venerdì 5 giugno 2009

riccio

"Gli alberi si riconoscono dai loro frutti". A Mattia che chiedeva come mai le ciliegie si possono mangiare "e sono rosse" e le bacche rosse di un cespuglio nel giardino no, ho risposto con una storia inventata sul momento sulla natura che dà da mangiare a tutti ma ognuno ha il suo, e l'erba tu non la mangi ma le mucche e le pecore sì, le foglie le mangiano le capre, ma anche loro mangiano quelle buone, tu mangi le foglie? Mi era venuta in mente anche la storia delle ghiande per i porci, ma mi sono frenato, era una storia troppo vecchia e datata. Mattia ha guardato l'insalata nell'orto ma mi ha risparmiato l'ulteriore sottile distinzione, si era stufato delle leggi di natura. Abbiamo invece mangiato l'anguria ("ma non il bianco e il verde"): c'era Lucrezia, una bambina della sua età, che ce n'ha chiesto una fetta e gliel'abbiamo data. Solo che è cominciata l'operazione salva maglietta: mi sono inventato la posizione immaginaria del "mangianguria a tradimento", piegati in avanti. Lucrezia, che era a torso nudo, si è adeguata piegata in due, Mattia molto meno. Risultato: la maglietta era rossa di sugo d'anguria, gliel'ho dovuta togliere. La sera Titta ha scoperto un riccio in giardino. Mattia è sceso in pigiama a vedere com'era fatto, ha anche osato toccargli il muso e quello ha aperto la bocca in un sorriso (interpretazione libera ad usum delphini), il riccio era grassoccio, magari era una riccia che deve partorire. Mattia ci è andato matto, anche se il riccio punge e si chiude in se stesso. Come fa Mattia certe volte. Lucrezia lo ha sorpreso, ne ha parlato un po' ma poi ha tratto la sua conclusione: "Però preferisco Nicole". Ma Nicole sta all'asilo, a settembre la ritrovi. "Speriamo ci sia ancora", ha concluso fatalista. Perché siamo troppo precari e lui vede gente che va e gente che viene, ma anche gente che non se ne va più e gente che se ne va troppo presto. Come suo padre.

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