giovedì 30 aprile 2009

spere

Finalmente una spera di sole. Ieri diluvio al funerale del Pepi, una tempestata che è segnale di ribellione della natura all'alternarsi innaturale del caldo e del freddo, provocati dall'uomo con il suo riscaldamento contronatura. Mattia crede che tutto sia naturale, incomincia a memorizzare le coordinate della vita, riconoscendo i luoghi del piacere e del dolore, le giostre che sono arrivate sul piazzale per la festa della Madonna della Torre, ma anche il palazzone dell'Asl dove ha fatto le vaccinazioni e stamattina, dovendo andare la nonna a rinnovare la tessera sanitaria, ha guardato l'entrata e si è rifiutato di entrare, "non sono fesso, io non faccio le vaccinazioni". Dove abbia imparato certe espressioni, visto che all'asilo non ci va, è un mistero, come quando ha gelato la nonna dicendo: "Sembra che la nonna abbia avuto un'idea. Come al solito sarà pessima". proprio così, con i congiuntivi al posto giusto. Ma ho il sospetto che non siano stati i congiuntivi a mandare in bestia la nonna. Oggi lune storte in redazione. Certe spere di sole non scaldano a sufficienza.

martedì 28 aprile 2009

vanvera

Stanno arrivando le "memorie" per il Pepi. Arrivano da lontano, gente che il Pepi non l'ha mai visto, solo letto su Araberara "in fondo a sinistra della prima pagina". E lo conosceva più a fondo di quelli che lo incontravano per strada.
Mattia stamattina è stato qui in redazione. Poi siamo usciti e vedere il mondo, è restio a salutare per strada. Mia madre mi diceva sempre che non salutavo la gente per strada e così sembravo "superbo" e lei sapeva che non lo ero, solo non sapevo salutare, mi sembrava un formalismo faticoso, cosa si dice, buongiorno, e se poi è pomeriggio?, e se poi quello non vuole che lo saluti? Poi da sindaco ho imparato che un saluto fa piacere a chiunque, che il formalismo dipende dal tono e perfino dal tuo sorriso. L'ho spiegato un po' a Mattia dicendo che fa piacere salutare ed essere salutati. Lui ha ascoltato tanto, stamattina poi in una vetrina di stufe c'era una moto piccolissima a due ruote (la sua ne ha tre) e ha voluto stare a guardarla e poi tornare ancora a guardarla. A rigore tutti i discorsi fatti, perfino sulla croce che sta in cima al Pizzo Formico, si sono persi in niente. ma non è detto, a volte ricordo discorsi che mi hanno fatto da piccolo e magari fingevo di non ascoltarli. Va beh, ho parlato (e scritto) a vanvera.Ma se il Pepi è ricordato per quello che scriveva chi lo sa cosa resta dentro la gente che legge...
Ultim'ora: Mattia a casa ha buttato in aria il piatto della pasta che gli aveva preparato la nonna. E' stata sfiorata la tragedia, un genere che sembrava scomparso, soppiantato da un'eterna commedia di vita.

lunedì 27 aprile 2009

Pepi

Stamattina è morto Pepi Fornoni, un grande scrittore. Lui diceva di essere "semianalfabeta", un muratore che scriveva, in realtà aveva la vena innata. Caparbiamente aveva rimontato dagli sbandamenti della vita, si era diplomato geometra che poi non gli fregava nulla del titolo, era solo un'altra fase della rimonta. Come quella di scrivere editoriali, mai una banalità, sapeva mischiare le storie alla storia, partiva dalla natura per risalire a chi la natura la forzava, gli uomini appunto. Il suo bersaglio era la stupidità, le contraddizioni, per questo si "innamorava" di chi accennava qualche speranza di buon senso, restandone regolarmente deluso. Era un solitario, un samaritano che correva in aiuto di chi non ce la faceva. Araberara risentirà molto della sua mancanza.
Con Mattia ieri abbiamo fatto visita alla "nonna dell'uccellino". Che poi è l'unica mia zia rimasta, l'anno prossimo compirà 90 anni, ma l'ho trovata in forma. Mattia fa visita all'uccellino che se non ha 90 anni anche lui poco ci manca, sta nella gabbietta e Mattia ha constatato che mangia la mela e si pulisce i denti nell'osso di seppia ("ma non sembra un osso, sembra un altro uccellino che sta fermo e cos'è la seppia?"). Si è divertito perché si porta a casa sempre qualche regalo e ieri è tornato con un modello gigante di quelle moto a quattro ruote che si è divertito a far viaggiare sul pavimento. Alla Tea ha confidato, l'altra sera, che lui ha un papà "che è il più bravo di tutti, vivi e morti". C'è dell'esagerazione, appena una puntina, ma c'è.

domenica 26 aprile 2009

circo

Sono andato al circo per la prima volta in vita mia. E' una notizia. Mai stato prima. Mattia un po' diffidente, musica alta, sudava sotto il tendone, emozionato, si è un po' spaventato per la trapezista, anche perché il sottoscritto gli ha trasmesso ansia, non c'era rete sotto, la ragazza faceva evoluzioni pericolose. Mattia preferiva gli animali, guardava una fessura di luce laterale aspettandosi l'entrata di un elefante, invece erano cavalli e poi una specie di mucca africana con delle corna lunghissime e un lama che gli ho detto che sputa e invece è stato educatissimo e non ha sputato a nessuno e una capretta che gli saltava sulla pancia (al lama). Non ha apprezzato il coccodrillo e i serpentoni (nemmeno io) ma l'auto che si distrugge quella gli è rimasta impressa, come il naso rosso che gli abbiamo comprato, la foto sul pony, i giocolieri e lo scherzo di annunciare bestie feroci, attenzione... e poi entravano delle oche, i giocolieri, quello che fa girare i piatti, l'uomo ragno che non hanno ucciso come nella canzone e la donna che fa ruotare con le gambe delle cose e il clown che fa cadere dall'alto in un sacchetto una cosa che non c'è e poi la lievitazione finta che poi si scopre che quello sotto era lui che si alzava sotto il drappo e abbiamo mangiato i pop corn e insomma mi sono divertito... Dite che non ero io che dovevo divertirmi? Ma se Mattia mi porta al circo cosa devo fare se non divertirmi?

sabato 25 aprile 2009

dottori

Mattia in redazione ieri pomeriggio, sollecitato dall'ambiente dice "bello il giornale del papà e della mamma", tanto per chiarire che c'è un plagio già in atto. Poi il pallone fa aggio sul plagio, non sta fermo, vuol sapere perché si può giocare fuori sul piazzale solo di domenica e perché di domenica non ci sono le auto, dove sono tutti oggi, perché non sono al lavoro? Poi andiamo a farci fare una ricetta dal dottore, non per lui, e chiede se quello, l'ambulatorio, è l'ospedale e allora cosa si va dal dottore a fare se poi si deve andare in ospedale? Dice che lui ha la dottoressa Elisa, non quel dottore lì. In farmacia scopre che non si comprano solo gli zigulì ma anche le medicine. Sono passi importanti. Ma mi sa che fa finta di restare più bambino di quel che sembra: ha un dadone di pezza con su i numeri, lo lanciamo e lui indovina tutti i numeri, sa contare fino a dieci e fa le somme, se siamo io e te e arriva la mamma siamo in tre. E se arriva anche il Paolo (in questo caso il grafico) quanti siamo? Quattro no?, come dire, mi sa che ti ho battuto, come in tutte le cose, ieri sera mi insegnava una parola in inglese (vede un programma per bambini), gli ho detto che so di greco e di latino ma non di inglese e lui vuole insegnarmelo, perché sapere una parola è sapere l'inglese, come suonare il piano e la batteria, che abbiamo provato nella sala musica e mi sa che adesso può diventare anche un batterista. Ma vuol fare il pompiere, dopo il giro sul camion e ieri sera sul bordo del divano abbiamo giocato al pronto intervento con le pompe ecc. L'altro ieri ha incontrato Nicole, la bambina di cui parlava sempre. Ha fatto finta che non fosse lei poi ha detto alla mamma, "era... un po' Nicole ma non l'ho detto perché altrimenti papà mi manda ancora all'asilo". Ah, mi sa che non sono attrezzato per furbizie di questo calibro.

giovedì 23 aprile 2009

pompieri

Mattinata con Mattia. Intensa. In una vetraria qui fuori c'è stato un incidente sul lavoro, due operai sono caduti nella buca dello scarto del vetro. Uno non s'è fatto niente, per l'altro si temeva il peggio, sono arrivate le ambulanze, due camion dei vigili del fuoco per estrarlo, naturalmente i Carabinieri, ma soprattutto l'elicottero giallo del pronto intervento. Sirene spiegate. Mattia era incuriosito dai camion del pompieri. Poi l'elicottero, bellissimo, a portato di manina. Visto che non c'era gravità l'elicottero ha riacceso i motori, le pale si sono messe in movimento sollevando un polverone nel vicino campo sportivo e via. Poi siamo andati a regalare un cappellino dell'Inter a Tito che gli dà sempre le caramelle. Figurarsi, tasche piene. E poi al ritorno una signora del ristorante gliene ha voluto dare un'altra. E lui intascava. Fronzi gli ha fatto due foto, quello dei pompieri gli ha chiesto se voleva fare un giro col camion. E via con la radio che emetteva suoni e parole e Mattia che se la godeva. Poi abbiamo giocato a pallone e parlato un po' tra uomini, nel senso più maschilista che si può. E via a mangiare insieme. Poi ha chiesto, ma quel signore che è caduto, si è rialzato? Certo, ci si rimette (quasi) sempre in piedi, no? Uno su mille, speriamo di più, ce la fa.

martedì 21 aprile 2009

vili

Un giorno e mezzo senza Mattia, un mondo che lascia che i bambini muoiano di fame e di sete su una nave di disperati e stanno a discutere e arrabbiarsi nei programmi tv, che poi non gliene frega nulla, l'indice di gradimento di Maroni sale, evidentemente la gente vuole il pugno di ferro contro i più piccoli e più deboli, pronta a mettersi prona di fronte ai più grandi e potenti. Un popolo di vigliacchetti da strapazzo, vile tu uccidi un uomo morto, che tradiscono la loro storia e la loro civiltà che una volta esportavamo anche noi (oh yes) con le guerre ma Graecia capta ferum victorem coepit, la Greci vinta conquistò i suoi vincitori perché la cultura una volta era più forte delle stesse armi. Stiamo lavorando come matti al giornale. Mattia aspetta. Non me lo perdonerà ma io spero di sì.

domenica 19 aprile 2009

polenta e latte

Mattia si è divertito qui in sede ieri pomeriggio, voleva cenare qui in redazione, ha piazzato il suo parco macchinine, ha voluto andare fino alla chiesa del Patronato per vedere Don Martino, caso mai ci scappasse una caramella, ha giocato a bocce (vere) al bocciodromo sulla "pista rustica" (quella con i sassi, la più divertente, anche per me) e ieri sera ha fatto dispetti alla zia Belo nascondendole una scarpa (che non si trovava più) e poi la borsetta. Al momento di addormentarsi si è alzato sul lettino e ha detto, proferito e sentenziato: "sto morendo di fame, ho proprio bisogno di polenta e latte". Proprio polenta e latte. Resta il mistero dell'abbinamento che era d'altri tempi e lui non ha mai provato di certo. A volte sospetto che geneticamente si passi molto di più dei cromosomi o in questi ci sia anche tutta la storia dei genitori (polenta e latte l'ho mangiata eccome!). E se poi uno di questi giorni volesse per colazione caffè col vino, con un'unghia di burro? Mia madre me lo preparava quando dovevo andare a scuola. Come andavo a scuola? Che vi frega, spero non conservino in archivio troppo a lungo pagelle e giudizi...

sabato 18 aprile 2009

ricostruire

Nuovo regalo di Mattia, questa mattina mi ha mandato un mega cioccolato alle nocciole, roba da sfamare un reggimento, il suo papà gli deve sembrare alla fame e tocca ai figli mantenere i padri, in un rovesciamento dei ruoli che dovrebbe essere segnalato al censis per farci sopra qualche analisi sociologica. Ieri gli ho chiesto, mi spieghi come mai hai cambiato mestiere e fai il muratore e non più il contadino? Lui mi ha guardato quasi sorpreso, "ma papà, perché il contadino l'ho già fatto". Ma non hai già fatto anche il muratore? "Ma ci sono tante cose da costruire". E così, in un giorno che ho il morale sotto i calcagni per via che due amici stanno male, che abbiamo storie disastrose di miseria e miserie da raccontare sul giornale, Mattia mi dice chiaro e tondo che questo non è il mondo migliore, ma non tutto è perduto, c'è un sacco di cose da fare, se non proprio da costruire, forse anche solo da ricostruire. Va beh, allora diamoci da fare.

venerdì 17 aprile 2009

bloc notes

Mattia mi manda in redazione un regalo. Trattasi di bloc notes con matita e righello (a cosa serva non ho ancora deciso, il righello, voglio dire) incorporati "perché il papà scrive e non ha la carta". Certi giorni basta un gesto così per sentirsi qualcuno e di qualcuno.

giovedì 16 aprile 2009

birilli

Pomeriggio (giorno) di pioggia battente, autunnale, niente "piogge d'aprile con le sue serenate". Ma per carità, piantiamola con la solfa del tempo che fa e che faceva. Mattia se ne impippa, siamo scesi in garage senza auto e abbiamo giocato al pallone, è caduto due volte, ha battuto la fronte, si è alzato, da uomo e ha detto che non si è fatto niente, mi ha battuto (ma davvero) nell'abbattimento dei birilli e abbiamo parlato di cosa vuol fare da grande. Tutto è cominciato da una sua uscita "non voglio più fare il contadino". E che cosa allora? "Il muratore". Ah, meno male, temevo perdesse la voglia di manualità. Però poi ha anche preso in considerazione l'ipotesi di fare il mangiatore di yogurt e di abbattitore di birilli e meno male anche qui, un lavoro mica è misurabile dalla mercede, termine in disuso perfino nel catechismo. Però, chi lo sa se si può fare magari davvero una professione dall'abbattere birilli... O non si dice che dobbiamo reinventarci la vita? Magari in senso figurato...

mercoledì 15 aprile 2009

simboli

Oggi mi sono impelagato in una spiegazione impossibile. Eravamo su da Stelvio (che è un cane) per lasciarlo libero per un po' di scorrazzare per i prati, gli stessi che di notte sono invasi dai cinghiali. Stelvio correva sotto le grondaie per smuovere i piccioni. Ce n'era uno bianco, bellissimo, ho detto, ecco il simbolo della Pasqua, la colomba bianca. Mattia ha preso la palla al balzo, perché chiami colomba quel piccione, cosa vuol dire simbolo. Ecco, provateci a spiegare cos'è un simbolo a un bambino di tre anni. E provate a non rispondere a Mattia... Mi sono arrampicato sui vetri servendomi del più facile Natale, rappresentato dal presepio. Il presepio si fa a Natale, solo a Natale (sorvoliamo sui presepi... eterni) c'è il presepio, quindi quando dico Natale mi viene in mente subito il presepio, ecco il simbolo, quello che viene subito in mente parlando di una cosa. Lo so che non è il massimo ma è tutto quello che mi è venuto in mente. Mi sono rovinato quando l'ho allargato all'albero di Natale, perché Mattia si è ricordato delle palle colorate, si è perso il filo logico e dopo un po' a bruciapelo mi ha chiesto: e Babbo Natale? Va beh, però la colomba bianca è volata alta e Stelvio l'ha rincorsa fin su all'abete alto dove lei si è rifugiata. Non sembrava nemmeno spaventata di essere servita a un ragionamento astratto e concettualmente addirittura filosofico per un bambino di tre anni.

martedì 14 aprile 2009

dopopasqua

Tre giorni pasquali con Mattia che dà segni di voler fare non più il muratore e nemmeno il contadino. Per la verità si estranea ogni tanto e dice che deve lavorare alla cucina, deve rifare muri, deve scavare canali. Poi sulla stradina gioca a pallone. Ha ricevuto complimenti da uno che se ne intende che parlava con me, diceva che raramente ha visto un bambino di tre anni aggiustarsi la palla prima di tirare e tanto meno tirare al volo. Lui che sembra sempre pensare ad altro, deve aver sentito, perché adesso vuole allenarsi di continuo e gli è scoppiata la passione, ieri sera ha rinunciato a Heidi per vedersi una noiosissima partita di pallone su un tv privata che vedranno in due gatti. Ha chiacchierato per tre giorni, ha fatto il timido in presenza altrui, ha corso come un dannato, ha girato sulle giostre, ha mangiato gelati constatando solo che erano... freddi, si è fatto coccolare, a Messa ha voluto uscire perché "è troppo lunga", pur avendogli risparmiato la predica, mi ha posto domande esistenziali sulla morte e la resurrezione poi si è dimenticato, come Pilato, di ascoltare le risposte. Stamattina pensava si riprendesse. Purtroppo la festa è finita, andiamo in pace, se ci riesce.

martedì 7 aprile 2009

dimenticare

Sono due giorni che non vedo Mattia per il lavoro. Penserà tutto il male possibile di un padre che predilige il lavoro alla sua compagnia. Pieno di rimorsi per le priorità e siamo nella settimana santa che mi godevo ai tempi del collegio come pochi. Domani è già mercoledì santo, c'era la Passione da leggere e poi le grandi cerimonie dei tre grandi giorni della vigilia. Non c'è più il gusto del rito, non c'è più tempo. Sono giù di morale e il giornale lo stiamo finendo, anzi, non riusciamo a finirlo stasera e domani mattina presto saremo ancora qui. Per forza poi va bene nelle vendite, ma facciamo una fatica boia, siamo in pochi e facciamo tutto noi e cerchiamo di dare risposte a domande inevase. Un giorno da dimenticare. Ma non ho più voglia di passare giorni da dimenticare.

lunedì 6 aprile 2009

niente da perdere

Un pomeriggio con mio figlio, Mattia vuol sapere tutto, ti spiazza con domande esistenziali, cos'è la Pasqua, cosa vuol dire morire, cosa vuol dire resurrezione, la pallavolo si fa così, faccio gol per l'Inter, scriviamo, disegniamo, fammi sentire "Berta filava" e perché i bambini del coro dicono che Berta filava che lo dice anche lui (nel senso del cantante), hanno portato a casa i rami di ulivo ma non c'erano le olive, li piantano tutti nell'orto per fare l'olio?, perché chiami "occhi della Madonna" i fiori azzurri?, dai che non abbiamo niente da perdere (frase ricorrente ormai) e poi fame improvvisa e devastante, come quelle ataviche di suo padre, conta i cuscini, 1, 2, 3 se ne prendiamo un altro sono quattro, se ne prendiamo un altro sono cinque, ho il ricordo dei primi giorni di scuola (elementare) dove c'era un cartello grande con il disegno di una pera, 1+1=2. Mattia ha tre anni, a tre anni non ricordo proprio che sapessi contare, "avevamo meno stimoli", dice la mia amica maestra. E si apre il dibattito (no, il dibattito no!) se sia intelligenza o semplice Corre, ride, grida, vuole la sua mamma. Uno si riconcilia con la vita, capace che all'orizzonte crescano generazioni migliori, lo so che ci si è illusi troppe volte, ma tanto, non abbiamo niente da perdere, no? Terremoto, la trema trema per ricordarci... per ricordarci che cosa che ci siamo illusi di essere ormai alla vigilia dell'immortalità?

giovedì 2 aprile 2009

mattutini

Ieri pomeriggio con Mattia a parlare di influenze, asilo, donne (oh yes, ma di donne in generale e soprattutto di quelle che somigliano alla Rottermaier o come cavolo si chiama la megera del cartone animato) di costruzioni adesso che è varato il piano casa e si possono ampliare anche i castelli (in aria). Sono arrivati i risultati delle vendite del giornale del primo numero di marzo e abbiamo inanellato il quinto record di vendite consecutivo, mentre tutti i giornali sono in calo, siamo perfino spaventati anche perché questa volta la crescita è notevolissima e non capiamo cosa sia successo, noi facciamo il giornale al meglio ma evidentemente abbiamo centrato l'interesse dei lettori e lo facciamo (ci illudiamo di farlo, ma poi i numeri sono quelli) con qualità. Lavoriamo come dannati e Mattia mi chiede cosa c'è scritto, sfoglia il giornale e vuol sapere tutto, qui cosa c'è scritto, vuole imparare a leggere e scrivere alla svelta per capire il mondo. Io freno perché è meglio che non sappia tutto e poi si scoraggi. Abbiamo intervistato Gino Strada, ieri, mezz'ora e più di intervista (sarà sul prossimo numero del giornale, per una... Pasqua vista diversamente, dovrei dire laicamente) ma ho voglia delle messe secche del venerdì santo, del "sepolcro" ma anche dei "mattutini" con le candele che si spengono ad ogni salmo, roba che è sparita, e delle benedizioni dell'acqua e del fuoco. Insomma ho voglia di far godere a Mattia le emozioni dei riti che favoriscono speranze, a volte a salve, ma che ci frega, abbiamo bisogno di sperare in qualcosa o in qualcuno che sia un po' meglio del tuttodenti e dei grandi del mondo che non è un bel mondo.