mercoledì 27 luglio 2011

obblighi

"Che vacanze sono queste se non sono mai con i miei". Mattia comincia a capire che mentre lui era all'asilo noi non è che fossimo a casa a far niente e che il lavoro non ha molte vacanze, se non pochi giorni a metà agosto per Montisola dove lui vuole a tutti i costi tornare. Non si sa a far che cosa, ma si diverte anche senza pucciare i piedi in acqua dolce, come gli ho spiegato. Ma il problema è che mi ha rivelato il grande segreto che lui a scuola proprio non vuole andarci. Ho fatto finta di capire che a settembre non vuole andarci. Col cavolo, né a settembre né mai. All'asilo sì andrà nei grandi e gli ho allora spiegato che lo teniamo all'asilo pur potendolo mandare a scuola e che comunque poi a scuola ci andrà l'anno prossimo. E lui niente. Allora mi sono avventurato in una improbabile difesa dell'istituzione scolastica nei suoi valori educativi di crescita e bla bla che mi vergogno a ripetere. Lui niente. Allora ho perso la pazienza (non si dovrebbe) e gli ho detto che è comunque un obbligo e non voglio vedermi arrivare i carabinieri in casa. "Ma come fanno a sapere l'indirizzo?". Gli ho spiegato per sommi capi come funziona l'anagrafe, con pazienza. La notizia che il suo nome, cognome e indirizzo è scritto in un librone giù in municipio lo ha lasciato senza parole. Allora ha cambiato decisamente argomento e abbiamo affrontato il tema dei cani che sentono l'odore degli uomini ecc. ecc. Mi vergogno ancora adesso ad aver trasformato in un obbligo la scuola. Ma pensandoci è proprio così. E visto come la stanno riducendo...

martedì 26 luglio 2011

gionsina

Ma voi sapete cos'è il wrestling? Io non sapevo si chiamasse così, si scrivesse così, si praticasse così. Fatto sta che Mattia lo vede e lo pratica. E non sembra il solo, sono venuto a sapere che c'è in paese un bambino appena più grande che ne è entusiasta. Mattia fa tutte le mosse, salta sulla pancia della mamma con agilità, fa il conteggio e naturalmente vince. Il suo eroe sarebbe John Cena che si pronuncia Gionsina, o qualcosa del genere. Ho guardato per curiosità: preferisco Ben 10 che almeno quello ho capito come funziona, si trasforma in alieni adatti al pericolo che affronta. E poi c'è nonno Max che mi è simpatico anche se nella nuova serie credo sia sparito in un altro mondo.

lunedì 25 luglio 2011

circo

Mattia ha cambiato idea su quello che farà da grande: farà il circense. Il problema è che vuole che tutti quelli che gli girano intorno devono fare lo stesso, compreso suo padre (per non parlare della madre, della nonna, escluso lo zio Pépe che al massimo stacca i biglietti. Così ieri ha provato lo show con vari numeri acrobatici, di magia e di comicità. Così ha fatto numeri da giocoliere, tenendo ritte bottigliette di plastica in mano, salti, sparizione della mamma con riapparizione al limite del miracolo, con il numero forte dell'ula hop che lui riesce a tener su anche per due o tre minuti (ma davvero: lo dico perché a me riesce di fargli fare due o tre giri poi mi cade). Poi salti e danze. Sta studiando il numero del mangiafuoco mentre vuole ingaggiare la Sara per il numero dell'auto, lei che ha la Duetto, che consiste nel tirar fuori dal cofano ogni genere di cianfrusaglia. Alla fine di ogni numero fa l'inchino e pretende l'applauso. Poi abbiamo parlato: il nostro problema è trovare i fondi per l'acquisto di un grande tendone. Per gli animali intanto usiamo quelli di peluche, poi vedremo. C'è qualcuno che vende un tendone che ci stia in salotto?

domenica 24 luglio 2011

paure

All'improvviso mi accorgo che Mattia è maturato. Ti spiazza con ragionamenti logici che ti obbligano a non dire banalità perché lui te le ributta in faccia. Dovevo presentare un libro su Oriana Fallaci alla festa socialista regionale di Chiuduno. Mattia è voluto venire e ha fatto da mattatore, non mi ha ascoltato mentre parlavo, solo ieri mi ha chiesto, "ma cosa hai detto", era intento a tener banco tra i conoscenti e nuovi amici. Naturalmente ha vinto il premio alla lotteria, naturalmente perché il biglietto vincente glielo ha regalato lo "zio Baffo" e il premio glielo ha scelto la Presidente dell'Internazionale Socialista donne, insomma la "zia Pia". Questo fatto degli zii non è nuovo, anche noi da piccoli eravamo invitati a chiamare zii anche persone nemmeno lontanamente parenti, ma che bazzicavano la casa. Ieri giornata piovosa, Mattia ha voluto "rifare" da capo a piedi la casa della nonna, ha costruito le scale, ha "lisciato" le pareti e alla fine si è accorto che... mancava il tetto. E lì è partita la disquisizione sul tetto e sul cielo che i galli di Asterix temevano (unica paura) cadesse loro sulla testa. "Ma perché? E dopo gli è passata la paura?". No che non gli è passata, era l'unica che avevano. "Ma il cielo non cade sulla testa". Ma loro avevano paura che succedesse. Lì incautamente ho parlato di paure esistenziali e metaforiche, come quella della morte. "Ma io non ho paura della morte". Per forza, sei giovani, ma quasi tutti hanno paura della morte. "Io non avrò paura della morte nemmeno quando sarò grande". Va beh. Oggi sarebbe l'82° compleanno di suo nonno, morto in un incidente 40 anni fa. Lui ha commentato: "Ma è morto giovane". Un piccolo segno che comincia a scandire il tempo e valutarlo. O magari solo una valutazione di circostanza (che sarebbe dirompente, però, in un bambino).

venerdì 22 luglio 2011

le regole

Mattia sembra predisposto per ogni tipo di sport, tranne quelli che richiedono velocità. Va a giocare al minigolf e l'addetto mi dice che non ha mai visto uno così portato, "deve" fare il golfista. Va a giocare a tennis e, oltre a piazzarmi due diritti incrociati che non ho manco visto, si becca i complimenti di una signora che lo guarda e dice: "Mia figlia ha dieci anni, è andata a scuola di tennis ma il vostro bambino è un fenomeno". Ovviamente al confronto. ma sul campo di tennis si sono fatte le prove generali del classico conflitto generazionale, figli e padri, Mattia che vuole fare quello che vuole, compreso cambiare le regole. Il sottoscritto (che poi sono sovrascritto) che vuole che le regole siano rispettate, altrimenti... Altrimenti cosa, crolla il mondo conosciuto? Quindi l'ho redarguito piuttosto seccamente. Ieri sera, dopo un massacrante giro a portare locandine, al momento in cui me ne andavo, è sceso dalle scale a cercarmi. Mi ha abbracciato forte, gli veniva da piangere ma si tratteneva, guardava dall'altra parte. Gli ho detto che gli voglio bene. Non sapevo cosa dire d'altro, perché veniva da piangere anche a me.

giovedì 21 luglio 2011

circensi

Dove eravamo rimasti? Boh. Domenica pioveva e Mattia ed io siamo andati al cinema a vedere Cars2 non avendo visto Cars1 che supponiamo esista e finalmente ho capito cosa erano quegli album degli adesivi con tutte quelle macchinine. Mattia ha poi detto alla sua mamma che non vuole più andare col papà a vedere un film. Perché? "Perché mi stufa, mi chiede continuamente: ti piace, ti piace, ti piace?". In effetti partito il film l'ho visto un po' sconcertato, c'era scena apocalittica su delle piattaforme petrolifere con gli agenti segreti (macchinine animate) che fuggivano da agguati e sorveglianza. Poi si passa a una scena semiidilliaca con un vecchio e arrugginito carroattrezzi che accoglie un corridore suo amico e lì comincia apparentemente un'altra storia che naturalmente si intreccia poi con la prima, ma dopo un bel po', un film sui carburanti alternativi con un po' di sociologia, le auto vecchie che, proletarie, si ribellano comunque al progresso, una sorta di luddismo post industriale, alleandosi con il cattivo della storia che è una sorpresa. Avevo paura che Mattia non ci capisse niente, ecco perché. In realtà ha già messo Cars2 prima in classifica degli eventi dei suoi "cento giorni" di vacanza, seguito dal circo. L'altra sera però ha deciso che tutti noi dobbiamo mettere su un circo "e il papà fa il clown grande, io il clown piccolo", la mamma non ricordo cosa, Pepe il bigliettaio "perché non sa fare niente" e la nonna non mi ricordo. Insomma abbiamo un futuro imprenditoriale già abbozzato. Adesso non ci resta che comprare un tendone. Ah, vuole installarsi tutta l'estate sul piazzale del mercato di Sovere. Circensi sì ma non nomadi, Mattia ed io siamo stanziali per natura.

martedì 12 luglio 2011

con chi?

Mattia si fa raccontare cose che, dice, "non mi ricordo", come quando è nato e come, come quando l'ho portato sull'altare del Santuario pieno di polvere per i lavori. Ieri ha voluto che gli facessi vedere dove avevo messo la cesta sull'altare, con la Placidia (che non sta bene) che gli ha dato ancora le due mentine e col cavolo che lui ringrazia. "Mi ha messo dove, fammi vedere. Ma c'era la tovaglia? Ma c'erano anche le candele? E il microfono?". Non capisce quando gli dico che tutto era coperto col celophane perché stavano scoprendo affreschi che adesso sono visibili. Gli ho spiegato perché sono tutti "punteggiati", perché i muratori che volevano coprirli con la malta, per farla attaccare, facevano dei buchi negli affreschi. "E perché ci mettevano la malta?". Qui le versioni storiche sono diverse, forse la peste che imponeva misure illusorie di "bonifica" non volendo pensare che non piacessero a nessuno quei dipinti... "Raccontami la storia di quel quadro". Guardo in su e vedo, come cavolo si chiama?, quello della mascella d'asino, dai... Non mi viene in mente. Fortuna vuole che il quadro indicato sia quello dell'adorazione dei magi e non quello dietro della mascella d'asino, che sarebbe più avventuroso, così ho il tempo di andare a rileggerlo, intanto vai con Gaspare, Melchiorre e Baldassarre che poi non so quale sia uno e quale l'altro e indico a caso. Don Fiorenzo ha messo un gioco nuovo nel prato dietro e Mattia così ha modo di andare in altalena chiudendo gli occhi e immaginandosi le sue battaglie. Con chi non saprei, Come non ho ancora scoperto con chi parla la sera sul terrazzo, prima di andare a dormire. Parla con le stelle (ieri sera c'era la luna) o con chi?

domenica 10 luglio 2011

mezza luna

Ieri gita turistica in Gaver, che è una piana sotto il Passo di Crocedomini. Mattia poco interessato al paesaggio, di più agli animali, ormai ha un rapporto di approccio immediato con tutti i cani che incontra. Una faticaccia boia per arrivare, mangiato in un ristorante defilatissimo, poi esplorato torrente con scoperta di una... tenda indiana, che poi era un manufatto in ricordo di un bambino morto nel 1960 proprio lì, in riva al torrente. Al ritorno Mattia si è addormentato. Lui viaggia con la fantasia, "non ha bisogno" di visitare il mondo, ce l'ha già dentro. L'altra sera, tornando dal circo, mi ha detto che la sera lui esce sul terrazzo a guardare le stelle, "stasera ce ne sono poche" (era nuvoloso) e poi ha voluto che gli spiegassi perché la luna a volte c'è e a volte non c'è, a volte è mezza eccetera. Ho rimandato ad oggi che è pur sempre un altro giorno.

venerdì 8 luglio 2011

domani e dopodomani

Sostiene Mattia che oggi è domani e domani è dopodomani. Quando si dice anticipare i tempi. Oggi avevamo previsto un picnic e Mattia stamattina pretendeva il mantenimento del programma, nonostante il diluvio di ieri sera. Come facciamo a sederci sul prato se è bagnato? "Lo so, me l'hai detto anche ieri sera, ma hai detto domani andiamo al picnic...". Ho detto dopodomani. E qui è cominciata la tiritera dell'oggi, domani e dopodomani. L'altra sera era tardi, cominciava un film in Tv. L'inizio era di un tizio che entra in una sauna o vasca termale. Ormai non potendo cambiare canale, perché Mattia era attratto dalla scena, gli ho anticipato l'esito. Adesso uccide uno che sta nella vasca. Infatti. Lui ha visto e ha commentato: "I film cominciano sempre cattivi e finiscono sempre buoni". Analisi che mi ha davvero lasciato lì secco, ha capito come sono strutturati i film, la storia del lieto fine fine a se stesso... Gli ho detto, bravo, chi te lo ha detto? Lui mi ha guardato e si è degnato di rispondere: "Lo sapevo già". Capito, conoscenza congenita!

mercoledì 6 luglio 2011

panini

Mattia sta preparando panini (virtuali) per l'annunciato picnic in una valle di cui non conosco il nome, nel bresciano, annunciato da sua madre. al telefono stamattina, nell'evidenza di essere stato per l'ennesima volta "abbandonato" dai genitori che devono lavorare, mi ha spiegato come si fanno i panini, "si prende il pane ci si mette sopra lo stracchino, ci si mette sopra ancora il pane e poi il prosciutto". Ma come, il prosciutto sopra il pane? "Tu vedrai che sono buoni". Certo, sono già pronto a mangiarli. "Sì ma non tutti, dobbiamo mangiarli anche io e anche la mamma". E' preoccupato, non ci sono più i padri di una volta che si toglievano il pane di bocca, la lotta per la sopravvivenza è arrivata al punto in cui i padri rischiano, come i comunisti d'antan, di mangiarsi anche i loro bambini. Oh, la fame è fame...

martedì 5 luglio 2011

bisonti

Siamo stati al santuario per fare le foto ai ragazzi del Cre di Fonteno, un paese abbastanza vicino che dà sul lago. Mattia mi faceva da assistente. Abbiamo visitato anche il nostro canale che purtroppo non abbiamo più tenuto, la manutenzione è essenziale, la deviazione è consolidata ma il letto del nostro canale andrebbe ripulito. Non l'abbiamo più visitato da che ci ha detto un signore che abita in una cascina vicina che aveva sorpreso una vipera che era scesa (da dove?) a bere proprio nel ruscello. Abbiamo fatto il fotone di gruppo poi ci siamo seduti ad aspettare perché uno degli educatori ha chiesto di poter scrivere direttamente lui il piccolo articolo di presentazione. Quindi abbiamo aspettato e assistito ai vari giochi, tiro a canestro a squadre (senza pallone, palline di carta dentro un vaso) e soprattutto tiro alla fune. Questo è il tempo in cui Mattia vuol giocare: il gioco preferito è quello degli indiani, lui fa il cowboy e io l'indiano con arco e frecce. Solo che lui si è inventato una corazza invisibile, badando a proteggersi anche il famoso tallone d'Achille (sa tutto il mito) e praticamente non muore mai, mentre io sarei obbligato a morire "perché gli indiani sono cattivi". Allora non ci ho più visto e gli ho propinato la storia politicamente corretta del far west, dei bisonti ecc. Ed è finita che lui va a caccia di un bisonte, uno solo (perché la filosofia indiana è quella di prendere solo quello di cui si ha bisogno), lo porta a un cuoco immaginario e, tralasciando accuratamente le corna (perché sono dure) e la coda ("perché nasconde dove esce la cacca e quindi puzza") lo mangiamo tutto in giardino. Volete mettere la scorpacciata. Buffalo Bill ci fa un baffo.