venerdì 30 maggio 2008

Il Giro in valle

Salgono i furgoni con scritte colorate, roba da vendere ai nesci, salgono ciclisti del venerdì che cercano la fatica del corpo e la soddisfazione dell'anima (definizione indefinita dell'infinito), salgono ragazze con zainetto con dentro la sussitenza preparata dalle mamme, si guarda il cielo, i tg ieri sera hanno mandato immagini di nuove tragedie, fiumi gonfi che non ci stanno più nella pelle e nei "letti", evadono in cerca di spazi vitali che erano loro e poi glieli abbiamo rubati, travolgono argini fragili e imprevidenti, frane che testimoniano la fatica della terra a stare attaccata alla roccia su cui deve essere fondata ogni certezza (come da vangelo) e i tg hanno annunciato nuovi sfracelli proprio sulle montagne del Giro che arriverà nella valli, quella di Scalve che è la mia, quella Seriana che è mia di adozione. Non c'è un campione cui affidare tutti noi stessi, dovremo rassegnarci ad essere camiponi noi stessi, basta deleghe in bianco e nemmeno in nero. C'è ancora una spera di sole, nuvolaglia nera ad ovest, residuo di speranza ad est, da dove, in decenni passati, doveva venire il vento di speranza e poi è venuta solo tempesta.

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