mercoledì 27 gennaio 2010

supermercato

Mattia se n'è appena andato. Ha superato la timidezza, qui in redazione si sente a suo agio, con Diego si prende delle libertà, perfino con Paolo, sposta, muove, picchia, incolla, stampa, la Tv la ignora, perfino l'adorata Pippi Calzelunghe, gioca con piccolissime cose, pupazzetti e vuole che gli dia voce, che poi devo inventarmi un mondo in cui perfino un peluche ha dei sentimenti, salvo essere richiamato all'ordine, "lui è un pupazzo, mica parla davvero". Lo spasso è l'interpretazione dei muratori che hanno sete, fanno una pausa ed entrano a chiedere da bere in osteria. Oggi ci hanno risposto che non fanno osteria, allora cosa fate qui? E mi veniva in mente De André e il suo venditore di liquore, "tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?". Siamo andati al supermercato e lui ha visto i vari prodotti, ah, questa me la compra Pepe (acqua naturale, odia quella frizzante), questo lo compra anche la nonna ma non ha l scatola (i pelati). Due gentili signore con il carrello stracolmo ci hanno fatto passare, con la nostra bottiglia di acqua. Le ho ringraziate. "Perché?". Perché toccava a loro ma ci hanno lasciato il posto. Non credo abbia capito perché a questo mondo la gente debba fare la fila per pagare. Capisce magari fare la fila per prendere la roba, ma per... pagare. "I soldi si comprano al supermercato?". No, i soldi si guadagnano lavorando. Mentre lo dicevo pensavo a chi i soldi li ruba speculando e il discorso si sarebbe complicato. "Per questo fai il giornale?". Sì, ma stavo ancora pensando al "male di vivere" che, alla Montale, è meglio incontrare il più tardi possibile.

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