giovedì 31 dicembre 2009

ego te absolvo

Gli anni pesano, vanno rallentati (per chi ne conta tanti), fermate il mondo, ma non perché voglia scendere, semplicemente per goderci il paesaggio, l'hic et nunc, il futuro precipita verso la fine. Credo sia questa la costante di ogni generazione che declina. Ma le generazioni giovani un tempo andavano di fretta, avevamo voglia di incidere (e a fondo) noi, qui sembra che anche i giovani vogliano fermare il tempo. Non credo perché ci stanno bene, in questo tempo, ma perché non sanno immaginarne uno migliore. Mattia vuol imparare, non capisce però si debba far fatica. Dovrei raccontargli la metafora del peccato originale, fatalismo puro, condanna esterna alla condizione del sudore e del dolore. Ma è un fatto, ogni passo costa fatica ecc. belle frasi fatte. Poi lui vorrebbe invece che sapesse già leggere e scrivere, gli sembra (ma davvero) una perdita di tempo stare lì a imparare a tenere in mano una penna, si arrabbia perché non sa leggere, aspetta l'illuminazione improvvisa. Devo aver sbagliato qualcosa o è una costante dei tempi? Perché noi accettavamo il percorso senza batter ciglio e lui vorrebbe già essere al traguardo senza il fastidio di imparare? Tra un mese preciso avrà 4 anni. E tra otto mesi io ne avrà 65. Mio zio don Pierì diceva che il 1 gennaio gli uomini già contano l'anno che compiranno. Lui è morto a 65 anni compiuti (ma già in coma) da pochi giorni, in quell'ottobre del 1959. E a me parve avesse vissuto quanto bastava per un uomo. Adesso vado a giorni, certi giorni mi sembra già basti, poi uno dice, devo alzarmi, devo fare, devo brigare e sbrigare, c'è Mattia che ha bisogno di me. Chi lo sa se ne ha davvero bisogno. E' una brutto mondo, mi pare, ma è l'unico che abbiamo. Dai, dai, dai, archivio un altro anno, la convenzione dei lunari è confortante come una confessione, ego te absolvo e si riparte più leggeri. Buon anno a chi legge.

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