giovedì 27 agosto 2009

prologo

Siamo ai preliminari, al prologo di una tragedia annunciata. Oltre alle malattie psicosomatiche Mattia mette in atto diversivi di ogni genere pur di non far arrivare settembre, vuol fermare il tempo, settembre è un mese, un nome che lo mette in agitazione, l'asilo incombe. Gli ho promesso tre giorni con lui all'asilo, per tutto il tempo dell'inserimento, mangiamo insieme, se mi lascia un po' di pane. Certo che te lo lascio, dice, poi però vuol diseredare sua madre ("Se mi mandi all'asilo cambio mamma"). Del cambiare papà non ha ancora detto niente ma ci arriverà. Pareri contrastanti sul fronte donne, tutte pronte a darti consigli anche se l'esperienza risale magari a 50 anni prima. L'attesa di vita si è dilatata, non ho tanta voglia di istituzionalizzarlo, vorrei se la godesse. Poi saltano fuori i fondamentali della pedagogia, Mattia vive con gli adulti, non ci sono più i cortili di una volta in cui si razzolava con i bambini vicini di casa, adesso sono tutti nei loro bunker, un po' di relazioni per fare amicizia ecc. ecc. E poi chissà se andavo anch'io così volentieri all'asilo se avevo messo in atto un trucco per farmi mandare a casa ogni giorno, che mia zia, l'ennesima volta che tornavo a casa con le cestino, invece della merenda, il solo fagottino di cacca, mi diede una ripassata sul sedere e il trucco finì miseramente con il sottoscritto che fingeva di dormire con la testa appoggiata sul banchino (non c'era lettini ai miei tempi) sperando che si facesse sera. Stamattina la nonna è malata e lui domina la casa, ha risposto al telefono e ha detto "non posso lasciare la nonna malata a casa, forse è meglio che vai tu all'asilo".

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