martedì 6 maggio 2008

Piccole patrie

E' vero. Mi hanno fatto osservare che anche tutti i tifosi delle piccole squadre di provincia, che poi tanto piccole non sono, dovevano votare "contro" Berlusconi, che ha rilanciato l'idea di un campionato ristretto alle grandi squadre e una specie di A2 per le piccole. A parte che l'Atalanta quest'anno ha battuto il Milan sia all'andata che al ritorno come niente fosse... si ribadisce, la vittoria di Berlusconi alle politiche sta a indicare che gli elettori non hanno confuso il sacro col profano, stando alla stessa dichiarazione dell'imminente premier sempre nel dopopartita del derby. Tutto sta a vedere quale tra politica e calcio sia il sacro quale il profano. O non è il calcio la prosecuzione della politica (e perfino della vita e della morte, vista l'organizzazione degli ultras e le loro dichiarate tendenze politiche) con altri mezzi? Che milioni di elettori-tifosi non abbiano confuso le due cose è consolante. "L'è tota politica" (non trovo la dieresi da mettere sulla o...), è tutta politica, dicevano i nostri vecchi quando le cose violavano il principio di non contraddizione o anche solo quello del buon senso. Lo stesso Berlusconi ha annunciato di voler abolire le province. Essendo stato per due legislature anche in Consiglio provinciale a Bergamo, posso testimoniare che rende più la bergamaschità l'Atalanta che un paracarro sulle strade provinciali (nel senso della viabilità). Il discorso sull'AlbinoLeffe complica le cose: se va in serie A, le due milanesi, le due romane, le due genovesi, le due torinesi (se il Torino si salva) dovranno confrontarsi e scontrarsi con le due bergamasche. E fanno cinque binomi su diciotto unità. Peccato per il glorioso Verona, precipitato in C2, che con lo scudetto prima e col Chievo poi aprì l'autostrada dell'orgoglio di provincia. Mi ha confidato un imprenditore, che lo scorso inverno stava "comprando" una squadra di provincia, che la C è una disgrazia, l'ideale economico-finanziario è la B. Siccome al Verona ci aveva fatto un pensierino, adesso nemmeno ci pensa a tirarlo fuori dalle pettole, deve farcela da solo. L'AlbinoLeffe è come il Chievo, piccoli miracoli di buona gestione, come solo in provincia possono succedere, sul modello delle nostre piccole-medio imprese del resto, che sono la spina dorsale della nostra economia, che all'estero ancora non sanno farsene una ragione. Ma come (sempre come insulto alla logica) vogliono fare il federalismo e al tempo stesso mortificare le "piccole patrie" (calcistiche)?
PS Neanche il tempo di scrivere che mi hanno telefonato di aggiungere un'alternativa alle "piccole patrie". Se proprio il Berlusca vuol fare il campionato delle grandi, bloccato, senza retrocessioni e promozioni, solo per la Champion e la Coppa Uefa, se l'AlbinoLeffe viene in A, Bergamo DEVE entrare nel club delle grandi con le sue 2 squadre. Naturalmente da quel momento sia Atalanta che AlbinoLeffe non retrocederanno mai più...

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