mercoledì 10 novembre 2010

Lenticchie

E' quasi pronto (fisicamente) per tornare all'asilo. Ma non psicologicamente. Adesso ha capito che all'asilo si becca le malattie e non ha più voglia di star male. Una scusa sottile che sfrutta a senso unico (ad es. con la mamma e la nonna), i sessi deboli che sono più sensibili ai richiami, anche sublimali. Ha dipinto (con gli acquarelli) un bellissimo fiore, non so come gli sia uscito ma è davvero bello. Mattina passata in giro, soprattutto a controllare i lavori in corso del presepe in chiesa. E' arrivato anche il Murì con i suoi 90 anni o quasi, la Dida (il cane che ha preso il nome del portiere del Milan) fuori dalla porta ad aspettare. Il Murì credo non si entrato mai in chiesa tante volte come in questi giorni, con questo parroco, che del resto adesso è negli Stati Uniti, va d'accordo. Mattia è salito sul pulpito, ha esplorato il coro, ha voluto spiegazioni sui grandi dipinti che naturalmente raccontano storie, come l'affresco di Cristo che salva la peccatrice dalla lapidazione (segue racconto) che si fa dare da bere dalla Samaritana (segue spiegazione sulle "diversità", ma soprattutto quello sulla primogenitura persa da Esaù per un piatto (immagino fumante) di lenticchie che noi da piccoli non sapevamo cos'erano, ma lui sì, visto che adesso sono tornate in uso e c'è il dipinto di quando Isacco "benedice" Giacobbe, figlio secondogenito, travestito da Esaù, il fratello che puzzava (Mattia divertitissimo) ed era peloso e lui allora si era messo sui polsi della pelle di pecora (addirittura) e così diventa lui l'erede ecc. Cose poco edificanti ma illustrate nel luogo sacro. Poi mi ha "assolto" da tutti i miei peccati (è di manica larga). E a mezzogiorno, quando tutti se ne sono andati a pranzo, era deluso, sapeva che stavo andandomene anch'io. Come sempre ero in partenza.

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