venerdì 19 giugno 2009

mutismo

Pioggia e vento, caldo e aria fresca. Come si fa a parlare del tempo che fa quando il tempo stringe? Siamo alle prese con un nuovo numero del giornale e per non farci mancare il lavoro vogliamo mettere tutte le Giunte di tutti i Comuni, con tanto di foto e deleghe e retroscena politici di zona che già riservano sorprese. Mattia risponde al telefono, "passami papà" e mi racconta delle sue escursioni con Sara e con Checa e con la nonna che lo veste come un principino e lui intasca caramelle che poi chiede se può mangiarne una e ne offre alla mamma e al papà (mai avuto attrazione per le caramelle). Mangia frutta, ascolta le storie che gli racconto sempre per via che "io sono curioso", partiamo per i nostri viaggi immaginari e poi torniamo, si gioca al pallone e lui si diverte a scaraventarlo giù per la strada per vedere l'effetto che fa. In bici in garage che è spazioso e fresco, mi sprona a raggiungerlo (anch'io in bici che non ci andavo da una vita), poi si passa in officina ad aggiustare le cose. Parla, parla. La nonna ci è rimasta male, l'ha portato da una sua amica ieri pomeriggio e non ha proferito parola, sembrava muto dalla nascita, non vuol salutare a comando e nemmeno ringraziare per forza. Poi con Sara e Checa parla che non si riesce a farlo star zitto. A me va bene il mutismo nelle situazioni che non si conoscono, in fondo fa bene ascoltare. Poi passa un'auto rossa piuttosto grossa e lui dice, la guida Berlusconi. Tentato di discutere sull'impossibilità di tale evenienza, per via del colore dell'auto. Ma come si fa a spiegare in un minuto (se si va oltre cambia discorso) i drammi del secolo passato e la farsa di questo che abbiamo appena cominciato?

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