mercoledì 6 gennaio 2010

sta bene

Rassicuro tutti, Mattia sta davvero bene, ha chiesto (di nascosto): "ma qual è l'orecchio che mi faceva male?". Poi ha pensato bene di sfruttare al meglio la situazione: "Dì a papà che non deve mandarmi all'asilo, se no mi ammalo ancora". La grande paura (della serie:"pensa se ti cadeva e batteva la tempia e restava lì, siete stati fortunati". Grazie) fa riconsiderare anche la relatività degli obblighi sociali che ci siamo imposti, a quanti anni dobbiamo sapere certe cose, la buona educazione, il saper stare con i propri simili e in questo caso stilare una doverosa scala prioritaria dagli adulti fino ai coetanei, il saluto, prego grazie scusi tornerò. E allora Mattia ha passato un pomeriggio qui in redazione, pretendendo un'attenzione esclusiva, ovviamente, da malato anche immaginario che fiuta l'opportunità di spuntarla in ogni cosa. E non voleva, al solito, tornare a casa. Poi quando è a casa non vuole uscire di casa. A sua madre ha offerto uno di quei frutti esotici che ci sono nei cesti natalizi: mangialo che poi dormi. Che legga di nascosto o si colleghi a internet e si sia fatta una cultura in merito? Oggi tornavo sul fatto che avete letto nei due precedenti interventi, sulla sanità. E mi è venuta voglia di scrivere una lettera. Poi ho pensato a chi? Al direttore generale dell'Azienda Ospedaliera? A quello dell'Asl? A Formigoni? Tanto vale scriverla ai cittadini, che sappiano che certi ospedali vanno evitati. E purtroppo non solo per quello che è capitato a noi. Perché poi si è data la stura delle esperienze personali. Impariamo a valutare le persone e non i nastri che tagliano.

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