venerdì 30 dicembre 2011

doni (non il giocatore)

Mattia corre il pericolo di pensare che questo mondo sia oggetto di particolari e continue attenzioni celesti, una pioggia o una nevicata di doni che arriva dal cielo, una sorta di corsa o concorrenza tra santi protettori di non si sa cosa, che fanno a gara a portare in regalo ai bambini ogni sorta di gioco. Gli piacciono in modo particolari i giochi tipo "sapientino" con domande e risposte esatte registrate che ti decantano le tue doti di "sapiente" delle cose del mondo. Sono più utili dei "lego" che richiedono pazienza sì ma poi alla fine basta prenderli in mano male e si sfaldano e bisogna ricominciare da capo con mia grande impazienza, visto che quando finisco una cosa, come un anno, non amo ritornare sui miei passi e archivio la pratica. Ieri ho progettato il suo angolo scrivania. Non credo che la nonna sia d'accordo, ma ormai deborda in libri, libretti, lavoretti in faldoni ed è giusto che abbia un suo spazio vitale. Finisce un anno ma per lui (come dovrebbe essere) il tempo è tutto attaccato. Ha saputo della Befana. E poi c'è il compleanno di fine gennaio. I doni (non il giocatore) non finiscono mai.

martedì 27 dicembre 2011

bicicletta

Mattia si è portato a casa dalla grande recita raffreddore e tosse. Un'eredità pesante per le vacanze. Messa natalizia, concerto della Banda, Mattia si adatta alle circostanze, soprattutto con un'indigestione di film natalizi a lieto fine, tutti americani, tutti tesi a far sapere che bisogna credere a Babbo Natale. Gli ho spiegato che S. Claus sta per S. Nicola che abbiamo cercato sul calendario e viene dato, su quello di Frate Indovino, al 5 dicembre, un po' datato rispetto al natale, ma bisogna adattarsi ai tempi. Poi gli ho spiegato perché sta finendo il 2011, nel senso del conteggio cominciato dalla nascita di Cristo, in questo mondo di ladri e truffatori e del resto lui è morto con due ladroni al fianco e ha trovato il tempo e il modo di convertirne almeno uno. Ma è il conteggio degli anni su cui ho naturalmente tralasciato le polemiche sull'esatto conto della nascita, con quella cometa che forse non era proprio passata 2011 anni fa, ma fa niente. Il Natale è faticoso da spiegare, se ci si lascia prendere da elucubrazioni storiche e filosofiche. Vada per Babbo Natale che gli ha portato la bicicletta. L'ha voluta? Adesso pedali anche lui in questo mondo tutto in salita.

venerdì 23 dicembre 2011

recita

Ieri grande recita natalizia, Mattia con il manto rosso ricamato dei Re Magi, "Ecco la stella cometa" e non ricordo bene cos'altro, canzoni, poesia. Ha affrontato una platea (più di 200 persone) nella sala dell'asilo da attore consumato che non teme il pubblico, ha "guardato in macchina" come un attore consumato che non teme il pubblico non dovrebbe mai fare. Uno sforzo tremendo delle maestre, costumi, sfondo, illuminazione, festoni, preparazione. E poi tutti con panettone ecc. Meno male che all'asilo si fanno ancora queste feste. Ho ripreso il tutto da cameramen consumato (nel senso questa volta del... consunto, del vecchio). Magari lo metto nel sito, quando torna il grafico.

martedì 20 dicembre 2011

recita

Grandi giorni di attesa. Per la recita, s'intende, Mattia ha provato la veste rossa del primo dei Re Magi, quello che porta oro, il colore dell'oro è il suo preferito, sa tutta la canzoncina, è pronto. L'unica paura che arrivi un virus dell'ultima ora last minute, che gli azzeri la soddisfazione della recita. L'altro ieri ha visto in Tv il film Elf e alla fine con babbo Natale trionfatore dei buoni sentimenti mi ha detto: "Ma allora babbo Natale esiste?". Ho dato una risposta sibillina, proprio nel senso della Sibilla, contorta, ambigua, complessa e complicata al punto da farlo rinunciare a ulteriori approfondimenti. Infatti Mattia l'ha accettata come si prendono le cose incomprensibili che non interessano essendosi già fatta una sua convinzione personale inattaccabile. In barba a suo padre, in barba a tutti. Se non è realtà, tanto peggio per la realtà.

martedì 13 dicembre 2011

s. lucia

Troppi, troppi regali e la S. Lucia che nell'evidenza che va a portare doni di qua e di là e lascia pacchi per Mattia in case diverse diventa nell'immaginario una trottola, con l'asino che si abbuffa di fieno e perfino di muschio. Mattia stamattina si è alzato dopo una notte inquieta, come le nostre notti d'antan in cui ci cacciavamo sotto le coperte per la paura di vedere la santa che non ci avrebbe lasciato nulla, perché non ama farsi vedere (la santa senza occhi): batteria grande, meccano, quello vero, di ferro, e poi vari regali di contorno che non ricordo nemmeno, una marea di roba. Così non li gusta nemmeno, non sa da che parte cominciare. S. Lucia si è inborghesita, una volta era povera e l'amavamo di più. Tiè!

domenica 11 dicembre 2011

arriva

Dopodomani è il giorno di S. Lucia. Mattia ha fatto un ragionamento molto umano, al limite dell'umanitario alla zia Caty che parlava di regali. "Ma falli portare da S. Lucia così non spendi niente". E dicendolo ha aumentato la richiesta, il forziere di S. Lucia deve considerarlo infinito, non gli è restato nulla del mio discorso sulla S. Lucia "povera" di un tempo, quando portava solo mandarini e caramelle di zucchero, deve aver pensato che adesso la santa ha fatto fortuna, perché a richiesta risponde con i regali, senza limiti. Quindi andrebbero posti dei limiti. Non potendomi appellare a i ricatti d'anta "hai fatto il buono se no ti porta il carbone", nell'evidenza che Mattia ha davvero fatto il bravo, molto ma molto meglio di me a suo tempo e anche di sua madre, a quel che sento dalla maestra Emi che è la stessa che aveva Tea all'asilo, come si fa a fermare la valanga di richieste di regali con delle controproposte logiche? L'altra sera stava vedendo un film natalizio commovente. Tea si era commossa alle lacrime. Mattia l'ha guardata e poi, con una trasposizione di genere femminile della frase fatta maschile, le ha detto. "Mamma, cerca di essere più donna...".

mercoledì 7 dicembre 2011

immacolata

A Mattia hanno parlato dell'Immacolata Concezione. E io gli ho fatto vedere, mentre in chiesa seguivamo come ogni giorno l'avanzare del presepio di Domenico, la statua esposta per la festa. E' passato il parroco. Lui mi ha chiesto sottovoce: "Ma non è sempre quella la Madonna?". Ho girato la domanda a Don Fiorenzo. Che è restato lì perplesso poi ha improvvisato una risposta molto articolata sui pregi (il vocabolo era un altro, non ricordo, anzi sì, i "valori") che si mettono in rilievo con festività apposite. Che va anche bene, ma non per un bambino. Allora gli ho detto che una persona è sempre la stessa ma se vanga in quel momento fa il contadino, se aggiusta l'uscio fa il falegname, se dipinge la casa fa l'imbianchino. Anche tu dici di voler fare tanti mestieri, ma sei sempre tu. Ecco con la Madonna fanno la festa per quello che ha fatto, una quando è venuto giù l'angelo a dirle che avrebbe avuto un bambino, una quando è stata assunta al cielo (gli avevo raccontato che solo il profeta Elia e la Madonna sono stati portati in cielo direttamente), una perchè non ha commesso peccati... "Cosa sono i peccati?". Porca miseria, quando si fa una cosa che non si dovrebbe fare (appositamente generico). Poi ho ripreso:  quando era addolorata per il figlio che le hanno crocifisso... Lui ha detto: "Però dopo è risorto". Voleva essere rassicurato su questo punto. Va beh, l'ho rassicurato, per quel che potevo.

domenica 4 dicembre 2011

S. Lucia di guerra

Mattia ha imparato a spalmare l'attesa e l'aspettativa di doni. Adesso ha deciso che alcuni regali passano di competenza da S. Lucia a Babbo... ops, a Gesù bambino (si è proprio corretto in corso di frase), così la bicicletta e l'ombrello di Ben Ten scalano nei tempi e nella genesi. Inutili e patetici i miei tentativi di far accettare in prospettiva una S. Lucia e un conseguente Natale di guerra. Monti per Mattia resta una definizione geografica dei rilievi prealpini.

sabato 3 dicembre 2011

santi che portano doni

Guarito dalla varicella. Fatta anche questa. Adesso si apre il fronte fiabe, storie, fantasie, realtà. Anzi, si riapre. La faccenda dell'esistenza o no di babbo natale, invenzione commerciale. Chi porta doni in un mondo dove nessuno regala niente a nessuno? Ognuno ha il suo. Scopro che anche in paesi vicini S. Lucia non portava doni, pensavo fosse una santa donatrice consolidata, invece in alcuni paesi era S. Martino, in altri i Re Magi (e qui il mito della Befana però era già presente, basta ricordare Pascoli). Altri Gesù bambino, e poi c'è appunto S. Nicola che è stato piegato al babbo natale che la coca cola ha sponsorizzato ed è riuscita a far prevalere sul bambino del presepio. Mattia sta ad ascoltare suo padre e poi ha sentenziato che babbo natale non esiste. Apriti cielo (è il caso). S. Lucia gliel'ho preservata, ho detto, ed è quella che conta. Una volta era povera, gli ho detto, portava pochi doni, caramelle di zucchero e mandarini, sciarpe e berrette di lana. Mi ha guardato perplesso. Ho paura si sia fatta l'idea che adesso si sia arricchita. Insomma grande la confusione sotto il cielo e non è escluso che grande la confusione sia anche in cielo.

lunedì 28 novembre 2011

contrappasso

E al settimo giorno Mattia prese la varicella e il sottoscritto si prese il virus che mi ha passato ieri come una consegna e così vomito e dissenteria per uno che si era appena vantato di non aver mai malattie nonostante la veneranda età. Una scossa alla sicurezza, del tipo evangelico, "stolto, stanotte morirai". ma se arrivo a sera ho una chance per risvegliarmi domani mattina. Mattia intanto è tutto puntinato e si annoia a casa, aspettando che passi la varicella e io sempre nel debbio di non averla fatta da piccolo e capace che me la becco per la legge del contrappasso.

domenica 27 novembre 2011

malattie infantili

Varicella. Dopo due settimane di allarmi dati e rientrati, Mattia si è preso (finalmente) la varicella. E' stato male per due o tre giorni, febbre e vomito, sarà il solito virus, macché, via alle bolle. Non che stia male, solo varicella, anche se abbiamo pensato alla scarlattina. Perché ci è arrivato l'avviso che all'asilo si è verificato un caso di scarlattina. Non so niente delle malattie infantili, mai saluto cosa sia la "sesta malattia", non so nemmeno se da piccolo ho fatto la varicella, gli orecchioni no, me li ricorderei, capace che mi prendo da vecchio una malattia "infantile" come quella denunciata da Lenin (mi pare di ricordare) che bollava appunto l'estremismo come la malattia infantile del comunismo. I vecchi, si diceva, non hanno più nulla da perdere, tornano incendiari, altro che morire pompieri.

lunedì 21 novembre 2011

spallate

Mattia era un po' agitato, uscendo dall'asilo, ha cominciato a raccontare che (e già un elenco di nomi e alcuni con tanto di cognome, che mi ricorda il collegio, dove ci si chiamava per cognome) la maestra di ginnastica ha sgridato ("ma molto") alcuni bambini perché rompevano i giochi che aveva preparato e quando li ha ripresi le hanno riso in faccia offendendola. Ma non c'era una maestra? ho chiesto. No perché giustamente la maestra di ginnastica, pur andando all'asilo una volta la settimana, fa lezione da sola. Fatto sta che non ha messo nemmeno il timbrino colorato sulle mano. Gli abbiamo chiesto se lui si è comportato male il che, avendo due genitori non certo allineati e coperti, poteva anche essere geneticamente giustificabile. Lui no. Va beh, verrà su un bambino omologato al potere costituito. E' una battuta, ma evidentemente ci sta sfuggendo di mano la situazione. Gli adulti devono fare il loro mestiere, in modo che da giovani possano tentare la spallata generazionale. Ma da giovani. Perché se da bambini possono fare tutto che gusto gli resterà?

domenica 20 novembre 2011

spazi

Mattia sembra convinto di andare a vedere "Il Re leone" nella giornata di Cristo Re. Va beh, come scrivo altrove, sono surrogati messianici. E poi che ci frega. Preoccupa che abbia risposto a sua madre che "voglio i miei spazi". Tea è stata pronta nel ribattere che lei a quarant'anni ancora non li ha, non almeno come vorrebbe. Nemmeno io a sessantasei anni, se è per questo. Voi li avete, i "vostri spazi" come li vorreste? Che poi non ti bastano mai e poi quand'anche li avessi ti viene la nostalgia o la malinconia di quando li condividevi con fratelli e sorelle che si sgomitava, si litigava magari, ma si era allegri. Sembra sempre che siamo stati allegri in un'altra vita, magari ce la siamo solo sognata. Domani ginnastica (per Mattia, mica per me).

giovedì 17 novembre 2011

polistirolo

Mattia ed io andiamo ogni pomeriggio a monitorare il lavoro di Domenico, l'ex maresciallo che da più di 15 anni fa il presepio, grande presepio, nella chiesa di Sovere. Mattia se ne sta lì incantato a vedere come fa a tagliare le lunghe aste di polistirolo, come nascono i gradini della casa in primo piano, la vasca dell'acqua che scenderà dal torrente ("quest'anno il lago non lo faccio" "e allora dove va il pescatore?" "sul fiume"). A Mattia piace il lavoro manuale. Poi io che intanto gironzolo per la chiesa, poco attratto dal lavoro minuzioso di Domenico, l'ho chiamato e abbiamo scalato il vecchio pulpito da dove, dominando tutta la chiesa, gli ho spiegato che i vecchi parroci predicavano prima dell'invenzione dei microfoni e a Mattia è parso pressappoco il tempo dei dinosauri mentre io ricordo benissimo all'inizio degli anni cinquanta quando mio zio parroco a Tavernola mise quella diavoleria dei microfono con gli altoparlanti gialli sparsi sulle lesene della chiesa e la notte di Natale portò la radio con giradischi incorporato, monumentale, dove mise un disco di canti natalizi ("Or narrano i cieli la loro armonia cantando Maria la nanna a Gesù..."). Cose troppo vecchie per Mattia che è sceso dal pulpito più incuriosito da come si chiudeva il pesante sportello d'accesso e dai gradini a chiocciola che per altro". Poi è tornato a vedere se Domenico aveva finito di costruire i suoi gradini di polistirolo...

domenica 13 novembre 2011

buffone buffone

I bambini ci guardano, ce ne dimentichiamo troppo spesso. Ieri sera Mattia guardava le immagini davanti a palazzo Grazioli (perchè poi palazzo Grazioli?) le urla, il lancio delle monetine. Si è agitato ed eccitato, mi è diventato un manifestante, ha cominciato a girare per casa urlando "buffone, buffone, buffone" e non la finiva più, si divertiva. Vedete, la folla urla e trascina perfino gli innocenti. Non mi piace la folla che calpesta quando uno è caduto. In genere è la folla che fino al giorno prima se ne stava rintanata a farsi gli affari propri, se no che bisogno avrebbe di gridare, ci sarebbe solo un sospiro di sollievo, no, dopo la grande fatica di opporsi con tutte le proprie forze per anni ecc.

sabato 12 novembre 2011

incenso e mirra

Eravamo rimasti al presepio vivente in cui a Mattia hanno dato la parte di uno dei tre Re Magi. Io ho rivoltato la frittata, perché lui ci è rimasto malissimo, perché ha appena una frase da dire e pensava di fare S. Giuseppe per via che a fare la Madonna è Kristel che a lui piace, la piccola equadoregna che lo scorso anno lo zio Gianni aveva definito "sedia" per via che non parlava e adesso parla eccome. Insomma una questione di ruoli, S. Giuseppe non può farlo chi non è amico di Kristel. Volevo parlargli della situazione di S. Giuseppe, padre putativo che da piccoli si stava lì a chiederci cosa cavolo volesse dire e l'abbiamo saputo da grandi, ruolo perlomeno discutibile, se non inquadrato nel quadro della Redenzione. Allora gli ho detto che almeno i Re Magi saranno vestiti benissimo, perché sono dei Re. Poi gli avevano detto che era il primo. Poi non si sa come lo hanno retrocesso (o aveva capito male) a secondo o terzo. Allora abbiamo scherzato sul fatto che escluso l'oro tra gli altri due doni ci sono incenso e quella mirra anche lì misteriosa per decenni per noi bambini e meglio l'incenso che in sagrestia quello che aveva il turibolo era il privilegiato per eccellenza, prima di tutto perché non si annoiava, poi si divertiva a far girare il contenitore del fuoco che ogni tanto si schiantava sulle pareti e infine perché aveva accesso immediato al piccolo tabernacolo delle ampolline, con la bottiglia del vino bianco e le ostie non consacrate... Vuoi mettere poi il fumo che faresti nel salone e tutti gli spettatori che tossiscono. Si è divertito molto all'idea. Il più sarà quando scoprirà che non porta l'incenso ma la vituperata mirra...

venerdì 11 novembre 2011

varicellite isterica

Sono giorni così, che salto di palo in frasca. mi sento vecchio e poi rinvigorito, poi mi guardo allo specchio e vedo un'immagine che non corrisponde all'idea che uno ha incorporato di se stesso fin dal tempo della prima comunione, ohibò, quello non sono io, sembro mio padre con i capelli (lui li aveva persi in guerra e non è una battuta, mai perso tanti capelli come quando ho fatto il militare con l'elmetto in testa). Che c'entra? Infatti. Fatto sta che Mattia ha avuto una... varicellite isterica, come le gravidanze di certe signore, insomma non aveva la varicella, non ancora. Eravamo corsi a comprare balsami e talchi mentolati, col cavolo, fortuna che non scadono, capace che la fa in questi mesi a venire. L'asilo si è ripopolato ed è rifiorito d'occhi di bambini, come direbbe il poeta e Mattia ha avuto la parte nel presepe vivente di Natale. Ve la racconto domani perché è una mezza tragedia.

venerdì 4 novembre 2011

varicella

E' novembre, pioviggina come è giusto che sia nel mese dei morti. Mattia si è aggirato per il cimitero di Sovere, chiedendo chi era questo e cosa faceva e chi era quest'altro, rubando sassolini colorati dai vialetti. La morte è lontanissima, quando si è giovani, figurarsi quando si è bambini. E' stato malato (bronchite) ma per assurdo adesso all'asilo è uno dei pochissimi superstiti, ieri erano solo in 17 su 75, le maestre non sanno cosa fare, fanno un po' di vacanza anche loro, il secondo pulmino ieri è partito con una sola passeggera, una bambina. Gli altri hanno quasi tutti la varicella che le mamme dicono che è un bene farla perché farla da grandi poi è pericoloso e bla bla e il mio è diventato un mostro, il mio si gratta di notte e poi gli restano le macchie in faccia, il mio sta guarendo ma adesso l'ha presa la sorellina bla bla. Mattia da due giorni racconta che vanno in biblioteca a sentire delle fiabe, sembra contento, è uno dei pochi "grandi", anzi, sembra sia il solo e magari ce l'ha incubata bla bla e vuol fare i "gruppi omogenei" anche se parlare di gruppi al plurale è contraddittorio ed è geloso di Morbillo, il cagnolino che tratta malissimo perché crede che io gli voglia più bene che a lui e domenica siamo stati al cinema noi due a vedere Tin Tin e lui ha sentenziato: "E' stata la cosa più bella della giornata" e vuol tornarci dopodomani, ci mangiamo popcorn confezione gigante, beviamo aranciata e cocacola e ci godiamo il film, qualunque sia. Magari domani gli esce la varicella che sta incubata dieci giorni bla bla, macché sono venti bvla bla, ti dico che sono ventuno giorni bla bla bla.

sabato 29 ottobre 2011

coccolone

Da due giorni Mattia diserta l'asilo ed è ammalato. Bronchite e mica da scherzo. Porca miseria. Pediatra che prescrive medicine che lo mettono ko pur somministrate in dosi dimezzate. Lui è coccolone, ieri abbiamo rivisto il Gobbo di Notre Dame (cartoni) molto bello, non ha capito bene la figura del ministro cattivo ma ero in difficoltà a spiegargli il senso del "mal di braga" che quando è represso in questi giustizieri della morale esplode in eruzioni alternative, come la crudeltà e l'esercizio del potere per imporre agli altri l'astinenza propria. Non è il caso dell'attuale presidente del Consiglio italiano, ma mica potevo spiegarlo, col rischio che Mattia si prendesse anche la febbre che intanto non c'è. A lui adesso manca l'asilo e i "gruppi omogenei" per il laboratorio scientifico (quello in cui hanno prodotto il mosto, ad es.). Voleva che all'asilo, andando a ritirare il suo zainetto per questa pausa festiva che si prolunga fino a martedì compreso, chiedessi alla Michela o alla Roberta di darmi dei lavoretti da fare a casa. Incredibile, è come se un liceale chiedesse, in malattia, compiti da fare a casa. Ma poi crescendo... migliorerà, dai.

lunedì 24 ottobre 2011

la spia

Mattia come tutti i bambini ha una sua concezione del segreto. Ieri sera Morbillo (il cane cucciolo) ha fatto i suoi bisogni sul tappeto buono dell'appartamento di sotto dove stavano pepe e Luigina e Mattia era andato a fiutare se c'era qualcosa da sgranocchiare. Avevano preso Morbillo dal garage dove sta nella sua cesta per coccolarlo un po'. Il cucciolo, sentendosi cotanto affetto ha mollato gli ormeggi e ha fatto pipì sul divano e la cacca sul tappeto. Mattia doveva mantenere il segreto e infatti salendo le scale ha ammonito severamente la mamma (le donne, nella sua concezione naturale e innata, sia chiaro, e non inculcata da suo padre, come si potrebbe legittimamente sospettare) di non dire nulla alla nonna che sarebbe andata su tutte le furie. Poi è entrato in casa, si è posizionato sul divano, ha tirato un sospiro di sollievo e ha detto ad alta voce: "Fortuna che ho detto alla mamma di non dirti che Morbillo ha fatto la cacca sul tappeto, altrimenti chissà come ti arrabbiavi...". La nonna è partita all'assalto e lui ha detto, meravigliato: "Ma come ha fatto a saperlo, chi glielo ha detto?. Il che mi ricorda una sera che mia zia stava mangiando polenta e formaggio. Mio zio non sopportava l'odore di formaggio, per via di una indigestione che aveva fatto a stomaco vuoto durante la prima guerra mondiale, un giorno che erano stati ospitati da un contadino che aveva appena formaggio e nient'altro e lui era il tenente e aveva mangiato più di tutti, per poi vomitare tutto. Da allora guai se c'era formaggio in casa. Io ridevo e dicevo a mia zia, adesso vado di là a dire allo zio che mangi formaggio. Mia zia faceva finta di spaventarsi e alla fine del tira e molla sono andato davvero di là e ho detto alla zio quello che succedeva in cucina. Mio zio è stato preso da un attacco di ilarità, sconcertandomi. ma da allora si è fidato totalmente di me e sono diventato la sua spia personale di quello che facevano e disfacevano le donne in cucina. Non sono granché orgoglioso anche se la spia l'ho fatta per mio zio, non per i nemici. Ero bambino e avrò avuto giusto l'età di Mattia. Ma la nonna non l'ha presa allo stesso modo di mio zio. Chissà perché.

venerdì 14 ottobre 2011

eccetera

Mattia ha il suo cagnolino, di nome Morbillo. Bellissimo, se non fosse che la nonna non lo vuole. Lui ci è rimasto male e lo abbiamo coccolato in garage (che è grande) e poi portato fuori sul prato "a fare la pipì". Oggi era il compleanno di Checa e Mattia ha scritto il biglietto di auguri. ha ancora il segno della botta in testa che ha avuto cadendo dal letto mentre faceva la capovolta e ci è costato una notte di paura con un bernoccolo da record. ma ormai si sta dimenticando l'incidente. Sono in corso esperimenti di educazione alla responsabilità. Si procede, nonostante studi (lontani) universitari di pedagogia dell'età evolutiva, uno dei primi esami che diedi nel 1967, anno del Signore passato poi in gloria storica per il successivo, ma in realtà i primi moti studenteschi cominciarono e proprio alla Cattolica in quell'autunno con l'espulsione di certo Mario Capanna e altri due. Ma a che serve riscrivere la storia nei dettagli, tanto si parla comunque di '68. Che poi invece non è successo un '48 nemmeno oggi in Parlamento e adesso Mattia ha il suo cagnolino e se non fosse per la nonna che non lo vuole la vita sarebbe bella e invece stiamo qui a menarcela eccetera.

domenica 9 ottobre 2011

Sono stati giorni duri. Non so come facevano i nostri genitori a reggere gli urti delle stagioni. Ma non ricordo tutte queste epidemie negli asili di un tempo, quelli con le tavolone con i buchi, dove si mettevano le scodelle delle minestra. Adesso che mangiano tutto sofisticato e controllato dall'Asl si ammalano a raffica. E Mattia è caduto sul campo di battaglia. Poi è rapidamente guarito, è tornato nella tenzone per poi ricevere un'altra botta ieri con vomito e febbre. Poi ti rispondono tutti, dalla pediatra ai farmacisti, che è il virus bellezza. Che è come quando al pronto soccorso ti dicono, cosa vuole, è la vecchiaia, che magari c'entrerà anche ma se uno ha una congestione bisognerebbe fare qualcosa di più che fare dei sorrisetti ironici come hanno fatto per una signora ricoverata d'urgenza. Che poi, perdinci, metto in discussione il concetto di vecchiaia, già lo fanno quelli del Governo e dell'Inps, perché non entra nelle zucche dell'immaginario collettivo? Ieri abbiamo portato Mattia per un'ora al compleanno di Kristel, che è una bambina che sorride sempre. Hanno fatto una festa bellissima, con giochi e palloncini, cascate di caramelle e bellissimi doni ai... convenuti. Altro clima rispetto alle nostre festicciole, organizzate più per compiacere le mamme che i bambini. Sono equadoregni (come cavolo si scrive?) ma bravissimi. Comunque Mattia sembra essersi ripreso e domani, salvo complicazioni odierne, torna in battaglia.

martedì 4 ottobre 2011

virus ottobrino

Ottobre è cominciato con la smentita alle rosee constatazioni di Mattia unico superstite dell'asilo dell'ennesimo virus. Che lo ha colpito per contagio. Due giorni a casa, ma già oggi sta bene, quindi la consolazione è che ha recuperato in fretta, gli anticorpi ci sono o almeno speriamo sia così. Mi sembro una di quelle madri che parlano dei loro figli confidandosi le pene, vantandosi delle bravate e delle bravure, davanti al cappuccio con pasticcini. Stando male anche sua madre (non si sa chi ha contagiato chi) Mattia si è reso molto responsabile e quando poi ha sentito che la Michela, la direttrice, ha detto che gli dispiace, di dargli un bacione perché gli vuole bene, è arrossito di colpo, anche se non dà a nessuno la soddisfazione di vederlo emozionato o soddisfatto, è questione di principio. Passava Cristel per strada e lui era sul terrazzo. Lei lo ha salutato e lui è arrossito di nuovo, ma col cavolo che ha risposto, ha solo avuto un vago sorrisino di soddisfazione perché Cristel, l'ho già detto, non è più quella che Padre Gianni chiamava "sedia" si è risvegliata e parla e a Mattia adesso sta simpatica. Già stamattina voleva andare all'asilo, la nonna lo ha tenuto per precauzione. Speriamo passi una buona notte (di nuovo mi sento come quelle donne del bar).

venerdì 30 settembre 2011

altri mondi

Oggi è la festa dei nonni, all'asilo. Sarebbe anagraficamente anche la mia festa se non fosse che sono il padre. Ma i bambini sono sull'orlo di una rivolta, Mattia non vuole far festa, deve anche recitare una poesia o cantare una canzone, non saprei, non so come andrà a finire questo pomeriggio, alla fine andrà tutto bene (spero), già il fatto che stia "pensando" a lasciare casa e mettersi in proprio mi lascia dei dubbi sulla nostra (mia) capacità di comprensione dell'infanzia attuale. E sì che ho superato a suo tempo fior di esami universitari sull'età evolutiva. Non ricordo una parola di quei libri e dubito che servissero allora e servano adesso. Davvero sono cose se non dell'altro mondo, perlomeno di un altro mondo.

giovedì 29 settembre 2011

bum

Ieri prima festa di compleanno. Matteo ha invitato anche Mattia. L'ho accompagnato alla festa del suo amico di classe all'asilo. Tutte mamme, unico maschio. Pensavo lo si dovesse lasciare lì e poi venire a riprenderlo. Sbagliato. Ho dovuto star lì, non avevo molta conversazione da fare, ho fatto le mie fumatine di pipa guardandomi in giro. Spero che Mattia si sia comunque divertito. Ma stasera, non volendo obbedire alla madre ha detto che lo stufava. Tea gli ha risposto che finchè stava lì doveva obbedire, altrimenti vai a vivere da solo. Sbagliato indirizzo. Mattia ha risposto: "Ci sto pensando". Cinque anni e mezzo e vuole già lasciare il patrio suolo, il nido, madre e padre, nonna e zii, affetti e confetti. Altro che bamboccioni. Stiamo allevando una generazione che finalmente ripercorrerà la strada maestra del conflitto generazionale. Bum.

martedì 27 settembre 2011

record

La Maestra Michela ieri avrebbe detto a Mattia che è l'unico che ha sempre frequentato da che si è riaperto l'asilo. Mattia non l'ha presa per il verso giusto: "Allora devo fare anch'io qualche giorno di vacanza". In realtà di tratta dei soliti virus che tormentano la scuola italiana da che il mondo va alla rovescia e gli anticorpi non fanno in tempo a tamponare le falle dei nuovi attacchi per nulla informatici, ma molto somatici. Tornato a casa non si accontenta, vuole lavorare, si mette al suo tavolino e disegna. Ieri sera si è messo a scrivere. Ogni tanto chiedeva come si scriveva una lettera (dell'alfabeto). Non so ancora cosa e a chi abbia scritto. Domani dovrebbe andare alla sua prima festa di compleanno, proprio da Matteo, appena guarito. Non vede l'ora. Poi ha la prenotazione da Cristel (non ricordo come si scrive) che adesso parla e parla. Anche Mattia parla e parla. A noi dicevano che dovevamo stare zitti e ascoltare. Abbiamo finito per farci le orecchie da mercante.

domenica 25 settembre 2011

canoa

Ieri giornata campale a Minitalia. Non l'avevo mai vista. In realtà minitalia è stata colpita due mesi fa da una tempestata tremenda che ha frantumato molti monumenti ricostruiti. Mattia ovviamente ha preferito la parte dei giochi, siamo saliti (anche più volte) sulla canoa che precipita nel laghetto con spruzzi giganti, sulle montagne russe di ogni tipo, su carrozze che si alzano, su battelli che vogliono provocarti il mal di mare. Ma la grande sorpresa è stato lo spettacolo di Peter Pan, di un livello che non mi aspettavo, l'anfiteatro gremitissimo (almeno 500 persone, c'era la gente in piedi) attori giovanissimi formidabili. Sorpreso e capace di coinvolgimento incredibile. Il giovane attore (che poi impersona Capitan Uncino) nel monologo iniziale è stato capace che far cantare a tutti l'inno di Mameli. Guardavo le facce di chi avevo vicino. C'è un'Italia diversa, un'Italia che spera. Mattia si è goduto una giornata formidabile (altri spettacoli a mezzogiorno e in serata di livello minore). Siamo tornati a casa caricati. Domani magari vi faccio vedere la foto che ci hanno fatto mentre precipitavamo in canoa.

venerdì 16 settembre 2011

daffare

Mattia è in competizione con Matteo. Trattasi di affari di donne. Si chiama Alice. "Tutte le bambine che piacciono a me dopo piacciono anche a Matteo". I due di confrontano da tempo. Matteo è veloce. Mattia è coordinato, come già dicevo, differenza tra corridore e giocatore. Prima il confronto era per gli amici, Nicola era conteso, anche Elia. Ma adesso le cose si fanno serie, quando ci sono in ballo le donne capace che finisca a pugni. Il bello è che Matteo (la mamma) ha invitato Mattia alla festa di compleanno di venerdì prossimo. Oggi è stato in punizione (Matteo) perchè si è nascosto, le maestre tutte a cercarlo. Quando finalmente lo hanno trovato lo hanno messo in classe da solo. Mattia l'ho trovato che stava spiegando al fratellino di Matteo che doveva aspettare che arrivasse la sua mamma. Stai a vedere che se Matteo gli frega la donna, lui si rifa sul fratellino. Ma io non ho memoria di avere avuto tutto questo daffare all'asilo...

lunedì 12 settembre 2011

lingue

A parte imparare le parolacce in greco, che è pur sempre conoscenza, sia pure marginale di cultura, e sentire tutte le lingue del mondo, l'asilo di Mattia è davvero una babele. L'unico suono universale e condiviso è il pianto. Stamattina, entrando nel grande atrio, c'era un suono diffuso e su tutto dominava il pianto. Piangono tutti allo stesso modo, con gli stessi suoni, con il colore delle lacrime uguale per tutti, russi, rumeni, greci, equadoregni (si scriverà così o cosà?), ucraini, marocchini, statunitensi (forse ho dimenticato qualche etnia). Si capiscono a gesti, con gli occhi. Incredibilmente si capiscono.

sabato 10 settembre 2011

raffronti

Mattia all'asilo va volentieri ma ieri "è stato il più brutto giorno". perché mai. "Ho chiesto a tutti se volevano giocare con me e tutti mi hanno risposto di no". Ho pensato che sia per il suo carattere. Poi mi ha detto che ha giocato con la sabbia e la terra con Nicola e Matteo. Ma ha un cruccio: che Matteo è veloce, vince alla corsa "e tutti fanno il tifo per lui e nessuno fa il tifo per me". Lui ha il culto della velocità, da che un alieno, non ricordo quale, di ben ten è velocissimo. Lui non è costituzionalmente veloce, è coordinatissimo e riesce in tutti i giochi, ma nella corsa ha doti molto modeste. Solo che lasciandoli liberi, il gioco è quello di "chi arriva primo". E qui scatta il meccanismo del "primo", quando i secondi e i terzi valgono nulla. Lì per lì mi sono inventato la distinzione tra "corridori" e "giocatori". Tu sei un giocatore, non un corridore, appena giochi con un pallone vedrai che vai bene. Sembrava convinto di accettare il primo "limite", quella dell'evidenza. Poi è scattato in avanti, "arrivo prima io fino al garage". Va beh, i primi conflitti, i primi raffronti, i primi scontri, le prime invidie. Bisognerebbe ricordare come li abbiamo affrontati noi, a suo (remoto) tempo. E' dura la vita.

mercoledì 7 settembre 2011

primo giorno

Primo giorno di asilo da "grande". Per incentivarlo, salendo le scale, gli ripetevo ossessivamente "sei un grande", confortato dal fatto che, proprio mentre saliva le scale, mi rendevo conto che il grembiulino che l'anno scorso gli arrivava sotto le ginocchia, quest'anno gli sta abbondantemente sopra le ginocchia. Il primo giorno dev'essere andato bene, la Michela (la direttrice) lo ha accolto per quello che è, il più "grande" (nel senso del più "vecchio" dell'asilo, essendo lui nato il 31 gennaio credo lo sia. L'ho ritirato all'una, perché le cose (spiacevoli) della vita vanno date a piccole dosi. Lui dice che la Michela mi ha imbrogliato con i 100 giorni annunciati di vacanza che gli sono sembrati molto di meno (lo erano e di parecchio). Questa storia dei 100 giorni è nata (non da me) per arrotondamento di comodo negli ultimi giorni di asilo a giugno, dai che poi hai 100 giorni di vacanza. Non oso contare i giorni di asilo che lo aspettano, almeno 250 giorni. Vediamo il secondo giorno come va.

domenica 4 settembre 2011

circo

Ma ve l'avevo raccontato che siamo andati al Circo? Questa volta con la C maiuscola, Circo Moira Orfei a Orio. Un grande spettacolo, di classe, con orchestra, costumi ecc. Carente, molto carente sui clown e Mattia non si è divertito granché, nemmeno con le tigri, il leone e l'elefante, i cavalli ecc. "Non mi piacciono gli animali, inutile che mi dici guarda quello, non mi interessa". Interessato ai numeri che può fare anche lui, così dice, e poi gli interessa il contorno, i popcorn, le bibite, la foto (furbi, non ti lasciano nulla al caso) i palloni volanti. "Ma non c'è la macchina". Quello della macchina dal cui motore si tira fuori di tutto è il numero che lo aveva entusiasmato al primo circo che aveva visto, già due anni fa. Insomma lui vuole ridere, non gli frega niente nemmeno degli acrobati volanti. Però vorrebbe tornarci. ma già si profila all'orizzonte il ritorno all'asilo, fissato per mercoledì. Sarà una tragedia.

giovedì 1 settembre 2011

ad usum delphini

Mattia mi ha spiazzato un'altra volta. Ieri, mentre facevamo le prove generali del concerto per il... party organizzato da Matteo per l'inaugurazione della sua nuova casa, a un certo punto mi chiede chi è il capo degli angeli attuale, visto che Lucifero è stato cacciato all'inferno. Gli ho risposto che è San Michele Arcangelo, raffigurato con la spada in mano proprio perché a capo degli angeli fedeli durante la ribellione (cose paradisiache). Ho poi scoperto che è stata una piccola rivincita, perché aveva chiesto alla nonna la stessa cosa e lei era in dubbio e lui "allora chiedo al papà che sa tutto". La nonna aveva messo in dubbio questa affermazione categorica e non capisco perché visto che in effetti "so tutto", almeno quello che mi serve sapere (scherzo). Così ho guadagnato un punto. Ma siamo lì a misurarci le capacità, ogni tanto mi mette alla prova, in barba all'affermazione precedente del signor so tutto. Poi dice: "Ma perchè, quando mi racconti la storia di Gesù la parola che usi di più è soffrire?". Sono rimasto malissimo, se c'è uno che non usa quel verbo proprio sono io. Guarda che ti confondi, gli dico, "non mi... servo mai di questo verbo servire". Lui ride del gioco di parole ma insiste a dire che sono io. Allora ho cercato di dissuaderlo e ho scoperto a poco a poco che avevo usato quel verbo nella condanna per la cacciata dal Paradiso terrestre di Adamo ed Eva, che avevo colorito molto, per la verità e mi ero illuso che prevalesse il lato comico della vicenda. Mi è venuta in mente la frase che dicono due amiche di tea quando vanno a fare il condolore per un morto: "L'è mia ché la nosta cà", non è qui la nostra casa. Una constatazione. Fossimo rimasti nel Paradiso terrestre. Ce l'ho ancora con Eva che la sera voleva andare a mangiare la pizza con le amiche e ha voluto dare un morso alla mela per fare la pubblicità a un dentifricio (storia ad usum delphini).

martedì 30 agosto 2011

ciàpela!

"La nonna mi veste come uno sposalizio". Mattia il martedì mattino deve fare la sfilata al mercato e la nonna lo porta in giro come un paggetto. Solo che per vestirlo impiega mezz'ora e Mattia si infastidisce, anche perché camicia inamidata e pantaloni gessati non sono certo favorevoli a un rotolamento sull'asfalto. Ieri, nella difficoltà a fare pipì a comando, ha sentenziato: "Il mio cervello e il mio pistolino non vanno sempre d'accordo". Un conflitto somatico che può richiamare l'apologo di Menenio Agrippa. Ciàpela!

lunedì 29 agosto 2011

Adamo e Eva


Ieri dico a Mattia: "Facciamo un discorso lungo e serio...". Lui risponde: "Ma cominciamo da Adamo e Eva?". Non ricordavo che avevamo parlato di questo modo di dire e avevo raccontato la storia di Dio che plasma Adamo con il fango e poi gli fa una mano attaccata alla spalla e si accorge che insomma non va bene, deve abbassarsi per prendere qualsiasi cosa, meglio inventare il braccio e attaccarci la mano. Poi il braccio però era rigido ed ecco l'invenzione dello snodo del gomito e così per le gambe il collo per muovere la testa, insomma un Dio che va per tentativi. E dopo la donna. E qui salta fuori la mia misoginia con la donna che appena creata subito dice ad Adamo che vuole andare con le amiche a ballare e poi in pizzeria. Ma se la pizza nemmeno l'avevano inventata e non aveva amiche. E avanti così che Mattia rideva come un matto alle mattane della donna. Poi la proibizione dell'albero del bene e del male, una prova di obbedienza. Ma le donne sono così, che basta dirgli che una cosa è proibita che subito la fanno. Veramente anche gli uomini in quel senso... Poi Caino e Abele. Qui c'era la storia del sacrificio che Dio gradiva meno. Perché mai? Sono andato leggermente in difficoltà ma me la sono cavata. Ma a Mattia di tutto è restato quel modo di dire, cominciare da Adamo e Eva. Che è pur sempre un... inizio.

sabato 27 agosto 2011

meraviglia

Guardate, non mi scoraggio. Figurarsi. Ho cominciato a scrivere che c'erano i pennini e le boccette di inchiostro incastonate nei banchi di legno. Mio zio mi ha avviato da subito alla macchina da scrivere, lenta e solenne. Poi le bellissime penne stilografiche, che si sognavano soltanto, quelle andanti macchiavano le dita come l'inchiostro dei banchi di legno. Poi le biro, che ci sembravano stupende, soprattutto quelle colorate per metà cannuccia che adesso non fanno più (ne comprai una blu e una rossa, ad imitazione del mio professore di latino Don Filisetti, di Bani di Ardesio. Poi un giorno fui lì lì per comprare una macchina da scrivere che prima di... scrivere la riga te la visualizzava e così potevi subito correggere. Un amico mi disse, ma allora prendi un computer che lo usi come macchina da scrivere e correggi quando e dove vuoi. Lo comprai, pioniere di non sapevo cosa. In seguito lo regalai alla scuola dove insegnavo e dove facevamo un giornalino che c'è ancora.
Quindi figurarsi se mi scoraggio per i blog e facebook e cose del genere. Solo mi irrito quando i geni di questi mezzi, i giovani rampanti, sbagliano, fanno su casini (lettera minuscola). E' l'irritazione di questi giorni. Mattia vuol vedere Zorro e poi giocare on line. E' un mondo diverso, che non sa apprezzare le novità. Gli manca la capacità di meravigliarsi.

venerdì 19 agosto 2011

clown piccolo

Il nostro banco di vendita di prodotti in legno si arricchisce ogni giorno. Ieri sera ha venduto allo zio Gianni (un frate) una chiesetta con facciata rustica. Un euro di incasso in una giornata. E poi lo zio Gianni l'ha anche "dimenticata" e ci siamo posti il problema se rivenderla. Mattia è stato corretto: "Gliela portiamo a Milano". meno male che non cresce come i furbetti del quartiere. Oggi abbiamo anche fatto le prove circensi, inventandoci "numeri" di prestigio, saltimbanchi, baffi finti, lotte improbabili, sparizione di un pezzo di bastone che quindi si accorciava e successiva riapparizione (coprendolo con un tubo di castone non lo si vedeva più, togliendolo riappariva lungo come prima). Sono cose notevoli, con il sottoscritto che descriveva con enfasi i "numeri" circensi del clown piccolo e un pubblico di barattoli entusiasta sugli spalti (gli scaffali del garage) che però restava immobile e solo nel racconto immaginifico del cronista applaudiva entusiasta e zittiva prima della "prova" con difficoltà elevata. Poi è arrivata Checa.

lunedì 15 agosto 2011

il senso

Mattia risente del clima che balla tra caldi e freddi. Lo attirano le feste ma resta sostanzialmente "stanziale". All'oratorio si è cimentato in un booling ruspante (realizzato dagli alpini, credo) e gli hanno dato come premio un vasetto di fiori che ha portato trionfalmente alla nonna. Ieri a Monasterolo si è scatenato, ha riso a crepapelle per lo spettacolo dei "giullari" in piazza, incuriosito per i "segni bianchi" (statue finte) del Silence teatro di Lovere e poi in piazza a mangiare il gelato, in un clima di caldo tropicale. Un milanese in piazza se lìè presa con i "silenziosissimi" attori che impersonavano scene ferme molto belle, "i tend la man per ciapà i solcc, andé a laurà". Tanto per dire l'imbecillità dilagante in un clima raffinato che perfino i bambini sapevano cogliere, tutto gratuito. Mattia voleva sapere tutto, si irrita e digrigna i denti quando non gli spieghiamo cosa succede a questo mondo dove siamo tutti "burattini" ma chissà perché lui vuol sapere il perché lo "muovono" in un senso piuttosto che nell'altro.

venerdì 12 agosto 2011

burattini

Siamo tornati. Mattia si è divertito, ogni giorno ha fatto circa 6 km tra andata e ritorno, in bici (ancora con le rotelle, però) tra Peschiera e Sensole. Mangiate di pesce robuste. Un giorno il cuoco ("è mio amico, si chiama Ivan", sostiene Mattia) manda in tavola due pescioni. Mattia li guarda e ne indica uno: "Questo era un pesce felice". Boh. Guardiamo perplessi. Lui aggiunge: "Si vede che è morto felice, vedi che sorride?". Poi però gli sono venuti i rimorsi, non voleva più mangiarlo perché l'avevano "ucciso". Una sera se ne esce, in confidenza con sua madre, con questa trovata. "Tutto il mondo è fatto di burattini". Ah, sì? Tea pensava ancora alla sua idea di fare il circo. Quindi siamo burattini anche noi. "Certo, Gesù dall'alto fa il burattinaio, muove i fili e noi siamo tutti burattini". Ma chi te l'ha raccontata? "Nessuno. E' una mia riflessione". Poi, come al solito, è passato ad altro argomento raccomandando alla mamma di non raccontare questa storia al papà.

domenica 7 agosto 2011

lago calmo della sera

da qualche giorno il conflitto generazionale si è riacceso, Mattia sta facendo il braccio di ferro con suo padre, che poi sarei io e perdendolo si arrabbia. Poi si rifugia da sua madre che è (incredibilmente per chi non la conosce) più coccolona. Insomma classico, il mondo cambia ma gli uomini (e le donne) per ora hanno gli stessi problemi di sempre. Ieri sera a Pisogne per la grande festa (prolungata fino oltre la metà di agosto) di tutto il paese, si gira per le viuzze, si trovano bancherelle e bottegucce di risulta, giocolieri sui trampoli, suonatori Jones (citazione da De André, ovvio) agli angoli. E si mangia, si assaggia, si beve, si guarda. Mattia si è divertito molto, non come a Minitalia ma giù di lì. E oggi è il giorno in cui si preparano le valigie perché domani andiamo a Montisola per qualche giorno di vacanza, Mattia adesso era interessato a mettere i piedi in acqua ma gli ho spiegato che il lago non è il mare di Caorle, qui si va giù a picco, questo è un lago serio e serioso che invano hanno tentato di trasformare in un lago di diporto. Ogni tanto qualcuno ci si tuffa e non lo si trova più o solo dopo giorni e giorni di ricerche. Mattia ha guardato l'altra riva, "cosa c'è di là?", il lago ha traguardi a portata di vista, se non di mano, orizzonti nemmeno troppo lontani.

giovedì 4 agosto 2011

minitalia

Ieri è stata la grande giornata di Mattia. Con la mamma e lo zio Gianni (è un frate) è andato al parco di minitalia di Capriate. E' tornato entusiasta, raccontando di squali, serpenti, coccodrilli, barche, gallerie, giri della morte, canoe, cavalli... "Ho visto dove sta il Papa" ma non gli fregava molto, era il trenino che gli importava, "Ho visto la torre di Pisa", ma poi raccontava degli spruzzi d'acqua. "Ho visto Verona" nel senso dell'arena, ma poi raccontava del ristorante dove ha mangiato con i cowboy. E a sprazzi un racconto entusiasta e la decisione (tutta sua) di tornare oggi (naturalmente è rimasta solo un'intenzione). Oggi è qui in redazione ed è tornato a giocare al battello in un lago senza squali. O sì?

martedì 2 agosto 2011

rotelle

Mattia sa che con oggi chiudiamo l'ultima edizione del giornale prima delle vacanze. In realtà la vacanza è si una sola settimana. Ma è quella di Montisola e lui l'aspetta come il più grande appuntamento dell'anno. In questi giorni voleva già preparare la valigia. Fa un po' di confusione sul "prossimo anno" quando Manuel e Sofia (che io chiamo Sonia e lui dice che non c'è una Sonia all'asilo) vanno in prima elementare. Siamo andati a leggere i nomi della prima sulla vetrina della scuola. Solo che... ho sbagliato scuola, era la media e non trovavo né Manuel né Sofia e allora siamo scesi fino alla scuola elementare dove però i nomi dei futuri primini non ci sono. Da ieri sera è sul concetto di logica. Un giorno ho detto che Tea ha una grande memoria mentre io vado per logica, proprio perché non ho una gran memoria (mai saputo ripetere una data di una battaglia). Ha detto a sua madre che è "illogica" (sic) e lei ci è rimasta male, ma poi ha capito tutto il ragionamento che ci stava dietro. Ieri al parco ha visto Andrea con la bici e abbiamo deciso che ne compriamo una per imparare ad andare senza rotelle.

mercoledì 27 luglio 2011

obblighi

"Che vacanze sono queste se non sono mai con i miei". Mattia comincia a capire che mentre lui era all'asilo noi non è che fossimo a casa a far niente e che il lavoro non ha molte vacanze, se non pochi giorni a metà agosto per Montisola dove lui vuole a tutti i costi tornare. Non si sa a far che cosa, ma si diverte anche senza pucciare i piedi in acqua dolce, come gli ho spiegato. Ma il problema è che mi ha rivelato il grande segreto che lui a scuola proprio non vuole andarci. Ho fatto finta di capire che a settembre non vuole andarci. Col cavolo, né a settembre né mai. All'asilo sì andrà nei grandi e gli ho allora spiegato che lo teniamo all'asilo pur potendolo mandare a scuola e che comunque poi a scuola ci andrà l'anno prossimo. E lui niente. Allora mi sono avventurato in una improbabile difesa dell'istituzione scolastica nei suoi valori educativi di crescita e bla bla che mi vergogno a ripetere. Lui niente. Allora ho perso la pazienza (non si dovrebbe) e gli ho detto che è comunque un obbligo e non voglio vedermi arrivare i carabinieri in casa. "Ma come fanno a sapere l'indirizzo?". Gli ho spiegato per sommi capi come funziona l'anagrafe, con pazienza. La notizia che il suo nome, cognome e indirizzo è scritto in un librone giù in municipio lo ha lasciato senza parole. Allora ha cambiato decisamente argomento e abbiamo affrontato il tema dei cani che sentono l'odore degli uomini ecc. ecc. Mi vergogno ancora adesso ad aver trasformato in un obbligo la scuola. Ma pensandoci è proprio così. E visto come la stanno riducendo...

martedì 26 luglio 2011

gionsina

Ma voi sapete cos'è il wrestling? Io non sapevo si chiamasse così, si scrivesse così, si praticasse così. Fatto sta che Mattia lo vede e lo pratica. E non sembra il solo, sono venuto a sapere che c'è in paese un bambino appena più grande che ne è entusiasta. Mattia fa tutte le mosse, salta sulla pancia della mamma con agilità, fa il conteggio e naturalmente vince. Il suo eroe sarebbe John Cena che si pronuncia Gionsina, o qualcosa del genere. Ho guardato per curiosità: preferisco Ben 10 che almeno quello ho capito come funziona, si trasforma in alieni adatti al pericolo che affronta. E poi c'è nonno Max che mi è simpatico anche se nella nuova serie credo sia sparito in un altro mondo.

lunedì 25 luglio 2011

circo

Mattia ha cambiato idea su quello che farà da grande: farà il circense. Il problema è che vuole che tutti quelli che gli girano intorno devono fare lo stesso, compreso suo padre (per non parlare della madre, della nonna, escluso lo zio Pépe che al massimo stacca i biglietti. Così ieri ha provato lo show con vari numeri acrobatici, di magia e di comicità. Così ha fatto numeri da giocoliere, tenendo ritte bottigliette di plastica in mano, salti, sparizione della mamma con riapparizione al limite del miracolo, con il numero forte dell'ula hop che lui riesce a tener su anche per due o tre minuti (ma davvero: lo dico perché a me riesce di fargli fare due o tre giri poi mi cade). Poi salti e danze. Sta studiando il numero del mangiafuoco mentre vuole ingaggiare la Sara per il numero dell'auto, lei che ha la Duetto, che consiste nel tirar fuori dal cofano ogni genere di cianfrusaglia. Alla fine di ogni numero fa l'inchino e pretende l'applauso. Poi abbiamo parlato: il nostro problema è trovare i fondi per l'acquisto di un grande tendone. Per gli animali intanto usiamo quelli di peluche, poi vedremo. C'è qualcuno che vende un tendone che ci stia in salotto?

domenica 24 luglio 2011

paure

All'improvviso mi accorgo che Mattia è maturato. Ti spiazza con ragionamenti logici che ti obbligano a non dire banalità perché lui te le ributta in faccia. Dovevo presentare un libro su Oriana Fallaci alla festa socialista regionale di Chiuduno. Mattia è voluto venire e ha fatto da mattatore, non mi ha ascoltato mentre parlavo, solo ieri mi ha chiesto, "ma cosa hai detto", era intento a tener banco tra i conoscenti e nuovi amici. Naturalmente ha vinto il premio alla lotteria, naturalmente perché il biglietto vincente glielo ha regalato lo "zio Baffo" e il premio glielo ha scelto la Presidente dell'Internazionale Socialista donne, insomma la "zia Pia". Questo fatto degli zii non è nuovo, anche noi da piccoli eravamo invitati a chiamare zii anche persone nemmeno lontanamente parenti, ma che bazzicavano la casa. Ieri giornata piovosa, Mattia ha voluto "rifare" da capo a piedi la casa della nonna, ha costruito le scale, ha "lisciato" le pareti e alla fine si è accorto che... mancava il tetto. E lì è partita la disquisizione sul tetto e sul cielo che i galli di Asterix temevano (unica paura) cadesse loro sulla testa. "Ma perché? E dopo gli è passata la paura?". No che non gli è passata, era l'unica che avevano. "Ma il cielo non cade sulla testa". Ma loro avevano paura che succedesse. Lì incautamente ho parlato di paure esistenziali e metaforiche, come quella della morte. "Ma io non ho paura della morte". Per forza, sei giovani, ma quasi tutti hanno paura della morte. "Io non avrò paura della morte nemmeno quando sarò grande". Va beh. Oggi sarebbe l'82° compleanno di suo nonno, morto in un incidente 40 anni fa. Lui ha commentato: "Ma è morto giovane". Un piccolo segno che comincia a scandire il tempo e valutarlo. O magari solo una valutazione di circostanza (che sarebbe dirompente, però, in un bambino).

venerdì 22 luglio 2011

le regole

Mattia sembra predisposto per ogni tipo di sport, tranne quelli che richiedono velocità. Va a giocare al minigolf e l'addetto mi dice che non ha mai visto uno così portato, "deve" fare il golfista. Va a giocare a tennis e, oltre a piazzarmi due diritti incrociati che non ho manco visto, si becca i complimenti di una signora che lo guarda e dice: "Mia figlia ha dieci anni, è andata a scuola di tennis ma il vostro bambino è un fenomeno". Ovviamente al confronto. ma sul campo di tennis si sono fatte le prove generali del classico conflitto generazionale, figli e padri, Mattia che vuole fare quello che vuole, compreso cambiare le regole. Il sottoscritto (che poi sono sovrascritto) che vuole che le regole siano rispettate, altrimenti... Altrimenti cosa, crolla il mondo conosciuto? Quindi l'ho redarguito piuttosto seccamente. Ieri sera, dopo un massacrante giro a portare locandine, al momento in cui me ne andavo, è sceso dalle scale a cercarmi. Mi ha abbracciato forte, gli veniva da piangere ma si tratteneva, guardava dall'altra parte. Gli ho detto che gli voglio bene. Non sapevo cosa dire d'altro, perché veniva da piangere anche a me.

giovedì 21 luglio 2011

circensi

Dove eravamo rimasti? Boh. Domenica pioveva e Mattia ed io siamo andati al cinema a vedere Cars2 non avendo visto Cars1 che supponiamo esista e finalmente ho capito cosa erano quegli album degli adesivi con tutte quelle macchinine. Mattia ha poi detto alla sua mamma che non vuole più andare col papà a vedere un film. Perché? "Perché mi stufa, mi chiede continuamente: ti piace, ti piace, ti piace?". In effetti partito il film l'ho visto un po' sconcertato, c'era scena apocalittica su delle piattaforme petrolifere con gli agenti segreti (macchinine animate) che fuggivano da agguati e sorveglianza. Poi si passa a una scena semiidilliaca con un vecchio e arrugginito carroattrezzi che accoglie un corridore suo amico e lì comincia apparentemente un'altra storia che naturalmente si intreccia poi con la prima, ma dopo un bel po', un film sui carburanti alternativi con un po' di sociologia, le auto vecchie che, proletarie, si ribellano comunque al progresso, una sorta di luddismo post industriale, alleandosi con il cattivo della storia che è una sorpresa. Avevo paura che Mattia non ci capisse niente, ecco perché. In realtà ha già messo Cars2 prima in classifica degli eventi dei suoi "cento giorni" di vacanza, seguito dal circo. L'altra sera però ha deciso che tutti noi dobbiamo mettere su un circo "e il papà fa il clown grande, io il clown piccolo", la mamma non ricordo cosa, Pepe il bigliettaio "perché non sa fare niente" e la nonna non mi ricordo. Insomma abbiamo un futuro imprenditoriale già abbozzato. Adesso non ci resta che comprare un tendone. Ah, vuole installarsi tutta l'estate sul piazzale del mercato di Sovere. Circensi sì ma non nomadi, Mattia ed io siamo stanziali per natura.

martedì 12 luglio 2011

con chi?

Mattia si fa raccontare cose che, dice, "non mi ricordo", come quando è nato e come, come quando l'ho portato sull'altare del Santuario pieno di polvere per i lavori. Ieri ha voluto che gli facessi vedere dove avevo messo la cesta sull'altare, con la Placidia (che non sta bene) che gli ha dato ancora le due mentine e col cavolo che lui ringrazia. "Mi ha messo dove, fammi vedere. Ma c'era la tovaglia? Ma c'erano anche le candele? E il microfono?". Non capisce quando gli dico che tutto era coperto col celophane perché stavano scoprendo affreschi che adesso sono visibili. Gli ho spiegato perché sono tutti "punteggiati", perché i muratori che volevano coprirli con la malta, per farla attaccare, facevano dei buchi negli affreschi. "E perché ci mettevano la malta?". Qui le versioni storiche sono diverse, forse la peste che imponeva misure illusorie di "bonifica" non volendo pensare che non piacessero a nessuno quei dipinti... "Raccontami la storia di quel quadro". Guardo in su e vedo, come cavolo si chiama?, quello della mascella d'asino, dai... Non mi viene in mente. Fortuna vuole che il quadro indicato sia quello dell'adorazione dei magi e non quello dietro della mascella d'asino, che sarebbe più avventuroso, così ho il tempo di andare a rileggerlo, intanto vai con Gaspare, Melchiorre e Baldassarre che poi non so quale sia uno e quale l'altro e indico a caso. Don Fiorenzo ha messo un gioco nuovo nel prato dietro e Mattia così ha modo di andare in altalena chiudendo gli occhi e immaginandosi le sue battaglie. Con chi non saprei, Come non ho ancora scoperto con chi parla la sera sul terrazzo, prima di andare a dormire. Parla con le stelle (ieri sera c'era la luna) o con chi?

domenica 10 luglio 2011

mezza luna

Ieri gita turistica in Gaver, che è una piana sotto il Passo di Crocedomini. Mattia poco interessato al paesaggio, di più agli animali, ormai ha un rapporto di approccio immediato con tutti i cani che incontra. Una faticaccia boia per arrivare, mangiato in un ristorante defilatissimo, poi esplorato torrente con scoperta di una... tenda indiana, che poi era un manufatto in ricordo di un bambino morto nel 1960 proprio lì, in riva al torrente. Al ritorno Mattia si è addormentato. Lui viaggia con la fantasia, "non ha bisogno" di visitare il mondo, ce l'ha già dentro. L'altra sera, tornando dal circo, mi ha detto che la sera lui esce sul terrazzo a guardare le stelle, "stasera ce ne sono poche" (era nuvoloso) e poi ha voluto che gli spiegassi perché la luna a volte c'è e a volte non c'è, a volte è mezza eccetera. Ho rimandato ad oggi che è pur sempre un altro giorno.

venerdì 8 luglio 2011

domani e dopodomani

Sostiene Mattia che oggi è domani e domani è dopodomani. Quando si dice anticipare i tempi. Oggi avevamo previsto un picnic e Mattia stamattina pretendeva il mantenimento del programma, nonostante il diluvio di ieri sera. Come facciamo a sederci sul prato se è bagnato? "Lo so, me l'hai detto anche ieri sera, ma hai detto domani andiamo al picnic...". Ho detto dopodomani. E qui è cominciata la tiritera dell'oggi, domani e dopodomani. L'altra sera era tardi, cominciava un film in Tv. L'inizio era di un tizio che entra in una sauna o vasca termale. Ormai non potendo cambiare canale, perché Mattia era attratto dalla scena, gli ho anticipato l'esito. Adesso uccide uno che sta nella vasca. Infatti. Lui ha visto e ha commentato: "I film cominciano sempre cattivi e finiscono sempre buoni". Analisi che mi ha davvero lasciato lì secco, ha capito come sono strutturati i film, la storia del lieto fine fine a se stesso... Gli ho detto, bravo, chi te lo ha detto? Lui mi ha guardato e si è degnato di rispondere: "Lo sapevo già". Capito, conoscenza congenita!

mercoledì 6 luglio 2011

panini

Mattia sta preparando panini (virtuali) per l'annunciato picnic in una valle di cui non conosco il nome, nel bresciano, annunciato da sua madre. al telefono stamattina, nell'evidenza di essere stato per l'ennesima volta "abbandonato" dai genitori che devono lavorare, mi ha spiegato come si fanno i panini, "si prende il pane ci si mette sopra lo stracchino, ci si mette sopra ancora il pane e poi il prosciutto". Ma come, il prosciutto sopra il pane? "Tu vedrai che sono buoni". Certo, sono già pronto a mangiarli. "Sì ma non tutti, dobbiamo mangiarli anche io e anche la mamma". E' preoccupato, non ci sono più i padri di una volta che si toglievano il pane di bocca, la lotta per la sopravvivenza è arrivata al punto in cui i padri rischiano, come i comunisti d'antan, di mangiarsi anche i loro bambini. Oh, la fame è fame...

martedì 5 luglio 2011

bisonti

Siamo stati al santuario per fare le foto ai ragazzi del Cre di Fonteno, un paese abbastanza vicino che dà sul lago. Mattia mi faceva da assistente. Abbiamo visitato anche il nostro canale che purtroppo non abbiamo più tenuto, la manutenzione è essenziale, la deviazione è consolidata ma il letto del nostro canale andrebbe ripulito. Non l'abbiamo più visitato da che ci ha detto un signore che abita in una cascina vicina che aveva sorpreso una vipera che era scesa (da dove?) a bere proprio nel ruscello. Abbiamo fatto il fotone di gruppo poi ci siamo seduti ad aspettare perché uno degli educatori ha chiesto di poter scrivere direttamente lui il piccolo articolo di presentazione. Quindi abbiamo aspettato e assistito ai vari giochi, tiro a canestro a squadre (senza pallone, palline di carta dentro un vaso) e soprattutto tiro alla fune. Questo è il tempo in cui Mattia vuol giocare: il gioco preferito è quello degli indiani, lui fa il cowboy e io l'indiano con arco e frecce. Solo che lui si è inventato una corazza invisibile, badando a proteggersi anche il famoso tallone d'Achille (sa tutto il mito) e praticamente non muore mai, mentre io sarei obbligato a morire "perché gli indiani sono cattivi". Allora non ci ho più visto e gli ho propinato la storia politicamente corretta del far west, dei bisonti ecc. Ed è finita che lui va a caccia di un bisonte, uno solo (perché la filosofia indiana è quella di prendere solo quello di cui si ha bisogno), lo porta a un cuoco immaginario e, tralasciando accuratamente le corna (perché sono dure) e la coda ("perché nasconde dove esce la cacca e quindi puzza") lo mangiamo tutto in giardino. Volete mettere la scorpacciata. Buffalo Bill ci fa un baffo.

giovedì 30 giugno 2011

cento

L'asilo è finito. Ci è andato, per l'ultimo giorno prima dei "cento giorni di vacanza" (arrotondamento in eccesso tutto suo) con la maglia di Milito, per far piacere alla maestra Emi, moglie del primo tifoso interista di Sovere, capo di un club. Infatti ha ricevuto i complimenti ma ha sospettato che alla maestra Michela (che è la direttrice, "le altre maestre sono vicemaestre" dice Mattia) non sia piaciuta del tutto. ma oggi menu speciale, con finale di anguria, che a Mattia piace moltissimo. Questo pomeriggio ha poi detto le sue preferenze e "voglio invitare la maestra Michela a dormire da noi", che per lui è il massimo, dormire insieme (che poi per un maschio è una preferenza già orientativamente naturale). E poi si è già virtualmente annoiato, anche perché la nonna oggi non stava tanto bene e quindi lui, restato a casa, non sapeva con chi giocare (la nonna ultimamente ha dovuto sottoporsi a test sportivi di non poco conto). Il primo mezzo giorno di vacanza è passato. "Ne restano 99" ha calcolato Mattia. Che vuol dire che fare una sottrazione. "Perché, 99 viene prima di 100, no?". Certo, certo. Solo che i giorni di vacanza saranno un po'0 di meno. ma confido nella confusione del numeri primi.

mercoledì 29 giugno 2011

chi non lavora

Mattia ieri, dopo l'asilo, ha avuto un attacco di febbre fino a quota 39. Non ha perso lucidità, si è immedesimato nella parte del malato non immaginario e si è messo sul divano, facendo considerazioni sul "colpo di calore" che è diverso dal "colpo di sole" come gli spiegavo e lui memorizzava, "ma adesso la testa qui davanti non mi fa più male". Stamattina è voluto salire a Clusone in redazione dove la Checa sta facendo lo stage concordato con la sua scuola. Bilancio? Mattia che sintetizza: "Credevo di venire a Clusone a lavorare, invece se il Diego dorme, mi è toccato far giocare tutta mattina la Checa". Il Diego è il suo bersaglio preferito, gli dà del ciccione e dice che non fa niente. In effetti sono stati qui, la Checa e Mattia, a giocare a non so che cosa con la scatola del 100 giochi virtuali. Adesso è a casa ma vorrebbe giocare a tennis, ma con chi, anche il gioco che passa la Tv non riesce ad aprirlo. E aspetta me per attivarlo. Domani sarebbe l'ultimo giorno di asilo e ci sarebbe anche una festa. Lui vorrebbe portare un regalo a tutte le maestre, alla Michela vorrebbe portare una collana e voleva partire per Caorle oggi pomeriggio per comprarla, alla Emi vorrebbe portare il gagliardetto dell'Inter perché è tifosa, alla Roberta, che è poi la sua maestra... "niente perché il regalo gliel'ho già portato dal mare". Ci sarebbe l'Alessia, ma non l'ha citata. Amen.

sabato 25 giugno 2011

abbastanza

Il mio bambino mi sa che sarà logorroico. lasciamo stare la tendenza al comando, su asse ereditario diretto (l'altra sera alle prove della Banda, si è messo a far andare le mani e dirigere, con divertimento orchestrale...) ma due episodi inducono a qualche preoccupazione. Tre giorni fa arriva a casa e racconta di Sofia. "Io stavo parlando, mi volto e non c'è più. Hai capito? Era andata via mentre parlavo". Mattia ci era rimasto male. Avevo pensato che in fondo Sofia poteva essere andata via per motivi impellenti, già io sono villano a sufficienza per abbandonare un colloquio senza dire nulla, questa Sofia la capivo benissimo, soprattutto se si trattava di un... monologo. Ma il fatto si è ripetuto il giorno dopo, questa volta con Yuri, che a vista non mi sembra uno tanto predisposto a lunghi discorsi. Tutto è cominciato con Yuri che ha mostrato a Mattia la sua ferita di guerra al braccio. A Mattia non è parso vero far vedere la sua ferita al ginocchio. (Parentesi: volendo Mattia far vedere la sua ferita anche in futuro ha detto a sua madre di... fotografarla!). Dai rispettivi racconti mi sembra di aver capito che mentre quello di Yuri si è concluso con poche parole, insomma ha sbattuto e basta, quello di Mattia si è trasformato in epopea. A un certo punto Yuri se n'eè andato lasciando Mattia per la seconda volta a parlarsi da solo. Siccome anche a casa e in giro, quando comincia un discorso, non la finisce più, mi sa che avrà problemi di relazione, nel senso che stronca i suoi interlocutori. E così ieri gli ho chiesto: hai parlato con qualcuno oggi? "Sì, con Manuel". E ti ha ascoltato? "Sì, abbastanza". Ora, lo confesso, non ho osato chiedere di quantificare quell'abbastanza.

giovedì 23 giugno 2011

sfondo azzurro

Mattia cinque giorni all'alba delle vacanze dei cento giorni, come dice lui. In realtà saranno meno, ma vuoi mettere la cifra tonda che dà una sensazione del tempo dilatato all'infinito? All'asilo sono rimasti meno, gioca e disegna. ha portato a casa vecchi lavori. In uno, a "tema libero" ha disegnato una specie di massa muraria verticale, con un'appendice davanti che vorrebbe dire Santuario, disegnata in oro, il suo colore preferito. Poi ha disegnato due personaggi, uno con un vestito nero e gambe lunghe, il "papà", uno più basso con una maglia rossa e anche qui due gambe lunghe e sopra c'è scritto "io". Sfondo azzurro, erba verdina al piano. L'ho appeso qui in redazione, io e lui a giocare sul prato del santuario. Ogni volta che gli regalano un libro da comporre e colorare lo finisce in poche ore. Abbiamo letto un altro capitolo de "Il piccolo alpino" ma siccome era quello in cui a Giacomino (la parola l'ha riconosciuta in tutte le pagine, come "Alpino") viene annunciato dal maggiore Lupo che suo padre è morto e sua madre è grave in una clinica svizzera. Mattia ha detto "basta". Ha voluto giocare ad altro.

venerdì 17 giugno 2011

il riso della maestra

Mattia solitamente, appena fuori dal perimetro di sua competenza che segna idealmente (come fanno i cani, gli ho spiegato) è un bambino educato. All'asilo in questi giorni non si fa attività didattica, praticamente lo mandiamo per socializzare, fare amicizia, ne ha bisogno, perché non mi diventi un lupo solitario e fatichi poi in seguito ad allacciare relazioni. Solo che gli mancano, dice, i suoi due amici, veramente una è una bambina. Così deve "socializzare" con bambini di altre classi, che non ha mai conosciuto se non di vista. E' successo che ha raccontato com'è andata con una bambina dei "grandi". E' arrivato nel salone, ha visto un triciclo libero e si è avvicinato, l'ha preso e quella bambina (è alta) gli ha detto che l'aveva già prenotato lei. "Allora ho brontolato, ma forte, lei mi ha spinto e allora io le ho detto di prenderlo che tanto è brutta". La maestra (non la sua) "ha riso" (citazione biblica "Perché Sara ha riso?") e ha detto: "Tu sì che sai già come offendere le donne". La cosa si è conclusa così. Ieri invece ha perso a bandierina, non è mai riuscito a beccare il fazzoletto e non ha mai raggiunta Clara. Perché? "Io correvo, guarda come corro forte". In effetti è abbastanza veloce ma si vede che la bambina è sgamata e l'ha evitato a zig zag. Ho provato a indagare in tal senso, ma poi ho mollato la presa. Oggi lavori alla casetta con lo zio Pepe. Poi abbiamo assaggiato dall'albero le amarene dello zio Mario, la prima era piuttosto acida e rifiutava l'ostacolo, poi ha assaggiato quelle che gli ho dato io (mature) e allora ha convenuto che era "buone".
Ieri sera è andato a letto tardi perché sua madre è uscita a mangiare la pizza. Lui l'ha aspettata sul divano fino alle 10.30 e quando è arrivata non le ha rivolto la parola, offesissimo. Così impara.

sabato 11 giugno 2011

iniziazioni

A casa per l'attacco del virus (stabilito che dell'onnipresente virus di tratta, che ha falcidiato l'asilo) Mattia non demorde. Un fatto e delle parole le novità. Il fatto: va giù in garage e, perso per perso, traffica sulla sua bicicletta, stacca le rotelle (svitate da solo), sale e via, una trentina di giri nel garage con caschetto ma senza cascate. Ha fatto tutto da solo, una decisione drastica. Ora stavo pensando a quando la Luigia, che c'è ancora, è viva e vegeta anche se avrà i suoi anni anche lei, mi ha portato nel campo sportivo di Tavernola con una bicicletta che era una roba a metà statura, pesante, fornita da Paris che non so se faceva il meccanico ma era all'inizio di Via Pero e l'aveva fornita lui, e poi insomma vado, mai avuto rotelline, o la va o la spacca e a un certo punto mi volto e la Luigia non mi tiene più, sto andando da solo. E poi ho spiccato il volo giù per Via Valle, sterrata, passo sulla provinciale asfaltata di recente, pochi camion, risalgo sul piazza di sopra (a Tavernola è una strada parallela alla provinciale sul lungolago) e... infilo la ruota tra le gambe di una signora che non avevo visto e quella è lì davanti seduta per terra che urla minacciandomi, "lo dico a tuo zio". Oh, mio zio era il parroco... Ecco molto ma molto meno traumatica l'iniziazione di Mattia giù nel garage. Il quale Mattia, debilitato dalla dissenteria, ieri sera ha sentenziato: "Non ero così stanco nemmeno quando sono nato". Che è una notizia, non lo sapevamo che era nato stanco, non lo aveva mai dato a vedere e dal moto continuo da cui è sempre preso non sembrerebbe proprio.

giovedì 9 giugno 2011

gita

Gita scolastica. La prima uscita solitaria (si fa per dire), il primo tentativo di volo singolo fuori dal nido. Con la "corriera". Mattia non l'avevo iscritto alla gita nel bosco incantato di Gavardo. Succede che martedì pomeriggio mette giù il muso. Gli si strappa la confessione: all'asilo hanno parlato molto di gnomi e fate più o meno turchine che si incontrano in quel bosco. E lui non può andarci. Va bene, non l'avevo iscritto pensando proprio non volesse lui (infatti non voleva). Frenetici preparativi e comunicazione mattutina del cambio di parere, la direttrice Michela disponibile e via, Mattia parte. Torna nel tardo pomeriggio con un cappuccio rosso e un ragno disegnato sulla guancia. E' contento, anche se dice che hanno mangiato solo pane e salame, che naturalmente non è vero, ma la sua memoria si aggiusta a seconda delle convenienze. Questa notte però vomito forte, forse ha preso freddo e così salta un giorno di asilo, lui che era già pronto, si era rimesso il cappuccio rosso a cono per andare probabilmente a ritrovare gli amici. Il primo volo è andato bene. Gli ho chiesto: era al finestrino? "Sì". E cosa hai visto? "Non lo so perché guardavo la televisione". La televisione? "Sì, sul pullman c'era la televisione e davano i cartoni. Ah. Niente visioni dal finestrino, la curiosità del mondo che già Celentano cantava la meraviglia: "quando andavo in tram mi piaceva restare sempre in piedi, sul seggiolino... era come vedere un bel film, tutto a colori di fronte a me, prati verdi...". Domani torna all'asilo.

domenica 5 giugno 2011

parabola

Lo so, lo so, dovrei tenere aggiornato il blog. Poi rimando, corro, dimentico, rimando ancora. L'ultima di Mattia è che ieri pomeriggio c'è stata la festa di fine anno all'asilo. Non che non ci vada, anzi, da domani e per tutto giugno ci va ancora. Ma quella di ieri era la fine dell'anno scolastico vero e proprio, con la consegna dei diplomi e delle pagelle. A Mattia è stato consegnato un diploma in cui c'è scritto "Sei grande", nel senso che l'anno prossimo va nei grandi. Ai bambini che vanno alle elementari è stata riservata la consegna di bellissimi diplomi, tutti vestiti in costume come nei campus americani, con tanto di feluca all'americana, stupenda, si vantavano. Poi canti e festa dei genitori nel cortile delle suore, con il presidente dell'Asilo che ha rivelato che hanno avuto tagli dal Governo (per l'asilo di Sovere pari a 25 mila euro)... ma come, non era il governo della salvaguardia della scuola paritaria cattolica ecc. Tutto benissimo. Solo che Mattia è entrato in crisi di legittima distribuzione dei meriti. "Forse non vado in un asilo che ha promosso anche Pietro, che ne combina di tutti i colori". E d'improvviso capisco che il fatto di proporre comunque un traguardo, allenamento al "giudizio" ricorrente delle vita, si trasforma da subito in raffronti e competizioni. E adesso via alla spiegazione con la parabola del padrone della vigna. Lo farò oggi o domani, devo trovare il tempo. Ah non la sapete? Andate a rileggervela. Dove, va beh, adesso ve la cerco, Matteo 20, 1-16 che viene chiamata "Parabola degli operai" almeno nel testo della Bibbia edizione Paoline che ho io, datata... 1968.

domenica 29 maggio 2011

cerco di qua... cosa sarà?



Siamo tornati. Dal mare di Caorle, bellissimo, in cui il sottoscritto ha sfidato le ondate di venerdì col mare mosso (eufemismo). Mattia è entrato in mare solo fino al ginocchio ma si è divertito, abbiamo costruito due piste per il Giro d'Italia con tanto di galleria (una mia specialità) poi abbiamo seguito una gara di una classe (prima superiore) austriaca che ha realizzato vere opere d'arte, un cartello con due fossati, torri e cunicoli (la prima scelta di Mattia nel concorso), una tartaruga gigantesca con corazza di conchiglie e altri. Mattia ha la propensione a correre in soccorso dei venditori di spiaggia, vuole comprare tutto, dall'aquilone pipistrello e un bongo (molto bello e costoso), catenine da polso, voleva comprare anche un... ombrello, con il sole che c'era, ha giocato a bocce, a... flipper, a ping pong, ogni sera ha passato in rassegna tutti i giochi da spiaggia per un chilometro. E poi ha composto una poesia: "Cerco di qua, cerco di là, cosa sarà?" e vuole che la riportiamo sul blog ("Cos'è il blog?"), insomma che la scriviamo da qualche parte. E poi i tedeschi che lui si è ostinato per qualche giorno a chiamare "francesi", quella lingua incomprensibile. Una sera vedo una coppia anziana di tedeschi che guardano una partita di calcio in Tv, chiedo di che partita si tratti. Il signore mi risponde: "No comprendo". E' diventato il nostro tormentone, "no comprendo" di qua e di là. Ci siamo poi spiegati a gesti, era l'equivalente della nostra Coppa Italia. Una sera sto guardando il TG 7, quello di Mentana. I due tedeschi guardano Berlusconi che appare in tutte le salse. Il signore mi guarda e prende coraggio e fa segno che è matto. Mi vergogno un po' da italiano ma capisco cosa pensano del nostro primo ministro. A Mattia racconto favole e balle, come quella che "mi sono spinto tanto in là nel mare che mi hanno chiesto il passaporto". Lunghe spiegazioni su Italia e Croazia e frontiere e passaporti ecc. Una settimana al mare. Mattia stamattina si è alzato pronto a ripartire. Per dove? "Per il mare, no?". Ah.

venerdì 20 maggio 2011

mare

Varicella, scarlattina e... i soliti pidocchi. L'asilo è la culla di tutti i virus. Domani mattina dobbiamo partire per una settimana al mare di Caorle, adesso vediamo se Mattia ha incubato il virus. Oggi quindi niente asilo, per precauzione. La maestra dice che ha la passione del canto, a me sembra non azzecchi ancora la melodia, a lui piacciono le canzoni, ma per la recita di fine anno si è messo in testa di cantare una canzone e allora gli sto insegnando "Maramao perché sei morto" che secondo alcune versioni poteva avere anche una valenza antiregime (fascista) al tempo dei tempi e non si sa mai per questi che corrono. Finita da noi la sbornia elettorale. Avevamo fatto dei bigliettini con le previsioni, qui in redazione, ne ho azzeccate sei su undici, non è un granché ma a pari merito (col grafico) sono stato comunque il migliore. Ieri pomeriggio Mattia ha voluto partecipare alla preparazione delle valigie, ne ha una per conto suo, la mia roba è un decimo della sua. La pediatra dice che deve stare vicino all'acqua, anche se non vuole entrarci, vale più di decine di aerosol per il suo perenne raffreddore (sudate e asciugate alternate). Lui voleva già partire ieri. Vuol portare a casa, l'ha promesso, alla nonna un secchio di acqua di mare, già salata, pronta per fare la pastasciutta, basta scaldarla.

lunedì 16 maggio 2011

battello

Ieri gita in battello, vento fortissimo, Mattia e la sua otite appena curata in serio pericolo, ma curiosissimo delle grandi onde. Lago mosso per il vento de L'Ora che tirava forte. Il battello gratis per la festa delle due Sante. Come quali Sante, Gerosa e Capitanio no, che quando le hanno fatte Sante (nel 1950, avevo cinque anni) venirono tutti sul barcone da Tavernola e al ritorno ci fu il temporalone che mise in crisi fedi e speranze e a Portirone sbarcarono un po' spaventati, non rischiando di arrivare fino a Tavernola perché il barcone della sabbia sembrava sul punto di affondare con su mezza Tavernola reduce dal pellegrinaggio. Cose vecchie che incuriosiscono Mattia. Questa volta ci siamo salvati anche a grazie a Tea da una lavata apocalittica. Infatti ci eravamo sistemati a prua, sui seggiolini, con l'aria in faccia, per vedere meglio, vantandoci di sfidare la natura. Tea ha insistito che rientrassimo. Va bene, va bene, abbiamo detto con aria di sufficienza. Cinque minuti dopo un'ondata ha spazzato il ponte bagnando i due o tre che erano restati fuori. Il battello ha fatto il giro di mezzo lago, quando è apparsa Montisola gliel'ho indicata, lì torneremo per la nostra belle a breve estate.

domenica 15 maggio 2011

al circo

Ieri pomeriggio siamo andati, noi due soli al Circo. Soli abbiamo temuto di esserlo davvero, tra il pubblico, fino all'ultimo minuto. Poi il pubblico è arrivato a 53 componenti (li ho contati, è una mia mania per valutare incassi e successi delle manifestazioni). Mattia si è divertito tantissimo. Ad un certo punto è salito sulla sedia e rideva fragorosamente per le scenette comiche, quella della radio a tutto volume che uno fracassa e quella suona anche nel bidone, quella del sacchetto vuoto che raccoglie un oggetto fantasma che cade dall'alto, quella soprattutto dell'auto che va a pezzi e nel motore c'è di tutto, perfino i panni stesi. Poi gli animali, con il grande "watusso africano" una sorta di bue con due corna lunghissime, passerella e nient'altro, i cavalli, le anatre spacciate per due "animali feroci", i lama con la paura che sputino addosso e poi l'uomo mascherato e due momenti di magia di buona scuola. Non cito i serpenti perché anche a Mattia non piacciono. Devo dire che questo piccolo circo è di buona qualità, senza pretese ma (ne ho parlato con uno dei due "pagliacci") la gente va al circo per ridere e se Mattia ha riso (ma davvero) tantissimo i soldi sono ben spesi. Mattia ha saputo che questo circo verrà anche a Rovetta e Castione. Vuole tornarci. Ah, naturalmente abbiamo mangiato popcorn, altrimenti che spettacolo sarebbe?

mercoledì 11 maggio 2011

diplomazia

Minaccia di diventare un "caso internazionale". Non ho ancora contattato il ministro degli Esteri Frattini, anche perché ho scarsa fiducia che possa risolvere qualcosa, vista il casino libico. Fatto sta che Mattia, scalvino di razza, ieri ha accompagnato una bambina ecuadoregna su per le salite del Santuario. "Ho dovuto tirarla tre volte. Le ho spiegato il convento dei frati dove c'era lo zio Gianni (è vero, era il superiore del convento - n.d.r.) poi le ho fatto vedere il garage aperto solo due volte, dove abita quello che suona il bassotuba, poi all'Angelone le ho fatto fare il segno della croce, le ho spiegato tutto quello che mi ha raccontato il papà sul sepolcro dove giochiamo a nascondino, poi in chiesa le ho detto che non ci sono i quadri di Celsi...". La bambina si chiama Kristel, è una bambina allegra, sorride sempre. "Mi piace perché mi ascolta". Deve averle dato una solfa per tutta la salita, tenendola per mano. Poi è passata davanti alla casa dove la bambina abita e sua mamma è uscita e l'ha portata un momento in casa. "Pensavo che fosse stanca invece ha cambiato solo la maglietta". Gli scalvini hanno fatto battaglie secolari (sei secoli filati) con i vicini di Borno. Hanno fatto battaglie per restare indipendenti con la loro comunità montana. Se si devono intrattenere rapporti internazionali bisogna fare verifiche, non si fa così. Adesso devo prendere Mattia da parte e renderlo consapevole che non è che uno possa bypassare la diplomazia di valle. Cosa sappiamo dell'Ecuador' Non so nemmeno come si scrive esattamente. Certe cose non si improvvisano, dai. E se poi uno deve "tirarla tre volte" non è un buon inizio.

martedì 10 maggio 2011

altra festa

Oggi grande giornata per Mattia. partenza per l'asilo ma grembiulino lasciato alla mamma e poi via alla camminata verso il santuario con le maestre per una giornata... in quota. Genitori ammessi solo nel pomeriggio. Mattia allenatissimo nei giorni precedenti, con puntata processionale ai "Mortini", figurarsi, uno scherzo per uno che si sveglia la mattina dopo (dopo i Mortini) e dichiara e sentenzia: "Ho la concretezza di essere un atleta, non mi fanno male le giunture". Cosa dire, uno pensa che prenda erbe magiche di nascosto. A un quarto alle due arrivo perché i genitori sono ammessi dalle due pomeridiane. C'è un solo padre, il sottoscritto che potrebbe fare funzioni anche di nonno. Poi arrivano fortunatamente anche altri padri e nonni, totale di 13 alla fine (su 72, detratti gli abbandonati sulla posta della chiesa (si fa per dire) insomma quelli senza genitori presenti (4 o 5) e gli assenti (facciamo anche qui 5 o 6) insomma la percentuale maschile impegnata sul lavoro è quella di sempre. Le mamme sono quindi una schiacciante maggioranza. Mattia mi si attacca addosso. Facciamo un grande cerchio, i bambini cantano una canzone che non ho afferrato, poi una visita in chiesa con altra canzone e infine merenda all'aperto. Mattia è stato il penultimo ad abbandonare il prato, se n'erano andati tutti, si è messo a giocare con un altro bambino, era felice. E io con lui. Ah, a lavorare è restata la mamma, un po' di pari opportunità non guastano, le feste a noi maschi e il lavoro alle donne...

venerdì 6 maggio 2011

festa

Mattia stamattina si è alzato rassegnato, c'era di nuovo l'asilo. Perché ieri era la festa del Santuario della Madonna della Torre e Sovere faceva festa, quindi niente asilo. Ha passato la giornata praticamente tutta al Santuario tra bancarelle e gente, ha comprato le freccette e adesso è impegnato a insegnare alla nonna come si fa a centrare il bollino rosso dei dieci punti (l'ha centrato, una volta, ma l'ha centrato). Poco interessato alla Messa, ha comunque apprezzato il "cappello" del Vescovo emerito di Mantova, la mitria, da non confondere col mitra (risata). Ho spiegato allo zio Mario cosa voleva dire "emerito", da non confondere con "eremita". Mattia ha fatto da Cicerone secondo alla visita di Paolo il grafico al santuario, mi tirava la giacca suggerendomi di fargli vedere delle cose che io ignoravo nell'illustrazione della storia del santuario, il più antico della bergamasca. Poi ha voluto una pizza e l'ha divorata per il divertimento delle donne che stavano lì intorno che poi naturalmente sulla pizza mangiata, divorata, da Mattia si sono divertite un sacco. Grande festa.

martedì 3 maggio 2011

più avanti

Mattia si è riconciliato con il Santuario. Si è divertito tantissimo domenica, non tanto alla Messa, in cui è stato corretto quanto basta (complimenti vivissimi dalle pie donne) ma poi sul prato, giocando al pallone tra la ressa, con gli acquisti alle bancarelle: "Il mio sogno è sempre stato quello di avere il pallone di Ben 10". Quel sogno vecchissimo è stato finalmente coronato, evidentemente tardissimo per la lunghissima attesa di anni che per lui valgono decenni. E' diventato bravissimo a comporre i puzzle e con l'asilo si è un po' riconciliato, anche se la maestra Roberta dice che risponde quasi sempre No, come è suo costume da autodidatta per vocazione, non per scelta. Comunque la maestra dice che è "più avanti" della sua età, parla correttamente e si impegna, salvo poi il rifiuto di ogni tipo di imposizione, insomma è un testone.

sabato 23 aprile 2011

messa secca

Io e Mattia siamo andati ad assistere alla "messa secca" quella del venerdì santo. Erano anni che non tornavo per questa occasione. Ho avuto un po' di delusione rispetto alla cerimonia del vecchio rito romano. Certo, non c'era più la preghiera "et pro perfidis Judeis" ma la nuova formula in Italiano, più soft anche se non gradita. Il Passio recitato e l'unico momento, quello del "lumen Christi" con lo scoprimento della croce risalendo la navata della Chiesa. Gli altari spogli certo. Don Fiorenzo ci ha permesso di vedere il "sepolcro" posizionato non in un altare laterale, ma nella chiesetta della Confraternita del SS: Sacramento, quella che sulla facciata riporta l'ammonimento, "Hodie mihi, cras tibi", oggi a me, domani a te, nel senso dell'epilogo della morte. Mattia era incuriosito, è stato attentissimo a tutto, ha voluto sapere tutto, ma al momento che ci si è messi in fila per andare a baciare la croce si vergognava un po' ma poi è andato su. Un crocifissi modesto, niente a che vedete con la grande croce di Tavernola che dominava la navata. O forse ero piccolo io e vedevo tutto grande. La liturgia è rappresentazione, lo dice la parola, quindi teatro. Mattia però non tollera che sia morto, vuole subito arrivare alla resurrezione che gli pare cosa straordinaria, come i suoi supereroi che non muoiono mai. Si è divertito un mondo, con grandi risatine, al fatto che Pietro abbia mozzato l'orecchio a Malco, nell'orto degli ulivi. Insomma, è un sanguinario con l'esigenza del lieto fine.

giovedì 21 aprile 2011

foto vecchie

Mattia è stato qui tutto il pomeriggio, si è rifatto ai suoi punti di riferimento. Ha scritto in stampatello, ha scritto con le minuscole, cosa nuova, ha scritto al computer. Poi ha visto vecchie puntate di Zorro, ha giocato a pallavolo con me e poi ha voluto che gli leggessi pagine intere (quasi 10) de "Il piccolo alpino". Le altre volte la storia la raccontavo sfogliando le pagine, inventando anche perché non è che me la ricordo, ricordo solo che da piccolo la storia di questo bambino che perde i genitori nella bufera di neve e passa attraverso la guerra, vestito da alpino, ma ancora bambino, mi era piaciuta tantissimo. E l'avevo letta, quindi sapevo già leggere. Mio zio Don Pierì mi aveva dato il libro, lui che aveva fatto la grande guerra con i Lupi di Toscana, si trascinava una gamba nera dal ginocchio in giù con le schegge di una granata ancora nella carne, doveva fare bagni caldi perché gli doleva... La guerra. Ieri sera ero a Vigano a presentare un libro di uno scrittore milanese sui fatti della fascia adriatica nell'ultima guerra, l'esodo biblico di 300 mila persone dalle zone di Fiume e dintorni verso l'Italia, col risultato di sentirsi dare del fascista, ma poi anche le atrocità commesse dai nostri soldati, milizia ed esercito e la ritorsione delle foibe. Non la sapevo per niente, o per poco, questa storia. La guerra. Siamo in guerra ma non lo siamo, adesso, con la Libia. Meglio un racconto a salve. il bene e il male. Non se bene se rimane qualcosa. A me era rimasto. Poi si è scatenato sulle foto vecchie, non mi riconosce da giovane, non ci crede che ero io, che insegnavo, che insomma sono stato giovane. Ci crede invece alle foto di quando ero bambino. Ci dev'essere una risposta su questo credere e non credere a seconda dell'età. Per ora non la conosco.

mercoledì 20 aprile 2011

passione

La domenica delle Palme Mattia ha preso il suo ramo (altro che ramoscello) d'ulivo, un po' secco ma fa niente, orgoglioso, e l'ha portato in giro, anche in chiesa. Al momento del Passio, gli ho raccontato a bassa voce la storia della Passione, perché dal microfono non si sentiva bene e soprattutto leggevano le parti due donne (oltre al parroco) e non si capiva cosa dicevano. Sono contrario alla voce delle donne al microfono, o sono difettosi quelli di Sovere o proprio è la voce femminile che non dà il senso della tragedia. Mattia ha ascoltato la storia che gli raccontavo e poi ha detto: "Ma la sapevo già". Chi te l'ha raccontata? ho chiesto. E Lui. "Tu, un altro giorno". E lì ho capito che ho perso i colpi. Sono davvero vecchio.

sabato 16 aprile 2011

i cinque sensi

Fatto il record di presenze consecutive all'asilo (4 settimane filate) al sabato mattino, tramite sbalzo di temperatura, patapamfete, ecco tosse e un raffreddore boia che, visto il suo rifiuto a fare aerosol e inalazioni o prendere sciroppi, finirà per trasformarsi in otite. C'è stato un risvolto. Ha portato a casa i suoi "lavoretti". Trattasi di cicli di argomenti, che partono in genere da una favola e poi insegna cose attraverso un percorso anche a piccoli quiz o giochetti. L'ultimo era sui 5 sensi. Che Mattia ha elencato a voce senza battere ciglio, quasi come la decina in inglese che io non riesco proprio a mandare a memoria e lui si diverte a recitare sempre più velocemente. Poi, andando a vedere il "percorso" ho trovato due fogli in cui c'è scritto dalla maestra Roberta "incompleto". Gli ho chiesto perché ma lui è stato sul vago. Ma a sua madre ha confessato che si è rifiutato di finirli, perché la maestra glielo ha imposto. Infatti lì sui due piedi ha collegato il disegno degli odori col naso, dei sapori con la bocca ecc. (c'era appena una riga da tracciare). E' un testone, capita anche con me, se gli dico un po' rudemente di fare una cosa col cavolo, si impunta, se glielo chiedo con gentilezza la fa. Poi vuole essere un autodidatta a tutto tondo. Sta a guardare cosa fai e poi te lo ritrovi che fa un diritto tennistico che non ti aspetti o calcia al volo il pallone o scrive Mattia e Mamma velocemente. Ma guai a dirgli che deve andare a scuola per imparare. "Imparare per esempio che due più due fa quattro?". Un po' sorpreso, gli dico, "anche, ma ci sono altre cose...". "Che cinque più cinque fa dieci?". Allora mi sono infastidito e gli ho chiesto, va beh, allora dimmi cosa resta se faccio 10 meno 5. Lui si è guardato le mani e mi ha fregato. "Fa 5". Allora ero al limite dell'irritazione e gli ho detto. quanto fa 10 meno 4. Si è guardato le dita e ha detto. "Fa 6". Mi sono ricordato che anche noi alle elementari contavamo sulla punta delle dita. Del resto, tornando ai sensi, che senso ha avere le dita se poi non le usi per contare?

giovedì 14 aprile 2011

Papa e papà

Forse siamo al record. Negativo per questo blog che tra un impegno e l'altro fatico ad aggiornare, anche quando ne avrei voglia. Poi mi dimentico le frasi celebri, le uscite estemporanee di Mattia che matura ogni giorno, è appassionato ai suoi lavoretti, scrive il suo nome e anche "mamma" mentre è stato complicato fargli capire la differenza che fa un accento sulla a. E' capitato con "papà" che senza accento fa "Papa" (lo scrivo con la maiuscola così si capisce dove sta la differenza). Perché il Papa è quello che vedi in televisione la domenica (quando non è sui "cartoni" e la nonna gli fa sorbire la benedizione) e Papà sarei io tra i tanti. E' bello sentirsi chiamare papà. E' una sensazione che mi mancava e mi sarebbe mancata per sempre se aspettavo ancora un po'. Certi giorni mi sento vecchio, certi giorni mi sento arzillo e giochiamo al pallone sulla stradina e lui si diverte a farmi gol che poi la palla si avvia giù per Via Trento, discesa ripida, auto che arrivano. Mi tengo in forma. Stamattina ho fatto le analisi con prelievo di sangue, ero un po' andato a picche e gli ho detto, ma questo pomeriggio non credere che la palla la raggiungo la stesso, quando mi fai goal. Abbiamo contato le figurine mancanti sul suo album, sono 64 su 186. Ma adesso le bustine il giornalaio le deve fare arrivare e mi sa che le "doppie" si moltiplicheranno. Serve ricordare che trattasi dell'album di Ben10?

giovedì 7 aprile 2011

grosso sedere

Mattia va all'asilo da due settimane, se domani va bene sono tre filate. E ha solo un raffreddore. Non che ci vada volentieri. Da alcune mattine però gli faccio trovare nella mia tasca due pacchetti di figurine per il suo album su Ben10. A ieri ne aveva messe 69 con due soli doppioni. Stamattina la prima bustina l'ha incollata senza nemmeno un doppione. Michela, la direttrice, saputo dell'evento, gli ha detto che ha "un grosso sedere". E' seguita spiegazione. In realtà è magro e atletico e ieri abbiamo giocato finalmente al pallone. Con Checa c'è un conflitto generazionale, lei, che va per i 18 anni, non si è accorta che Mattia è cresciuto e non solo fisicamente e non sopporta di essere sballonzolato come un bambino. Ha ancora bisogno di "care", infatti quando può farlo senza darlo a vedere mi viene dietro e con la scusa della mia striscia nera di capelli sulla nuca, si diverte a toccarmi la faccia e la testa, poi si rannicchia vicino a me a leggere o guardare la Tv. Da questi momenti seguono altri momenti di furia agonistica.

mercoledì 30 marzo 2011

coccole

Mattia sta bene e da una settimana e mezza va all'asilo, con una sorta di rassegnazione esistenziale il mattino, con gioia all'uscita, quando poi fa il resoconto delle sue bravate, compresa quella del "brontolamento" della maestra Roberta per via che lui e Manuel sono stati sorpresi in bagno a giocare con l'acqua, tutti bagnati. Poi si vanta di aver già finito il lavoro (anche oggi) "che però la Michela non ha brontolato con me", per via che la maestra Roberta oggi non c'era e la direttrice si vede che lo ha gratificato. A casa torna pieno di voglia di disegnare e fare. Certo Ben Ten è sempre nei suoi sogni. Gli ho ordinato l'album delle figurine. In tutta la mia vita ne ho avuto uno solo e non ricordo che mi fregasse tanto riempirlo, a me piacevano i libri, anche prima di saperli leggere. Che c'entra? C'entra che Mattia sta crescendo. E io sto decrescendo. Il tutto troppo in fretta. Oggi mi è venuto sulle ginocchia per farsi coccolare. Lui aveva voglia di essere coccolato e io di coccolarlo.

sabato 26 marzo 2011

furbetto

Hai capito il furbetto? Ieri scene madri (e padri) perché all'asilo era prevista ginnastica e lui la odia. Per la precisione la odia da quando hanno cambiato maestra (la precedente è incinta) e non so cosa sia successo, se sia più severa o no. Fatto sta che ieri mattina si è calmati solo quando abbiamo detto che venivamo a prenderlo (all'asilo) all'una invece che alle quattro. Allora si è chetato. Aveva la lacrima sul ciglio, ma poi l'ha fatta tornare indietro. Andiamo a prenderlo all'una e, tanto per avviare conversazione, chiediamo: "Come è andata la ginnastica?". E lui serafico: "Ma per i mezzani ginnastica è dopo cena...". Ah sì, tutta questa scena e la ginnastica spostata al pomeriggio, lui che sa che non la farà ecc. A parte che si dice pranzo e la cena è il pasto della sera, ma è il resto che conta, praticamente ci ha presi in giro. E lui con un sorrisetto come a dire: "Voi mi mandate al massacro e io vi frego". Poi ci siamo comunque riconciliati con grandi partite al pallone e gioco del battello, con destinazione più gettonata ovviamente Montisola, che lui identifica come una sorta di paradiso acqua-terrestre.

giovedì 24 marzo 2011

Benten

Va bene, va bene, ho mancato gli appuntamenti, sono stato occupato, anche un po' in carenaggio. Mattia è qui in redazione, dove scorrazza e comanda lui, chiacchiera, gioca, "lavora". Una settimana all'asilo, settimana faticosa, non ha voglia di andarci. Gli ho detto, se non vai come fai a farti gli amici? Lui mi ha risposto: "Ma io li ho già gli amici, Matteo, Manuel, Sofia...". Dunque le sue preferenze femminili adesso vanno per questa Sofia, non gli tengo più dietro, non posso contattare tutte le mamme di tutte le bambine dell'asilo, ci vuole un po' di misura, non ho più l'età.
Ormai Ben 10 è omnipresente nella vita dei bambini, anche al centro commerciale c'è un intero reparto, fanno perfino del cibo targato Ben 10 (si pronuncia benten, lo dico per i nesci come era il sottoscritto) e poi album, figurine, pupazzi che costano un occhio della testa (20 e passa euro l'uno) e poi giochi nei siti e telefilm.

venerdì 18 marzo 2011

spera di sole

Ed ecco la seconda ondata, apparsi nei sintomi ieri. Per capire quando Mattia cova qualcosa basta registrare il nervosismo, l'insofferenza, la voglia di buttare tutto all'aria. E la sua conflittualità con suo padre (che sono sempre io). Ieri pomeriggio siamo andati nella sala dell'oratorio, pioveva. Ha giocato un po' a tutto ma guai a perdere, gli ho fatto provare il bigliardo, quello vero, ma la stecca era troppo pesante, poi abbiamo tirato due calci al pallone quando ha smesso un attimo di piovere. Ma covava dentro il nervosismo, anche se poi, giocando a tombola e scoprendo i numeri, si era tranquillizzato. Stamattina gli è però tornata la febbre. Il punto è che oggi all'asilo c'era la festa del papà, stasera addirittura dovevamo andare noi due soli alla festa, lui aveva iniziato un lavoretto per me. Fa niente, basta che stia bene. Non ho messo in conto tutti questi malesseri, virus, piccole epidemie, febbri, vaccinazioni (che poi lui quando non sta bene non è che stia lì calmo, è nervoso). A me sembra di ricordare un'infanzia senza malattie, ma peccato che non possa più chiedere a mia mamma come andavano effettivamente le cose, mettendo in conto che mia madre aveva cinque figli, l'ultimo colpito dalla poliomelite, prima che facessero a tutti il vaccino, portato da un ospedale all'altro, in corriera, Milano, non si telefonava... Va beh, adesso ci sono i pediatri, allora c'erano solo i dottori, per tutti. Ma adesso sembra tutto una tragedia. O forse la tragedia la facciamo appena noi, gli altri genitori sono più ferrati, hanno più figli, che ne so? Il fatto di essere un padre vecchio non cambia, sarebbe lo stesso se fossi il nonno. Forse, è un giorno con una spera di sole, subito mortificata dalla nuvolaglia. E devo fare il giornale.

mercoledì 16 marzo 2011

casalingo

"Io vi voglio bene, perché voi mi fate male?". Mattia a commento delle vaccinazioni. E allora ecco la mia paziente spiegazioni sui mali che prevengono mali maggiori e spianano la strada se non proprio al bene, almeno al benessere. Banalità. la nonna non sta bene e lui questa mattina ha il dominio della casa, va dalla nonna che è a letto e vuol farla mangiare a forza (alimentazioni forzata) e poi dice che le mette a posto i vestiti, per cui secondo colloquio telefonico le avrebbe arrotolato tutti i vestiti appena stirati e si starebbe apprestando a fare lui la pastasciutta. Un uomo in casa fa sempre comodo e Mattia vuol far vedere che non può proprio andare all'asilo in questi giorni, ha "troppo da fare".

martedì 15 marzo 2011

seconda ondata

Oggi sono arrivati i primi sintomi del dopo vaccinazione con febbre e malessere. Il bello è che la pediatra, consultata, ci ha annunciato la seconda ondata, quella che arriva dopo cinque giorni, con febbre altissima, sempre in conseguenza delle due vaccinazioni. E si è meravigliata che nessuno ci abbia avvertito e soprattutto dell'opportunità di dividere le due vaccinazioni, intervallandole. A noi è arrivata anche in termini perentori ("obbligatoria") con descrizioni un po' terrorizzanti delle varie malattie contro cui il vaccino si mette in azione, 10, come Ben 10, e l'appuntamento per l'ora fissata presso l'ambulatorio della Asl. Poi le due punture, una per braccio e venti minuti di attesa. Ora, a parte l'attesa snervante della seconda ondata, venendo su in redazione mi chiedevo se resterà qualcosa di questo mondo. Sì, una di quelle domande di quando si è giù di morale, vedendo come siamo stupidi, avidi, disumani, cinici, falsari nel descrivere le mirabolanti sicurezze di un mondo con l'energia a costo praticamente zero, salvo qualche piccolo pericolo che adesso in Giappone stiamo vedendo di quale entità sia, e sempre qualcuno a dirci che quelle erano centrali atomiche di vecchia generazione. Perché non le hanno disattivate, allora. E per quelle di seconda generazione quanti mesi dovremo aspettare prima di venire a sapere che anche per quelle c'era pericolo e così via. Non sono un fanatico dell'ambiente (mio padre era giù di morale quando doveva uccidere un coniglio, per non parlare di quando doveva uccidere un maiale, ma lo faceva) ma perdinci, questi idioti arricchiti ci stanno ammazzando. E noi qui con uno che... piantala, dai.