mercoledì 19 agosto 2009

Marcellino

Mio figlio mi accolto con un veloce abbraccio e poi via a giocare a tennis perché la nonna non ha imparato e lui si impazientisce. Poi caricamento di materiali vari sui camion e camioncini. Insomma lavori. Sono arrivate Sara che ha portato a Mattia un cappello (vero) da torero, adesso lui si fa chiamare hombre che non sono le ombre ma è una persona e si diverte col doppio senso. Poi sfoggia le due o tre frasi in inglese che ha imparato e adotta il dialetto nei lavori ma anche nella pallacanestro, ciapa 'l balù. E' un poliglotta. Gli ho raccontato un'altra storia, quella di Marcellino pane e vino. C'era una signora di sopra, in visita dalla nonna, e si chiamava Marcellina e da nome nasce storia. A Mattia piacciono le storie, appena ne annuncio una mi si accoccola per sentirla. Rispovero storie edificanti del mio passato, come "Dagli Appennini alle Ande", le aggiusto sul finale consolante, le semplifico e quello che viene viene. Ma devo stare attento a non tralasciare niente della prima versione se no mi corregge e perdo credibilità di cronista. Poi è arrivata anche Caty, che è mancina e abbiamo giocato a pallone in piazza. A un certo punto è arrivato il messaggio della morte di Fernanda Pivano, Tea si è incupita, Mattia che aveva appena finito di sentire la edificante (?) storia di Marcellino che vola in cielo per ritrovare sua madre e la conseguente mia filippica sul bello di avere una madre sulla madre terra (sul padre per ora si sorvola) si è messo con Caty a costruire un castello con le costruzioni. E' venuto benissimo. E non era nemmeno di... sabbia.

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