domenica 23 dicembre 2012

presepi

Mattia si incanta davanti ai presepi. In chiesa quest'anno Domenico non l'ha fatto, anzi, ha fatto, su indicazione di Don Fiorenzo, una capanna a metà chiesa con statue ad altezza d'uomo, sì, insomma, di bambino, tanto che S. Giuseppe è alto come Mattia e lui va non so se a tirargli la barba o a fargli una carezza, Maria è appena più bassa, perché è in ginocchio, l'asilo e il bue sono grossi ma non quanto gli asini che veri che abbiamo carezzato sul muso ieri, tornando dal santuario, all'altezza del vecchio convento. Ma Mattia preferiva il presepio dove le statuine si muovevano. Perché lui ha fatto un presepio in grande movimento, sul tappeto grande del salotto della nonna, che è furibonda, il salotto non serve a niente, come capitava nelle nostre case degli anni settanta, in cui, diventava la cartina di tornasole di una piccola agiatezza. ma non si sapeva cosa farne, del salotto, che restava freddo e così diventava una sorta di sancta sanctorum senza reliquie se non soprammobili improbabili su credenze all'ultima moda, costate un occhio della testa senza che poi servissero a qualcosa, perché tutto il necessario stava in cucina. Così Mattia mette in movimento le statuine, le fa a volte litigare o perlomeno discutere tra di loro, un gioco di un paese immaginario, fatto su misura di una civiltà contadina che lui non ha conosciuto e si permette anche di dire che era però un paese più bello, come quelli di fantasia che gli propongono i film natalizi che ci divoriamo lui e io seduti sul divano, lui che accosta la testa alla mia spalla e ci godiamo la pace effimera mentre di là in cucina le donne discutono di cose effimere come che cosa fare da mangiare (che poi, sia chiaro, mangiamo noi). Una notte del bambino con suo padre diventato Santa Claus lo ha rapito. Non ce la farò mai a guidare una slitta con delle renne volanti. Che padre mediocre...

domenica 16 dicembre 2012

S. Lucia è un uomo?


Nicola ha raccontato a Mattia di aver visto S. Lucia. Si è svegliatop all’improvviso ed era lì. E com’era, dai racconta. Somigliava precisa spaccata a mio nonno. Il che ha ingenerato nella classe un vivace dibattito sulla mirabolante questione del sesso (non quello degli angeli di cui del resto si è discusso per secoli tra vescovi e cardinali) ma di S. Lucia che, a dispetto del nome, potrebbe anche essere di genere maschile. A meno che (sottigliezza investigativa) si sia travestita da nonno di Nicola per non farsi riconoscere. E’ passata quest’ultima versione anche perché un’altra compagna di classe ha raccontato di aver visto anche lei S. Lucia ma non in faccia, perché aveva un foulard nero che gliela copriva, lasciando quindi aperta ogni ipotesi. E così anche Mattia ha dipinto sul quaderno, con la benevolenza delle maestre, una S. Lucia con un velo nero in faccia, che non era affatto, nelle intenzioni, una mano tesa verso le usanze islamiche. L’importante comunque è crederci. Ma con le fette di salame sugli occhi (S. Lucia capirà). Vada per i bambini ma in questi mesi, se vi appare una maschera di cera promettendovi ogni sorta di dono, anche se somigliasse a quel tale, non cascateci. In politica le Sante Lucie non portano doni, se li tengono, anzi, se vi entrano in casa, quando se ne sono andate fate l’inventario. E poi: “timeo Danaos et dona ferentes”, diffido dei Greci (ma voi metteteci chi sapete) anche quando portano doni. 

domenica 9 dicembre 2012

uomo a terra

"Ma come fanno a credergli ancora quelli che gli credono". Mattia mi ha sorpreso e gelato nello stesso tempo. Il complemento oggetto era Berlusconi. Non gli ho mai detto niente, da dove salta fuori quel giudizio impietoso e così preciso? La nonna? Va beh, è stata una berlusconiana doc e qualche commento l'ha fatto, ma generale, tipo "sono tutti ladroni" quindi tutti e nessuno. E allora? Forse a scuola dove i bambini ripetono quello che sentono in casa. Propongo di abbassare l'età degli aventi diritto al voto. A sei anni hanno capito più di quello che capiamo noi. I bambini non solo ci guardano, ma ci ascoltano, anche quando non diciamo nulla. Ieri si è fatto risate squillanti vedendo i pagliacci nella "notte bianca" (che è cominciata nel pomeriggio, tanto per far capire che il termine "notte" è solo la prosecuzione del giorno con altri mezzi). I bambini ridono quando vedono un "grande" cadere. Per noi è un dramma o una liberazione, per loro è solo una posizione supina o prona, quindi anomala dell'homo erectus. Chi poi si ostina, nonostante sia a terra, a cantare vittoria, è come gli eroi del Metastasio che morivano cantando a squarciagola. Ma morivano comunque. Un tempo si gridava dalle navi: "uomo in mare". Qui si dovrebbe gridare "uomo a terra". Ma se l'uomo a terra pretende di essere in volo allora lasciatelo lì, ognuno è libero di credere in cosa e chi vuole. Resta la domanda: "Ma come fanno a credergli ancora quelli che gli credono"?

domenica 2 dicembre 2012

Mattia ha voluto fare un presepio gigantesco sul tappeto del salotto, con grande disappunto della nonna. Ha creato una montagna innevata, e il castello di re Erode è fuori dal tappeto. Vorrà pur dire qualcosa. Ha voluto albero e presepio perché a scuola tutti i suoi compagni dice che il presepio l'hanno già fatto. Manca il muschio e la nonna è terrorizzata dal fatto che lo metta sul tappeto
bello. Salotto impraticabile a meno di fare slalom tra le statuine sparse. Ha avuto perplessità nel trovare due pecore uguali, voleva scartarle. L'ho convinto con ragionamento parafilosofico che in fondo le pecore appaiono uguali e si comportano allo stesso modo, come gli uomini quando seguono le mode e quindi l'uguaglianza è nei comportamenti e nel vestiario e quindi ci sta che ci siano due o tre pecore uguali perfino nei dettagli, l'importante è non essere... pecoroni. Non so per quale parte di questo ragionamento contorto si è convinto, ma le pecore sono state piazzate tutte sul tappeto. In fondo sarebbe da pecoroni anche fare il presepio 25 giorni prima dell'evento. Poi ho pensato che noi lo facevamo la sera della vigilia senza mettere il Bambino nella mangiatoia, che si posava dopo la Messa di mezzanotte. Convenzioni nelle tradizioni. L'attesa, di questi tempi, viene bruciata dalle anticipazioni (sondaggi), andiamo di fretta, vogliamo anticipare i tempi e gli eventi, perfino gli anniversari. Vogliamo essere "avanti", precederci affrettando di fatto l'innominabile, la morte. In sintonia con queste scelte... esistenziali ha già preparato anche i biscotti per S. Lucia e il fieno per l'asino. Rorate coeli desuper et nubes pluant justum. Ma il "pluant" dovrebbe essere indicativo, insomma viene dato per scontato l'arrivo, prima ancora della partenza. Che mondo!