martedì 4 gennaio 2011

solitudini

Giorni di grande freddo. Ieri pomeriggio Mattia è stato alla casetta, ha giocato con una macchinina tutto il pomeriggio, quando sono arrivato sembrava semiaddormentato, sai quando gli dai i tranquillanti. Un pomeriggio in una stanza addormenta più dei farmaci. Oggi pomeriggio è stato qui in redazione e tra un film e l'altro non è che si sia scatenato, si scatena in realtà solo la sera, ieri ha detto quanto manca a tornare all'asilo e a sua madre ha confessato che ha davvero voglia di tornarci, adesso si annoia e giocare da solo richiede notevole controllo che solo uno come suo padre, tirato su da solo in canonica, può avere acquisito e poi affinato nella sostanziale solitudine del seminario e dei collegi. Copia qualsiasi parola e adesso si esercita a scrivere il suo nome in minuscolo (in maiuscolo ormai lo scrive dappertutto). Mi sembra riconosca anche le parole, insomma a volta mi illude sappia leggere, ma sono illusioni di padre che vorrebbe affrettare le cose perché la vecchiaia incombe, per rimettermi in sesto qulche anno fa avrei impiegato pochi giorni, adesso sono due settimane che arranco con 'sti tagli nella pancia e non sono lucido nel prendere le decisioni che vanno prese nel giornale. A volte leggo i giudizi e i vari commenti, come quelli del pagellone. E' vero, sono stato troppo buono con qualche giudizio e qualche voto, evidentemente sto davvero invecchiando. Perché è tutto fuorché per i motivi che sospetta qualcuno di questi dietrologi che evidentemente leggono poco e male araberara. E' solo che delle volte ti prende il sospetto che sia tutto inutile. E siccome questo mestiere io l'ho faccio, che ci crediate o meno (a me interessa ci creda un giorno Mattia) come una sorta di scelta pedagogica, il sospetto dell'inutilità è devastante. Ma è solo una sera fredda e Mattia è appena partito, la redazione è deserta e mi sento vecchio. Domani andrà meglio.

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