domenica 31 maggio 2009

Placidia

Placidia è la "romita" del Santuario. Da 49 anni sta lì, custode della Madonna, filtro delle devozioni. Quando Mattia va a salutarla gli dà due mentine, una colorata in azzurro e una bianca da mettere in tasca come riserva di sopravvivenza. Mattia può fare quello che vuole al santuario per via che suo padre (che sarei poi io) l'ha portato appena nato, ancora nella cesta, sull'altare che al tempo era impolverato per i lavori di restauro, facendosi aprire la chiesa per qualche minuto. Placidia è rimasta impressionata e a Mattia concede tutto, anche di suonare la campanella della Messa con le donne che alzano la testa, cosa succede, c'è una Messa straordinaria? "No, è Mattia che suona la campanella". Le donne la guardano sorprese. lei risponde: "Lui può, l'è scèt de la Madòna" (è il figlio della Madonna). Ieri pomeriggio Placidia aveva fatto portare due camioncini di legna per l'inverno, da depositare nel ripostiglio dove Mattia l'estate scorsa andava a prendere un pezzo di legna e lo portava a Placidia, per accendere la stufa (d'estate!). Mattia si è interessato molto al camioncino ribaltabile con la legna che precipitava per terra e il signore che la caricava sulla carriola. Sul prato dietro si è seduto nell'unica pozzanghera testimone della pioggia e abbiamo dovuto cambiarlo da capo a piedi. Poi abbiamo supervisionato i lavori nella stradina dietro la piazza, i grandi tubi interrati, le passerelle provvisorie, le pachere e gli scavatori: spiegata la differenza, faticosamente, per via che le pachere raccolgono a cucchiaio, dal basso in alto, gli scavatori all'inverso (mi devo inventare spiegazioni che non avevo mai preso in considerazione). Stamattina si è voluto vestire con le braghe bianche, ha voluto essere pettinato e profumato per andare con Checa alla Messa. "Mi dà da pensare", ha chiosato la nonna.

sabato 30 maggio 2009

mezzaluna

Prima le nuvole, poi la luna, che ieri sera era un quarto ma a domanda specifica ho semplificato sulla "mezza luna" che c'era una canzone di Celentano "se guarda ride se vede che tu baci me, ci fa l'occhietto lassù e tramontar non vuol più". Robe datate, da anni sessanta, quando ci si innamorava così sui due piedi, senza secondi fini economici, che si era anzi più strapelati che mai e si univano spesso due miserie. "Perché è mezza?". Dai, spiegatelo voi a un bambino di tre anni, che il sole illumina quella parte della luna anche in piena notte e perché solo quella parte, vai con la geografia generale e l'astronomia. Era sul tardi ieri sera, avevo anche frantumato il fanale di un'auto che era stata parcheggiata dietro la mia, compilazione faticosissima del modulo con Mattia che guardava e sentiva il nervosismo, insomma ci prendeva a tutti la luna. Poi ho detto, sono solo macchine, chi se ne frega, la luna bellissima sopra la montagna, illuminata misteriosamente da un sole che non si vede, che diventerà piena tra un po' di giorni perché il sole si sposta e Mattia poi ha rivelato a sua madre che c'era solo mezza luna ieri sera e sottintendeva che non era il caso di farla diventare luna piena di malumore.

venerdì 29 maggio 2009

muro

Mattia non sopporta il caldo, come suo padre. Mattia non sa quello che ha mangiato mezz'ora prima. Tutto suo padre. O magari fa finta, perché gliel'ho detto e lui lo ripete, come ha spiegato (ripetendo una mia sommaria spiegazione) a Checa che le nuvole "sono cariche di pioggia e quando non riescono più a tenerla la... scaricano (ho corretto appena in tempo il verbo) sulla terra". Poi mi ha chiesto tutto del fulmine e del tuono e qui le mie risposte hanno rasentato i dilemmi primari sul bello e il brutto, il bene e il male, il buono e il cattivo, fede e speranza. Poi alla cappella dell'Angelone ha voluto fermarsi a correre su e giù. inventandosi traguardi intermedi (mi faceva partire e lui si fermava a toccare panchine, ringhiere, pali di comodo: mi sa che ha un futuro nella dirigenza della Formula Uno). La Cappella dell'Annunciazione, da me battezzata dell'Angelone, sta a metà ripa e ha all'interno un Arcangelo Gabriele gigantesco con una Madonna remissiva e già un po' addolorata. Lui correva e ogni tanto si fermava a recitare formule che mi sembravano magiche. Cosa dici? "Sto pregando". Ma non si capisce cosa dici. "Dico: Bis grobic". E cosa vuol dire? "E' una preghiera". Ah. Comunque la Madonna capisce, gli ho detto, perché sa tutte le lingue. E' affascinato dal dialetto, ripete le mie espressioni immediate, lo divertono. Poi ha imparato a giocare a pallavolo: ma partendo dal... muro. Lo fa benissimo, il muro. Sul calcio al volo ogni tanto si spara la palla ancora sul naso. Gli ho insegnato a tenere la punta bassa, ma poi si dimentica, patapumfete sul naso, ma non fa una smorfia. Per domenica ha organizzato un picnic sul prato del Santuario e fa la lista degli invitati (Checa, zio Pepe, Pepe (che è mio fratello, diverso dallo zio che in realtà si chiama Paolo), zia Cati, Sara...) e delle vivande (anguria, albicocche, aranciata, salame...). Quando fiuta che sto per andarmene, fa resistenza, vuol continuare a giocare fino allo sfinimento. Esce sul terrazzo e grida, "ciao papà". E dentro mi si smuovono le ossa.

martedì 26 maggio 2009

morose

Giornate tempestose, anche se col gran caldo anomalo. Mattia soffre il caldo. Ieri sera era rigenerato al santuario, si è goduto il vento, "ottimo" ha sentenziato e non si capiva se il giudizio era sul vento o sulla situazione di gran confusione generale che, secondo il detto di Mao, era una situazione ottimale per una rivoluzione. Noi in redazione impegnati allo spasimo per chiudere l'ennesimo numero del giornale (il prossimo sarà anche peggio per i risultati elettorali). E Mattia che passa la giornata in garage, parcheggiato al fresco, a tirar calci e giocare con fantasia, rovesciare sedie per fare battelli fantasma e oggi ha la prospettiva di girare in spider con Sara, un'auto scoperta per lui è una... scoperta, vuol sapere tutto ma si è rassicurato perché Sara gli ha anche fatto vedere che il tetto c'è, basta farlo scorrere sul Duetto. Ieri sera ha visto le mucche al pascolo e gli ho fatto vedere che si potevano accarezzare, col dovuto rispetto che suo nonno ha insegnato a me. Ha scelto una frisona. Ma con Sara oggi ha accarezzato dei coniglietti. Risponde lui al telefono e tiene viva la conversazione poi annuncia: adesso attacco la cornetta, come ha dire, mi sono stufato. Si è divertito un mondo con Sara, ha detto. Capace che rinforzi il suo parco morose...

sabato 23 maggio 2009

deinde

Sono giorni di gran caldo, leggo le risposte dei candidati sindaci alle nostre 13 domande. Alcune sono illuminanti più dei discorsi elettorali, rivelano le passioni e i gusti di una persona, che si ripercuotono sempre su quello che faranno da sindaci. Mattia è un po' risentito, ieri sera stava sulle sue, stava "lavorando" a progetti tutti suoi, devo costruire qui, devo aggiustare là, mi ha spiegato il ruolo di certi personaggi dei suoi "cartoni", ha detto a uno che era venuto a portare materiale per il giornale "vai a casa che io devo vedere i miei cartoni". Non è villano, è solo brusco e diretto, solo che uno ci rimane male. Non vuol sentire tensione, perché la sente per primo e suo padre e sua madre che rispondono sempre al telefono e parlano di astrusità... Ieri sera è andato a prendere qualcosa alla bottega del Gigio con la Checa. C'era una signora incinta con la pancia grossa. Mattia le si è messo davanti e la signora ha dovuto far buon viso a cattiva sorte e gli ha rivelato l'arcano: "C'è dentro un bambino". Mattia che già lo sapeva perché glielo abbiamo spiegato da tempo, ha guardato meglio da sotto in su e poi ha risposto: "Ma non si vede!". E qui si apre il mistero delle cose che ci sono ma non si vedono, sulla fede (so che esiste ma non posso dimostrarlo) e sulla speranza con un'escursione sulla carità, per completare le virtù teologali, sul detto "occhio non vede, cuore non sente" e sul fatto di credere sulla parola (data) di chi ha "visto" per noi e quindi non più sulla fede ma sul "fidarsi" che... Basta, comprate le caramelle, si torna a casa e si mangia, primum vivere, deinde philosofare.

giovedì 21 maggio 2009

record

Caldo. Mattia suda, capelli fradici, niente doccia, niente bagno, corre in bicicletta, gioca al pallone, ha paura che parta all'improvviso, chiede da bere per se stesso e per me. Stasera salta sulla pancia di sua madre per... dimagrirla. Se funziona brevettiamo la soluzione dei problemi femminili di dieta. Siamo sotto elezioni, le permalosità si acuiscono. Abbiamo fatto l'ennesimo (e questa volta ancora più eclatante), record di vendite del giornale. A leggere quello che sta succedendo agli altri giornali siamo perfino spaventati. Non avendo editori alle spalle noi di questo viviamo. Ma no, noi viviamo di piccoli giorni attaccati gli uni agli altri, e certi giorni basta un sorriso di Mattia per sentirci vivi. Questo è uno di quei giorni.

martedì 19 maggio 2009

mezze stagioni

Mattia soffre il caldo, è sderenato e non si sa capacitare che non ci siano più le mezze stagioni di cui aveva sentito tanto parlare (a vanvera). In compenso i tifosi interisti lo coccolano a distanza. Lui dice che è l'Inter e quindi vince. In effetti è nato alla fine di gennaio 2006. Gli hanno "assegnato" uno scudetto subito, poi ne ha "vinti" tre di fila. Non conosce la sconfitta. Sarà perché somiglia a sua madre e suo padre, sarà perché appunto la sua nascita coincide con le vittorie interiste, fatto sta che non ci sta a perdere, inventa dei giochi di fantasia cui dà dei nomi inventati sul momento (uno "è seduto di pancia", all'indiana) e però sono inventati anche i suoi punteggi. A tennis detta le regole e se non gli vanno bene le cambia. Messaggio di un tifoso interista: "la Champions è femmina, regolatevi ma datevi da fare" o pressapoco. Ma vi pare, con questo caldo? Ridateci i luoghi comuni, ridateci le mezze stagioni.

lunedì 18 maggio 2009

battello

Mattia stanotte ha dormito inquieto, ha urlato per dei dolori di sogno e di sonno (spero non sia altro) e poi si è quietato. Ieri ci ha fulminato con una di quelle frasi che valgono una giornata, una settimana, forse perfino una vita. A sua madre ha detto: "Se siete tristi, tu e papà, me lo dite, che io vi abbraccio". La gita in battello è stata un flop: stipati come sardine (il lago d'Iseo è famoso per le sue sardine), un giro tra Pisogne e Castro e ritorno, musica da piano bar, sembrava l'ideale. ma sono i passeggeri che fanno la gita: di fronte un bambino di una decina d'anni che non stava fermo, dava calci sotto il ripiano, una mamma brufolona e cicciona che gli dava corda, l'afa, musica e rumori, il lago attraversato dai motoscafi, Mattia si è rannicchiato contro di me, non gli è piaciuto. Siamo sbarcati a Lovere e ci siamo rifatti con un mega gelato nella piazza delle bancarelle (sempre per la festa delle due Sante patrone: la gita in battello faceva parte dei festeggiamenti). Ci siamo rifugiati al santuario di Sovere, dove c'è sempre fresco e pace e dove Mattia è tornato ad essere se stesso. Prima della notte.

domenica 17 maggio 2009

vento

Ieri pomeriggio gelato (vaniglia e cioccolato), prima rete vera a calciobalilla e la festa sul lago per le sante di Lovere, il santuario tutto d'oro, le due sante che dormono nelle loro urne, il battello (intitolato a una delle due sante, la Capitanio) con il vecchio comignolo, che naviga (ancora) per l'occasione. Mattia che "naviga" tra le bancarelle, e poi il vento e Mattia che chiede "Come si fa a fermare il vento?". Già, come si fa a fermare il vento? Il vento si porta lontano i pensieri, non va fermato, bisogna regalargli qualcosa da portare lontano. Pressappoco gli ho risposto così. Poi siamo tornati alle cose "serie", al pallone e a lui che vuole segnare e non vuole comunque perdere e siccome è una cosa ereditaria, non sono sicuro, ma temo sia un difetto (della serie: da sua madre ha preso il meglio, da me il peggio). Stamattina si è svegliato tardi. Oggi, se ce la facciamo, lo portiamo in battello: bellissima iniziativa quella del battello che il giorno delle sante patrone porta in giro la gente gratuitamente. Sul lago c'è sempre vento. C'è la selezionare qualche pensiero da mandare in giro...

venerdì 15 maggio 2009

luna storta

Ieri pomeriggio Mattia aveva la luna e la voglia di sfidare suo padre al gol ma giocando a... tennis. Poi è venuta Checa, la sua fidanzata ufficiale sedicenne. Ha giocato e riso e al momento dei saluti ha voluto sapere dove andava a dormire, tanto per avere... sotto controllo la situazione. Rassicurato che avrebbe dormito da sola, le ha detto "Ciao cara". Rimasti tutti di sasso. Però poi ha confidato a sua madre: "Ma non la sposo... perché se dopo mi piace Nicole, come faccio? Dillo a papà". Nicole è una bambina della sua età conosciuta all'asilo nella breve apparizione di marzo (una settimana è bastata per prendersi un virus, poi non ha più voluto andarci). Stamattina si è svegliato con un'altra luna storta per via del tempo che fa (piove e sembra di nuovo autunno).
Noi siamo in redazione ad annotarci i (pochi per fortuna) errori nella pubblicazione delle centinaia di liste con fotine varie di tutti i candidati a sindaco e consigliere dell'universo piccolo mondo moderno dell'est della provincia di Bergamo. Mattia ha la luna storta ma i suoi genitori ce l'hanno (anche loro) un po' girata e sbilenca.

giovedì 14 maggio 2009

Frutti

Oggi è l'onomastico di Mattia. Stamattina tutti (si fa per dire) i frati del mondo francescano hanno mandato gli auguri al pargolo, per via, mi hanno spiegato, che i frati cappuccini non festeggiano i compleanni ma gli onomastici, per la protezione celeste. Mattia ha chiesto a sua madre: "Ma cosa vuol dire onomastico". Lei gli ha risposto che glielo spiegava suo padre. E così sto pensando come cavolo faccio a spiegare il significato senza mandarlo in tilt e senza andare io nel pallone. Che poi ieri al pallone abbiamo giocato sul prato del santuario, lui è già un piccolo Messi, il pallone se lo aggiusta e poi tira lecche mica da poco. Poi dice, proferisce e sentenzia: "Io sono l'Inter, tu fai il Milan". E vince sempre lui, con dei punteggi di fantasia che salgono a ritmi vertiginosi, 4-0 e si è appena cominciato. Fatto sta che se l'Inter vince lo scudetto ("cosa vuol dire scudetto?") domenica (questa o l'altra fa poca differenza), lui ne ha vinti 3, tanti quanti sono gli anni da che è al mondo. Se fossi Moratti comincerei a farci sopra delle... considerazioni. Ieri ha detto che lui è anche l'Atalanta, per una questione di appartenenza territoriale, suppongo o per insinuazioni che qualcuno gli ha fatto. Siccome suo padre è vilminorese (giocavo nel Vilminore B, gloriosa fama di valle) di nascita e atalantino di identità (molto) provinciale, ma siccome non gli ho mai detto nulla, suppongo frequenti altre compagnie. Vorrei sapere se buone o cattive. E l'albero si riconosce dai frutti. Lasciamo che maturino.

martedì 12 maggio 2009

punti

Giornata nera per il lavoro, immane, che ha evidenziato i limiti della tecnologia, lenta perché sovraccarica di immagini. Deciso di comprare l'ultimo ritrovato della scienza, ti obbligano a stare al passo, sempre più velocità e mi accorgo che comunque la pazienza non è (più) di questo mondo, noi veniamo da ritmi lenti per disegno che abbiamo ritenuto divino, per spostarci da un paese all'altro si aspettava la corriera, che aveva i suoi tempi, 30 km di distanza erano quasi l'infinito, sembrava un altro mondo, giorni passati tra un posto e l'altro, mesi passati senza vederci per una distanza che oggi si copre in mezz'ora d'auto, mia madre che veniva a trovarmi da Vilminore a Clusone due volte l'anno, l'8 dicembre e l'11 febbraio, distanza appunto 34 km. Oggi ci si arrabbia per un minimo di contrattempo, si è stanchi dell'attesa più che del lavoro.
Va beh, Mattia mi ha visto un'ora, gli ho portato il gelato che mi aveva dato sua madre da regalargli, abbiamo tirato quattro tiri al pallone, vinceva sempre quattro o sei a zero, poi mi ha detto che vincevo io, non ha ben afferrato il concetto di chi fa punti e poi ha sentenziato che comunque vince l'Inter. Ha voluto sapere cosa vuol dire scudetto e poi è passato a interessarsi del basilico di sua nonna, piantato nell'orto. Ci è restato male quando gli ho detto che doveva andar via a chiudere il giornale. Pensava per sempre.

lunedì 11 maggio 2009

domani non so

Oggi giornata piena di lavoro, senza vedere nè sentire Mattia che tanto aveva la morosa questo pomeriggio che già ieri sera Mattia ha annunciato a sua madre che vuole sposarsi e fortuna che ci sono le leggi e ci sarà pure un giudice a Berlino per impedirgli di fare una stupidaggine simile, vi pare? Stiamo diventando matti con tutte le testine di tutti i candidati di tutti i Comuni col terrore di mettere in una lista il candidato sbagliato, non possiamo conoscere tutti, vi pare, e adesso che ci penso sarebbe un numero magnifico, tutte le testine sbagliate, un candidato di Sarnico lo spostiamo a Vertova, uno di Schilpario ad Alzano, uno di Trescore a Lovere e viceversa, una grande confusione dei nomi e quindi delle lingue, una condanna biblica da torre di babele. Badateci, sono passati decenni, quando usciva "Il Male", il giornale satirico annunciando che il grande vecchio delle brigate rosse era (mi pare) Ugo Tognazzi o comunque un comico, tutti si facevano una grande risata, come il grandioso titolo: "Scatta l'ora legale: panico tra i socialisti". Adesso per una vignetta appena appena irrispettosa, montano un caso nazionale. Sono apparentemente tutti sorridenti ma permalosissimi e quindi pericolosissimi (per le vendette). Non ci avevo pensato, questo è un altro segno che questo non è un mondo migliore neppure di quello del terrore. Va beh, domani altra giornata, anche peggiore di oggi.

domenica 10 maggio 2009

motosega

Mattia giocava a pallavolo con Checa, la sua fidanzata ufficiale sedicenne (ha preso 8+ in latino l'altro giorno al liceo classico: o sono aumentati i voti o promette bene e sto pensando che quando si presenterà in casa a chiedere la mano di Mattia sarò ben disposto). Checa si è fatta male a un dito. Io ho detto ridendo che forse bisognava tagliarlo. Mattia ci ha guardato poi ha fatto un sorrisetto e si è avviato verso il garage dove ha tutte le sue attrezzature di meccanico, muratore, pilota, contadino, pompiere e non mi ricordo che altro mestiere ha in mente. Gli ho chiesto, dove vai? Lui: "A prendere la motosega per tagliare il dito a Checa". E poi giù una risata. Ho studiato negli anni sessanta (fine anni sessanta, non esageriamo) psicologia dell'età evolutiva ma ho perso memoria dell'evoluzione della specie, ma quello scherzo mi ha lasciato lì secco. Checa ha impiegato qualche attimo a capire la battuta. Deve leggere Orazio, che era spiritoso (quando non era incazzato) o Marziale e Giovenale. Magari poi le danno 4.

venerdì 8 maggio 2009

full immersion

Tragedia mattutina per il bagno di Mattia che rifiuta ogni immersione (figurarsi una full immersion)in acque di qualsiasi natura e temperatura. Le sue grida di aiuto e di dolore hanno smosso a pietà tutto il borgo che è accorso sotto le finestre a vedere se si poteva evitare di torturare così un bambino. Non si esclude qualche telefonata a telefoni azzurri (speriamo non abbia risposto Forza Italia)o di altro colore, mica siamo razzisti, vi pare? Va beh, c'è il Salvini leghista che per tener botta al suo cognome vuol salvare la razza milanese riservandole vagoni speciali sul metrò, lasciando vagoni blindati ad altre etnie e razze meno nobili, compresa quella bergamasca che con Milano ha un contenzioso aperto dai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia. Mattia se ne frega, l'altra sera aveva minacciato di andare a dormire in... albergo. Dove le impari certe soluzioni non saprei. Questo pomeriggio ha caricato nell'auto della mamma carriola, rastrello e paletta ed è andato alla casetta dello zio, poi mi ha mandato a dire che se arrivo tardi questo pomeriggio troverò una seconda casetta. Per dire che nonostante l'immersione forzata e parziale in acque fluenti, Mattia aveva energie costruttive, non quelle solite sprecate nel distruggere gli avversari politici, che poi non se ne può più, va beh, cosa volete che sia avere un premier cui piacciono le fanciulle ancora in bocciolo, anche a Mattia piacciono le sedicenni (la Checa è la sua fidanzata ufficiali) vogliamo farne un caso da discutere a Porta a Porta o ad Annozer? Lui di anni ne ha tre con l'aggiunta di tre mesi. E comincia da tre. Poi non si sa.

giovedì 7 maggio 2009

la mitria

Oggi era la vera festa della Madonna della Torre. Mattia ed io viandanti su per l'erta, con l'auto che faceva da supporto (oh, i moderni pellegrini usano le comodità, una volta era il bastione, poi l'asino, poi la bici e adesso c'è l'auto). Le bancarelle (comprato il monopattino che poi ha timidamente provato con cautela) e girato a vedere la gente. C'è lì un signore con in testa una strana cosa rossa, è uno zucchetto, dico io, lo porta il Vescovo, no, non è proprio rosso, è un po' violaceo. Arriva il momento del corteo religioso che porta i celebranti e concelebranti nel santuario. Passano i chierichetti e lì a spiegare cos'è un turibolo, glissato sul fumo dell'incenso, le candele accese in pieno sole (sono quesiti esistenziali sui perché del rito) i preti con le cotte e i camici, le pianete e... e la mitria, "ma sembra una corona!" del Vescovo. Gli passa davanti e poi ci ripensa, il Vescovo fa due passi indietro, si toglie dal corteo, viene verso Mattia e gli fa una carezza. Il problema è che Mattia non vuole essere nè accarezzato nè baciato quindi c'è stata un po' di ritrosia. Il Vescovo è rientrato nel corteo se no si rischiava un incidente di rito e poi via. Mattia ha sbirciato poi per un po' nella chiesa stracolma, quando il Vescovo aveva solo lo zucchetto e quando si metteva la mitria. Poi si è annoiato e la festa è finita con un ultimo giro nel prato e la discesa verso il paese. Io avevo 11 anni (era il 1956) quando ho ricevuto una carezza dal Card. Roncalli, a Venezia, mi ha scosso i capelli. E ancora me la ricordo, quella carezza, soprattutto perché poi fu ripresa come saluto nel famoso discorso della luna, in piazza S. Pietro (Tornando a casa date una carezza ai vostri bambini e dite, questa è la carezza del Papa). Mattia non gradisce le carezze. Certo, se Fanno santo Mons. Belotti allora...

lunedì 4 maggio 2009

fin che dura

Ieri una grande giornata, Mattia alle bancarelle della festa del santuario, Mattia che va in chiesa e poi si annoia (gli avevo proposto di tenere lui l'omelia... ma poi ha voluto farla don Simone e allora Mattia ha abbandonato sdegnosamente la navata), Mattia che mangia, Mattia che ha comprato la chitarra, Mattia che mangia il gelato gigante, Mattia che gioca e palleggia al santuario con Bruno, un omone che ci sa fare con i bambini, Mattia che tira lecche. Stamattina in giro per Clusone bassa (naturalmente parco chiuso, ma che gente è questa?), visita a un rivenditore di moto di ogni tipo, lui che vuol tornarci e ci torniamo infatti dopo dieci minuti e la signora contenta, sarà presto un nostro cliente, poi via verso casa a mangiare dalla nonna.
Noi qui a riprendere a lavorare (Araberara esce venerdì della prossima settimana), le pagine che crescono e però non possiamo fare un libro di un giornale, la pubblicità che tutti vogliono fare con noi, e meno male che va tutto bene. Fin che dura.
Ma poi qualcuno muore: Simoncini era un paccioccone che subiva le cattiverie facendole rimbalzare come una palla di gomma. Ma si vede che dentro qualcosa di quelle frecciate gli aveva fatto male. E' morto di cancro. Meno male che qualche amministrazione comunale ha messo almeno qualche manifesto (era segretario comunale di quattro Comuni, ma era passato da molti altri). Quando si muore, si muore soli.

sabato 2 maggio 2009

mestieri

Mattia ha deciso di fare due nuovi mestieri. Insomma si sta adattando ai cambiamenti epocali che dicono che la flessibilità sarà la caratteristica dei nuovi tempi. L'altro giorno aveva deciso di fare il pasticciere, per via che voleva un kraphen a colazione e c'erano solo delle brioches confezionate. Ma ieri pomeriggio la svolta: lo porto alle giostre della festa della Madonna e gli faccio provare prima la moto e poi la macchinina. Ma non quelle della giostra che gira, ma proprio quelle sulla pista. Con la moto è andato benissimo, è già abituato, non c'era neppure gusto. Ma l'auto l'ha impegnato nell'accelerare e curvare, ha sbattuto due volte ma se l'è cavata. Ma il bello è quando è tornato a casa: la sera l'ha passata a insegnare alla nonna che non ha la patente come si guida. Siccome parla a voce alta lo sentiva tutto il borgo che così ha imparato le nozioni base per mettere in moto, partire, curvare e fermarsi. La nonna gli ha detto a un certo punto che tanto lo avrebbe portato lui in macchina e quindi non aveva bisogno di prendere la patente. "Nooo eh, io in macchina porto Checa". Checa, per i distratti, è la sua fidanzata sedicenne con cui anche ieri sul prato del santuario ha giocato a calcio e a pallavolo. Ieri mattina abbiamo visitato la Lucchini di Lovere e Mattia ha visto i grandi forni che sembravano un girone infernale, l'acciaio (ho dovuto spiegare a fatica la differenza tra ferro e acciaio ma penso di avergli dato nozioni non proprio aggiornate) ha guardato le grandi ancore per le navi, i perni giganteschi per l'eolico che andranno in Spagna, le ruote per i treni (è il maggior produttore mondiale, la società ha aumentato il fatturato del 40% nel 2008) ed è uscito stremato dalla visita (guidata) che si fa ogni 1 maggio nel grande stabilimento sul lago. Poi la sera scuola guida: ha già fatto molti mestieri in questi primi tre anni di vita. Adesso fa scuola guida e ha in casa la spettabile clientela. Mi sa che oggi però, vista la difficoltà di apprendimento della nonna, cambia mestiere.