giovedì 30 settembre 2010

marcata visita

Mattia questa mattina ha marcato visita, come facevano alcuni sotto il militare che al mattino accusavano mal di pancia difficili da contestare, uno ha mal di pancia, mica la febbre che è difficile da farsi venire quando non ce l'hai. Sua madre ci è naturalmente cascata, come è tornato a casa dalla porta dell'asilo il mal di pancia era sparito. Ha promesso che domani sarà presente alla festa dei nonni e dovrebbe recitare la poesia. Sua madre non ha capito che è questo che lo terrorizza, non si ricorda la poesia. Tea è un fenomeno con la memoria, legge un libro ed è capace che recitarci intere pagine. Mattia mi sa che somiglia a me, ho una memoria diversa, di ragionamento, se il professore mi chiedeva quando era nato Carlo Alberto non ne avevo la minima idea ma se mi chiedeva di spiegare i suoi atteggiamenti tentennanti parlavo per mezz'ora. Fatto sta che Mattia dovrebbe recitare un'improbabile poesia che comincia con "Cari nonni" e poi basta, non c'è il seguito perché non ce l'ha. Gli ho detto: ma devi recitarla da solo? Lui: "No, tutti insieme". Ah, allora, gli ho detto, fai il pesce. Fare il pesce consiste nel muovere le labbra come se recitassi ma in realtà non emetti suoni. Poi gli ho detto, ma come, tu sei un attore nato, non devi aver paura di recitare... Lui mi ha chiesto: cos'è un attore? E lì non avevo tempo e ho pronunciato la frase che un padre non dovrebbe mai dire, te lo spiego un'altra volta. Lui recita a soggetto e gli piace quando metto in scena io le mie sceneggiate che invento sul momento, in mondi immaginari pieni di sorprese e di frasi improbabili. A mezzogiorno, con lo zio Gianni (il frate che regge una delle parrocchie più grandi di Milano e viene a trovarlo e pulire l'acquario) ha mangiato come un bue, supposto che il bue mangi tanto. E si è scoperto che all'asilo danno poco da mangiare, ma non solo il suo, Caty dice che tutti gli asili hanno porzioni piccolissime. E lui quando ha fame diventa furibondo e nervoso. Da qui forse derivano i suoi "brontolamenti". Penso.

martedì 28 settembre 2010

competizione

Secondo giorno di asilo fino alle quattro del pomeriggio. Quando sono andato a prenderlo, io non lo vedevo nel mucchio dei bambini e nel velo delle mamme ammassate per riconoscere la loro prole, fidandosi dell'odore del proprio sangue e io che dovevo aguzzare la vista soltanto, non essendo madre e Mattia era già lì e mi ha tirato per la giacca e non sapevo se prenderlo in braccio che a lui piace ma temo cominci ad avere un po' di pudore, da che ha "brontolato" di nuovo oggi per lo stesso bambino che gli ritagliava il libro su cui c'erano le figure e "io non l'avevo ancora letto" (letterale). Hanno portato a casa un lavoretto di incollatura anche alla rovescia, va beh, almeno il diritto e il rovescio, via, che già a tennis lui sa distinguerlo e sul foglio non ancora. Ha detto che ha mangiato doppia razione di merenda. Cosa? "Pane e banana". Ora, mia madre mangiava pane e cachi e una volta si è spinta fino a mangiare polenta e cachi ma mai pane e banana... Il bambino con cui ha "brontolato" di nuovo è Matteo, che tra l'altro credo abiti nel Borgo S. Martino. Ma poi è venuta fuori la verità, sono in competizione. "Si deve mettere in testa che sono io il preferito della Roby". Credevo fosse un'altra bambina, col cavolo, è la maestra. Ho frugato nella memoria, non ho avuto maestri né professori femmine, non è esperienza di simili competizioni, all'asilo le suore non ispiravano sentimenti né preferenze, Suor Natalina era però l'unica che mi chiamava Piervittorio, usando anche il mio secondo nome. L'ho premiata da sindaco, poco prima che morisse. Che c'entra? Va beh, cerco di ritardare il momento di confessare che non so cosa fare e se ci sia qualcosa da dire o da fare in casi similari.

lunedì 27 settembre 2010

buonista

Ieri giornata campale in oratorio, Messa al campo (sportivo) il mattino. Va beh, Mattia si è annoiato anche perché il monsignore presente parlava lento, con quelle espressioni che stroncherebbero un toro infuriato rendendolo un bue mansueto e addormentato. Mattia si è peciato e ha voluto andare in sala giochi, lasciata pericolosamente aperta. Non ha giocato perché suo padre per decenza glielo ha impedito, che si interrompeva, non dico un'emozione, ma una celebrazione. Ma il pomeriggio è stato un successo, film all'oratorio per ragazzi col sottoscritto intento a spiegare la storia di Shrek (non so di preciso come si scrive), insomma l'orco verde simpatico che si innamora di Fiona che di giorno è principessa e di notte orchessa, solo che era una puntata che presupponeva la conoscenza dei precedenti. Io ho visto il primo film e quindi gli spiegavo il ritorno al passato per un patto scellerato che firma... ma che vi frega, andate a vederlo, no? Poi siamo usciti, merenda con le torte buonissime delle mamme dei catechisti nel salone nuovo fiammante inaugurato proprio la mattina. Sia chiaro, sono contrario all'utilizzo improprio di una ex chiesa, con tanto di pala d'altare con la serigrafia di Don Bosco ma ancora la struttura da abside e sotto il... bar modernissimo e la navata che fa da sala giochi e da intrattenimento (c'era stata la sera prima una cena comunitaria con 150 persone). Bello. Poi Mattia ha giocato al pallone in un campo da gioco affollatissimo. Stamattina asilo senza problemi. Non so, credo non mangi abbastanza ma poi si rifà, la maestra mi dice solo "bravo" che è come dirmi, non mi stufi con delle domande, va bene e basta. Mattia mi ha raccontato che la "sua" squadra ha vinto il gioco dello... straccio, che poi ho capito era il gioco della bandierina ma lui non l'ha presa, a quel che si è capito ma poi "gli ho detto che non bisogna sgridare chi perde" e mi sa che mi diventa un predicatore buonista, dopo naturalmente che tutti si sono adeguati alla sua volontà, insomma un... dittatore buonista che è un ossimoro, ma è sempre diverso da dittatore populista.

sabato 25 settembre 2010

due fette

Ieri grande giornata, sette ore di fila all'asilo, record assoluto che si aggiunge alla permanenza totale nel covo dell'educazione all'omologazione ecc. cose cinesi, perché l'errore è stato mandarlo a due anni e mezzo e l'abbiamo pagato lo scorso anno, bastava lasciarlo crescere. Vedo che quest'anno sono aumentati e di molto i bambini piccolissimi. Se due anni fa lui era un'eccezione, adesso ce ne sono già quattro nella sua classe e poi non so nelle altre. Ce n'è uno che piange disperato dall'inizio alla fine, ti si avvicina e vorrebbe farsi portare via da chiunque, quando entro con Mattia viene da me in lacrime, non dice niente e piange e mi guarda che un giorno me lo prendo su e vado e poi scoppia il caso del rapimento ecc. Mattia è restato all'asilo fino alle 4 del pomeriggio e pensavo di raccattarlo con cucchiaino, quando siamo andati a prenderlo. Col cavolo. E' più che mai determinato a stare lì che ha conosciuto anche un'altra bambina "ma non ti dico il nome" (sospetto non lo sappia, ha un approccio molto concreto, stavo per scrivere corporeo ma poi c'era troppa ambiguità), e anche utilitaristico, "ho giocato con loro", riferito a dei bambini che mi descriveva intenti appunto a giocare. Va beh, approfondisco un'altra volta. "Ho punteggiato". In attesa di capire cos'è questo punteggiare prendo atto che la socializzazione procede. L'altro ieri hanno mangiato la torta perché cìera un bambino che compiva gli anni. "Quello con cui ho brontolato". "Ho mangiato due fette". Vedete, non porta neanche... rancore.

giovedì 23 settembre 2010

integrazione

Mattia è appena andato via dalla redazione. Primo punto: domani vuol stare all'asilo anche nel pomeriggio. E se la fai dentro? "Io la tengo". Che è già meglio di suo padre che a suo tempo, sempre all'asilo, al tempo dei tempi, fece quella trovata di farsela addosso (la cacca) in modo da essere mandato a casa., La cosa suscitò imitatori e il giorno dopo eravamo in tre ad avercela fatta addosso ed essere inviati verso Via Valle con il nostro carico pesante che ci scendeva giù per le gambe. Solo che al terzo giorno eravamo in quattro e allora mangiarono la foglia e fummo battezzati per bene in casa, più per la vergogna di aver attraversato il paese in quello stato che per la furbata, perché in realtà non scoprirono mai che era una strategia per tornare a casa.
Ho anche scoperto che si è fatto un amico, all'asilo. "Non è un amico, ci gioco". Ah ecco. E come si chiama? "Non lo so perché non capisco quello che dice e non lo capiscono nemmeno le maestre perché è straniero". Dev'essere uno dei tre bambini statunitensi che frequentano, mi ha raccontato uno, l'asilo. Ma mentre marocchini, rumeni ecc. parlano l'italiano, venendo dagli stati uniti si vede che loro parlano solo inglese. E come fate a capirvi? "Lui non capisce me e io non capisco lui". E allora? "Non dobbiamo mica parlare, dobbiamo solo giocare". E vai con l'integrazione.

grembiulino

Questa mattina ho portato Mattia all'asilo. Gli ho allacciato il grembiulino in auto e ho visto che i bottoni tiravano un po' ma poi mi sono perso per via che Lia è passata di lì con un triciclo tandem, si è fermata e Mattia è salito se n'è andato via con lei. Oggi torna a casa e racconta alla nonna che la maestra ha dovuto slacciare tutto e rimettergli il grembiulino. "La maestra mi ha chiesto, chi te lo ha allacciato, il papà?". (Ecco, subito a sospettare dei padri). "Io ho pensato, se glielo dico il papà fa una brutta figura e allora ho detto che me l'ero messo da solo". Il papà gongola, capace che quando sarò andato definitivamente a picche, Mattia mi aiuti.

mercoledì 22 settembre 2010

Allora lunedì Mattia va all'asilo con un raffreddore tremendo e un po' di febbre. La sera la febbre sale. martedì lo lasciamo a casa: lui urla, si mette il grembiulino da solo e scende le scale, vuole andare all'asilo da solo, la nonna che lo rincorre, lui dice che vanno avanti con la punteggiatura e lui resta indietro. Poi si quieta. Questa mattina torna all'asilo con il naso rosso, raffreddore a manetta, fazzoletti stesi al sole, ieri ha finalmente usato quelli di carta ma ha peggiorato la situazione epidermica, rosso fuoco sotto il naso. Poi lo andiamo a prendere e mi confessa "ho brontolato con un bambino". Cosa vuol dire brontolato, hai litigato? "No, ho brontolato perché gli ho rubato la ragazza". Allarme, non può essere, non a questa età, anche se suo padre all'epoca eccetera, perché poi ognuno di noi mitizza le situazioni di quando, a tre anni, volli esplorare il mondo femminile con la bambina vicina, peccato che poi confessai fino a vent'anni finché un frate domenicano della chiesa sul Sentierone di Bergamo capì la situazione e mi disse da quando confessavo quel peccato. Praticamente dalla prima Comunione (preceduta dalla Confessione). Però, vuoi mettere, sapevo della differenza tra uomo e donna fin dai tre anni. Rubato la ragazza? Il fatto, dopo lungo e peziente interrogatorio è andato così: ogni bambino "grande" è incaricato di prendersi cura di uno piccolo, deve tenerlo per mano negli spostamenti. Era programmata "dopo cena" che per Mattia continua ad essere il pranzo, una gita al parco, non so quale, ma Mattia esce all'una e quindi niente gita, ma l'incarico era evidentemente precedente. fatto sta che il bambino che stava seduto al tavolo con lui "a cena", ha detto che la accompagnava lui la bambina. Mattia si è impuntato e così hanno "brontolato". Chi ha brontolato per primo? "Sono stato io". La nonna ha sottolineato: "Bravo, fatti valere", che il papà poi deve rimediare, c'è brontolamento giustificato e ingiustificato, c'è il torto e la ragione, il bello e il brutto, il bene e il male, Socrate diceva... Ma sì, hai fatto bene a "rubargli la ragazza". Ma non avevi Lia? "Certo, Lia deve venire a giocare a casa mia". Ah, beh (nel senso che la vita è breve e chi ci capisce è bravo).

venerdì 17 settembre 2010

asilo chiuso

Mattia oggi è uscito raggiante e un po' imbambolato dall'asilo. Una intera settimana lo avrebbe steso. e? un record assoluto. Ma l'aria imbambolata mi ha un po' preoccupato, che sia ammalato? Un po' di raffreddore, per via del tempo che fa, ma poi... Stamattina si era svegliato alle 6 e aveva voluto alzarsi. Ma l'indizio andava cercato all'entrata dell'asilo. Ora succede che io lo accompagno per mano, la sua aula è chiusa, perché hanno un collegamento di energia elettrica quelli del cantiere vicino che stanno montando i giochi in quel che rimane del parco di S. Gregorio. Lui cerca la sua maestra e la vediamo seduta alla cattedra di un ufficio. Ahi. Scendiamo, un po' in fastidio, a chi lo affido adesso, l'ingresso è importante... La direttrice, Michela, mi viene in soccorso, "Mattia, guarda che è già arrivata Lia...". Passa di lì una bambina su un triciclo, passa velocissima. Michela la ferma, guarda che è arrivato Mattia. Che c'entra, mi chiedo, non era Sofia la sua prediletta? Lia si ferma, torna indietro e va a prendere un triciclo come un tandem, arriva di volata, si ferma e dice: "Dai, Mati, sali". Capite bene che un padre deve essere attento alle piccole sfumature. Mattia sale. Incredibile, lui vuol sempre guidare, e una donna l'ha (già?) messo sotto. Michela cerca di rassicurarmi: "Adesso fa il timido, ma poi appena va via lei, si lascia andare". Va beh. Salto al pomeriggio. Parla di Lia e di un altro Mattia che vuole portare a casa a giocare, questo Mattia suona e Lia deve essere invitata. Nel pomeriggio giochiamo e poi lui si addormenta con la nonna. Quando arriva sua madre le raccomanda: "Non dire a Lia che ho dormito questo pomeriggio che io sono grande". Va beh. "Ma il papà ha invitato Lia per domani?". Io sono lontano ma sento l'eco di quello che succede. "Domani voglio andare all'asilo". Domani l'asilo è chiuso. I miracoli continuano.

mercoledì 15 settembre 2010

ripensamento


Stamattina Mattia non aveva voglia di andare all'asilo. Ci si è lasciato condurre come un vitello al macello, senza pianto ma con il muso lungo. L'altra mattina c'era un effetti un vitello legato fuori dalla macelleria e mugghiava, poveretto, sentiva odore di morte, a Mattia abbiamo detto che era lì per altro. Va beh, Mattia lo preleviamo oggi, ma ieri era gasato al punto da voler andare anche il pomeriggio, oggi voleva finire la sua avventura all'asilo prima del tempo. Ripensamento. Fortuna che Checa (che a scuola, fa la IV liceo classico, ci va malvolentieri, anche lei ha subito un'involuzione) gli ha regalato un cd con le canzoni dello zecchino d'oro compresa quella del "fammi crescere i denti davanti" e allora si distrae. Sospetto stia covando l'influenza di stagione.

martedì 14 settembre 2010

miracolo continuo

Il miracolo continua. Mattia si lascia tranquillamente accompagnare all'asilo, sua madre non deve nemmeno più nascondere il grembiulino ("cosa lo nascondi a fare se poi devo metterlo?"). Ma non è finita. Oggi all'uscita è andata a prenderlo la nonna e lui ha pianto disperato perché sospettava che mi fossi dimenticato di lui. Tea è corsa giù a consolarlo. Le ha detto che non solo va all'asilo ma che vuole partecipare anche al laboratorio di teatro. Questa mattina la direttrice Michela ci ha detto che Mattia è bravissimo e che vorrebbe appunto farlo partecipare in ottobre a un laboratorio pomeridiano dedicato alle fiabe. Ma non pensavo che lui accettasse. Poi deve avere un mezzo flirt con una Sofia ("Le ho detto che non sta bene con i codini, ma con i capelli giù"). E allora ci siamo, capace che davvero questo sia l'anno buono per la socializzazione e la pace nel mondo.

venerdì 10 settembre 2010

miracolo

Miracolo. Questa mattina Mattia tranquillo, quasi beato, è andato all'asilo senza una lacrima, anzi, senza abbracci d'addio, si è seduto al tavolo della maestra Roberta e si è messo a disegnare. Tutto sta nel fatto che gli ho detto e ridetto che lui occorre, aiuta la Michela, la direttrice, e deve tener d'occhio i più piccoli. Infatti quando è uscito ha detto a suo padre che conosce e chiama "gatto" perché gli fa il verso di un gatto arruffato (spero sappiate com'è, se no immaginatelo) che lo Stefano (il figlio di Matteo che è più piccolo) ha mangiato solo la bresaola e non la pasta. Ha il compito di sparecchiare i tavoli alla fine del pranzo. Non durerà ma almeno un altro giorno è passato ed è la prima volta in due anni (si fa per dire, in tutto avrà fatto un mese di asilo) che non piange e anzi è entrato tranquillo. Poi nel pomeriggio qui in redazione a sfornare pasticcini (finti) e guardare le mie fotografie da piccolo. Fin che dura.

giovedì 9 settembre 2010

tristezza

Il secondo giorno di asilo al mattino è partito malissimo, pianti e stridor di denti. Poi all'una andiamo a prenderlo e scopriamo dalla finestra cui si attaccano tutti i genitori per guardare in sala mensa, che non si può e la direttrice ha spalancato la finestra e ha rimproverato i fratelli dei bambini che dai vetri cercavano di richiamare l'attenzione, che Mattia stava ritirando i bicchieri dai tavoli, tutto preso dalla sua parte di cameriere che adesso prosegue anche a casa dalla nonna e guai se c'è un cucchiaino nel reparto delle forchette, "vorrei sapere chi l'ha messo! dice compunto, asciuga le posate e insomma è ordinato e servizievole. Due giorni di asilo, qualche speranza e zacchete che si alza il terzo giorno con un raffreddore che cola da tutte le parti e un po' di febbre. Oggi pomeriggio l'ho portato dal meccanico, dal benzinaio e poi al santuario a vedere la statua della Madonna che sembra una giapponese e che Don Fiorenzo vuol rimuovere e ridipingere lui stesso (ci sa fare) e mettere sulla cancellata della grotta un cartello "torno subito" oppure "torno ad aprile", cose del genere che non so se le pie donne la prenderanno bene. Si tratta della statua nel prato dietro il santuario, mica dell'effigie miracolosa, s'intende. Mattia ha chiesto perché Don Fiorenzo la portava via, anzi no, prima ha chiesto "come" la portava via. E come il camioncino sarebbe arrivato fin lì. Poi il "perché". Ma perché non vedi che brutta che è? gli ho risposto. E lui "più che brutta, mi sembra triste". E' vero, ha una faccia triste.

lunedì 6 settembre 2010

asilo uno

Tragedia mattutina per il primo giorno di asilo. Pianto dirotto, disperazione, mali sparsi per il corpo, tentativo di fuga, abbracci stretti. L'abbiamo lasciato lì e ho un blocco allo stomaco. Gliel'ho contata su sul fatto che è il più grande dei... mezzani, ho tentato diversivi sui simboli dei bambini (lui ignobilmente ha una gallina ma sorvoliamo sugli... ippopotami) e poi lo strappo finale. Adesso andiamo a prenderlo, verso l'una, dopo mangiato. Ma domani sarà la stessa tragedia. Lui regge, ma noi?

sabato 4 settembre 2010

lotteria

Ieri sera siamo andati al circo (a Monasterolo). Un circo Orfei (non quello maggiore) carino e molto dignitoso rispetto agli due che abbiamo visto negli anni passati. Ho detto a Mattia che era la terza volta che andavo al circo "nella mia vita" e lui, "anch'io è la terza volta che vado al circo nella mia vita". C'è un po' di differenza, infatti non ero mai andato prima di portare te. Mattia è rimasto sveglio fino alle undici di sera passate, non ha riso molto ma si è divertito. Noi abbiamo contato le persone che c'erano. C'era un padre che bestemmiava (letteralmente) perché aveva dovuto portare il figlio al circo e voleva vedere la partita dell'Italia. Il suo "bambino" era deforme addirittura per la grassezza, una cosa mai vista e poi ha mangiato patatine e ogni sorta di cose al bar del circo. Vendono i biglietti di una lotteria interna (devono far quadrare il bilancio) e Mattia dice di comprare un biglietto che vince. Estraggono l'unico vincitore(vinceva un regalo a scelta tra quelli messi in mostra) e zacchete esce il numero di Mattia. Io e lui siamo scesi nell'arena come i due cammelli di poco prima e siamo andati a scegliere una scatola con dentro qualcosa che somigliava a un cantiere di lavoro. Naturalmente Mattia soddisfatto. Stamattina ha provato il grembiulino dell'asilo, poi ci ha pensato e ha pianto anche perché lo "zio Gianni", il frate amico di Tea, gli ha detto che lui all'asilo ci è andato un solo giorno. Il che fa il pari con Sara che non ci è mai andata e così Mattia si sta chiedendo perché il papà lo voglia portare all'asilo "ben" 20 giorni, sia pure effettivi, sia chiaro. "Ma tanto ci vado poco", ha confidato o si è confidato. Dopodomani sarà una tragedia annunciata.

giovedì 2 settembre 2010

evento

Mi ero dimenticato. Ieri pomeriggio Placidia (la romita del santuario) ci ha lasciato suonare le campane con Marco, l'autore della grande croce di pietra che sulla strada del santuario ricorda con una stele molto bella tutti i morti soveresi sulle strade o comunque premature. Abbiamo tirato le corde delle cinque campane, due a testa io e Marco e quella più piccola Mattia. Si è sentito una scampanare un po' scomposto per tutto il paese ma Placidia mi ha spiegato che ogni tanto lo fa, anche su commissione di quelli che, non essendoci più la "scoperta" (lo scoprimento dell'immagine della Madonna sull'altare che una volta era velato fuori dalle cerimonie liturgiche) delle famiglie le commissionano delle preghiere e lei suona le campane. Oggi pomeriggio mentre Mattia voleva farsi raccontare per l'ennesima volta la storia di Gesù che caccia in malo modo i mercanti dal tempio, (gli piace moltissimo) è arrivata una famiglia e Placidia ha guidato le preghiere mentre Mattia provava a inginocchiarsi e alzarsi, sedersi e inginocchiarsi e poi mi ha detto di raccontargli di quando scelgono Barabba al posto di Gesù. Insomma sono diventato un grande narratore di storie bibliche, perché per via del sole e della luna sono risalito alla creazione, sposando in toto la tesi creazionista, con Adamo ed Eva, la cacciata dal Paradiso terrstre che è difficile da descrivere perché somiglia molto ai prati intorno al santuario e non si capirebbe perché siamo stati cacciati per aver mangiato una mela e vai con i diritti e doveri e poi per fortuna Placidia ha smesso la preghiera e noi siamo andati ad aggiustare il nostro canale che i ragazzi di ieri ci avevano ovviamente otturato (parzialmente perché non hanno le nostre capacità progettuali ecc ecc.) e abbiamo rimosso un grosso sasso dal letto (si fa per dire) del torrente e poi soddisfatti siamo tornati giù. Ero nel frattempo andato all'asilo a parlare con la direttrice e farmi dare la lista delle cose da portare, zainetto compreso. Mattia mi ha detto che vuole lo zainetto di Ben Ten e questo mi ha illuso... Perché domani mancano tre giorni all'evento.

mercoledì 1 settembre 2010

Ciàpela

Prosegue il lavoro (?) psicologico per convincere Mattia che in fondo la soluzione asilo potrebbe essere anche indolore. Sarà per questo che mi si è attaccato addosso tutto il pomeriggio come dovesse perdermi da un momento all'altro. Siamo stati a salutare la Madonnina e mi ha chiesto di raccontargli il quadro: "Qual è lo Spirito che fa parlare le lingue?". C'è un dipinto nella volta e vai che mi è uscita una storia con tanto di suspence (alla francese) che non finiva più, fino ai due discepoli di Emmaus, passando per il tredicesimo apostolo e qui è entrato il tradimento, l'amicizia che conta... toh, l'amicizia, come quella di un altro compleanno festeggiato tra i prati del santuario da un gruppo di bambini e bambine con mamme a carico che prima stanno finalmente a chiacchierare tra loro e poi strillano quando si rendono conto che i bambini sono finiti nel bosco e sicuramente domani mattina Tea troverà il canale Mattia ribaltato e però compleanno ieri, altro compleanno oggi, il valore dell'amicizia ci stava, no e dove se non all'asilo (mi vergogno a dirlo) si possono fare i primi amici, magari quelli (non è vero, non è vero) che si conservano tutta la vita e con cui si gioca e ci si racconta le cose. "Ma io le racconto a te". Ciàpela.