lunedì 27 aprile 2009

Pepi

Stamattina è morto Pepi Fornoni, un grande scrittore. Lui diceva di essere "semianalfabeta", un muratore che scriveva, in realtà aveva la vena innata. Caparbiamente aveva rimontato dagli sbandamenti della vita, si era diplomato geometra che poi non gli fregava nulla del titolo, era solo un'altra fase della rimonta. Come quella di scrivere editoriali, mai una banalità, sapeva mischiare le storie alla storia, partiva dalla natura per risalire a chi la natura la forzava, gli uomini appunto. Il suo bersaglio era la stupidità, le contraddizioni, per questo si "innamorava" di chi accennava qualche speranza di buon senso, restandone regolarmente deluso. Era un solitario, un samaritano che correva in aiuto di chi non ce la faceva. Araberara risentirà molto della sua mancanza.
Con Mattia ieri abbiamo fatto visita alla "nonna dell'uccellino". Che poi è l'unica mia zia rimasta, l'anno prossimo compirà 90 anni, ma l'ho trovata in forma. Mattia fa visita all'uccellino che se non ha 90 anni anche lui poco ci manca, sta nella gabbietta e Mattia ha constatato che mangia la mela e si pulisce i denti nell'osso di seppia ("ma non sembra un osso, sembra un altro uccellino che sta fermo e cos'è la seppia?"). Si è divertito perché si porta a casa sempre qualche regalo e ieri è tornato con un modello gigante di quelle moto a quattro ruote che si è divertito a far viaggiare sul pavimento. Alla Tea ha confidato, l'altra sera, che lui ha un papà "che è il più bravo di tutti, vivi e morti". C'è dell'esagerazione, appena una puntina, ma c'è.

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