martedì 13 gennaio 2009

penna e spada

Mattia ha chiesto alla sua mamma, prima di addormentarsi: "Ma papà mi vuole bene?". Lei ha risposto, certo che ti vuole bene. Lui ha fatto una delle sue pause e poi ha aggiunto: "E allora perché mi manda all'asilo?". Non l'ha mai detto a me. Quando stiamo insieme si rannicchia in braccio e sta lì a sentire le mie storie, storie di vecchi che non ha conosciuto, ha pianto per la storia del Nani che è andato a morire in una montagna delle Ande e la sera ha preteso di raccontarla a sua madre e la sapeva tutta. Gli ho fatto vedere le foto di quella tragedia sul libro che ho scritto e lui adesso guarda il Nani che è aggrappato al muro di ghiaccio e una sera si è messo a piangere "per l'amico del papà che è caduto sulla montagna e se c'era il papà non cadeva". Capite bene che il mito è praticamente più che un rischio, dovessi cadere su una lastra di ghiaccio gli crollerebbe il mondo. Questo pomeriggio (noi al lavoro) abbiamo saputo che si è disteso sul pavimento e ha detto: "Adesso mi riposo un po' sulla terra". E l'asilo, direte voi (a proposito, non so nemmeno se ci sono, non dico i 25 lettori del Manzoni, ma uno che legga queste cose) cosa rispondi? Non ho ancora risposto. A parte che sono 2 mesi che all'asilo non ci va, ma come faccio a parlargli bene di un posto dove non sono convinto nemmeno io che gli insegnino qualcosa? I colori, gli insegnano i colori fondamentali... Ma dai! Lui preferisce il bianco, sa che il papà preferisce il rosso e la mamma il blu (forse l'azzurro). Non considera le preferenze in merito della nonna, l'arte è una cosa esclusiva tra di noi. Lui dipinge macchie di colori che sono esposte qui in redazione. E suona improbabili melodie ai vari strumenti. Ma tiene in mano ancora i pennarelli come un pugnale. Mi sa che bisognerà ripartire da lì. Una penna ferisce più di una spada, ma l'uso e l'impugnatura sono pur sempre diverse.

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