giovedì 6 agosto 2009

incognite

Mattia ha già imparato a stare al mondo, adegua i comportamenti a seconda degli interlocutori, alterna i silenzi alla parlantina a raffica, si atteggia a bambino per bene e poi si scatena. Arriva a sera stanco della fatica delle pubbliche relazioni con Luciana che ha l'atteggiamento della signora uscita di fresco dalla lettura del galateo di Mons. Della Casa, la trasgressività complice con la zia Caty (scatenati), l'avventura in duetto con Sara e il gioco binario con Checa. Sa gestire gli umori della nonna e blandire lo zio Pepe, si adegua al linguaggio fantasioso di sua madre (ieri sera si è alzato in piedi sul lettino e ha proclamato al suo piccolo mondo: "Ma come faccio a dormire se ho la psiche tumefatta?" con la "psiche" pronunciata un po' strascicata), risponde alle provocazioni ironiche dello zio Titta e cura gli interessi agricoli dello zio Mario. E poi c'è suo padre che cerca di gustarsi condividendo il tempo e i giorni, perché la sera incombe sempre, come settembre, un nome minaccioso di possibili cambiamenti epocali (l'asilo), l'abbandono del guscio di cui è "padrone" (come mi ha detto), dove si diverte a fare dispetti nascondendo le cose e dimenticando dove le ha nascoste, anche se poi le ritrova dopo una settimana, come le chiavi di casa, facendo diventare tutti matti, costringendo a fare i duplicati per poi dire candidamente, quando lo scherzo diventa noia, "ma sono qui sotto, nel caminetto!". Ieri ha nascosto la pappa dei pesci dell'acquario che lo zio Gianni (un frate) aveva appena ripulito. Ma se non mangiano, muoiono, ho buttato lì: e lui fatalista: "Ma lo zio Gianni ne porta degli altri". Sensibilità verso il mondo animale scarsa. La gatta che ha preso una biscia (almeno crediamo, pensavamo a una vipera) in giardino, ci ha giocato per un po' e poi l'ha lasciata lì stecchita e Mattia che voleva vedere la biscia e accarezzare la gatta. Il mondo animale è fatto di predatori di altri predatori. E' un mondo che comunque gli piace anche se ogni tanto si aggrappa alla gamba o mi abbraccia forte. A difesa dell'incognita del nuovo giorno.

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