mercoledì 30 settembre 2009

diritto e rovescio

"La nonna non si tuffa". Mattia è molto arrabbiato, "bisogna che papà le insegni a tuffarsi". Parla correttamente, Mattia, ieri ha ripreso sua madre sul "te" usato come soggetto invece del "tu". Meno male, aveva ragione. Ma che la nonna (che ha 72 anni) non si tuffi in effetti resta una grave lacuna. Sono le prime delusioni, i primi dubbi sul mondo degli adulti che non sanno fare tutto e tuffarsi in fondo è una cosa semplice, ogni essere umano dovrebbe saperlo fare. Dovrebbe tuffarsi giocando a tennis o a ping pong senza tavolo. Ma non era malato? Resta malato, un raffreddore micidiale che gli si sta sciogliendo dalla minacciata sinusite, mentre resta l'otite. Due botte di antibiotico dovrebbe fare effetto. Intanto hanno ottenuto solo di farlo sprofondare in un sonno profondo, ha dormito 13 ore la notte scorsa, ma stamattina era in forma, voleva giocare appunto a tennis, purtroppo la nonna non ha i fondamentali, inutile adesso cercare di mandarla a scuola, di diritto e rovescio conosce solo... il lavoro a maglia.

martedì 29 settembre 2009

penicillina

Sono stati giorni brutti. Mattia non riesce più a uscirne. Stanotte si è lamentato di dolori che non sapeva ben collocare, si contorceva. Stamattina dalla pediatra: otite devastante, con minaccia di sfondamento del timpano, sinusite alle porte, antibiotico (penicillina, grande invenzione, in seconda liceo mi hanno tenuto in piedi a siringate, per una forma di reumatismo acuto che non mi faceva muovere dal letto con febbrone) e speriamo bene. Questo pomeriggio l'ho portato in giro con Checa, sembrava rinato "non ho più dolore", mi ha detto poi a Checa: "Ma lo sai che all'asilo mi ammalo", come dire si batte la sella per far capire all'asino, che sarebbe il papà. Il quale ne ha davvero piene le scatole, basta asilo dei virus, al diavolo gli anticorpi, se uno deve sfondare il timpano per farsi gli anticorpi meglio tenere... i corpi. E l'anima, anche coi denti.

sabato 26 settembre 2009

tombola

Mattia sta dormendo in auto con la sua mamma. Si è addormentato salendo verso Clusone, missione mostra zootecnica che poi per lui è la mostra dei trattori, si è scelto l'abbigliamento migliore per la foto rituale, la terza della sua vita sui trattori in mostra. Degli animali sa tutto, ma questa mattina ha deciso di comprare una pecora per bersi il... latte. La mucca no, troppo impegnativa, troppo grossa, la capra no, che ha le corna. Ieri siamo andati in visita a un cantiere e in un pezzo di prato c'erano due pecore. una si è avvicinata, gli ho spiegato (a Mattia, mica alla pecora) che voleva il sale grosso ma non ce l'avevo e lei belava e ci guardava come a dire, dai, dammelo, mica sarai venuto fin qui per niente. In effetti le pecore non hanno grandi pensieri, immagino perché se una parte partono anche le altre, qualunque sia la nuova meta, anche solo lo spostamento di qualche metro. Mattia ieri aveva una gran tosse, non guarisce più. Poi la sera è arrivata la zia Belo e Mattia è improvvisamente guarito. Comincio a dubitare che la Belo (a dispetto dell'assonanza coi belati) abbia virtù taumaturgiche. Fatto sta che Mattia si è messo in testa di comprare una pecora per avere il latte che poi non lo beve nemmeno e non gli interessa più la nuova auto della mamma che dovrebbe arrivare a giorni. ieri sera la zia Belo gli ha portato una tombola. Stamattina ha fatto le prime estrazioni: 57, dice lui. la mamma ci dà un'occhiata, miracolo è davvero il 57. Va beh, il caso. Altra estrazione: 49. La mamma verifica, è davvero il 49. Non può essere: terza estrazione, uguale risultato. Chi ti ha insegnato i numeri. "Li ho imparati da solo", risponde Mattia. Allora grida al miracolo e chiama lo zio Pepe, nel senso dello zio Paolo. Lui estrae l1 e dice "Uno!". Arriva lo zio Pepe e lui, guardando la mamma dice, "ho estratto l'8". E poi ride. Capace che quando va a scuola risponda tone per bilone per puro dispetto. Naturalmente lo bocceranno di brutto. Non ha mica capito che qui sono diventati tutti permalosi e chiedono risarcimento danni milionari per molto meno. Che mondo.

giovedì 24 settembre 2009

influenza A

Visita dalla pediatra, gentilissima, coda di bambini malati, già due casi all'ospedale per l'influenza A derivata dal virus H1N1 (sono andato a vedere come si scrive). Il fatto che sia A potrebbe voler dire che dobbiamo aspettarci epidemie per tutto l'alfabeto. Ho insegnato tanti anni ma l'ultima influenza dl genere me la ricordo da studente, mi pare il 1955, quando scoppiò l'asiatica, che mise a letto tutti, tranne il sottoscritto che "voleva" ammalarsi per solidarietà e stare in dormitorio con i compagni di classe, ma proprio non riuscivo ad avere la febbre e mi toccava sorbirmi gli insegnanti, eravamo due o tre in classe, ripassi e compiti a salve. Mattia con tutti i sintomi dell'influenza A ma con lo spirito giusto per reagire. Prima abbiamo costruito un grattacielo poi siamo partiti. In farmacia con gli zigulì, ma lui fiutava l'inganno, non voleva salire le scale. E' stata bravissima (la pediatra) gli ha regalato un album da colorare. Ha detto che Mattia lei ce l'ha nel cuore da quando rischiò di morire soffocato e lo salvò proprio lei, invertendo la somministrazione dell'ossigeno che gli stavano dando, aspirando invece che insufflando. Stamattina mi sento molto attratto dalla medicina. Un altro medico dice che i casi ci sono, accertati, nella nostra zona. Allarme. Solo che Mattia accetta le medicine, vuole guarire adesso che sa che all'asilo non ci va più. Come lo sa? Va beh, glielo abbiamo promesso nell'evidenza che non ne possiamo più (noi) di portarlo per una settimana e averlo malato per un mese. Tanto più che nelle scuole l'epidemia di influenza (quella semplice di stagione) è dilagante. Tengono i toni bassi per non allarmare ma intanto la metà è a casa ammalata, in farmacia non reggono le domande di antinfiammatori. Ma che razza di mondo.

mercoledì 23 settembre 2009

febbre

Solite giornatacce da chiusura del giornale, in coincidenza con la febbre di Mattia che sembrava guarito ma lunedì sera era imbacuccato quando sono sceso a prenderlo per fargli respirare un po' d'aria buona. Lui ha voluto giocare a... tennis e ha sfoderato due o tre diritti vincenti oltre la rete costituita sul pavimento da camioncini e ostacoli di varia natura. Era sudato ma non mollava, ha voluto fare un po' di giri in bici sulla stradina. La sera è cominciata la febbre che dura da due giorni. Tra poco andiamo dalla pediatra a sentire il responso. Sarà una tragedia portarlo.

domenica 20 settembre 2009

ultimo sole

Mattia si sta riprendendo la sua... voce e la salute. Ha ancora tosse e raucedine e un po' di malinconia, pur nella certezza, o appunto per quella, di non tornare all'asilo fino a che sarà perfettamente guarito. Ma ha raccolto anche la solidarietà di due che hanno rifiutato l'asilo e campano benissimo. Dopo Sara che giura di non aver frequentato l'asilo se non il primo giorno e di non averne risentito (il che è da dimostrare) ecco lo zio Gianni (che poi sarebbe un frate cappuccino che fa il parroco in un'importante parrocchia milanese, che ha sentenziato che l'asilo non serve a niente. Musica per Mattia che sente e ascolta (c'è differenza) tutto e tutti. Siccome la nonna oggi ha la luna ciclica e non parla, Mattia ha detto che doveva comprare, al suo mercatino domenicale, una... lingua. La nonna non l'ha presa bene. Oggi non ha voluto dormire, mentre noi si è venuti al lavoro, perché "altrimenti chi fa giocare Pepe?". Pepe sarebbe suo zio Paolo che si è impegnato a sorvegliarlo mentre noi si andava in redazione. Adesso scendiamo e lo portiamo un po' in giro. C'è il sole, l'ultimo sole dell'estate.

venerdì 18 settembre 2009

regressione

Mattia non vuole farsi mancare proprio niente. Ieri gli si è gonfiato un occhio (puntura d'insetto, dopo verifiche di Caty che, lavorando al Cup dell'Ospedale, ormai ne sa più dei dottori, sia in legge che in medicina) e poi gli è scomparsa la voce. Ieri pomeriggio ha realizzato che non andava all'asilo e si è rilassato, ha giocato con le su moto, abbiamo fatto visita ai cantieri, quasi a tu per tu con lo scavatore, ho osservato con occhio esperto la posa dell'acciottolato, poi abbiamo costruito un vero castello turrito e molto articolato (modestamente ci sappiamo fare). Tossetta secca e in serata gli è scomparsa la voce. Allarme e allarmismo. Mattia senza voce non è concepibile: pensate a un bambino che non sa scrivere e non sa leggere e l'unico mezzo di comunicazione è la parola? Se gli togliete quella gli restano i gesti primordiali. Siamo in regressione.

giovedì 17 settembre 2009

Forte

Mattia adesso sta meglio, mangia e non vomita. ma ci tiene sulla corda, "Non vado più all'asilo perché mi ammalo". Ha seguito i nostri discorsi altalenanti sul "lo mandiamo" e "non lo mandiamo", a seconda dell'interpretazione filologica da dare alle parole della pediatra che è in grande allarme, vorrebbe, secondo il suo... computer, che Mattia fosse preservato dalla febbre suina senza neppure vaccinarlo, tenendolo a casa e non in quella bolgia di virus che sono gli asili. E noi che stiamo a sentire e leggere tutte le notizie sul morbo epidemico che sfoltirà la popolazione mondiale secondo alcuni e passerà come una semplice influenza di stagione secondo altri. Però siccome abbiamo solo Mattia ci siamo lasciati infettare da un... sano egoismo nell'adozione del "si salvi che può" che poi a me non frega più di tanto, ho 64 anni e la vita l'ho vissuta al meglio e al di sopra delle mie possibilità, ma Mattia ha diritto ad avere anche solo la sua. Ieri pomeriggio abbiamo guardato "Pinocchio" e poi "Biancaneve ma lui si spaventa quando la perfida regina si trasforma in una strega. Solo Brontolo gli sta simpatico, come Tasmania, il cartone animato che parla come il papà quando Mattia gli chiude il naso. Poi abbiamo costruito un castello ma è venuto fuori un Forte e la differenza è stata dura da spiegare, mi sono limitato al fatto che il Forte non ha il tetto e ci si rinserra per difendersi dai nemici. Chi sono i nemici? E' una vitaccia, mi si ritorcono contro la storia, la geografia e un po' di filosofia.

mercoledì 16 settembre 2009

virus

E al 12° giorno Mattia si prese il virus del vomitare. Sta scritto che "poiché non sei né caldo né freddo io ti vomito". Ecco, ho il sospetto che Mattia, appena realizzato che l'asilo non finiva più, sia andato, come Diogene, col suo lumino mentale, alla ricerca del virus che gli avrebbe fatto rigettare l'istituzione. Il brutto è che l'ha subito trovato. La pediatra dice che sarà un autunno disastroso per i bambini, ad ogni virus che gira per l'aria ormai la paura è che si tratti di "quel" virus, quello della "suina", i sintomi si confondono, vaccinati alle malattie storiche ce ne siamo coltivate di inedite, per le quali i vaccini non fanno in tempo ad essere né prodotti né testati, per cui non si se il rimedio sarà peggiore del male. Mattia ha avuto la febbre, questa notte ha dormito, questa mattina ha vomitato tutto quello che il suo piccolo stomaco poteva contenere. Ma è sereno, non è andato all'asilo e ha capito che lo spauracchio del ritorno in quell'antro di virus mostruosi si sta allontanando. Ieri era uscito bene, aveva preteso perfino di pedalare un po' sulla stradina per sgranchirsi i pensieri. Poi la sera il crollo. Le gabbie immalinconiscono, non ci sono più i cortili che erano il vaccino sociale migliore, e contatto con la madre terra. Va beh, i funeralini con le bare bianche c'erano una settimana sì e una no e noi andavamo compunti, in fila, una suora davanti e una dietro, a seguire la morte di non sapevamo chi e non sapevamo cosa. Si ruzzolava e razzolava nel fango e nella miseria. Adesso escono dalle loro rispettive e rispettate campane di vetro e si beccano i veleni che abbiamo sparso in nome dell'economia di mercato. Mattia ama i suoi virus, sono antidoti alla gabbia.

martedì 15 settembre 2009

horror vacui

Il mattino ha l'urlo in bocca, Mattia all'asilo ormai da due settimane, questa è la terza. Entra disperato ed esce sereno. Oggi l'ho spiato dalla tenda della finestra, stava ridendo seduto al tavolo della mensa, scherzava con un bambino. E' uscito tranquillo, siamo andati a fare il consueto sopralluogo al cantiere delle "scale strece" dove stanno rifacendo tutti i gradini e i gradoni, ha voluto controllare la pachera e il lavoro degli operai con occhi esperto. Insomma il pomeriggio va bene, è il mattino, al momento dell'uscita di casa, che ha scene di disperazione. La maestra conferma ogni giorno: "E' stato bravissimo, ha mangiato tutto, è fin troppo silenzioso". Mi auguro si penta di un giudizio così frettoloso, come esce dalla porta dell'asilo comincia a snocciolare giudizi e domande sul mondo circostante. Ha voluto pedalare con la bici sulla stradina per mezz'ora, tanto per sgranchirsi le gambe e riorganizzare i pensieri. L'altro giorno ha colorato tutta una pagina: prima lasciava dei vuoti qua e là e faceva il "macchiaiolo", adesso siamo all'horror vacui (viene chiamato così la mania di non lasciare vuoti). Da un'esagerazione all'altra. Il vuoto ogni tanto aiuta.

domenica 13 settembre 2009

zoo

Ieri viaggio verso lo zoo, alle Cornelle di Valbrembo. Mattia ha guardato tutti gli animali, grandi e piccoli, con la (dis)attenzione dei bambini che guardano la luna oltrepassando il dito, vale a dire guardano già al cammello che sta oltre l'elefante. La differenza utilitaristica tra il dromedario e il cammello è stata interessante (le due gobbe a servizio di chi ci monta sopra e il dromedario che respinge cavalieri erranti), la tigre di Sandokan meglio della decantata tigre bianca, i poveri orsi depressi in un ambiente che non fa per loro e l'orso vagante sulle nostre montagne che non riescono a beccare, i pinguini, le foche, il leone che (gli ho spiegato) non fa mai nulla, servito dalla leonessa, società maschilista ideale, i fenicotteri (le gru) con una gamba sola e la storiella boccacciana (non boccaccesca), nel senso del Boccaccio, di Chichibio e la gru che sta nella palude, il rinoceronte, le giraffe che hanno un capannone apposito a misura di collo, gli altissimi struzzi, l'ippopotamo che non è uscito dalla sua pozza d'acqua... insomma tutto bene. Poi siamo saliti sul trenino senza binari (Mattia lo ha fatto rilevare, i treni hanno i binari altrimenti sono... già, cosa sono?)... Infine ha voluto farsi sei giri sulla giostra, salendo come un pilota sulla moto di Lorenzo (il compagno rivale di Valentino Rossi), spianato come un pilota vero. Quello è stato il momento più divertente per lui. Per il resto si è annoiato. Ha chiesto perché gli elefanti si buttavano polvere sulla schiena e basta. A me, che non sono granché ecologista, facevano pena perfino le scimmie che saltavano da un ramo all'altro (rami tutti spelacchiati). Essere ridotti a dare spettacolo ai visitatori dev'essere umiliante. Poi ho pensato alle tante situazioni in cui noi, Mattia compreso, dobbiamo atteggiarci a quello che altri si aspettano da noi... Possibile che uno non possa mai godersi il mondo senza un retrogusto filosofico? Mattia domani mattina torna all'asilo, che è una specie di gabbia (nemmeno salariale), del grande zoo delle convenzioni.

venerdì 11 settembre 2009

spergiuri

Dove eravamo rimasti? Mattia ha concluso con successo la sua seconda settimana di asilo, con crisi iniziali, la protesta del silenzio per cui le maestre pensano che sia muto dalla nascita, lui che fa resistenza passiva, "è il più bravo di tutti", per forza, non dice una parola, osserva tutto. Credo abbia rotto con Nicole, oggi non hanno pranzato insieme, lei sta sulle sue e lui sulle sue, le due gemelline dice che sono piccole, gli altri li guarda da lontano. Insomma "non si fa dentro". Ma per quattro giorni ha tenuto dentro il suo vero problema, non riusciva a scaricarsi. Ieri pomeriggio terapia d'urto, due kiwi interi, bevute di acqua e succhi con lo spauracchio di una peretta. Poi la sera la sua liberazione e stamattina pensava che avesse diritto, dopo tanta fatica, a un giorno di vacanza. Quando ha realizzato che a questo mondo non c'è più la lealtà del mantenimento della parola data, sentendo suo padre imprecare contro tale Berlusconi che in Tv, col collega spagnolo Zapatero presente, si diffondeva da venti minuti su robe come "solo il più grande presidente del Consiglio che l'Italia abbia avuto nei suoi 150 anni di storia", si è rassegnato a vivere in un mondo di spergiuri. E non avendo ancora acquisito l'arte degli scongiuri, si è rassegnato a passare la mattinata con i due Juri (si scherza). Domani promessa solenne, ti portiamo allo zoo. Breve ripasso degli animali sull'apposito libro. Ci piace l'ippopotamo che sbadiglia. Che mondo noioso.

mercoledì 9 settembre 2009

Nicole

Mi dispiace, sono stati giorni terribili di lavoro. Lunedì e martedì ho portato Mattia all'asilo. Mi veniva da piangere e lui l'ha capito. Stamattina l'hanno portato la mamma e la nonna e lui ha avuto il magone e non ha pianto. Capace che l'evoluzione della specie abbia indebolito il genere maschile e reso (troppo?) forte quello femminile. Lui è perdutamente innamorato della sua Nicola. Fino a lunedì aveva dei dubbi, "Nicole non mi guarda, sono diventato brutto?". Ma si può? Poi è riscoppiato l'amore e lei (che doveva restare all'asilo perché ha qualche mese in più ed è nei grandi o giù di lì, gli stringeva la mano per non lasciarlo andare. Se l'altra sera ha detto una preghiera speciale alla Madonna della Torre che aveva, secondo lui, fatto finire settembre in fretta e così finiva l'asilo, adesso non so come la mettiamo. Stamattina un bambino aveva un virus e vomitava. Ahia, se comincia così capace che arrivi anche la febbre suina e ho la scusa per tenerlo a casa definitivamente. La maestra dice che è bravissimo ed educato, ma "non si fa dentro, se non con Nicole". La mamma di Nicole dice che la sua bambina l'anno scorso "non si è fatta dentro con nessuno e per fortuna adesso c'è Mattia di cui parla continuamente". Un duo che si apparta, Mattia oggi imboccava Nicole a pranzo, ha detto la maestra. Ma in che mondo viviamo?

domenica 6 settembre 2009

stupidi

Vi ho lasciato col credito di come sia andata venerdì mattino all'asilo. Uno strappo al cuore, Mattia mi si è attaccato addosso, "portami via da qui", piangeva a dirotto, sono uscito sconvolto. Ho aspettato l'una lavorando con la testa altrove, in quell'asilo valle di lacrime. La maestra ha detto che invece è stato il più bravo di tutti. Lui orgoglioso. ma domani mattina sarà ancora là e mi aspetto un altro dramma familiare. Ieri Sara gli ha regalato una collezione di soldatini. Lui li ha schierati, abbiamo piantato la bandiera, alla guerra abbiamo giocato tutti e la pedagogia la faceva passare come un esorcismo. Mattia stamattina ha detto alla mamma che voleva giocare alla bottega ma voleva vendere i soldatini. "Ma questi sono per il gioco della guerra", gli ha risposto Tea. Lui ha chiesto "cos'è la guerra?". Alla spiegazione ha commentato: "Ma si fanno male? Sono stupidi, allora gli faccio fare la bottega". Quindi non è vero che la natura ci porta a farci la guerra, siamo stupidi. Stupidi!

giovedì 3 settembre 2009

terzo giorno

E il terzo giorno scoppiò la tragedia. Mattia l'ho portato all'asilo con il peluche nella tasca che vuole io faccia parlare. Si chiama Simone, fa l'intellettuale a tempo perso e il muratore a tempo pieno, è pieno di buon senso e stava nascosto nella tasca della mia sahariana come un clandestino e commentava chi c'era, le bambine che portano il grembiulino rosa, a differenza dei maschi che portano quello azzurro, che tuttavia Mattia vede... grigio e non per daltonismo ma per un giudizio oggettivo della qualità della vita. Mattia ha retto la commedia fin dentro l'asilo, l'ho lasciato che giocava a calciobalilla con le due gemelline Simona (nemmeno lontana parente del Simone che stava nella mia tasca) e Giulia, ma poi dev'essere scoppiata la protesta gandiana. Mattia si è chiuso in un dignitoso e rancoroso (verso di me) silenzio misto a pianto soffocato dall'orgoglio di non darlo a vedere, non ha mangiato (o sì? Boh). Quando è tornato a casa è scoppiato in urla e pianto liberatorio. Resto del parere che all'asilo si dovrebbe giocare e basta. Il problema è conciliare i giochi con il gradimento di ognuno, una babele. Domani io non c'entro, può succedere che non ci vada più all'asilo come che ci vada. Se fossi in voi non scommetterei nemmeno 10 centesimi.

martedì 1 settembre 2009

la mattina più lunga

Siamo andati all'asilo, se non "il giorno più lungo", almeno la mattina più lunga. Mattia deciso, senza capricci, sicuro che stavo con lui. Accoglienza buona, pochi bambini (18, sono i giorni dell'inserimento), dieci mamme e tre papà, quorum ego. Qualche pianto qua e là. Io e Mattia abbiamo giocato a calciobalilla con due gemelline, poi lo scivolo, poi i sassi da caricare, il controllo del cantiere per i box sotterranei in Borgo S. Gregorio. Mattia silenzioso, si è sbottonato a parlare solo con me, ma con le gemelline adoranti durante il pranzo si è lasciato un po' andare. Razioni mini al pranzo, gli ho fatto portare doppia portata di tutto, lui ha apprezzato. E poi via. Una noia tremenda, ma "all'asilo si sta bene" chi l'ha inventata, come canzoncina dico. Mattia ha retto l'urto. Io un po' meno: avete presente il detto "togliersi il pane di bocca"? Quando sono arrivato in redazione mi sono mangiato due panini giganteschi per sopperire alle carenze psicofisiche che mi provocano ancora le fami ataviche che mi porto dietro come missione umanitaria. Il lato negativo è che ho trasmesso tale missione anche a Mattia.