giovedì 30 dicembre 2010

risate

Mattia questo pomeriggio si è fatto delle risate ad altissima gradazione. Si è goduto Olio e Stanlio. Poi è tornato al suo amato Zorro che non vedeva da mesi. E così il pomeriggio del penultimo dell'anno in redazione, tra una visita e l'altra, una mangiatina e l'altra. E adesso però non molla e viene tardi oltre che scuro.

scrittura

Ieri pomeriggio Mattia mi ha accompagnato in ospedale per togliere i punti, lui che è appassionato di... puntini, quelli da unire per far saltare fuori una figura e gli abbiamo comprato due albi nuovi proprio di puntini. Adesso copia le parole che trova scritte. Ieri siamo andati in un locale nuovo dove hanno messo sulla parete una lavagna lunga lunga. Bella idea. Ci sono i gessetti e ognuno scrive quello che vuole. Lui ha scritto il suo nome, poi Inter, poi ha copiato le parole che c'erano scritte, compreso un "D ti amo" che non si sa mai, anche se a casa ogni malcapitato visitatore è costretto a sorbirsi tutti i 20 e passa minuti del filmato della recita all'asilo. Ultimamente però Mattia ha dato segno di insofferenza, meno male, quindi se volete venirlo a trovare forse (forse) non rischiate la noia, perché è nella fase compositiva e quindi vi toccherà colorare certe figure risultanti dai puntini uniti, che almeno sta imparando non solo a contare ma anche a riconoscere i numeri, che la signora della libreria non voleva venderci i libri perché diceva che non poteva riconoscere i numeri oltre il 10. Infatti a memoria conta perfettamente, ma li riconosce dicendo 1 - 2 ma da ieri li unisce e dice "dodici", speriamo bene. Anna dice che il suo nipotino, che ha sei mesi più di Mattia, sa già leggere e scrivere senza che nessuno glielo abbia insegnato. Credo sia merito (duole dirlo per la vulgata), dei programmi televisivi ad hoc, che sembrano banali e invece ovviamente qualcosa insegnano se perfino io sono riuscito a indovinare al primo indizio (su 3) la parola chiave di ieri in uno di questi programmi (origini francese). Insomma miglioro perfino io.

lunedì 27 dicembre 2010

postnatale

"Dov'è il 3 0?". Mattia sta congiungendo i puntini sugli appositi album. Sono passate delle feste strane. Dalla sua recita collettiva di lunedì scorso, di cui c'è documento visivo inoppugnabile, la mia permanenza in ospedale, i postumi faticosi, Mattia che riceve regali e alla fine di tutto si appassiona a scrivere, colorare, disegnare e meno male, mentre è proseguito fino a sfumare il dilemma se il Natale voglia dire Babbo Natale o Gesù Bambino, con Mattia che ascolta e poi dice a tutti che Babbo Natale non esiste e si permette di compassionare la zia Belo "che crede che Babbo Natale esista", salvo incassare i regali dello stesso.
Oggi prima uscita ufficiale e prima puntata in redazione con circa duecento mail da smaltire, "dopo l'1 zero viene, non dirmelo, viene 1 uno e poi viene 1 due e dopo...". E prende in giro. Ma dopo 19 cosa viene? "Devo unire i puntini a 2 zero?".
Oggi ha chiesto quanti giorni mancano all'asilo e intanto fa vedere a tutti le immagini della recita collettiva. Troppe cose da raccontare. Magari nei prossimi giorni.

giovedì 16 dicembre 2010

credo

E' scoppiato il caso babbo natale. Ieri mi richiede: ma Babbo Natale esiste? No, esiste Gesù Bambino, Babbo Natale è un personaggio inventato, come l'Uomo Ragno, sono belle storie che si raccontano. Lui mica ha detto qualcosa, salvo la sera confidarsi con sua madre sulla delusione del fatto che all'asilo gli hanno detto che Babbo natale porta i doni e quindi magari è preoccupato che nessuno gli porti i regali di natale e allora ho detto che i doni casomai li porta Gesù Bambino, mica Babbo natale.
Ma la cosa l'ho ripresa anche nel mio "benedetta gente" di questo numero. Qui ballano due concezioni opposte del Natale, che sono più dirompenti della discussione sull'albero o sul presepe come insegna del Natale (Mio zio Don Pierì era ferocemente contro l'albero, simbolo pagano). Babbo Natale, badateci, sta soffocando il senso cristiano del Natale, Babbo Natale e le sue renne esaltano l'atmosfera di neve gelo luci e colori sfumando il senso dell'evento che si celebra. Non c'entra più nulla Gesù Bambino, nei fil natalizi c'è l'albero, babbo natale, i regali, ma un presepe che è uno dove sta? Il presepe rappresenta l'evento, la nascita di un bambino che disse essere figlio di Dio e per questo finì poi crocifisso e 33 anni, lasciando però la più grande dottrina che ha passato e trapassato la storia e vorrà pur dire qualcosa. 33 anni anche per oggi sono simbolo di poco più che un giovanotto, non ancora bamboccione, se ci pensate. E ha rivoluzionato la religione del mondo intero. Questo vorrei spiegare a Mattia. Che è vero che ha nemmeno 5 anni, però si pone le domande essenziali, del cosa credere, del a chi credere. Che creda a suo padre è già (per me) consolante).

lunedì 13 dicembre 2010

Santa Lucia

Guardo Bossi cui si muove da sola la testa ogni tanto come fosse un no, ma sappiamo che è un sì. Povera gente che parla e parla ed è sempre colpa di qualcun altro. Mattia stamattina si è alzato tardi, ha seguito la pista di palle di Celsi (cioccolato) ed è arrivato là dove lo stavamo aspettando. Non c'è stata un'esclamazione di esultanza, c'era quello che aveva chiesto. Forse c'è un errore di comunicazione. Ma nella mattinata si è lasciato andare, il trenino che carica carbone è stato il suo preferito (mi dà fastidio sentire parlare di "perseguire il bene comune dell'Italia" in sottofondo. Bellissimo l'accenno ai valori liberali per conquistare il voto di Paolo Guizzanti). Torniamo a Santa Lucia. Troppe cose e poi Mattia ha scelto le più semplici (e le meno costose). Così impariamo, anche se poi andando a vedere noi non abbiamo speso un bel niente e non solo... perché i doni li ha portati Santa Lucia, Mattia è fortunato, tutti vogliono regalargli qualcosa e a mezza mattina ha detto un po' dubbioso: "Ma devo essere stato proprio bravo per avere tutti questi regali da S. Lucia". Vedi lo sconquasso di giudizio morale che si provocano senza volerlo?

sabato 11 dicembre 2010

pennini

Uffa, questi siti che vanno e vengono. Non ho prevenzioni contro la tecnologia, sono passato impunemente dal pennino e calamaio alla stilografica, alla biro, alla macchina da scrivere e al computer, figurarsi, come da giornalista sono passato dalla battitura a macchina e il "fuori sacco" (busta da consegnare all'autista della corriera e poi un fattorino dal giornale arrivava in stazione a riceverlo, alla dettatura con dimafoni (qualcuno batteva a macchina mentre tu dettavi al telefono), ai primi fax e poi alle mail. Non ho pregiudizi sul progresso, ma comincio ad avvertire un fastidio crescente tutte le volte che la tecnologia fa cilecca, nemmeno fosse la corriera che si impantanava sulla salitissima del ratù e non arrivava in stazione a Bergamo se non con due ore di ritardo. Qui i virus sono peggio di quelli influenzali. Va beh. Mattia è a casa tre giorni, essendo lunedì S. Lucia ed è tutto indaffarato nei preparativi e nelle ultime commissioni (più che altro siamo indaffarati noi). "Non bisogna vederla, Santa Lucia". Il mondo cambia, dal pennino al computer, ma i bambini credono alle stesse favole di una volta, si vede che funzionano ancora. Ho visto nuove favole nei film per bambini. Ero scettico, ma adesso le apprezzo, sono moderne ma la morale è ancora la stessa. E' la morale dagli adolescenti in su che è stata azzerata (da noi). E la notte dell'attesa mi auguro sia la stessa delle nostre di un tempo. Fin che dura.

giovedì 9 dicembre 2010

fotografie

Ho visto il Presidente Ciampi in Tv. E' ingrassato e invecchiato di colpo. Perché il salto temporale dei personaggi che non appaiono in Tv per qualche tempo è impressionante. Che c'entra? Nulla. Devo correggere (o hanno coretto in corso d'opera) il finale della filastrocca, adesso finisce con il il Bambino Gesù che è "birichino" ma solo che "benedice ogni bambino". Ora i casi sono due: o Mattia aveva inventato per conto suo il finale ma quel termine non mi pare nel suo vocabolario ristretto sia pure ricercato, oppure all'asilo si sono accorti che il finale non era propriamente rispettoso della tradizione. Ma questo mi ha rasserenato, ci sono ancorale maestre di una volta (la mia ipotesi è sia intervenuta la maestra più anziana, la Emi, quella che già era maestra anche della mamma di Mattia, e che abbia sanato la situazione. Sono sollevato, anche perché Mattia è uscito sereno dalla giornata delle fotografie, pur lamentando il fatto di non aver potuto fare la foto insieme alla sua Alessssia.

mercoledì 8 dicembre 2010

filastrocca

Oggi giornataccia di festa, con Mattia nervosetto per non potersi vedere la sua Alessssia, con un po' più di esse del consentito. Sono tutti (parenti, amici, conoscenti e benefattori) indaffarati a comprare regali e mi rendo conto di quanto sia sbagliato riempire un bambino di regali, quando due o tre lo farebbero felice. Diseducati a gustare il piccolo, moltiplicando le fonti di emozione le si annacqua. Domani deve fare la foto di gruppo e la sua singola, all'asilo, e lui ha chiesto di fare anche una foto con la sua Alessssia (le esse aumentano a seconda del momento e arrossisce, se n'è accorto anche Padre Gianni che è venuto a trovarlo e ha osato dirgli che questa Alessia sarà di sicuro bruttina... apriti cielo, gli ha rifilato un calcio negli stinchi (Padre Gianni non li porta più da che ha smesso di giocare da professionista, giocava nel Brescia e faceva il Libero, quindi ha avuto dolore allo stinco, in attesa di diventare stinco di santo: va beh, dai, almeno un giochetto di parole...). La nonna dice che l'assassino... ma no, non dice più niente, in questi giorni ha la luna e Mattia ne risente, per osmosi anche lui è portatore sano di luna. Ha la recita, ho scoperto. Oggi ci ha recitato la filastrocca che deve recitare a Natale, che naturalmente non ricordo, ma sono rimasto solo perplesso dall'ultimo verso riferito a Gesù, per fare rima con bambino, ci hanno messo un "birichino". Per molto meno ai miei tempi il curato ci avrebbe dato una bacchettata sulla testa, ma con una bacchetta flessibile, di quelle che non spaccano ma lasciano il segno rosso sotto i capelli per settimane, salvo avere la sventura di un rapamento a zero come si usava allora quando comparivano i pidocchi a scuola e allora era visibile a tutti la punizione, una sorta di gogna pubblica. Adesso anche dalle suore si permettono (con Gesù) confidenze che rivelano il modernismo avanzante e non c'è più nemmeno un Pio X (Papa Sarto) che intervenga con tempestività.

martedì 7 dicembre 2010

Stèla co la cua

Che cavolo di giorno è. Vigilia dell'Immacolata. Incredibile come a parlarne non sappiano più, quelli in età giovanile, di che festa si tratti. Non che si pongano il classico dilemma se si tratti della verginità di Maria o della sua concezione senza peccato originale (buona la seconda), proprio non sanno che festa sia. Mattia ha voluto sapere bene la storia dei Re Magi. La sapete? Gliel'ho raccontata con gli ultimi (?) aggiornamenti su questi seguaci delle teorie e studi di Zoroastro che ha nell'etimologia già lo studio degli astri, ma non c'entra nulla, anche se poi la storia della stella cometa, la "stèla co la cua", lo ha appassionato, come quella di Re Erode, non un gratuito e cinico stragista (che poi pare fossero "solo" 28 i bambini uccisi) ma un pauroso di perdere il trono, sì, va beh, la poltrona. Ma avrei tante cose da raccontare, se non fosse che per ben quattro giorni il sito del giornale ha avuto un attacco premeditato che lo ha praticamente reso inservibile e il povero Paolo ha lavorato in questi giorni per ricostruirlo e non è nemmeno finita. Sia chiaro, abbiamo sospetti precisi, indizi, ma siccome la giustizia italiana (e quella bergamasca) ha dato prove incredibili di superficialità, non azzardiamo accuse precise, per ora, anche se... Va beh, ogni cosa a suo tempo. Mattia è impegnato nel costruire la... casa di Hansel e Gretel, macché, quella della strega del bosco. Ora, mi pare fuori tempo, ma sia chiaro che all'asilo hanno costruito un albero di Natale bellissimo con tutte le figurine dei bambini (sono contrario agli alberi di Natale, anche se questo è inutile, direbbe Giuseppe Berto e se non sapete chi è andate a cercarvelo in internet) e il presepio. Il presepio lo stiamo costruendo anche a casa della nonna. Per ora c'è una capanna improbabile e una scia di sassolini bianchi (ah, ecco Hansel e Gretel...) su cui abbiamo posizionato tutte le statuine in cammino, alcune in ginocchio e abbiamo provato il cammino ginocchioni, una scia di gente con una meta. Così abbiamo un presepio stupendo. L'unico inconveniente è che la nonna brontola per via del tappeto su cui sono posizionati i sassolini bianchi. Ma la nonna rischia davvero di aver indovinato la soluzione del giallo di Capriate (vedi intervento precedente di non so quale giorno) dopo la stura del peggior bla bla di pancia che ci sono stati in questi giorni.

giovedì 2 dicembre 2010

Delitti e innamoramenti

La nonna ha risolto il caso di Brembate, come già aveva risolto (dall'inizio) il caso di Avetrana. La nonna sembra sempre che non ascolti i tg, ma poi dà le sue sentenze. Quando lo zio della ragazza di Avetrana aveva confessato e il caso era chiuso, la nonna aveva detto ad alta voce: "l'è mia stacc lu, l'è stada la sc-èta", è stata la ragazza, nel senso della cugina. Dove prenda il fiuto investigativo la nonna non lo sappiamo, io e Mattia, anche perché non ci occupiamo di queste cronache, avendo già i nostri problemi. Mattia ha chiesto: "Cosa vuol dire innamorato?". Tea ha risposto che vuol dire che ti piace una persona e... "Allora io sono innamorato di Alessia". Questa Alessia sta in un'altra classe, quella degli Aquiloni e viene a trovare Mattia nei Trenini. Ora mentre stava conversando con Mattia, si è avvicinato Manuel a chiedere ad Alessia di giocare con lui. "Io ho brontolato (che vuol dire litigato) con Manuel e gli ho dato uno spintone e lui è caduto per terra. Poi si è alzato e mi ha dato uno spintone e io gliene ho dato un altro e gli ho detto che prenderne un'altra (nel senso di bambina) poi è arrivata la maestra e si è messa a ridere ma non doveva ridere". Capite? Per poco finivamo in cronaca anche noi. Ora ho fatto collezione anch'io di nomi di donne, ma mica ero già a questo punto: Vediamo: Sonia, Lia, Anna, Alessia... non so se ho dimenticato qualcun'altra. E adesso vuole invitare al suo compleanno "più gente". Va bene, facciamo l'elenco. "Solo Alessia". Ah. Più gente si riduce a una sola persona. Va beh, la festa è a dimensioni accettabili. "Ma il papà parla con la sua mamma?". La mamma di Alessia io non so chi sia, bisognerà che mi attivi.
Ah, volevate sapere del delitto di Brembate? "L'è stacc chèl sc-ècc l'è". Intende quel giovane che ha raccontato di aver visto e poi ha ritrattato, difeso dal padre. Il supercane poliziotto li ha portati al cantiere, ma davanti al cantiere del supermercato c'è la carpenteria del padre del ragazzo e dalle immagini ottimi nascondigli e il telefonino, ultimo indizio, era proprio indicato in quel luogo. Non poteva essere che un ragazzo del paese ad aspettare la sera fuori dalla palestra, uno deve sapere orari e abitudini. Ecc. La nonna aspetta che gli inquirenti arrivino alle sue conclusioni, come ad Avetrana. Altro che extracomunitari, fughe e rapimenti. Non ce l'ha con nessuno. Aspetta solo di avere ragione.

mercoledì 1 dicembre 2010

pestolando

Va bene, va bene, mi sono un po' perso pestolando la neve e pestolando notizie da mettere sul giornale che esce venerdì mattino ma stiamo chiudendo adesso (prima pagina). Mattia così, per la prima volta nella sua breve storia, è andato a piedi all'asilo, accompagnato da sua madre. E il viaggio è stato avventuroso, la neve che cadeva eccetera. Poi all'asilo ha trovato il deserto o quasi e allora gli è venuto il magone. Soprattutto ha pianto sentendosi abbandonato da suo padre "che ha la marcia della neve e allora perché non è venuto". Tea gli ha detto se venire a prenderlo all'1 o alle 4 e lui "va bene quando vuoi ma purché venga il papà". Il papà era partito stamattina alle 6.30 con la marcia delle neve, che sarebbe poi la ridotta oltre alla trazione integrale. Stanno facendo alberelli di natale dappertutto all'asilo. Ieri pomeriggio l'ho visto, mentre aspettavo uscisse, dal piccolo parco di S. Gregorio, attraverso le finestre, che gironzolava per l'aula, gesticolando con l'aria di dirigere complesse operazioni logistiche (mettevano le sedie sui tavolini, per facilitare, suppongo, il lavoro della bidella). Manuel mi ha visto e ha richiamato l'attenzione di Mattia, che ha dato un'occhiata di sbieco ma col cavolo che mi ha salutato. All'uscita non ha voluto essere preso in braccio, vuol mettersi per conto suo giacche e pantaloni. Insomma un aspirante figlio autonomo. Mi sa che non diventerà un bamboccione.

sabato 27 novembre 2010

cattivi maestri

Il relativismo nell'infanzia. Mattia da qualche giorno è scettico, dubita, non crede. La storia è cominciata quando la Emi, la maestra storica dell'asilo avrebbe detto che lei S. Lucia l'ha vista. Così almeno sostiene Mattia che dice: "Ma non ci credo". Il fatto che la maestra abbia visto S. Lucia lascia perplesso anche me, allevato prima nelle certezze granitiche si sono ahimè sfaldate a mano a mano che leggevo. Perché è il leggere, la conoscenza che sfalda le certezze tramandate e inculcate. Ma che Mattia non creda (già?) a quanto sostiene addirittura una maestra è un sintomo gravissimo. Per un momento avevo addirittura pensato che non credesse proprio all'esistenza di S. Lucia, mi sembrava prematuro. Poi ho capito, crede che io abbia il numero del cel di S. Lucia (a alla quale fingo di telefonare per aggiornarla sui regali da portare, ma non crede che la Emi l'abbia vista in carne ed ossa, per via che non la si può vedere, pena la perdita secca dei regali, come da tradizione. Infatti Mattia vuole preparare il fieno per l'asino e quindi fino lì ci siamo. Solo non crede alla maestra. Il che potrebbe essere anche più grave del previsto. E' anche vero che non è la sua maestra di vita (è la maestra di un'altra classe) ma non crede a 4 anni e mezzo ai "maestri" può essere dirompente. Poi mi consolo: intanto crede a suo padre, un punto di riferimento ce l'ha. Ma è una consolazione egoistica, rafforzata solo dal fatto che di "cattivi maestri" è pieno il mondo. Ma la Emi è una delle più brave che ho conosciuto. Dubitate gente, dubitate, adelante, ma con judicio.

giovedì 25 novembre 2010

possessivo

Mattia è entrato in possesso... del possessivo. Il "mio" qui, il "mio" là, che sono i primi sintomi (classici in ogni bambino) dell'egoismo, la voglia di sicurezza che è poi voglia di tenerezza, guardare in avanti, avere un futuro. Tutte balle, sia pure illustrate. Fatto sta che Mattia adesso dice sempre "il mio papà dice, il mio papà mi ha detto, il mio papà mi ha raccontato di un suo zio che si faceva pungere le mani dalle api per guarire da una malattia...". Tea gli ha chiesto, ma dici sempre così anche all'asilo? Mattia l'ha guardata e ha detto: "Certo, all'asilo racconto sempre del mio papà". E quando dici la mamma, dici anche di me "la mia mamma"? Mattia si è fermato un attimo, attonito, l'ha guardata e poi: "Ma io non parlo mai di te all'asilo". Tea l'ha presa bene, almeno mi è sembrato.

martedì 23 novembre 2010

dispendio

E' interessante il quarto d'ora passato fuori dall'asilo, perché le mamme aspettano, chiacchierano. A prendere i bambini arrivano più nonni, segno che l'affido fortunatamente in paese conta ancora su di loro. In genere sono affettuosissimi, i bambini, soprattutto le bambine, gli corrono incontro e gli saltano in braccio. Mattia da un po' non salta in braccio, aspetta di vedermi nella ressa, si alza senza fretta e mi viene incontro, non vuole smancerie pubbliche, segno di una crescita di... crescita di che? A me mancano un po' gli abbracci e comincio a invidiare i nonni. Stamattina la bambina con cui ieri ha fatto battaglia, Anna senza capelli rossi, lo ha saluto per le scale. Erano ore e ore che parlava di lei, ma lui stato sulle sue, come si deve fare, perdinci, è la tattica migliore, farsi rincorrere, ha già imparato tutto. E' anche vero che è una tattica dispendiosa, nel senso che nove su dieci non si prendono la briga di rincorrerti, non afferrano la situazione, anche le donne hanno i loro limiti e quindi te le perdi per la vita intera, salvo dirtelo dopo decenni, di sfuggita, come dire, meno male che non ti sono venuta dietro, che è una doppia perdita, a ben vedere. Però vuoi mettere, anche con il dispendio enorme di risorse e occasioni, resti (solo) con la tua dignità. Anna senza capelli rossi è recuperabile. ma non do consigli immediate, ogni cosa a suo tempo. Il problema è averne.

lunedì 22 novembre 2010

fratellina

E' tornato all'asilo questa mattina, con i "compiti" fatti a casa. Insomma ci ha preso gusto e così ieri, fortunatamente perché è piovuto tutto il santo giorno, ha disegnato, colorato e costruito torri improbabili. Probabilmente covando anche qualche malanno che questa mattina e oggi non si sono ancora manifestati nonostante Tea continui a dire che non gli vede l'occhio attento. L'occhio se lo riserva all'asilo da dove oggi ha detto di essere tornato stanco e io a chiedere, perché vi hanno fatto punteggiare tanto? Macché, "perché ho fatto una battaglia con Anna". Io a fare lo spiritoso, "Anna dai capelli rossi?" e lui si è arrabbiato, si vede che questa Anna gli piace davvero, è la "fratellina" più grande di Giulia (se non ricordo male, che essendo piccola Mattia non degna neppure di un momento di attenzione. E così ogni giorno è un nuovo giorno, speriamo gli sparisca del tutto la tosse e dorma bene perché domani c'è ginnastica e ha scelto la tuta...

venerdì 19 novembre 2010

Chiamarsi Pietro per un... pelo

L'altro ieri colloquio con la maestra di Mattia. E' il secondo della mia vita dalla parte... sbagliata della cattedra (ho sempre fatto i colloqui da insegnante, anche se mai dietro un cattedra. E a sorpresa è saltato fuori che Mattia è "davvero bravo". A far che cosa? "E' preciso". Ma come va con gli altri bambini. "Con noi adulti (maestre n.d.r.) non lega molto, non ha molta confidenza, ma con gli altri bambini chiacchiera e ha proprietà di linguaggio". Meno male, penso che nella proprietà non abbia preso alla lettera certe espressioni che mi escono quando sono esasperato. Questa mattina è tornato all'asilo volentieri, anzi, mi ha detto di andare, non voleva farsi vedere mentre lo coccolavo. Segno di emancipazione precoce. Salvo lunedì dovermi ricredere. Adesso è tutto impegnato in dipinti e lavoretti vari, nel raccontare le discussioni interne, come quello del pelo di un bambino di nome Pietro. I maschietti si sono molto interessati al fenomeno, pare lo abbia vicino alla bocca, ma non ho capito bene. Fatto sta che si sono scervellati chiedendosi la ragione del fenomeno, decidendo che i peli ce li hanno quelli grandi, ma essendo Pietro piccolo era da escludere, finché Mattia ha trovato la ragione vera: "Ha il pelo perché si chiama Pietro". Devono essersi chiesti la logica di questa affermazione, o forse no. Ma Mattia ha voluto spiegare: "Il mio papà ha la barba, quindi ha tanti peli e si chiama Pietro. Lui si chiama Pietro e ha un pelo perché è ancora piccolo". La sera si è guardato le gambe e ha chiesto a sua madre quando gli cresceranno i peli. Ricordo, ma eravamo già grandicelli, che da noi c'era la leggenda che strofinando sulle guance una foglia di fico, spremendone il "latte", cresceva prima la barba. Perché la barba significava essere grandi. Forse pensano che Pietro stia entrando nel mondo dei grandi.

lunedì 15 novembre 2010

asilo improvviso

Lo so che ci sono giorni in cui questo blog resta fermo. Perché... non sto fermo io. Ieri abbiamo portato Mattia alla festa dell'Avis di Lovere dove eravamo invitati. Ha mangiato, assaggiato, girato, giocato, preso confidenza, fatta amicizia con un bambino e poi era scatenato. Stamattina la doccia fredda, si va all'asilo? Sul momento non aveva realizzato, quando ha sentito la parola era un auto, è ammutolito all'ìmprovviso. Poi si è lasciato andare a un pianto dirotto. L'abbiamo praticamente portato di forza all'interno. Sembrava placato poi di nuovo è scoppiato a piangere. Quando sono andato a riprenderlo sembrava sereno. Ma mi sa che prepara la battaglia di domani mattina, quando sarebbe programmata la ginnastica che lui non vuol fare, per puro principio perché poi basta vederlo scatenato nei salti e si lancia nel vuoto ecc. E noi che dobbiamo chiudere un'altra edizione del giornale. E' stata una giornata faticosa.

giovedì 11 novembre 2010

sms

Ieri Mattia ha dettato a sua madre le sue esigenze per Santa Lucia. La mamma aveva già preparato il foglio per la letterina. Mattia l'ha rifiutato: "Ma un foglio poi si perde. Figurati se Santa Lucia non ha il telefonino. mandale un messaggio". Ma io non conosco il numero... "Ma lo conosce di sicuro il papà". Ecco, non vorrei che tutte le mie spiegazioni e storie sui misteri celesti lo abbiano convinto che ho il filo diretto (anzi, senza fili) col cielo. Fatto sta che adesso abbiamo qui una serie di richieste specifiche e dettagliate, senza preamboli, come fanno i bambini di oggi, niente Cara Santa Lucia sono un bambino buono e robe melense del genere, si va dritti al punto, rapporti in stile commerciali, tipo "Spett. Santa Lucia & C..." (perché di certo avrà una società, forse addirittura una Spa e quindi avrà associati altri santi nel businnes della bontà. Si coglie l'occasione per porgere distinti saluti. Niente preghiere, in fondo siamo al do ut des, io pratico il bene e tu ricompensi adeguatamente, secondo i prezzi che il libero mercato stabilisce secondo la legge della domanda e dell'offerta. L'elenco ce l'ha nel messaggio incorporato Tea. Quando me lo passa provvedo a inoltrarlo.

mercoledì 10 novembre 2010

Lenticchie

E' quasi pronto (fisicamente) per tornare all'asilo. Ma non psicologicamente. Adesso ha capito che all'asilo si becca le malattie e non ha più voglia di star male. Una scusa sottile che sfrutta a senso unico (ad es. con la mamma e la nonna), i sessi deboli che sono più sensibili ai richiami, anche sublimali. Ha dipinto (con gli acquarelli) un bellissimo fiore, non so come gli sia uscito ma è davvero bello. Mattina passata in giro, soprattutto a controllare i lavori in corso del presepe in chiesa. E' arrivato anche il Murì con i suoi 90 anni o quasi, la Dida (il cane che ha preso il nome del portiere del Milan) fuori dalla porta ad aspettare. Il Murì credo non si entrato mai in chiesa tante volte come in questi giorni, con questo parroco, che del resto adesso è negli Stati Uniti, va d'accordo. Mattia è salito sul pulpito, ha esplorato il coro, ha voluto spiegazioni sui grandi dipinti che naturalmente raccontano storie, come l'affresco di Cristo che salva la peccatrice dalla lapidazione (segue racconto) che si fa dare da bere dalla Samaritana (segue spiegazione sulle "diversità", ma soprattutto quello sulla primogenitura persa da Esaù per un piatto (immagino fumante) di lenticchie che noi da piccoli non sapevamo cos'erano, ma lui sì, visto che adesso sono tornate in uso e c'è il dipinto di quando Isacco "benedice" Giacobbe, figlio secondogenito, travestito da Esaù, il fratello che puzzava (Mattia divertitissimo) ed era peloso e lui allora si era messo sui polsi della pelle di pecora (addirittura) e così diventa lui l'erede ecc. Cose poco edificanti ma illustrate nel luogo sacro. Poi mi ha "assolto" da tutti i miei peccati (è di manica larga). E a mezzogiorno, quando tutti se ne sono andati a pranzo, era deluso, sapeva che stavo andandomene anch'io. Come sempre ero in partenza.

martedì 9 novembre 2010

mantello

Mattia dopo aver passato ieri pomeriggio in chiesa ad assistere ai primi lavori per il grande presepio, ieri sera ha disegnato con sua madre un S. martino a cavallo che taglia il suo mantello, che lui ha dipinto giallo. La Mamma gli ha detto, ma perché il mantello lo fai così grande? Lui ha risposto tranquillo: "Così il povero ne ha di più". Non vale un'intera stagioni di editoriali?

lunedì 8 novembre 2010

funzioni

Oratorio pieno anche ieri, nonostante la pioggia battente. Don Fiorenzo e Don Simone hanno fatto un buon lavoro. Sabato bel tempo e giochi praticamente gratis con gonfiabili e scalata alla parete artificiale, metafore sbiadite di quando ci si "elevava" anche fisicamente ma non "in sicurezza" bisognava almeno scarpinare sui sentieri di montagna. Ma fa niente, di questi tempi basta alzarsi in piedi ed è già una conquista visto che siamo tutti culturalmente orizzontali. Mattia Ha giocato a tutto. Capisce lui i giochi prima di me e la sorpresa è che vince davvero. L'ho già detto, a me non piace perdere, nemmeno con un bambino e ho ricavato una sostenibile teoria da questo fatto (riassumibile nella comoda tesi che si deve saper perdere, naturalmente devono saper perdere gli altri). Mattia così cresce nel sano conflitto generazionale e non è escluso che un giorno prenda la grande decisione di far fuori la figura (e già che c'è anche il corpo) paterna come da tesi psicoanalitica, tutta roba malsana. Fatto sta che però mi batte davvero, anche perché (tesi difensiva) lui si esercita con sua madre su giochi improbabili "da tavolo". Ma si è divertito e anch'io nella sala affollata dell'oratorio, un andirivieni incredibile di ragazzi, ragazze, uomini e donne, papà e perfino tre nonni (non contando il sottoscritto che ha due funzioni, quella di padre e di nonno). Il Mattino purtroppo la cerimonia del 4 novembre è stata sbagliata, ma non infierisco con il "Monte Grappa" suonato nel vuoto perché la corona d'alloro era già stata posizionata da un'ora e l'Inno di Mameli finito quando finalmente comincia a salire la bandiera sul pennone, le solite frasi del Sindaco e via. Doveva esserci la processione ma non c'è stata per il maltempo, che poi miracolosamente aveva anche resistito per quell'ora. Mattia ed io abbiamo seguito tutte le funzioni, versato l'obolo e stretto le mani della pace. E non si è nemmeno annoiato.

domenica 7 novembre 2010

Che fatica

Mattia sta meglio ma l'antibiotico lo ha ridotto uno straccetto, ogni tanto si accoccola, ha seguto tutto il film di Pinocchio (quello di Comencini) e ha scoperto che la stessa storia può essere raccontata in modo diverso, con più particolari (il cartone non ha la vicenda del campo dei miracoli, degli 'assassini' e della malattia di Pinocchio con consulto. In effetti anche la vicenda della tomba della fata dai capelli turchini Mattia non l'ha capita, perché poi ricompare e lui "ma non era morta?". Che fatica essere uomini, come cantava Sergio Endrigo. Oggi volevo portarlo alla processione di San Martino, c'è Checa che suona nella banda, gli risparmio il discorso del sindaco, ma la processione gli dovrebbe piacere. Il problema è che piove, adesso vediamo.

giovedì 4 novembre 2010

baci

Mattia beve antibiotici, ma non quello al sapore dell'olio di ricino che per forza lo fa vomitare. Solo mia zia Rina quando aveva disturbi si beveva come niente fosse un bicchierone di olio di ricino, non avendo avuto esperienze di bevute forzate durante il fascismo, perché mio zio prete non osarono toccarlo e lei era la sorella. Noi si rideva sempre quando stava per berlo e lei si metteva in posa con il bicchiere alzato e poi via, tutto d'un fiato che noi (io che ero piccolo, Ernesta, Emma, Luigia) si faceva le boccacce per lo schifo di sapore che immaginavamo, perché l'olio di ricino lo avevamo provato tutti, a quei tempi, e sempre a scopo curativo. Ora che ci sia in giro per i bambini questo antibiotico al sapore di olio di ricino è incredibile. Fatto sta che Mattia, appena l'abbiamo sostituito, ha bevuto quello nuovo dicendo che sapeva di zucchero e oggi è migliorato. Ha la faccia ancoradi uno che è passato sotto un rullo compressore, ma oggi ci siamo divertiti a comporre un biglietto di auguri per Sara, un biglietto a matrioska, con tante frasi e lui ha firmato col suo nome (in maiuscolo, per ora) e ha scritto anche il nome di Sara. Ieri sera è tornata anche Checa a trovarlo e lui si è sentito al centro dell'attenzione, ma quando gli dico che deve bere qualcosa per guarire, lui dice che è già guarito ed è due volte che vede il cartone di Pinocchio e anche quello di Biancaneve, vuole evidentemente favole edificanti. "Cos'è la coscienza?" mi ha chiesto col grillo parlante e ha voluto sapere cos'è il bene e cos'è il male. La mia risposta è stata che quando sta facendo qualcosa di male lo sente dentro, anche se poi magari decide di farlo lo stesso, ma dentro qualcosa gli dice che non andrebbe fatto. Contando sul fatto che i bambini hanno la coscienza ancora pulita. Con Biancaneve sono apparsi gli avvoltoi e io ho detto, ah ecco, stanno lì ad aspettare di mangiare i cadaveri. "Cos'è un cadavere?". Porca miseria, anche qui il corpo senz'anima e poi la successiva domanda è stata sull'urna col coperchio di vetro e gli ho ricordato le due sante di Lovere che stanno appunto nelle "teche" con il vetro. Fortuna che la storia è arrivata al bacio del principe azzurro e non mi ha chiesto niente sul bacio e successivo finale in bellezza perché sui baci non sono mai andato forte...

mercoledì 3 novembre 2010

bronchite

Mattia è malato. Questa mattina la pediatra ci ha detto che se aspettavamo ancora due giorni probabilmente sarebbe stata polmonite. Si tratta di una bronchite grave che ha un nome speciale che non ricordo, uno dei due focolai presenti all'asilo di Sovere, l'altro è quello delle bolle su bocca, mano e piedi. Il problema ulteriore è che Mattia dice che non ci sono mai e lui si arrabbia con me perché sa che poi devo partire, devo sempre partire per lavoro. Alla mamma che gli diceva appunto delle responsabilità del lavoro ecc ecc. ha risposto. "Ma io non sono il lavoro" che è un po' come la risposta che Tea racconta nell'editoriale del numero che va in edicola venerdì quando a un bambino (fatto realmente accaduto) è stato chiesto in un negozio di Sovere, tu di dove sei?, lui ha risposto "della terra". Che è stupendo, a volte i bambini ti fanno capire che tu stai correndo in tondo, a vuoto senza vedere che cosa hai al centro. Spero guarisca presto, perché curarlo è difficile, rifiuta le medicine.

martedì 2 novembre 2010

mamma


Mattia è ancora ammalato, tosse e forse bronchite. E noi lontani dal cuore, qui a cercare di chiudere un altro numero del giornale con la pioggia fuori e il malumore dentro. Mattia al telefono che vuole la sua mamma e con me chiacchiera ma non vuole me, da ammalato vuole la sua mamma, l'unica che lo capisce.

lunedì 1 novembre 2010

Ognissanti

Festa di Ognissanti, mortificata dalla nuova festicciola del "dolcetto o scherzetto" che mi sono ben guardato di far festeggiare a Mattia. Già all'asilo meno male che non l'hanno presa in considerazione. Sentivo uno ieri dicendo che ai suoi tempi questa festa non c'era e non ci capiva niente. Domani si ricordano i morti, mica i mostricciattoli e i fantasmini inventati. ma la tv naturalmente è sensibile a tutte le cavolate importate. Anche dare senso alla cultura e alla tradizione ormai non ha più audience, ne parlano i politici per raccattare voti di risulta, come per la religione, non vanno in chiesa ma se ne proclamano ufficialmente difensori, come per la famiglia, ne hanno due o tre ma se ne proclamano paladini. E se nascono i difensori significa che c'è qualcuno o qualcosa da difendere, che non ce la fa da solo. Segno di impotenza. Che c'entra? Mattia ha la tosse secca e il suo consueto e cronico raffreddore. Veramente mi ricordo che quando eravamo piccoli a scuola c'erano sempre quelli col "mosegn", la candela, che gli arrivava fino in bocca e non se la pulivano mai perché non avevano nemmeno il fazzoletto, che già le mamme risparmiavano sulla stoffa delle braghe, sempre cortissime e allora in un'espressione dialettale "pesante" si diceva che "i mòsaa" cioè si vedeva tutto a seconda dei movimenti. Festa di tutti i Santi del Paradiso, "ma proprio tutti? Quanti sono?". Boh, ci sarà da qualche parte una contabilità dopo che il Papa precedente ne ha proclamati a centinaia. Mattia è nervoso, novembre è cominciato come la prosecuzione di ottobre con la stessa pioggia. Una vacanza da non godere che vacanza è?

mercoledì 27 ottobre 2010

infezione

Mattia è tornato all'asilo, sempre col suo raffreddore. Le maestre gli vogliono bene e si è fatto amici, si salutano con piccoli sberleffi che lasciano ben sperare. Solo che ci è stato consegnato un foglio allarmante, c'è un bambino con un'infezione contagiosa, tanto di avviso della Asl, bolle su bocca, mano e piedi, malattia con prognosi di 3 settimane, anche con febbre. E si è diffuso l'allarme. Ogni giorno si scoprono piccoli drammi famigliari, bambini anche ammalati che vengono portati all'asilo comunque perché i genitori non si possono permettere di saltare il lavoro. Non sappiamo se portarlo o no in questi giorni, se ci si ammala poi tre settimane sono lunghe e magari non vuol più tornare. La sorpresa è che Mattia vuole andarci all'asilo, ha i suoi amici e ha avuto il bacio della sua maestra, nonostante il raffreddore. Domani vediamo che fare.

martedì 26 ottobre 2010

bugie

Oggi niente ginnastica. Mattia non voleva già mettersi la tuta, prima di entrare all'asilo ha detto che lui non faceva ginnastica. Cosa sia successo non lo sappiamo. Sospettiamo sia caduto e si sia sentito ridicolo e qualcuno si sia messo a ridere. E' un sospetto fondato su indizi, ma è uno solo l'indizio, quindi non fa una prova. La direttrice Michela sulla porta dell'asilo mi ha detto che non ha voluto fare ginnastica e che però hanno parlato e chiarito tutto. Ho chiesto a Mattia cosa si siano detti e lui ha risposto che non si ricordava. E siamo punto e a capo. Ha sempre un raffreddore boia. Ieri sera si è divertito a registrare messaggi e fa il rapper, fa le rime più improbabili, ha capito il meccanismo. Passa il tempo a dipingere e fa il furbetto. Oggi ha detto che ha disegnato tutto il pomeriggio, mentre la nonna sotto lo smentiva clamorosamente, "l'è mia éra". non è vero, "l'è stacc zo de sota fina adèss", è stato da basso, in giardino, fino a poco fa. Chi mente sapendo di mentire? E la bugia è ancora un peccato? Sono quesiti fondamentali anche se un po' autunnali.

lunedì 25 ottobre 2010

cattivissimo me

Ieri siamo andati a vedere un film, "Cattivissimo me" e Mattia ci va anche per avere il piacere (come me) di mangiare popcorn e bere aranciata, ma poi il film, inizialmente di difficile comprensione, a poco a poco è diventato molto didattico. Devo ricredermi, utilizzano ovviamente sempre il canovaccio delle vecchie favole edificanti, ma con buone invenzione, come i cattivi che fanno a gara a chi conquista cose eclatanti, una piramide e poi la luna, da rimpicciolire come un pallina con un riduttore. Ma entrano in scena tre orfanelli che cambiano tutto, il "cattivissimo" che li "adotta" soltanto per conquistare il riduttore nella tana supercorazzata del cattivo concorrente (vendono biscotti e il cattivo ne è ghiotto e così apre il portale di acciaio) a poco a poco si affeziona ai tre e alla fine la luna conquistata non vale più niente, rispetto all'affetto dei tre bambini e lui la scarica al concorrente che viene punito perché l'effetto riduzione è a tempo e la luna torna a splendere in cielo. Mattia dopo un pezzo che eravamo usciti ripete una battuta apparentemente innocua, di quando il terribile cane del cattivissimo viene fermato dai bambini per nulla impauriti e vedendo 'sto cane di ferraglia uno dei tre chiede: "Ma di che razza è?" che Mattia mi ha ripetuto ridendo, aspettando la risposta che è stata "Non lo so" con un cattivissimo spiazzato vedendo che la sua macchina della paura non prevale sull'innocenza. Popcorn esauriti già alla fine dei primi titoli, Mattia si è divertito, messaggio ottimo, vuoi vedere che c'è in giro ancora qualche pedagogo che si è dato al cinema? Oggi asilo fino al pomeriggio, grande raffreddore con la pioggia e il freddo. E ottobre (il mese più odiato da Tea, in effetti né carne né pesce) sta finendo.

giovedì 21 ottobre 2010

micini orbi

Ieri Mattia esce dall'asilo con un palloncino. Chiedo se c'è stata una festa. La direttrice dice che no, è il primo premio di giornata. Premio di che? "Eì stato il più bravo a punteggiare". Mattia era tutto compreso della sua parte, del palloncino non gli fregava nulla, ma si vedeva che incassava le lodi, rinnovate stamattina dalla maestra Roberta. Cosa voglia dire punteggiare me lo ha spiegato lo stesso Mattia, con un punteruolo (che abbiamo cercato invano al centro commerciale ieri) su una carta i contorni di un disegno, in modo che lo stesso si possa poi staccare. E qui c'è l'aspetto negativo della faccenda, la rivalità con Matteo, che ho già detto è un bambino simile a Mattia per carattere e quindi destinati prima a scontrarsi e poi magari a diventare amici per la pelle. "Perché Matteo ha fatto in fretta ma si è stracciato il foglio e la Maestra lo ha sgridato". Ora nella gerarchia di noi cinque fratelli la situazione era la seguente. Tino (il secondogenito, essendo io il primo) era uno sempre di fretta, le cose le voleva finire, la regola valeva sempre. Il Pepe (terzo) andava lént e seguént in tutto. Io ero posizionato a metà, adesso vado, per assurdo (dovrebbe essere il contrario invecchiando) più di fretta, se c'è una cosa da fare voglio farla alla svelta. Mattia deduco che è lént e seguént il che lo preserverà dagli errori delle gatte frettolose che fanno i micini orbi.

lunedì 18 ottobre 2010

pesciolini d'oro

Quando un bambino può dirsi guarito? Stamattina mal di pancia, ma asilo comunque. Prima sorpresa, manca il suo amico Elia, che è un bambini che ha una malattia congenita e però ha un'allegria incredibile. Un po' meno l'altro Mattia, suo fratello, anche lui con la stessa malattia ma, essendo più grande, più avanzata. Mattia 2 era all'asilo, oggi c'era laboratorio di fiabe che consiste, a quel che ho capito nel dipingere non so quale fiaba, "oggi pesci piccoli, alcuni rossi". A Mattia è venuta la mania del dipingere e adesso sta nelle misure, non sempre ma fa anche i contorni, come gli ha insegnato suo padre che era un maniaco delle piccole cose e dell'ordine essendo stato in seminario e poi in collegio e poi in caserma ecc. Mi ha sempre incuriosito in "Cent'anni di solitudine" (come non l'avete letto, ma dai, vi manca un pezzo di umanità sognante) il colonnello Aureliano Buendìa che avendo "promosso trentadue sollevazioni armate le perse tutte" e finì i suoi giorni a fabbricare pesciolini d'oro, cose minute, roba minima, direbbe Jannacci. "Oh oh pesciolino non piangere più...", vi ricordate quando vi parlavo di "Capitani coraggiosi"? Quel film non l'ha mai visto fino alla fine. Quando lo vuol rivedere si interrompe in tempo. prima della morte di Manuel. Lui non lo che muore, ma lo sospetta e non vuol vedere che muore. Mattia adesso sta imparando che le cose piccole, i particolari, hanno la loro importanza nel rende gradevole l'insieme delle grandi. Domani, che è pur sempre il giorno peggiore per noi, chiusura del giornale, per lui ginnastica.

venerdì 15 ottobre 2010

virus

E venne il giorno del virus. E' andata troppo bene. Stamattina vomito e dolori di pancia e Mattia che piange perché... vuole andare all'asilo dai suoi amici Elia e Mattia. Tutto il giorno a vomitare. Ti chiamo vomitino? gli ho detto. "No, dai, non mi piace" ha avuto la forza residua di raccomandarmi. Supposta e praticamente in fase comatoso, non reagisce, adesso dorme, ha voluto essere tenuto in braccio e che gli cantassi la ninna nanna che mi cantava mio padre, che gli cantavo quando era in pancia: "Ol me pipì fa 'n po' la bela nana, me picinì contenta la to mama, contenta la to mama e la to nona, me picinì le car a la Madona". La cantava un gruppo di studio musica popolare di Zogno che era una meraviglia e l'ho messa nel mio filmato sui vecchi, "autunno in valle". Si è quietato, ma si vede che le medicine ti riducono a una larva. Meno male che sono sempre stato allergico a prendere medicine. Ha voluto che gli leggessi delle fiabe poi si è stancato. Mi dicono che è un virus diffuso. Va beh, dorme. Chissà. Domani dovremmo andare alla castagnata all'asilo, vuole andarci. Se avrà forze.

martedì 12 ottobre 2010

usmarsi


Oggi ginnastica, Mattia con la tuta bella che gli ha comprato Pepe (nel senso di Paolo) e però la mattina si fatica a tirarlo fuori di casa e quando è in auto bisogna inventarsi le storie più inverosimili per farlo entrare in quella porta maledetta, che adesso lui vorrebbe anche "farsi dentro" ma i rapporti non sono più quelli semplici e diretti di una volta, ognuno sembra davvero solo sul cuore della terra e "usmarsi" (significa fiutarsi, sentire l'odore dell'altro) diventa difficile, i cani sanno riconoscere ancora gli odori dei loro simili (veramente mi sa che faticano anche loro, visto come si allevano oggi e a fare che cosa) i cuccioli d'uomo sentono odori sconosciuti, da terrazzo a terrazzo non arriva niente, quando si incontrano sono respingimenti. Intanto ha battuto ogni record e ha fatto perfino ginnastica. Ogni giorno sembra mangiare meno, dice che gli danno porzioni "che vanno bene per la micia" e lui ha fame. Che va anche bene, provare la fame a salve fa bene (lo dico con quelle frasi fatte che non servono a nulla e non valgono nulla).

lunedì 11 ottobre 2010

ancora brontolate

Con Mattia ieri abbiamo fatto una mega mangiata alla tana di Mario, che è un ristorante dove ti portano porzioni enormi e c'erano per lui ben otto crespelle che naturalmente non è riuscito a mangiare nemmeno per la metà, tanto erano grandi. Poi oggi è tornato all'asilo. Non volentieri, ovviamente, ma facendo buon viso, si fa per dire, a cattiva sorte. E all'asilo, dove è rimasto fino a questo pomeriggio alle quattro, ha di nuovo "brontolato" questa volta con le gemelline e poi con il solito Matteo che è uno come lui, solitario e pensieroso. Non ho capito la ragione del contendere, tranne che per due scatoloni dove si dovevano mettere da una parte le cose di carta e dall'altra non so cosa. Raccolta differenziata ma si vede che le gemelline avevano sbagliato... cassonetto e lui,. maestrino senza penna rossa, è intervenuto. Matteo deve aver difeso le gemelline e allora "mi sono arrabbiato anche con lui". Ma ti parlano ancora? "Certo, il papà delle gemelline mi parla". La mamma di Matteo non si sa, lui vuole che gli parlino i grandi.

giovedì 7 ottobre 2010

miracoli

Al mattino non vuol più andare all'asilo, "ho finito i miei venti giorni" seconda l'incauta promessa di suo padre che comunque ha la riserva, quella dei giorni che ha fatto tribulare nell'andare all'asilo, come nei patti, il che prolungherebbe di qualche giorno. Ah, il patto poi parlava di giorni effettivi ed... effettivamente sarebbe scaduti anche se qualche giorno abbiamo davvero faticato (ha faticato Tea) a tirarlo fuori di casa che poi tocca a me proseguire la pantomina del grembiulino. ma il fatto è che poi torna a casa gasato, racconta che ha "lavorato", che ha "punteggiato e colorato", che poi è andato in bagno a lavarsi e poi a "cena, no a pranzo" (comincia a correggersi). Ma da qualche giorno dava segni di manie di grandezza, e questa sera sono state evidenziate dal fatto che ha messo sua madre a scrivere sotto sua dettatura, assumendo atteggiamenti da maestro, perlopiù scontento dei risultati dell'alunna, messa in riga anche al momento della cena, assumendo atteggiamenti autoritari, se non proprio autorevoli (con me, ovvio, non si permette. Comunque oggi ha fatto un disegno al computer, tutto per conto suo, che era un capolavoro, andato purtroppo perso per una stampante con carenza di colore e una improvvida cancellazione successiva, sempre da parte sua). Oggi ha voluto sapere la storia della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che gli sembrava bella. Dico, te la leggo sul librone. In Luca sono addirittura due le moltiplicazioni ma sono tradotte malissimo (edizione Paoline) e con termini datatissimi (la mia edizione è data anni sessanta ma "turba" invece di "folla" è ottocentesco. Non è rimasto molto soddisfatto e allora l'ho un po' colorita per conto mio e ho avuto anch'io una botta di mania di grandezza pensando che dovrei riscrivere i vangeli e non solo per i bambini, rendendo i miracoli per quel che devono essere "mirabili".

martedì 5 ottobre 2010

pidocchi

Certi giorni ho il sospetto che stiamo allevando un piccolo mostro. Mattia ha brontolato anche oggi all'asilo. A parte la patetica messa in scena che devo fare da due giorni, quella di mettermi il grembiulino (mi infilo solo una manica) ed entrare all'asilo facendo finta che mi riconoscono e mi respingono, oggi sono arrivato un po' di fretta e dalla finestra, in un pertugio della tenda ho guardato nel refettorio. Mattia era seduto al tavolo con a sinistra Erik, il bambino che piange sempre e Mattia dice che gli fa male alle orecchie, alla destra due bambine, che lui mi ha detto poi essere Lia e Kristel. Vedo che fa la faccia dura e fa segno qualcosa con la mano e parla. Naturalmente era come un pesce in un acquario, non sentivo cosa diceva. All'uscita gli ho chiesto cosa diceva. "Ho brontolato con Lia e Kristel perché Kristel faceva rumori sotto il tavolo e ho detto che non si fa". A sua madre ha poi aggiunto "devo brontolare con tutti io, ci dovrebbero pensare un po' anche le maestre". Capito? Praticamente si sente investito della parte di educatore dei pargoli. Adesso vuol invitare le due "brontolate" a casa sua sabato pomeriggio e io devo incontrare (e prima ancora individuare) le mamme e invitarle. Abbiamo chiuso il giornale stasera ma domani mattina c'è la prima pagina e le correzioni e ho poco tempo. Ma cercherò di individuare le mamme e invitare le figlie. Boh, magari mi dicono di no. Ah, all'asilo è scoppiato il caso pidocchi, due bambini (naturalmente amicissimi di Mattia, uno da lui definito "simpaticone" sono a casa. La nonna ha tranciato a Mattia i capelli, a scanso di equivoci. E mi ricorda quando mio zio don Pierì, saputo che a scuola c'erano i pidocchi, mi ha fatto rapare a zero che mi vergognavo a presentarmi a scuola. E non avevo nemmeno un pidocchio.

lunedì 4 ottobre 2010

tristezza

Si dimettono a raffica i sindaci e ci tocca fare e disfare il giornale che sarà in edicola venerdì prossimo. Così Mattia viene trascurato. Non sabato e domenica, l'abbiamo goduto e ci ha goduto, sabato siamo andati a vedere un asinello appena nato, di nome Pinocchio. Domenica pomeriggio in oratorio a provare tutti i nuovi giochi. Ma questa mattina non aveva proprio voglia di tornare all'asilo. Allora ho fatto finta di infilarmi il grembiulino e andare io al suo posto, ma mi riconosceranno? Sono entrato (cosa non si fa per un figlio) e poi sono uscito con il grembiulino sulle spalle e Mattia rideva come un matto, mi hanno riconosciuto, non so come hanno fatto ma mi hanno detto che non sono Mattia. E allora ha deciso che entrava lui a farsi vedere e così è passata anche questa giornata. All'asilo continua a mangiare poco o niente e non perché non abbia fame ma perché proprio le razioni sono scarse ("Ho mangiato la minestra, ma due cucchiai solo perché me ne hanno data poca"). Poi ha ripreso a giocare a tris, avete presente, quel gioco incrociato dei pallini e del x. Beh, mi ha battuto 4 volte, le prime due per gentile concessione, ma poi ha capito il trucco. Pepe (sempre lo zio Paolo) ha detto che è un gioco in cui si vince solo se sbaglia l'avversario, quindi è un gioco stupido. Mattia lo ha freddato al primo colpo e Pepe ci sta ancora pensando a come abbia fatto. Adesso riprendo a scrivere articoli per il giornale. Fine della pausa.

sabato 2 ottobre 2010

festa dei nonni

Ieri all'asilo festa dei nonni. Ma non ero invitato essendo padre. E così è andata la nonna. La maggior parte dei bambini aveva 4 nonni infilati, Mattia aveva appena l'unica nonna, un po' malandata anche quella, ma sono tornati tutte e due felici, Mattia ha cantato e recitato in mezzo al coro e poi si sono buttati sulle torte. Mattia era eccitato e agitato anche dopo la festa. E poi parla continuamente di una tale Kristel che ha il codino "ma è bella e un po' scura di faccia" e allpora se prima parlava di Chiaro si può senz'altro e ignobilmente fare la battuta su "io Chiara e lo scuro", anzi la scura. Anna stamattina mi ha rassicurato, anche il suo nipotino si è invaghito di una bambina, "che ha gli occhi azzurri come il cielo", questi bambini parlano tutti come un libro stampato, almeno mi rassicura, non è che Mattia abbia il "mal di braga" a quattro anni, è normale. Perché è la normalità che rincorriamo, appena c'è un parametro fuori "norma" si ricorre agli psicologi che naturalmente ho conosciuto e adesso sono obbligatori nelle scuole statali col bel risultato che le maestre, appena un bambino è appunto "fuori norma" lo scaricano nelle mani adunche di questi specialisti del nulla che poi redigono carte impietose che il bambino si porta dietro tutta la vita, arriva alle elementari e appena fa uno scherzo, la maestra va a vedere la scheda, ah, aveva problemi anche all'silo e via via fino alle superiori che poi magari arrivano anche fino a chi ti sta per assumere e all'Asl che quando avrai un semplice mal di testa diagnosticherà che in fondo lo si sapeva fin dall'asilo. Mattia ha la tosse secca, qualcosa, oltre al grembiulino, dovrà pur portarsi dall'asilo, no?

giovedì 30 settembre 2010

marcata visita

Mattia questa mattina ha marcato visita, come facevano alcuni sotto il militare che al mattino accusavano mal di pancia difficili da contestare, uno ha mal di pancia, mica la febbre che è difficile da farsi venire quando non ce l'hai. Sua madre ci è naturalmente cascata, come è tornato a casa dalla porta dell'asilo il mal di pancia era sparito. Ha promesso che domani sarà presente alla festa dei nonni e dovrebbe recitare la poesia. Sua madre non ha capito che è questo che lo terrorizza, non si ricorda la poesia. Tea è un fenomeno con la memoria, legge un libro ed è capace che recitarci intere pagine. Mattia mi sa che somiglia a me, ho una memoria diversa, di ragionamento, se il professore mi chiedeva quando era nato Carlo Alberto non ne avevo la minima idea ma se mi chiedeva di spiegare i suoi atteggiamenti tentennanti parlavo per mezz'ora. Fatto sta che Mattia dovrebbe recitare un'improbabile poesia che comincia con "Cari nonni" e poi basta, non c'è il seguito perché non ce l'ha. Gli ho detto: ma devi recitarla da solo? Lui: "No, tutti insieme". Ah, allora, gli ho detto, fai il pesce. Fare il pesce consiste nel muovere le labbra come se recitassi ma in realtà non emetti suoni. Poi gli ho detto, ma come, tu sei un attore nato, non devi aver paura di recitare... Lui mi ha chiesto: cos'è un attore? E lì non avevo tempo e ho pronunciato la frase che un padre non dovrebbe mai dire, te lo spiego un'altra volta. Lui recita a soggetto e gli piace quando metto in scena io le mie sceneggiate che invento sul momento, in mondi immaginari pieni di sorprese e di frasi improbabili. A mezzogiorno, con lo zio Gianni (il frate che regge una delle parrocchie più grandi di Milano e viene a trovarlo e pulire l'acquario) ha mangiato come un bue, supposto che il bue mangi tanto. E si è scoperto che all'asilo danno poco da mangiare, ma non solo il suo, Caty dice che tutti gli asili hanno porzioni piccolissime. E lui quando ha fame diventa furibondo e nervoso. Da qui forse derivano i suoi "brontolamenti". Penso.

martedì 28 settembre 2010

competizione

Secondo giorno di asilo fino alle quattro del pomeriggio. Quando sono andato a prenderlo, io non lo vedevo nel mucchio dei bambini e nel velo delle mamme ammassate per riconoscere la loro prole, fidandosi dell'odore del proprio sangue e io che dovevo aguzzare la vista soltanto, non essendo madre e Mattia era già lì e mi ha tirato per la giacca e non sapevo se prenderlo in braccio che a lui piace ma temo cominci ad avere un po' di pudore, da che ha "brontolato" di nuovo oggi per lo stesso bambino che gli ritagliava il libro su cui c'erano le figure e "io non l'avevo ancora letto" (letterale). Hanno portato a casa un lavoretto di incollatura anche alla rovescia, va beh, almeno il diritto e il rovescio, via, che già a tennis lui sa distinguerlo e sul foglio non ancora. Ha detto che ha mangiato doppia razione di merenda. Cosa? "Pane e banana". Ora, mia madre mangiava pane e cachi e una volta si è spinta fino a mangiare polenta e cachi ma mai pane e banana... Il bambino con cui ha "brontolato" di nuovo è Matteo, che tra l'altro credo abiti nel Borgo S. Martino. Ma poi è venuta fuori la verità, sono in competizione. "Si deve mettere in testa che sono io il preferito della Roby". Credevo fosse un'altra bambina, col cavolo, è la maestra. Ho frugato nella memoria, non ho avuto maestri né professori femmine, non è esperienza di simili competizioni, all'asilo le suore non ispiravano sentimenti né preferenze, Suor Natalina era però l'unica che mi chiamava Piervittorio, usando anche il mio secondo nome. L'ho premiata da sindaco, poco prima che morisse. Che c'entra? Va beh, cerco di ritardare il momento di confessare che non so cosa fare e se ci sia qualcosa da dire o da fare in casi similari.

lunedì 27 settembre 2010

buonista

Ieri giornata campale in oratorio, Messa al campo (sportivo) il mattino. Va beh, Mattia si è annoiato anche perché il monsignore presente parlava lento, con quelle espressioni che stroncherebbero un toro infuriato rendendolo un bue mansueto e addormentato. Mattia si è peciato e ha voluto andare in sala giochi, lasciata pericolosamente aperta. Non ha giocato perché suo padre per decenza glielo ha impedito, che si interrompeva, non dico un'emozione, ma una celebrazione. Ma il pomeriggio è stato un successo, film all'oratorio per ragazzi col sottoscritto intento a spiegare la storia di Shrek (non so di preciso come si scrive), insomma l'orco verde simpatico che si innamora di Fiona che di giorno è principessa e di notte orchessa, solo che era una puntata che presupponeva la conoscenza dei precedenti. Io ho visto il primo film e quindi gli spiegavo il ritorno al passato per un patto scellerato che firma... ma che vi frega, andate a vederlo, no? Poi siamo usciti, merenda con le torte buonissime delle mamme dei catechisti nel salone nuovo fiammante inaugurato proprio la mattina. Sia chiaro, sono contrario all'utilizzo improprio di una ex chiesa, con tanto di pala d'altare con la serigrafia di Don Bosco ma ancora la struttura da abside e sotto il... bar modernissimo e la navata che fa da sala giochi e da intrattenimento (c'era stata la sera prima una cena comunitaria con 150 persone). Bello. Poi Mattia ha giocato al pallone in un campo da gioco affollatissimo. Stamattina asilo senza problemi. Non so, credo non mangi abbastanza ma poi si rifà, la maestra mi dice solo "bravo" che è come dirmi, non mi stufi con delle domande, va bene e basta. Mattia mi ha raccontato che la "sua" squadra ha vinto il gioco dello... straccio, che poi ho capito era il gioco della bandierina ma lui non l'ha presa, a quel che si è capito ma poi "gli ho detto che non bisogna sgridare chi perde" e mi sa che mi diventa un predicatore buonista, dopo naturalmente che tutti si sono adeguati alla sua volontà, insomma un... dittatore buonista che è un ossimoro, ma è sempre diverso da dittatore populista.

sabato 25 settembre 2010

due fette

Ieri grande giornata, sette ore di fila all'asilo, record assoluto che si aggiunge alla permanenza totale nel covo dell'educazione all'omologazione ecc. cose cinesi, perché l'errore è stato mandarlo a due anni e mezzo e l'abbiamo pagato lo scorso anno, bastava lasciarlo crescere. Vedo che quest'anno sono aumentati e di molto i bambini piccolissimi. Se due anni fa lui era un'eccezione, adesso ce ne sono già quattro nella sua classe e poi non so nelle altre. Ce n'è uno che piange disperato dall'inizio alla fine, ti si avvicina e vorrebbe farsi portare via da chiunque, quando entro con Mattia viene da me in lacrime, non dice niente e piange e mi guarda che un giorno me lo prendo su e vado e poi scoppia il caso del rapimento ecc. Mattia è restato all'asilo fino alle 4 del pomeriggio e pensavo di raccattarlo con cucchiaino, quando siamo andati a prenderlo. Col cavolo. E' più che mai determinato a stare lì che ha conosciuto anche un'altra bambina "ma non ti dico il nome" (sospetto non lo sappia, ha un approccio molto concreto, stavo per scrivere corporeo ma poi c'era troppa ambiguità), e anche utilitaristico, "ho giocato con loro", riferito a dei bambini che mi descriveva intenti appunto a giocare. Va beh, approfondisco un'altra volta. "Ho punteggiato". In attesa di capire cos'è questo punteggiare prendo atto che la socializzazione procede. L'altro ieri hanno mangiato la torta perché cìera un bambino che compiva gli anni. "Quello con cui ho brontolato". "Ho mangiato due fette". Vedete, non porta neanche... rancore.

giovedì 23 settembre 2010

integrazione

Mattia è appena andato via dalla redazione. Primo punto: domani vuol stare all'asilo anche nel pomeriggio. E se la fai dentro? "Io la tengo". Che è già meglio di suo padre che a suo tempo, sempre all'asilo, al tempo dei tempi, fece quella trovata di farsela addosso (la cacca) in modo da essere mandato a casa., La cosa suscitò imitatori e il giorno dopo eravamo in tre ad avercela fatta addosso ed essere inviati verso Via Valle con il nostro carico pesante che ci scendeva giù per le gambe. Solo che al terzo giorno eravamo in quattro e allora mangiarono la foglia e fummo battezzati per bene in casa, più per la vergogna di aver attraversato il paese in quello stato che per la furbata, perché in realtà non scoprirono mai che era una strategia per tornare a casa.
Ho anche scoperto che si è fatto un amico, all'asilo. "Non è un amico, ci gioco". Ah ecco. E come si chiama? "Non lo so perché non capisco quello che dice e non lo capiscono nemmeno le maestre perché è straniero". Dev'essere uno dei tre bambini statunitensi che frequentano, mi ha raccontato uno, l'asilo. Ma mentre marocchini, rumeni ecc. parlano l'italiano, venendo dagli stati uniti si vede che loro parlano solo inglese. E come fate a capirvi? "Lui non capisce me e io non capisco lui". E allora? "Non dobbiamo mica parlare, dobbiamo solo giocare". E vai con l'integrazione.

grembiulino

Questa mattina ho portato Mattia all'asilo. Gli ho allacciato il grembiulino in auto e ho visto che i bottoni tiravano un po' ma poi mi sono perso per via che Lia è passata di lì con un triciclo tandem, si è fermata e Mattia è salito se n'è andato via con lei. Oggi torna a casa e racconta alla nonna che la maestra ha dovuto slacciare tutto e rimettergli il grembiulino. "La maestra mi ha chiesto, chi te lo ha allacciato, il papà?". (Ecco, subito a sospettare dei padri). "Io ho pensato, se glielo dico il papà fa una brutta figura e allora ho detto che me l'ero messo da solo". Il papà gongola, capace che quando sarò andato definitivamente a picche, Mattia mi aiuti.

mercoledì 22 settembre 2010

Allora lunedì Mattia va all'asilo con un raffreddore tremendo e un po' di febbre. La sera la febbre sale. martedì lo lasciamo a casa: lui urla, si mette il grembiulino da solo e scende le scale, vuole andare all'asilo da solo, la nonna che lo rincorre, lui dice che vanno avanti con la punteggiatura e lui resta indietro. Poi si quieta. Questa mattina torna all'asilo con il naso rosso, raffreddore a manetta, fazzoletti stesi al sole, ieri ha finalmente usato quelli di carta ma ha peggiorato la situazione epidermica, rosso fuoco sotto il naso. Poi lo andiamo a prendere e mi confessa "ho brontolato con un bambino". Cosa vuol dire brontolato, hai litigato? "No, ho brontolato perché gli ho rubato la ragazza". Allarme, non può essere, non a questa età, anche se suo padre all'epoca eccetera, perché poi ognuno di noi mitizza le situazioni di quando, a tre anni, volli esplorare il mondo femminile con la bambina vicina, peccato che poi confessai fino a vent'anni finché un frate domenicano della chiesa sul Sentierone di Bergamo capì la situazione e mi disse da quando confessavo quel peccato. Praticamente dalla prima Comunione (preceduta dalla Confessione). Però, vuoi mettere, sapevo della differenza tra uomo e donna fin dai tre anni. Rubato la ragazza? Il fatto, dopo lungo e peziente interrogatorio è andato così: ogni bambino "grande" è incaricato di prendersi cura di uno piccolo, deve tenerlo per mano negli spostamenti. Era programmata "dopo cena" che per Mattia continua ad essere il pranzo, una gita al parco, non so quale, ma Mattia esce all'una e quindi niente gita, ma l'incarico era evidentemente precedente. fatto sta che il bambino che stava seduto al tavolo con lui "a cena", ha detto che la accompagnava lui la bambina. Mattia si è impuntato e così hanno "brontolato". Chi ha brontolato per primo? "Sono stato io". La nonna ha sottolineato: "Bravo, fatti valere", che il papà poi deve rimediare, c'è brontolamento giustificato e ingiustificato, c'è il torto e la ragione, il bello e il brutto, il bene e il male, Socrate diceva... Ma sì, hai fatto bene a "rubargli la ragazza". Ma non avevi Lia? "Certo, Lia deve venire a giocare a casa mia". Ah, beh (nel senso che la vita è breve e chi ci capisce è bravo).

venerdì 17 settembre 2010

asilo chiuso

Mattia oggi è uscito raggiante e un po' imbambolato dall'asilo. Una intera settimana lo avrebbe steso. e? un record assoluto. Ma l'aria imbambolata mi ha un po' preoccupato, che sia ammalato? Un po' di raffreddore, per via del tempo che fa, ma poi... Stamattina si era svegliato alle 6 e aveva voluto alzarsi. Ma l'indizio andava cercato all'entrata dell'asilo. Ora succede che io lo accompagno per mano, la sua aula è chiusa, perché hanno un collegamento di energia elettrica quelli del cantiere vicino che stanno montando i giochi in quel che rimane del parco di S. Gregorio. Lui cerca la sua maestra e la vediamo seduta alla cattedra di un ufficio. Ahi. Scendiamo, un po' in fastidio, a chi lo affido adesso, l'ingresso è importante... La direttrice, Michela, mi viene in soccorso, "Mattia, guarda che è già arrivata Lia...". Passa di lì una bambina su un triciclo, passa velocissima. Michela la ferma, guarda che è arrivato Mattia. Che c'entra, mi chiedo, non era Sofia la sua prediletta? Lia si ferma, torna indietro e va a prendere un triciclo come un tandem, arriva di volata, si ferma e dice: "Dai, Mati, sali". Capite bene che un padre deve essere attento alle piccole sfumature. Mattia sale. Incredibile, lui vuol sempre guidare, e una donna l'ha (già?) messo sotto. Michela cerca di rassicurarmi: "Adesso fa il timido, ma poi appena va via lei, si lascia andare". Va beh. Salto al pomeriggio. Parla di Lia e di un altro Mattia che vuole portare a casa a giocare, questo Mattia suona e Lia deve essere invitata. Nel pomeriggio giochiamo e poi lui si addormenta con la nonna. Quando arriva sua madre le raccomanda: "Non dire a Lia che ho dormito questo pomeriggio che io sono grande". Va beh. "Ma il papà ha invitato Lia per domani?". Io sono lontano ma sento l'eco di quello che succede. "Domani voglio andare all'asilo". Domani l'asilo è chiuso. I miracoli continuano.

mercoledì 15 settembre 2010

ripensamento


Stamattina Mattia non aveva voglia di andare all'asilo. Ci si è lasciato condurre come un vitello al macello, senza pianto ma con il muso lungo. L'altra mattina c'era un effetti un vitello legato fuori dalla macelleria e mugghiava, poveretto, sentiva odore di morte, a Mattia abbiamo detto che era lì per altro. Va beh, Mattia lo preleviamo oggi, ma ieri era gasato al punto da voler andare anche il pomeriggio, oggi voleva finire la sua avventura all'asilo prima del tempo. Ripensamento. Fortuna che Checa (che a scuola, fa la IV liceo classico, ci va malvolentieri, anche lei ha subito un'involuzione) gli ha regalato un cd con le canzoni dello zecchino d'oro compresa quella del "fammi crescere i denti davanti" e allora si distrae. Sospetto stia covando l'influenza di stagione.

martedì 14 settembre 2010

miracolo continuo

Il miracolo continua. Mattia si lascia tranquillamente accompagnare all'asilo, sua madre non deve nemmeno più nascondere il grembiulino ("cosa lo nascondi a fare se poi devo metterlo?"). Ma non è finita. Oggi all'uscita è andata a prenderlo la nonna e lui ha pianto disperato perché sospettava che mi fossi dimenticato di lui. Tea è corsa giù a consolarlo. Le ha detto che non solo va all'asilo ma che vuole partecipare anche al laboratorio di teatro. Questa mattina la direttrice Michela ci ha detto che Mattia è bravissimo e che vorrebbe appunto farlo partecipare in ottobre a un laboratorio pomeridiano dedicato alle fiabe. Ma non pensavo che lui accettasse. Poi deve avere un mezzo flirt con una Sofia ("Le ho detto che non sta bene con i codini, ma con i capelli giù"). E allora ci siamo, capace che davvero questo sia l'anno buono per la socializzazione e la pace nel mondo.

venerdì 10 settembre 2010

miracolo

Miracolo. Questa mattina Mattia tranquillo, quasi beato, è andato all'asilo senza una lacrima, anzi, senza abbracci d'addio, si è seduto al tavolo della maestra Roberta e si è messo a disegnare. Tutto sta nel fatto che gli ho detto e ridetto che lui occorre, aiuta la Michela, la direttrice, e deve tener d'occhio i più piccoli. Infatti quando è uscito ha detto a suo padre che conosce e chiama "gatto" perché gli fa il verso di un gatto arruffato (spero sappiate com'è, se no immaginatelo) che lo Stefano (il figlio di Matteo che è più piccolo) ha mangiato solo la bresaola e non la pasta. Ha il compito di sparecchiare i tavoli alla fine del pranzo. Non durerà ma almeno un altro giorno è passato ed è la prima volta in due anni (si fa per dire, in tutto avrà fatto un mese di asilo) che non piange e anzi è entrato tranquillo. Poi nel pomeriggio qui in redazione a sfornare pasticcini (finti) e guardare le mie fotografie da piccolo. Fin che dura.

giovedì 9 settembre 2010

tristezza

Il secondo giorno di asilo al mattino è partito malissimo, pianti e stridor di denti. Poi all'una andiamo a prenderlo e scopriamo dalla finestra cui si attaccano tutti i genitori per guardare in sala mensa, che non si può e la direttrice ha spalancato la finestra e ha rimproverato i fratelli dei bambini che dai vetri cercavano di richiamare l'attenzione, che Mattia stava ritirando i bicchieri dai tavoli, tutto preso dalla sua parte di cameriere che adesso prosegue anche a casa dalla nonna e guai se c'è un cucchiaino nel reparto delle forchette, "vorrei sapere chi l'ha messo! dice compunto, asciuga le posate e insomma è ordinato e servizievole. Due giorni di asilo, qualche speranza e zacchete che si alza il terzo giorno con un raffreddore che cola da tutte le parti e un po' di febbre. Oggi pomeriggio l'ho portato dal meccanico, dal benzinaio e poi al santuario a vedere la statua della Madonna che sembra una giapponese e che Don Fiorenzo vuol rimuovere e ridipingere lui stesso (ci sa fare) e mettere sulla cancellata della grotta un cartello "torno subito" oppure "torno ad aprile", cose del genere che non so se le pie donne la prenderanno bene. Si tratta della statua nel prato dietro il santuario, mica dell'effigie miracolosa, s'intende. Mattia ha chiesto perché Don Fiorenzo la portava via, anzi no, prima ha chiesto "come" la portava via. E come il camioncino sarebbe arrivato fin lì. Poi il "perché". Ma perché non vedi che brutta che è? gli ho risposto. E lui "più che brutta, mi sembra triste". E' vero, ha una faccia triste.

lunedì 6 settembre 2010

asilo uno

Tragedia mattutina per il primo giorno di asilo. Pianto dirotto, disperazione, mali sparsi per il corpo, tentativo di fuga, abbracci stretti. L'abbiamo lasciato lì e ho un blocco allo stomaco. Gliel'ho contata su sul fatto che è il più grande dei... mezzani, ho tentato diversivi sui simboli dei bambini (lui ignobilmente ha una gallina ma sorvoliamo sugli... ippopotami) e poi lo strappo finale. Adesso andiamo a prenderlo, verso l'una, dopo mangiato. Ma domani sarà la stessa tragedia. Lui regge, ma noi?

sabato 4 settembre 2010

lotteria

Ieri sera siamo andati al circo (a Monasterolo). Un circo Orfei (non quello maggiore) carino e molto dignitoso rispetto agli due che abbiamo visto negli anni passati. Ho detto a Mattia che era la terza volta che andavo al circo "nella mia vita" e lui, "anch'io è la terza volta che vado al circo nella mia vita". C'è un po' di differenza, infatti non ero mai andato prima di portare te. Mattia è rimasto sveglio fino alle undici di sera passate, non ha riso molto ma si è divertito. Noi abbiamo contato le persone che c'erano. C'era un padre che bestemmiava (letteralmente) perché aveva dovuto portare il figlio al circo e voleva vedere la partita dell'Italia. Il suo "bambino" era deforme addirittura per la grassezza, una cosa mai vista e poi ha mangiato patatine e ogni sorta di cose al bar del circo. Vendono i biglietti di una lotteria interna (devono far quadrare il bilancio) e Mattia dice di comprare un biglietto che vince. Estraggono l'unico vincitore(vinceva un regalo a scelta tra quelli messi in mostra) e zacchete esce il numero di Mattia. Io e lui siamo scesi nell'arena come i due cammelli di poco prima e siamo andati a scegliere una scatola con dentro qualcosa che somigliava a un cantiere di lavoro. Naturalmente Mattia soddisfatto. Stamattina ha provato il grembiulino dell'asilo, poi ci ha pensato e ha pianto anche perché lo "zio Gianni", il frate amico di Tea, gli ha detto che lui all'asilo ci è andato un solo giorno. Il che fa il pari con Sara che non ci è mai andata e così Mattia si sta chiedendo perché il papà lo voglia portare all'asilo "ben" 20 giorni, sia pure effettivi, sia chiaro. "Ma tanto ci vado poco", ha confidato o si è confidato. Dopodomani sarà una tragedia annunciata.

giovedì 2 settembre 2010

evento

Mi ero dimenticato. Ieri pomeriggio Placidia (la romita del santuario) ci ha lasciato suonare le campane con Marco, l'autore della grande croce di pietra che sulla strada del santuario ricorda con una stele molto bella tutti i morti soveresi sulle strade o comunque premature. Abbiamo tirato le corde delle cinque campane, due a testa io e Marco e quella più piccola Mattia. Si è sentito una scampanare un po' scomposto per tutto il paese ma Placidia mi ha spiegato che ogni tanto lo fa, anche su commissione di quelli che, non essendoci più la "scoperta" (lo scoprimento dell'immagine della Madonna sull'altare che una volta era velato fuori dalle cerimonie liturgiche) delle famiglie le commissionano delle preghiere e lei suona le campane. Oggi pomeriggio mentre Mattia voleva farsi raccontare per l'ennesima volta la storia di Gesù che caccia in malo modo i mercanti dal tempio, (gli piace moltissimo) è arrivata una famiglia e Placidia ha guidato le preghiere mentre Mattia provava a inginocchiarsi e alzarsi, sedersi e inginocchiarsi e poi mi ha detto di raccontargli di quando scelgono Barabba al posto di Gesù. Insomma sono diventato un grande narratore di storie bibliche, perché per via del sole e della luna sono risalito alla creazione, sposando in toto la tesi creazionista, con Adamo ed Eva, la cacciata dal Paradiso terrstre che è difficile da descrivere perché somiglia molto ai prati intorno al santuario e non si capirebbe perché siamo stati cacciati per aver mangiato una mela e vai con i diritti e doveri e poi per fortuna Placidia ha smesso la preghiera e noi siamo andati ad aggiustare il nostro canale che i ragazzi di ieri ci avevano ovviamente otturato (parzialmente perché non hanno le nostre capacità progettuali ecc ecc.) e abbiamo rimosso un grosso sasso dal letto (si fa per dire) del torrente e poi soddisfatti siamo tornati giù. Ero nel frattempo andato all'asilo a parlare con la direttrice e farmi dare la lista delle cose da portare, zainetto compreso. Mattia mi ha detto che vuole lo zainetto di Ben Ten e questo mi ha illuso... Perché domani mancano tre giorni all'evento.

mercoledì 1 settembre 2010

Ciàpela

Prosegue il lavoro (?) psicologico per convincere Mattia che in fondo la soluzione asilo potrebbe essere anche indolore. Sarà per questo che mi si è attaccato addosso tutto il pomeriggio come dovesse perdermi da un momento all'altro. Siamo stati a salutare la Madonnina e mi ha chiesto di raccontargli il quadro: "Qual è lo Spirito che fa parlare le lingue?". C'è un dipinto nella volta e vai che mi è uscita una storia con tanto di suspence (alla francese) che non finiva più, fino ai due discepoli di Emmaus, passando per il tredicesimo apostolo e qui è entrato il tradimento, l'amicizia che conta... toh, l'amicizia, come quella di un altro compleanno festeggiato tra i prati del santuario da un gruppo di bambini e bambine con mamme a carico che prima stanno finalmente a chiacchierare tra loro e poi strillano quando si rendono conto che i bambini sono finiti nel bosco e sicuramente domani mattina Tea troverà il canale Mattia ribaltato e però compleanno ieri, altro compleanno oggi, il valore dell'amicizia ci stava, no e dove se non all'asilo (mi vergogno a dirlo) si possono fare i primi amici, magari quelli (non è vero, non è vero) che si conservano tutta la vita e con cui si gioca e ci si racconta le cose. "Ma io le racconto a te". Ciàpela.

martedì 31 agosto 2010

autorità

Lunga contrattazione oggi pomeriggio tra padre e figlio, rinnegando quindi ogni tipo di gerarchia, mettendo sulla bilancia la mia autorità costituita da leggi e usanze, forse natura e religione. Insomma ho detto a Mattia che deve andare all'asilo, 20 giorni, fuori i festivi, ogni giorno in cui fa i capricci aumento di un giorno. Siamo nella fase numerica, pretende da due giorni che io conti fino a mille, sono arrivato a 450 poi mi sono stufato ma credo abbia afferrato il meccanismo, lo facevo contare dopo la decina e lui riprendeva esattamente con l'aggiunta di uno. Che c'entra? C'entra che quando ho discusso e gli ho detto che se fa i capricci un giorno gli scalo un giorno dai 20 lui deve aver fatto i conti che in fondo gli conveniva fare i capricci dal primo giorno e invece ho rigirato la frase, vuol dire che ti aumento di un giorno. E la cosa è finita con un accordo tra gentiluomini. Col cavolo, quando è arrivata a casa sua madre l'ha chiamata in sala e le ha annunciato che sì, c'era l'accordo sui venti giorni, ma lui non ne faceva nemmeno uno. Mancano 5 giorni a lunedì mattino. Credo che non ce la faremo. Forse la natura dell'uomo non è democratica.

lunedì 30 agosto 2010

età evolutiva

Fine agosto. Mattia "fiuta" puzza di asilo. Solo a sentirne parlare ammutolisce, con sua madre piange, di notte si sveglia di soprassalto piangendo. L'altra notte ha gridato nel sonno "Noooo, non voglio". Ho capito che aveva un incubo, gli ho preso la manina e si è calmato. E a sua madre e a me sono tornati i dubbi: è meglio che venga inquadrato soffrendo o che resti libero, con il pericolo che cresca viziato e solitario. Il fatto è che lui con tutti gli adulti prima è cortese e timido, "educato" (non è merito mio che non lo sono mai stato), poi prende confidenza e parla a ruota libera. L'altro giorno, visto che si era chiuso, incontrando due signore, nel consueto mutismo, ho inventato che aveva fatto il voto del silenzio per due giorni. C'era il Murì, c'era la signora che fa la fotografa e un'altra signora. In coro hanno detto che lo sentono chiacchierare tutto il giorno dal terrazzo con la nonna e stentano a credere che possa rimanere zitto per così tanto tempo. Tea ha trovato le letterine sciolte che sua zia usava per insegnarle a leggere. Si diverte un mondo a mettere insieme le parole. Poi vuole anche la sua libertà di "inventare" le parole. Anche alla lavagna scrive le lettere. E' la penna che non sa tenere in mano bene, la prende ancora come un pugnale. E lunedì comincerebbe l'asilo e siamo noi i più indecisi. Lui avrebbe già deciso e non capisce perché suo padre che gli vuole così bene gli voglia infliggere la tortura di stare con i bambini, "io sono un uomo". E sì che ho fatto pedagogia e l'esame di psicologia dell'età evolutiva a pieni voti e non mi ricordo più niente. Ma forse è anche meglio. Siamo partiti da zero tutte e due, Mattia e io, lui impara a fare il figlio e io faticosamente a fare il padre. Ma non sono più tanto sicuro di fare in tempo...

giovedì 26 agosto 2010

giochi di fantasia

Sono giorni così, riprendere a pieno ritmo anche dopo una sola settimana di fermo, è faticoso. Lo è stato. Stasera dovrei andare a fare da "moderatore" a un dibattito leghista tra sindaci. Ieri sera è successo un casino, auto bruciate, scontri, per la tessera del tifoso veniva contestato il ministro Maroni. Credo che stasera, con i sindaci non ci saranno problemi. Mattia sta proseguendo il gioco del battello, si diverte tantissimo, mi fa scendere in un posto poi... ritira la passerella e mi lascia lì. Poi viene a riprendermi. Altro gioco buttarmi in acqua che devo nuotare per risalire sul battello. Poi andiamo a... mangiare in posti diversi, a Iseo mangiamo il riso, a Clusane (Clusane, non Clusone) mangiamo la tinca, a Lovere il gelato, a Tavernola un piatto di... cemento, a Predore abbiamo deciso per polenta e uccelli, a Riva ancora gelato. Il fatto è che il gioco consiste nel fatto che io scendo dalla passerella e non faccio in tempo a ordinare che il bigliettaio (Mattia) mi costringe a risalire perché il battello riparte. Sono contento che giochi con poco, che resti, nella valanga di giochi che ha, quello di fantasia pura, trasformando il niente, uno serbino di gomma, in una passerella e ambienti diversi in un lago ecc. Mattia passa ore tranquillo a parcheggiare macchinine che poi porta nella mia officina per far aggiustare. Io brontolo perché mica posso aggiustare tutto, a un certo punto chiuso l'officina, lui chiede perché chiuso, sugli orari non è molto ferrato, il giorno in effetti è tutto attaccato. Ricordo che con una scatola di cartole delle scarpe, ritagliati i finestrini, sono andato avanti, da piccolo, che vi credete?, a fare il percorso della corriera da Vilminore a Tavernola. E giocavamo a fare il battello in una casa di Via Valle che dava sul torrente Rino che aveva una scala che portava dritta sul greto del torrente e noi si viaggiava con la fantasia. Mattia per fortuna si diverte con le cose, non ancora del tutto con le immagini.

mercoledì 18 agosto 2010

calcio e bocce

Ho portato Mattia a vedere i giocatori di bocce. Interessatissimo, guardava i movimenti di chi andava a punto e chi bocciava. Poi li ha imitati. Abbiamo rivisto un pezzo di "Capitani coraggiosi". Lui sta zitto, io commento ogni tanto ma lui assorbe senza rispondere. Ieri pomeriggio è stata invece la volta del calcio sul prato del santuario con i passaggi. Sto cercando di insegnargli a passare la palla. a "vedere" il compagno. E l'ha fatto benissimo e a un certo punto si è perfino permesso un passaggio di tacco. Il "dai e vai" adesso è memorizzato. Solo che il "compagno" devo essere io, guaio ad affiancarlo a un altro bambino, mi si rifugia tra le gambe, si rifiuta di giocare. E' un problema, come quello di tornare all'asilo. Gli ho detto che a settembre ci torniamo (notare il "ci"). Lui ha assorbito e poi ha cambiato discorso. Mi sto accorgendo che ogni movimento, ogni passaggio, ogni particolare si complica, addio teoria, qui si sperimenta come fosse il primo rapporto tra padre e figlio. La storia che ricomincia, nello stile di questi tempi che guardano il passato con fastidio e i morti se li attribuiscono in funzione delle convenienze presenti.

lunedì 16 agosto 2010

biglie

Oggi, alla ripresa del lavoro ho trascurato Mattia. Che ha passato il pomeriggio qui, ma capiva che ero assente, impegnato in telefonate e articoli. Niente a che vedere con le giornate passate al lago, niente a che vedere neppure con ieri, giornata di ferragosto, passata insieme dall'inizio alla fine, divertendosi un mondo. Abbiamo tracciato nella terra (non abbiamo la sabbia) un circuito per le biglie e poi abbiamo fatto la gara a chi arrivava primo. Solo che il circuito era bellissimo, ma ho commesso l'errore di percorrerlo all'incontrario, cioè la mano giusta per tirare era la... sinistra, mentre se il circuito lo si percorre da destra a sinistra la mano giusta è a destra. Non me lo ricordavo più e siccome non si poteva entrare in m,ezzo perché c'era una montagna di terra lui era in difficoltà a tirare di sinistra e... ha perso. Poi l'ho lasciato vincere a bigliardino fingendo una disperazione accorata che lo ha divertito tantissimo. Ma oggi pomeriggio l'ho trascurato e adesso mi dispiace, perché quando è partito con tea io ero ancora impegnatissimo al telefono e nemmeno ci siamo salutati. Va beh, domani andrà meglio.

venerdì 13 agosto 2010

montisola




Siamo tornati da Montisola, località Sensòle (metto l'accento per i nesci). Mattia ha mangiato, giocato e dormito (nell'ordine a scalare per quantità). Ha comprato un biliardo in miniatura, ha preteso sapere tutto di "navi", motoscafi, barche, ma anche ulivi, pergolati d'uva, moto. Siamo saliti anche in cima all'isola, al santuario, ha camminato sulla ripida salita senza farsi portare, da uomo. Sui battelli, tra un andirivieni e l'altro ha guardato lago e monte, paesi e case sparse. Quest'anno c'era molta meno gente, lui ha provveduto a farsi amico il cuoco, che gli ha rifilato razioni doppie. mai visto mangiare primo, secondo e dolce in quelle quantità (tutto suo padre). Per quanto mi riguarda ho dormito, dormito e dormito. Ci siamo divertiti a guardare le interminabili manovre dei motoscafi che attraccavano per venire a mangiare il pesce. Mai mangiato tanto pesce e così buono. Abbiamo fatti partecipi gli uccellini sentendoci molto francescani. Poi ieri mattina il lago ha cominciato a dar segni di insofferenza ("E' incazzato?") e si è fatto serio. Qui dicono che è triste, con il tempo piovoso. Io che a Tavernola sono cresciuto, so che è la sua vera faccia e non vede l'ora di scrollarsi di dosso quelli che lo riducono a una vasca da bagno. Certo, i tedeschi sono incredibili: da due mattine fanno il bagno alle otto del mattino, anche con la pioggia ("tanto sono già bagnati, come i pesci") e poi mangiano colazioni "pesanti". Abbiamo letto i cartelli di maggioranza e minoranza sulla "cementificazione". Credo sia in atto una sorta di rigetto generale di quello che negli anni settanta e fino all'anno scorso sembrava l'avanzata ineluttabile dell'edificazione.

venerdì 6 agosto 2010

pausa


Domenica partiamo per Montisola per la solita (è la terza volta) vacanza settimanale. Mattia conta le notti che mancano. Oggi ha voluto venire fino a Villongo per le locandine e adesso è qui in redazione che gioca con le carte, con la pallina magica e infine con le mie foto. Il problema è se deve vincere sempre o deve saper perdere, come dice la canzone. Vincere sempre potrebbe illuderlo o semplicemente lo si deve incoraggiare per poi scoprire per conto suo che la vita è ben diversa. Lui tollera di perdere da me ma non da altri. Ma non molla, vuol essere bravo in tutto. Non voglio che diventi un bulletto altrimenti avrà vita dura. Poi incontra un altro bambino e diventa timidissimo, quindi si pone il problema inverso. Sono stati giorni di lavoro. Siamo tutti stanchi. Ma abbiamo tanto di quel materiale per il prossimo numero che praticamente potremmo farlo subito. "Praticament"e non vediamo l'ora di ricominciare.

martedì 3 agosto 2010

cena

Oggi è giorno di chiusura del giornale. Piccola pausa. Mattia lo vedrò stasera, gli ho detto di avere pazienza poi passiamo una settimana a Montisola. A lui piace sia Montisola che Caorle. Ieri sera abbiamo giocato a tennis (rudimentale, comincia però a capire che bisogna buttare la pallina nel campo avversario, anche se poi di solito le spara alle stelle) e chiacchierato un po'. Il suo problema è indovinare quando scherzo e quando parlo sul serio. Me lo chiede, "scherzi, vero?". E poi: "dai continua a scherzare". E nello scherzo ci inventiamo improbabili situazioni che lo divertono a inventare cose sempre più inverosimili. Siccome tra sabato e domenica dovevo leggere un libro per poi presentarlo (l'ho fatto ieri pomeriggio a Bratto), faceva il tifo sulle pagine che avevo letto, "a che pagina sei?" e io 122 e lui, "Mamma, è a pag. 122" come fosse una conquista e alla fine, quando ho chiuso il libro mi ha chiesto di leggerlo lui e ha cominciato a sfogliarlo ma evidentemente non trovava nulla di interessante. Poi ha voluto sapere cosa andavo a dire del libro e lì le cose si sono complicate perché io in queste occasioni parlo a braccio, quello che viene viene. Ieri sera invece ha voluto sapere cosa significata "esattamente" che lui usa ma evidentemente gli sfugge... l'esatto significato. Giri di parole per spiegare cosa significhi "esatto", mi trovo in difficoltà, poi penso di essermela cavata. Invece è sullo ieri, oggi e domani che ancora non ci siamo. Sa fare le sottrazioni ma usa a sproposito ieri per dire domani e la distinzione tra pranzo e cena è stata risolta come col nodo gordiano, "si dice cena e basta".

venerdì 30 luglio 2010

Socrate

Oggi non ho ancora visto Mattia, siamo impelagati col giornale (è un numero corposo) che uscirà venerdì prossimo ma deve essere terminato entro martedì sera, mercoledì mattino al massimo. Va beh, Mattia oggi piangeva, si sentiva abbandonato da padre e madre in un colpo solo-. Quindi ha provato i dolori di orfano a salve. Amedeo (che mi ha riscritto) ha ragione, la cultura serve, intendevo solo dire che ci si fanno mille problemi, i nostri genitori sopperivano alle carenze con le esperienze, ma questo è il mondo che sembra ripartire da zero. Non solo film comunque (anche se la presa è più immediata. Gli leggo libri (perfino "Il Piccolo Alpino") e gli racconto storie. Quando dorme con me pretende ogni volta una storia, per questo sto cercando di frugare nella memoria le storie più costruttive, proprio quelle in cui i buoni sono ancora riconoscibili dai cattivi, il bene dal male. Lo so che la realtà mischia tutto e diventa più difficile poi portare la distinzione nella realtà. Mi rendo conto della difficoltà, la sto vivendo, tutto quello che dici viene smentito da mille altri rivoli di messaggi che sembrano altrettanto e apparentemente più autorevoli. Credo che il messaggio che passa sia quello più autorevole, la stima che lui ha per il padre o la madre, lo zio o chi per esso. Per questo l'esempio è basilare. Purtroppo poi viene l'utilitarismo, come dire, dici bene tu che quello fa il furbo e non va bene ma vedi che il vigile non c'era e l'ha fatta franca? Qui subentra il discorso del bene gratuito. bisogna riandare a Socrate. Bravo, con la fine che gli hanno fatto fare. Se è per questo anche a Gesù. E allora punto sull'uomo che fa perché pensa, non perché gli altri fanno. Parole, parole. Ma vedo che funziona. Per ora. Mi auguro di trovare nella scuola un supporto. Un augurio cui non credo molto nemmeno io. Un tempo era il paese intero (preti, dottori, maestri, semplici compaesani) che condivideva un progetto educativo, se rompevi un lampioni chiunque ti sgridava e tu sapevi di aver sbagliato. Oggi ognuno corre (e corre) per se stesso e se non tocchi il "suo" non interviene. Brutto mondo. Dai che rimontiamo.

martedì 27 luglio 2010

contrappasso

Devo una risposta ad Amedeo che ha fatto un commento sul blog. Non credo sia un grande vantaggio oggi avere due genitori di cultura. Come vede da questo blog, il tormento fa aggio sull'estasi, i dubbi si moltiplicano, c'è il rischio di dare troppe sollecitazioni, di coltivare troppe attese. Ripenso, come sapete da quanto scrivo, al meccanismo con cui sono stato allevato, che mi pare (per puro spirito di autostima) sia stato efficace nel trasmettermi principi che mi guidano da quando ho l'uso della ragione. Ricordo che mio zio Don Pierì non sprecava molte parole, correggeva in corsa, non mi faceva prediche. L'unico motto che trasmetto a Mattia è una frase: "Brutto o bello conta il cervello" (lui me lo diceva in dialetto). Poi era l'esempio che contava. Lo osservavo nelle diverse situazioni e... imparavo. I bambini, lo vedo anche con Mattia, memorizzano incredibilmente ogni comportamento dell'adulto di riferimento. Se ti contraddici, se sbagli e non lo ammetti e non spieghi che il dogma dell'infallibilità è riservato al divino, che già fu una forzatura (dei cardinali italiani contro quelli francesi) per il Papa, prima o poi te lo rinfaccia e si sente autorizzato a ripetere il tuo errore o il tuo comportamento. Credo che l'educazione sia sostanzialmente esempio.
Mattia ieri pomeriggio è stato in redazione e poi la sera siamo andati a presenziare (pochi secondi) a una veglia funebre a Lovere del cognato della zia Caty. Mattia ha guardato dall'inferriata della chiesina (vicino a San Giorgio) e poi si è interessato di più ai dissuasori che si alzano e si abbassano a secondo delle auto autorizzate. Poi è arrivato lì uno che voleva passare e ha trovato un altro furbone che gli ha detto che "tanto passano tutti lo stesso". E mi è venuto in mente l'episodio dei "Mostri" (un film datato, ovviamente) in cui Tognazzi insegna al figlio a mangiare tante brioches e pagarne una sola, ad andare contromano nel senso unico, a fare il furbo e poi finisce con la cronaca nera del figlio che uccide il padre per rubargli i soldi. La legge dantesca del contrappasso la subiamo in terra, non c'è da aspettare l'aldilà. Vanno tutti di fretta, di questi tempi.

lunedì 26 luglio 2010

le stagioni dell'amore

Mattia comincia a pagare pegno per le troppe morose. Finora gli era andata bene, le sapeva tenere a distanza, non si incontravano tra loro. Per la precisione c'era già stato un palese conflitto di interessi tra Checa e Sara, ma era stato superato, anche perché Sara lo porta in Duetto, sono soddisfazioni che rendono una donna sopportabile... Checa è assente più volte, quindi la nuova fiamma, Giovanna, era balzata in cime alla lista. Poi il patatrac. Ieri l'incontro che non ti aspetti. Mentre ci prendevamo il gelato e Mattia gettava l'occhio a Giovanna, si premurava di aiutarla nel gettare gli scatolini nel grande contenitore dei rifiuti, non ti arriva Checa? Imbarazzo. Checa si accorge delle occhiate... assassine del pargolo verso Giovanna e gli chiede se la conosce. "E' l'altra mia morosa" risponde con la sincerità dell'innocenza che salta in cima a legare il sacco, come dice il proverbio, o gettare il marello (bastone) sul noce, e quello che viene giù) viene. La Checa allora gli dice che non gli dà il regalo che ha portato dalla Danimarca (dei lego per costruire la macchina dei pompieri). Lui di fronte all'evidente ricatto dice che non gli importa del ricatto, una donna vale comunque di più. Alla fine dell'incresciosa e imbarazzante vicenda Giovanna ci dice: "Ma vostro figlio mi fa le corna?". Lui impavido tiene aperte le relazioni, perché la vita è lunga e bisogna differenziare anche gli amori a seconda delle stagioni. Appunto le stagioni dell'amore.

giovedì 22 luglio 2010

saper perdere

Finito anche questo numero di araberara, mi sta uscendo la fatica. Mattia quando lo vado a prendere mi abbraccia forte e a lungo (lo ha fatto ieri, lo ha fatto anche oggi). Complicità tra padre e figlio. Come mio zio Don Pierì che mi ha allevato, dice mio cugino Don Tano, che con lui (allevandolo) si era comportato da padre, con me da nonno. Eppure. Va beh. Proseguita anche ieri l'educazione sentimentale ai valori, secondo pezzo di "Capitani coraggiosi", non so ancora se fargli vedere la tragedia di Manuel. La morte per un bambino va esorcizzata o mostrata come un fatto normale, naturale? Non tutti i fatti "naturali" sono alla portata di sopportazione sentimentale di un bambino di 4 anni e mezzo (mancano pochi giorni: Mattia ha però chiesto quando festeggia i 5 anni che ha voglia di una "festa travolgente". Ieri ha voluto sentire ancora la storia di quando lui mangiava tutto il "ferro" che la mamma "mangiava". "Gli mangiavo tutto io", dice soddisfatto. Poi ha assorbito la differenza tra singhiozzo e singulto (adesso usa quest'ultimo termine e si infastidisce quando altri usano il primo. Vuol sempre vincere, ieri sera ha giocato in coppia con sua madre contro lo zio baffo e la zia Belo e hanno perso. Si è molto arrabbiato. Saper perdere è meglio lo impari a poco a poco, io già per mio conto non credo di averlo ancora imparato.

sabato 17 luglio 2010

capitani coraggiosi

Nei miei modelli educativi ho proseguito ieri nella proposta di un film, "Capitani coraggiosi", tutta roba datata, bianco e nero (che a loro modo sono la semplificazione della difficile distinzione tra bene e male). L'abbiamo visto per metà, siamo alla "rieducazione" del bambino capriccioso che si trova suo malgrado a dover subire le leggi per lui inedite di un mondo diverso, una nave (metafora) su cui si intrecciano i rapporti di odio e amicizia, gomito a gomito tra colleghi di lavoro, gerarchie consolidate, solidarietà e cameratismo. Il ragazzo impara a non imbrogliare, che non è vero che tutto si può comprare ecc. Era un anno che tentavo di avere il film, finalmente Paolo è riuscito a farmelo avere. Tutta la prima parte è dedicata al padre che è in affari e quindi non ha tempo, manda soldi al figlio che in collegio "compra" i favori di insegnanti e compagni di scuola, fino a che si scontra con chi non si lascia comprare. Avevo paura che Mattia si annoiasse. Invece ho dovuto interrompere di forza a metà. Non so però se fargli vedere quando Manuel, il nuovo amico del ragazzo, muore tra le onde nella pazza corsa tra le due navi. Ci devo ancora pensare. A me aveva fatto bene, ma forse ero più grande di Mattia, quando l'ho visto. Sentendo in giro storie di madri e padri cui sfugge del tutto l'educazione dei figli, comincio a vacillare nelle mie certezze didattiche, datate come il sottoscritto. Cerco di rifarmi a mio zio che mi ha tirato su, e non so bene come ha fatto (è la mia ricerca di memoria) nell'assoluto disprezzo di ogni gesto disonesto. Mica facile, adesso i modelli sono l'opposto, forse allora ce n'erano meno e almeno venivano additati al pubblico ludibrio, c'era il senso del peccato, c'era il senso del reato. Ma quando sento che una bambina di 13 anni, al carabinieri che l'aveva fermata e la stava interrogando sul sesso a pagamento, ha candidamente (!) offerto allo stesso una "pompa" come risarcimento liberatorio traduco nel fatto che per lei fosse un semplice intoppo fastidioso. Pubblicheremo sul prossimo numero una lettera di una mamma sulla nostra inchiesta sui "Guerrieri della notte del Porto di Lovere". Mi preoccupa ancora di più come verrà su Mattia.