giovedì 1 ottobre 2009

ottobre

Mattia ed io a prendere una spera di sole autunnale. Ottobre è cominciato. "E' finito settembre?". Mattia non sopporta settembre, identificato con l'inizio dell'asilo, ottobre già gli sembra un nome meno minaccioso. "Cos'è una spera?". Cosa? Pensavo ad altro. "Ma non si fa così a pensare". Ah, come si fa? "Si fa così". Si è messo le mani sulle orecchie. Ho provato e ho chiuso gli occhi. "No, non così, non si chiudono gli occhi". Ma io penso meglio con gli occhi chiusi. "Ma cosa pensi?". Boh, sul momento stavo pensando come si fa a pensare. "Ma cos'è la spera?". Dicesi "spera di sole" un raggio di sole che non è troppo forte e che buca le nuvole. "Ma adesso il sole ha bucato le nuvole?". Guarda in alto. Mattia schiaccia gli occhi come suo padre quando guarda verso una luce troppo forte. Ha ancora raffreddore ma non sopporta le maniere brusche. "Mi pulisci il naso?". Lo faccio con delicatezza, spero di liberargli un po' di muco. "Non si dice naso?". No, il naso è da dove scende il muco. (E' faticoso un bambino che vuol sapere tutto in una volta). Abbiamo comprato un chupa chups e però per non farci vedere dalla nonna che avrebbe cominciato la litania del "dopo non mi mangia" abbiamo percorso stradine secondarie, due o tre incontri fastidiosi di gente che gli chiedeva se andava bene all'asilo e poi visita alle galline e alle due pecore che non hanno finito di mangiare erba nel prato vicino al bocciodromo ma non fanno domande fastidiose. Alla fine la complicità di nascondere quel che restava del chupa e un saluto veloce. Questo pomeriggio si è svegliato e "o no, credevo di trovare il papà e invece c'è la nonna". In sottofondo si sentiva la nonna "perché me chi soi? Chi che te neta fo? (traduzione: perché io chi sono, chi ti pulisce?). Domani è un altro giorno.

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