domenica 2 gennaio 2011

vacanza

Mattia prosegue la sua vita con gli stessi mezzi, come noi del resto, che ci portiamo dietro gli acciacchi del giorno e quindi dell'anno prima. La pancia mi dà sempre fastidio, i due tagli che mi hanno fatto non sono del tutto rimarginati. Mattia sta attento a non darmi calci, ma vorrebbe anche scatenarsi un po'. Ieri è stato educatissimo, noi due siamo andati a Messa, grande delusione per la predica e tutto il rito imbalsamato, poca gente, la maggior parte era a smaltire la notte di bagordi. Dicono che la sera prima c'era il pienone per il Te Deum che poi mica l'hanno cantato e a me se non lo cantano in gregoriano non interessa, dev'essere un grido di liberazione e ringraziamento. Ma si vede che non si sa più come e per cosa ringraziare. E domani si riprende a lavorare mentre Mattia sta ancora in vacanza che mi sa gli stia passando la voglia di tornare all'asilo e lunedì prossimo si prospetti come il primo giorno di settembre. Ricordo le mi vacanze natalizie, le migliori, i due giorni della vigilia di Natale (si tornava a casa, dopo mesi, il 23) fino a S. Stefano, poi i giorni fino al capodanno, che erano i migliori, perché non c'era l'angoscia che finisse la vacanza e nemmeno la frenesia dell'inizio. Dal primo al sei gennaio si precipitava nell'attesa della ripartenza, sapendo che arriva il periodo più lungo di separazione (a seconda se Pasqua era Alto o bassa, comunque lungo). Ma c'era il gusto della vacanza, anche se si immaginava che da "grandi" sarebbe stata tutta una vacanza. Le cose si gustano di più nella loro (parziale) privazione.

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