domenica 20 dicembre 2009

poesie

Mi sono sorpreso a dire una cosa che non condivido. Va beh, sul clima, praticamente sulla fine della nostra specie. Dicendo che in fondo sono affari vostri, io nel 2050 non ci sarò più. Poi ho pensato che ci sarà Mattia e mi sono arrabbiato con questi imbecilli che ci portano al disastro, ma in fondo non fanno altro che star dietro al consenso, quindi alla maggioranza di noi che non vogliono rinunciare a nulla, alle auto, ovviamente al riscaldamento (in questi giorni di gelo poi...), a vivere al di sopra delle nostre possibilità, produrre cose che non servono ma "devono" servire, i bisogni indotti. E andiamo pieni di soldi (quelli che li fanno, convincendoci che li fanno nel "nostro" interesse) verso la morte. "Adesso uno su tre ha un cancro, tra pochi decenni tutti avranno un cancro". Per l'aria, per il clima. Mattia ci sarà. Ieri gironzolando qui in redazione, a un certo punto ha detto: "Da grande voglio scrivere poesie". Boh, da dove arrivi questa improvvisa decisione, da affiancare a quelle di fare il muratore, non lo so proprio. La sua ispirazione massima è Pippi calzelunghe, la adora, un ragazzina trasgressiva in tutto e infatti lui è insofferente ad ogni apprendimento lento, quello che non sa fare non lo vuol fare se non a modo suo. E' ribelle ad ogni inquadramento di circostanza. E con tutto quello che ho letto non so se sia bene o sia male. Mi spiazza, credevo di essermi fatta una solida capacità di distinguere tra il bene e il male (attenzione, non a distinguere tra buoni e cattivi): ma adesso devo ripensarmi come uno che non sa un cavolo di niente. Per me non sono preoccupato, sto perdendo la speranza che resti qualcosa di quel che ho fatto, se tutto il mondo va verso il suicidio. Ma pensavo di fornirgli i fondamentali sul bene e sul male, che è poi tutto quello che serve per stare al mondo. Adesso dovrei preoccuparmi di fornirgli anche solo la possibilità di sopravvivere. Scrivere poesie è già una fuga. Ma non si può scappare dopo nemmeno 4 anni di vita.

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