lunedì 30 agosto 2010

età evolutiva

Fine agosto. Mattia "fiuta" puzza di asilo. Solo a sentirne parlare ammutolisce, con sua madre piange, di notte si sveglia di soprassalto piangendo. L'altra notte ha gridato nel sonno "Noooo, non voglio". Ho capito che aveva un incubo, gli ho preso la manina e si è calmato. E a sua madre e a me sono tornati i dubbi: è meglio che venga inquadrato soffrendo o che resti libero, con il pericolo che cresca viziato e solitario. Il fatto è che lui con tutti gli adulti prima è cortese e timido, "educato" (non è merito mio che non lo sono mai stato), poi prende confidenza e parla a ruota libera. L'altro giorno, visto che si era chiuso, incontrando due signore, nel consueto mutismo, ho inventato che aveva fatto il voto del silenzio per due giorni. C'era il Murì, c'era la signora che fa la fotografa e un'altra signora. In coro hanno detto che lo sentono chiacchierare tutto il giorno dal terrazzo con la nonna e stentano a credere che possa rimanere zitto per così tanto tempo. Tea ha trovato le letterine sciolte che sua zia usava per insegnarle a leggere. Si diverte un mondo a mettere insieme le parole. Poi vuole anche la sua libertà di "inventare" le parole. Anche alla lavagna scrive le lettere. E' la penna che non sa tenere in mano bene, la prende ancora come un pugnale. E lunedì comincerebbe l'asilo e siamo noi i più indecisi. Lui avrebbe già deciso e non capisce perché suo padre che gli vuole così bene gli voglia infliggere la tortura di stare con i bambini, "io sono un uomo". E sì che ho fatto pedagogia e l'esame di psicologia dell'età evolutiva a pieni voti e non mi ricordo più niente. Ma forse è anche meglio. Siamo partiti da zero tutte e due, Mattia e io, lui impara a fare il figlio e io faticosamente a fare il padre. Ma non sono più tanto sicuro di fare in tempo...

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