domenica 30 gennaio 2011

naso chiuso per sempre

Mattia si è svegliato pessimista: "Ho il naso tappato e non mi si riaprirà più". Ha il raffreddore. I bambini non hanno il senso del tempo e del rimedio che porta il tempo che passa. Stiamo del resto perdendolo anche noi, ogni cosa sembra precipitare nel disastro, prospettive di felicità scarseggiano. Ha rotto una pianta da salotto alla nonna, che è data fuori e lui si è rifugiato di là e ha detto: "Se si fa una tragedia per una pianta cosa bisognerebbe fare per il resto?". Poi ha impostato sulla pianola la musica, si è messo a ballicchiare e ha detto: "Sono un uomo del rock" (Celentano docet. Ieri sera ha voluto una pizza, quando Tea gliel'ha portata a casa si è messo a mangiarne una fetta ma non ha voluto darla agli altri: "Alt, non toccarla, questa è tanta roba, roba da uomini, roba da Bonicelli". E ha nascosto la scatola con dentro il resto della pizza. Egoismo, preveggenza per i tempi della fame che torneranno, maschilismo? Domani compie gli anni, oggi pomeriggio facciamo un po' di festa ("ma verranno gli invitati?": preoccupazione di adesione di massa?), domani dovremmo portarlo all'asilo dove fanno la festa di compleanno e noi dobbiamo portare caramelle per tutti i bambini. Ma con il naso che non gli si aprirà più chissà domani mattina che luna. Ieri abbiamo parlato dei lupi (c'era una cartone in Tv sulla storia di un cane misto lupo) e gli ho detto che a noi di Vilminore ci chiamano i "lupi" perché gli scalvini (in genere) non sono addomesticabili e abbiamo le nostre leggi del branco. Spiegazioni sommarie sull'indipendenza, l'impermeabilità alle pressioni sociali e politiche, senso di identità, comunità e appartenenza... Ma dai... Sarà per questo che stamattina ha il naso chiuso, mal di gola e probabilmente l'influenza?

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