martedì 28 aprile 2009

vanvera

Stanno arrivando le "memorie" per il Pepi. Arrivano da lontano, gente che il Pepi non l'ha mai visto, solo letto su Araberara "in fondo a sinistra della prima pagina". E lo conosceva più a fondo di quelli che lo incontravano per strada.
Mattia stamattina è stato qui in redazione. Poi siamo usciti e vedere il mondo, è restio a salutare per strada. Mia madre mi diceva sempre che non salutavo la gente per strada e così sembravo "superbo" e lei sapeva che non lo ero, solo non sapevo salutare, mi sembrava un formalismo faticoso, cosa si dice, buongiorno, e se poi è pomeriggio?, e se poi quello non vuole che lo saluti? Poi da sindaco ho imparato che un saluto fa piacere a chiunque, che il formalismo dipende dal tono e perfino dal tuo sorriso. L'ho spiegato un po' a Mattia dicendo che fa piacere salutare ed essere salutati. Lui ha ascoltato tanto, stamattina poi in una vetrina di stufe c'era una moto piccolissima a due ruote (la sua ne ha tre) e ha voluto stare a guardarla e poi tornare ancora a guardarla. A rigore tutti i discorsi fatti, perfino sulla croce che sta in cima al Pizzo Formico, si sono persi in niente. ma non è detto, a volte ricordo discorsi che mi hanno fatto da piccolo e magari fingevo di non ascoltarli. Va beh, ho parlato (e scritto) a vanvera.Ma se il Pepi è ricordato per quello che scriveva chi lo sa cosa resta dentro la gente che legge...
Ultim'ora: Mattia a casa ha buttato in aria il piatto della pasta che gli aveva preparato la nonna. E' stata sfiorata la tragedia, un genere che sembrava scomparso, soppiantato da un'eterna commedia di vita.

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