sabato 22 novembre 2008

Boba

Mattia è una roccia. Ha un'otite forte a un orecchio e una più debole all'altro, placche sulle tonsille e laringite. "Urla tutta notte, vero?" dice la pediatra. In realtà lui dorme e urla di giorno, ma per pretendere che si giochi con lui. E' una roccia. La pediatra ha detto, niente asilo. Prima la odiava, adesso si è ricreduto, quella signora lì non è poi tanto male, gli proibisce di andare all'asilo, capace che voglia tornarci, anche se non sopporta che gli dica di spogliarsi per mettergli un aggeggio sulla schiena e sul torace, ma cosa va cercando quella lì, "io sono guarito perché sono omo", nel senso di uomo, non in altri sensi. Si è innamorato di Heidi che trasmettono su un nuovo canale per bambini. Ma è stata una cotta breve, adesso si è già stufato, dopo un po' vuol cambiare canale, dopotutto ha già una fidanzata di 15 anni suonati che lo porta a messa tutte le domeniche. Chi ha detto messa, il don Fiorenzo? "No, don Simone". Ah. E ha fatto una predica lunga? "Mica tanto". Lui aspetta solo due momenti, quando si stringono tutti la mano che è un fatto che lo diverte, probabilmente si chiede perché all'improvviso tutti si stringano la mano come se si incontrassero in quel momento e sono già lì, vicini di banco da più di mezz'ora, non potevano salutarsi prima? E poi quando c'è da mettere il soldino nella cesta dell'elemosina, che gli sembra di fare qualcosa da grandi. Ieri sera si è fatto coccolare da me per un'ora, abbiamo parlato della "Boba", la mucca di mio padre che al nonno (che non ha conosciuto) mangiava il minestrone. Alla fine della storiella (ovviamente inventata di sana pianta, ma che vuole gli ripeta ogni santo giorno) ha preteso il minestrone e se l'è mangiato. "L'antibiotico gli darà inappetenza", aveva avvertito la pediatra: si vede che a lui fa venir fame. La medicina non è davvero una scienza esatta.

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