare le parolacce in greco, che è pur sempre conoscenza, sia pure marginale di cultura, e sentire tutte le lingue del mondo, l'asilo di Mattia è davvero una babele. L'unico suono universale e condiviso è il pianto. Stamattina, entrando nel grande atrio, c'era un suono diffuso e su tutto dominava il pianto. Piangono tutti allo stesso modo, con gli stessi suoni, con il colore delle lacrime uguale per tutti, russi, rumeni, greci, equadoregni (si scriverà così o cosà?), ucraini, marocchini, statunitensi (forse ho dimenticato qualche etnia). Si capiscono a gesti, con gli occhi. Incredibilmente si capiscono.

sabato 10 settembre 2011

raffronti

Mattia all'asilo va volentieri ma ieri "è stato il più brutto giorno". perché mai. "Ho chiesto a tutti se volevano giocare con me e tutti mi hanno risposto di no". Ho pensato che sia per il suo carattere. Poi mi ha detto che ha giocato con la sabbia e la terra con Nicola e Matteo. Ma ha un cruccio: che Matteo è veloce, vince alla corsa "e tutti fanno il tifo per lui e nessuno fa il tifo per me". Lui ha il culto della velocità, da che un alieno, non ricordo quale, di ben ten è velocissimo. Lui non è costituzionalmente veloce, è coordinatissimo e riesce in tutti i giochi, ma nella corsa ha doti molto modeste. Solo che lasciandoli liberi, il gioco è quello di "chi arriva primo". E qui scatta il meccanismo del "primo", quando i secondi e i terzi valgono nulla. Lì per lì mi sono inventato la distinzione tra "corridori" e "giocatori". Tu sei un giocatore, non un corridore, appena giochi con un pallone vedrai che vai bene. Sembrava convinto di accettare il primo "limite", quella dell'evidenza. Poi è scattato in avanti, "arrivo prima io fino al garage". Va beh, i primi conflitti, i primi raffronti, i primi scontri, le prime invidie. Bisognerebbe ricordare come li abbiamo affrontati noi, a suo (remoto) tempo. E' dura la vita.

mercoledì 7 settembre 2011

primo giorno

Primo giorno di asilo da "grande". Per incentivarlo, salendo le scale, gli ripetevo ossessivamente "sei un grande", confortato dal fatto che, proprio mentre saliva le scale, mi rendevo conto che il grembiulino che l'anno scorso gli arrivava sotto le ginocchia, quest'anno gli sta abbondantemente sopra le ginocchia. Il primo giorno dev'essere andato bene, la Michela (la direttrice) lo ha accolto per quello che è, il più "grande" (nel senso del più "vecchio" dell'asilo, essendo lui nato il 31 gennaio credo lo sia. L'ho ritirato all'una, perché le cose (spiacevoli) della vita vanno date a piccole dosi. Lui dice che la Michela mi ha imbrogliato con i 100 giorni annunciati di vacanza che gli sono sembrati molto di meno (lo erano e di parecchio). Questa storia dei 100 giorni è nata (non da me) per arrotondamento di comodo negli ultimi giorni di asilo a giugno, dai che poi hai 100 giorni di vacanza. Non oso contare i giorni di asilo che lo aspettano, almeno 250 giorni. Vediamo il secondo giorno come va.

domenica 4 settembre 2011

circo

Ma ve l'avevo raccontato che siamo andati al Circo? Questa volta con la C maiuscola, Circo Moira Orfei a Orio. Un grande spettacolo, di classe, con orchestra, costumi ecc. Carente, molto carente sui clown e Mattia non si è divertito granché, nemmeno con le tigri, il leone e l'elefante, i cavalli ecc. "Non mi piacciono gli animali, inutile che mi dici guarda quello, non mi interessa". Interessato ai numeri che può fare anche lui, così dice, e poi gli interessa il contorno, i popcorn, le bibite, la foto (furbi, non ti lasciano nulla al caso) i palloni volanti. "Ma non c'è la macchina". Quello della macchina dal cui motore si tira fuori di tutto è il numero che lo aveva entusiasmato al primo circo che aveva visto, già due anni fa. Insomma lui vuole ridere, non gli frega niente nemmeno degli acrobati volanti. Però vorrebbe tornarci. ma già si profila all'orizzonte il ritorno all'asilo, fissato per mercoledì. Sarà una tragedia.

giovedì 1 settembre 2011

ad usum delphini

Mattia mi ha spiazzato un'altra volta. Ieri, mentre facevamo le prove generali del concerto per il... party organizzato da Matteo per l'inaugurazione della sua nuova casa, a un certo punto mi chiede chi è il capo degli angeli attuale, visto che Lucifero è stato cacciato all'inferno. Gli ho risposto che è San Michele Arcangelo, raffigurato con la spada in mano proprio perché a capo degli angeli fedeli durante la ribellione (cose paradisiache). Ho poi scoperto che è stata una piccola rivincita, perché aveva chiesto alla nonna la stessa cosa e lei era in dubbio e lui "allora chiedo al papà che sa tutto". La nonna aveva messo in dubbio questa affermazione categorica e non capisco perché visto che in effetti "so tutto", almeno quello che mi serve sapere (scherzo). Così ho guadagnato un punto. Ma siamo lì a misurarci le capacità, ogni tanto mi mette alla prova, in barba all'affermazione precedente del signor so tutto. Poi dice: "Ma perchè, quando mi racconti la storia di Gesù la parola che usi di più è soffrire?". Sono rimasto malissimo, se c'è uno che non usa quel verbo proprio sono io. Guarda che ti confondi, gli dico, "non mi... servo mai di questo verbo servire". Lui ride del gioco di parole ma insiste a dire che sono io. Allora ho cercato di dissuaderlo e ho scoperto a poco a poco che avevo usato quel verbo nella condanna per la cacciata dal Paradiso terrestre di Adamo ed Eva, che avevo colorito molto, per la verità e mi ero illuso che prevalesse il lato comico della vicenda. Mi è venuta in mente la frase che dicono due amiche di tea quando vanno a fare il condolore per un morto: "L'è mia ché la nosta cà", non è qui la nostra casa. Una constatazione. Fossimo rimasti nel Paradiso terrestre. Ce l'ho ancora con Eva che la sera voleva andare a mangiare la pizza con le amiche e ha voluto dare un morso alla mela per fare la pubblicità a un dentifricio (storia ad usum delphini).