martedì 30 agosto 2011

ciàpela!

"La nonna mi veste come uno sposalizio". Mattia il martedì mattino deve fare la sfilata al mercato e la nonna lo porta in giro come un paggetto. Solo che per vestirlo impiega mezz'ora e Mattia si infastidisce, anche perché camicia inamidata e pantaloni gessati non sono certo favorevoli a un rotolamento sull'asfalto. Ieri, nella difficoltà a fare pipì a comando, ha sentenziato: "Il mio cervello e il mio pistolino non vanno sempre d'accordo". Un conflitto somatico che può richiamare l'apologo di Menenio Agrippa. Ciàpela!

lunedì 29 agosto 2011

Adamo e Eva


Ieri dico a Mattia: "Facciamo un discorso lungo e serio...". Lui risponde: "Ma cominciamo da Adamo e Eva?". Non ricordavo che avevamo parlato di questo modo di dire e avevo raccontato la storia di Dio che plasma Adamo con il fango e poi gli fa una mano attaccata alla spalla e si accorge che insomma non va bene, deve abbassarsi per prendere qualsiasi cosa, meglio inventare il braccio e attaccarci la mano. Poi il braccio però era rigido ed ecco l'invenzione dello snodo del gomito e così per le gambe il collo per muovere la testa, insomma un Dio che va per tentativi. E dopo la donna. E qui salta fuori la mia misoginia con la donna che appena creata subito dice ad Adamo che vuole andare con le amiche a ballare e poi in pizzeria. Ma se la pizza nemmeno l'avevano inventata e non aveva amiche. E avanti così che Mattia rideva come un matto alle mattane della donna. Poi la proibizione dell'albero del bene e del male, una prova di obbedienza. Ma le donne sono così, che basta dirgli che una cosa è proibita che subito la fanno. Veramente anche gli uomini in quel senso... Poi Caino e Abele. Qui c'era la storia del sacrificio che Dio gradiva meno. Perché mai? Sono andato leggermente in difficoltà ma me la sono cavata. Ma a Mattia di tutto è restato quel modo di dire, cominciare da Adamo e Eva. Che è pur sempre un... inizio.

sabato 27 agosto 2011

meraviglia

Guardate, non mi scoraggio. Figurarsi. Ho cominciato a scrivere che c'erano i pennini e le boccette di inchiostro incastonate nei banchi di legno. Mio zio mi ha avviato da subito alla macchina da scrivere, lenta e solenne. Poi le bellissime penne stilografiche, che si sognavano soltanto, quelle andanti macchiavano le dita come l'inchiostro dei banchi di legno. Poi le biro, che ci sembravano stupende, soprattutto quelle colorate per metà cannuccia che adesso non fanno più (ne comprai una blu e una rossa, ad imitazione del mio professore di latino Don Filisetti, di Bani di Ardesio. Poi un giorno fui lì lì per comprare una macchina da scrivere che prima di... scrivere la riga te la visualizzava e così potevi subito correggere. Un amico mi disse, ma allora prendi un computer che lo usi come macchina da scrivere e correggi quando e dove vuoi. Lo comprai, pioniere di non sapevo cosa. In seguito lo regalai alla scuola dove insegnavo e dove facevamo un giornalino che c'è ancora.
Quindi figurarsi se mi scoraggio per i blog e facebook e cose del genere. Solo mi irrito quando i geni di questi mezzi, i giovani rampanti, sbagliano, fanno su casini (lettera minuscola). E' l'irritazione di questi giorni. Mattia vuol vedere Zorro e poi giocare on line. E' un mondo diverso, che non sa apprezzare le novità. Gli manca la capacità di meravigliarsi.

venerdì 19 agosto 2011

clown piccolo

Il nostro banco di vendita di prodotti in legno si arricchisce ogni giorno. Ieri sera ha venduto allo zio Gianni (un frate) una chiesetta con facciata rustica. Un euro di incasso in una giornata. E poi lo zio Gianni l'ha anche "dimenticata" e ci siamo posti il problema se rivenderla. Mattia è stato corretto: "Gliela portiamo a Milano". meno male che non cresce come i furbetti del quartiere. Oggi abbiamo anche fatto le prove circensi, inventandoci "numeri" di prestigio, saltimbanchi, baffi finti, lotte improbabili, sparizione di un pezzo di bastone che quindi si accorciava e successiva riapparizione (coprendolo con un tubo di castone non lo si vedeva più, togliendolo riappariva lungo come prima). Sono cose notevoli, con il sottoscritto che descriveva con enfasi i "numeri" circensi del clown piccolo e un pubblico di barattoli entusiasta sugli spalti (gli scaffali del garage) che però restava immobile e solo nel racconto immaginifico del cronista applaudiva entusiasta e zittiva prima della "prova" con difficoltà elevata. Poi è arrivata Checa.

lunedì 15 agosto 2011

il senso

Mattia risente del clima che balla tra caldi e freddi. Lo attirano le feste ma resta sostanzialmente "stanziale". All'oratorio si è cimentato in un booling ruspante (realizzato dagli alpini, credo) e gli hanno dato come premio un vasetto di fiori che ha portato trionfalmente alla nonna. Ieri a Monasterolo si è scatenato, ha riso a crepapelle per lo spettacolo dei "giullari" in piazza, incuriosito per i "segni bianchi" (statue finte) del Silence teatro di Lovere e poi in piazza a mangiare il gelato, in un clima di caldo tropicale. Un milanese in piazza se lìè presa con i "silenziosissimi" attori che impersonavano scene ferme molto belle, "i tend la man per ciapà i solcc, andé a laurà". Tanto per dire l'imbecillità dilagante in un clima raffinato che perfino i bambini sapevano cogliere, tutto gratuito. Mattia voleva sapere tutto, si irrita e digrigna i denti quando non gli spieghiamo cosa succede a questo mondo dove siamo tutti "burattini" ma chissà perché lui vuol sapere il perché lo "muovono" in un senso piuttosto che nell'altro.

venerdì 12 agosto 2011

burattini

Siamo tornati. Mattia si è divertito, ogni giorno ha fatto circa 6 km tra andata e ritorno, in bici (ancora con le rotelle, però) tra Peschiera e Sensole. Mangiate di pesce robuste. Un giorno il cuoco ("è mio amico, si chiama Ivan", sostiene Mattia) manda in tavola due pescioni. Mattia li guarda e ne indica uno: "Questo era un pesce felice". Boh. Guardiamo perplessi. Lui aggiunge: "Si vede che è morto felice, vedi che sorride?". Poi però gli sono venuti i rimorsi, non voleva più mangiarlo perché l'avevano "ucciso". Una sera se ne esce, in confidenza con sua madre, con questa trovata. "Tutto il mondo è fatto di burattini". Ah, sì? Tea pensava ancora alla sua idea di fare il circo. Quindi siamo burattini anche noi. "Certo, Gesù dall'alto fa il burattinaio, muove i fili e noi siamo tutti burattini". Ma chi te l'ha raccontata? "Nessuno. E' una mia riflessione". Poi, come al solito, è passato ad altro argomento raccomandando alla mamma di non raccontare questa storia al papà.

domenica 7 agosto 2011

lago calmo della sera

da qualche giorno il conflitto generazionale si è riacceso, Mattia sta facendo il braccio di ferro con suo padre, che poi sarei io e perdendolo si arrabbia. Poi si rifugia da sua madre che è (incredibilmente per chi non la conosce) più coccolona. Insomma classico, il mondo cambia ma gli uomini (e le donne) per ora hanno gli stessi problemi di sempre. Ieri sera a Pisogne per la grande festa (prolungata fino oltre la metà di agosto) di tutto il paese, si gira per le viuzze, si trovano bancherelle e bottegucce di risulta, giocolieri sui trampoli, suonatori Jones (citazione da De André, ovvio) agli angoli. E si mangia, si assaggia, si beve, si guarda. Mattia si è divertito molto, non come a Minitalia ma giù di lì. E oggi è il giorno in cui si preparano le valigie perché domani andiamo a Montisola per qualche giorno di vacanza, Mattia adesso era interessato a mettere i piedi in acqua ma gli ho spiegato che il lago non è il mare di Caorle, qui si va giù a picco, questo è un lago serio e serioso che invano hanno tentato di trasformare in un lago di diporto. Ogni tanto qualcuno ci si tuffa e non lo si trova più o solo dopo giorni e giorni di ricerche. Mattia ha guardato l'altra riva, "cosa c'è di là?", il lago ha traguardi a portata di vista, se non di mano, orizzonti nemmeno troppo lontani.

giovedì 4 agosto 2011

minitalia

Ieri è stata la grande giornata di Mattia. Con la mamma e lo zio Gianni (è un frate) è andato al parco di minitalia di Capriate. E' tornato entusiasta, raccontando di squali, serpenti, coccodrilli, barche, gallerie, giri della morte, canoe, cavalli... "Ho visto dove sta il Papa" ma non gli fregava molto, era il trenino che gli importava, "Ho visto la torre di Pisa", ma poi raccontava degli spruzzi d'acqua. "Ho visto Verona" nel senso dell'arena, ma poi raccontava del ristorante dove ha mangiato con i cowboy. E a sprazzi un racconto entusiasta e la decisione (tutta sua) di tornare oggi (naturalmente è rimasta solo un'intenzione). Oggi è qui in redazione ed è tornato a giocare al battello in un lago senza squali. O sì?

martedì 2 agosto 2011

rotelle

Mattia sa che con oggi chiudiamo l'ultima edizione del giornale prima delle vacanze. In realtà la vacanza è si una sola settimana. Ma è quella di Montisola e lui l'aspetta come il più grande appuntamento dell'anno. In questi giorni voleva già preparare la valigia. Fa un po' di confusione sul "prossimo anno" quando Manuel e Sofia (che io chiamo Sonia e lui dice che non c'è una Sonia all'asilo) vanno in prima elementare. Siamo andati a leggere i nomi della prima sulla vetrina della scuola. Solo che... ho sbagliato scuola, era la media e non trovavo né Manuel né Sofia e allora siamo scesi fino alla scuola elementare dove però i nomi dei futuri primini non ci sono. Da ieri sera è sul concetto di logica. Un giorno ho detto che Tea ha una grande memoria mentre io vado per logica, proprio perché non ho una gran memoria (mai saputo ripetere una data di una battaglia). Ha detto a sua madre che è "illogica" (sic) e lei ci è rimasta male, ma poi ha capito tutto il ragionamento che ci stava dietro. Ieri al parco ha visto Andrea con la bici e abbiamo deciso che ne compriamo una per imparare ad andare senza rotelle.