domenica 13 dicembre 2009

s. lucia

La mattina di S. Lucia ha gli occhi lucidi dei bambini. Una fila di caramelle fino al letto e lui che realizza: "Allora S. Lucia è venuta fino al mio letto e mi ha visto dormire". Un miracolo ancora maggiore di quello di trovare i doni. Ieri sera abbiamo fatto il percorso con delle monete di cioccolato, caso mai la S. Lucia si confondesse. Poi ieri sera era agitato, aveva paura che l'asinello facesse dei versi e lo svegliasse e la S. Lucia scappasse e non gli portasse niente. Ha montato la batteria, poi il banco, meno male che il banco di lavoro è bello e si è seduto, ha capito che è il suo spazio, dove ha messo il computer e poi la lavagna con i gessetti e le lettere adesive e poi sono arrivate le sante lucie della Sara e poi della Belo, c'era quello di mia sorella, poi quella della Checa e poi quelle delle amiche di Tea e insomma è stato sommerso da sorprese. Però uno pensa, in tutta la mia vita mai avuto un 10% di tutta questa roba che è arrivata in una sola volta. E sommergerlo lo manda in confusione. Gli ho raccontato ieri che la S. Lucia ai tempi miei e in quelli del Murì, che ha quasi 90 anni ed è il nonno della Checa, era povera. Poi non ho resistito alla battuta: "Adesso ha un business... Scherzo". Ma mica poi tanto. Altro che il vecchio scarpone dello zio don Pierì che trovavo pieno di caramelle zuccherate, mandarini, noci, nespole e qualche berretta o un paio di scarpine nuove, Ma una volta ho avuto il triciclo. Ah, quel triciclo, non ne ho più visto uno così bello, c'era perfino l'adesivo col contachilometri, lo portai a Vilminore dove aveva messo una fascia d'asfalto in piazza, il primo, per vedere se resisteva al freddo e su quella striscia avanzai col triciclo come sul velluto. Fu il trionfo dell'asfalto e non ce ne siamo più liberati, al punto che abbiamo asfaltato anche i sentimenti. Ma stamattina Mattia ripeteva: è venuta fino al mio letto e vedermi dormire. Forse basta molto ma molto meno per farli continuare a sognare.

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