martedì 6 gennaio 2009

epifania

Epifania di neve che stura i ricordi di epifanie col magone, la messalta che preludeva alla partenza, la fine delle vacanze, la lunga quaresima delle Pasque alte che ti costringevano lontano da casa per mesi, senza mai vedere i tuoi, che dal paese per arrivare in città ci avrebbero messo un'intera giornata, lasciando gli altri figli a casa soli, le mucche nella stalla da accudire e tu coi tuoi libri che avevi portato a casa inutilmente che il bigliettaio aveva messo sul tetto della corriera che passava sotto le capanne della Via Mala a pelo ed era già successo che qualche valigia, toccando la roccia, finisse nell'orrido di cento metri della valle del Dezzo e qualche carrettiere ci era finito dritto col mulo, nel burrone. La neve alta da calpestare con gli scarponcini che mia madre aveva comprato apposta per le feste, il giro delle sette chiese degli zii, fai il bravo e mi lasciavano nella mano cinquecento lire e una volta addirittura mille lire, che erano una fortuna, ci campavo sei mesi, comprando i quaderni e le penne e risparmiando un anno riuscii a comprare una penna stilografica pelikan verde, costo 900 lire, che era tutt'altro scrivere e perfino i temi pretendevo che avessero maggior pregio, anche se il voto massimo era pur sempre 6 e mezzo, il professore di lettere non si schiodava da quel tetto massimo, nessuno al mondo gli sembrava da sette. Nevica anche oggi sulle illusioni e sui ricordi.

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