giovedì 9 settembre 2010

tristezza

Il secondo giorno di asilo al mattino è partito malissimo, pianti e stridor di denti. Poi all'una andiamo a prenderlo e scopriamo dalla finestra cui si attaccano tutti i genitori per guardare in sala mensa, che non si può e la direttrice ha spalancato la finestra e ha rimproverato i fratelli dei bambini che dai vetri cercavano di richiamare l'attenzione, che Mattia stava ritirando i bicchieri dai tavoli, tutto preso dalla sua parte di cameriere che adesso prosegue anche a casa dalla nonna e guai se c'è un cucchiaino nel reparto delle forchette, "vorrei sapere chi l'ha messo! dice compunto, asciuga le posate e insomma è ordinato e servizievole. Due giorni di asilo, qualche speranza e zacchete che si alza il terzo giorno con un raffreddore che cola da tutte le parti e un po' di febbre. Oggi pomeriggio l'ho portato dal meccanico, dal benzinaio e poi al santuario a vedere la statua della Madonna che sembra una giapponese e che Don Fiorenzo vuol rimuovere e ridipingere lui stesso (ci sa fare) e mettere sulla cancellata della grotta un cartello "torno subito" oppure "torno ad aprile", cose del genere che non so se le pie donne la prenderanno bene. Si tratta della statua nel prato dietro il santuario, mica dell'effigie miracolosa, s'intende. Mattia ha chiesto perché Don Fiorenzo la portava via, anzi no, prima ha chiesto "come" la portava via. E come il camioncino sarebbe arrivato fin lì. Poi il "perché". Ma perché non vedi che brutta che è? gli ho risposto. E lui "più che brutta, mi sembra triste". E' vero, ha una faccia triste.

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