venerdì 16 maggio 2008

artisti soli

Scusate il ritardo, sono stati giorni di impegno, abbiamo sfornato un giornale di 60 pagine, con un inserto sul ciclismo di 16 pagine e un'intervista che riteniamo esclusiva alla mamma di Marco Pantani. Il che apre il discorso sugli "artisti". In ogni settore ci sono gli artisti, quelli che ti reinventano la vita, che scoprono vie, mezzi e soluzioni geniali. Gli artisti in genere sono mal sopportati nel proprio settore, mettono in ombra gli altri che magari lavorano come muli e poi tutti i riflettoni vanno addosso al genio. Ma il cavallo di razza nobilita anche i muli. L'illusione di "fare a meno" del grande giocatore, del grande corridore, del grande inventore, è la rivolta autolesionista dei peones, è la concezione orizzontale della vita che ha illuso anche la mia generazione, confondendo le pari opportunità con le pari capacità. Il Giro d'Italia ha bassissimi ascolti. Le cause sono talmente lampanti... Non basta avere un bellissimo tracciato che al confronto il Tour è un piattume. Ci vogliono gli interpreti, come a teatro, puoi avere il copione migliore del mondo ma se lo fai recitare a degli incapaci sarà un flop. E come a teatro ci sono i capocomici, i protagonisti, i nomi che richiamano gli spettatori fin dalla locandina, così nello sport e perfino nella vita.
Certo, gli artisti hanno bisogno dei "normodotati", per essere primi bisogna pur che qualcuno arrivi secondo e terzo e giù giù. Se corri da solo non saprai mai se davvero sei un genio, ci vogliono termini di pagarone. Senza umiliazioni, perché in fondo ognuno di noi cerca la felicità e se leggete la vita di questi geni, vedete che si conclude quasi sempre malissimo, la genialità fa mettere in conto invidia, rancori, dispetti, agguati. Soprattutto fa mettere in conto la solitudine. Perché chi sta in alto è per forza solo. Ed è dall'alto che si fa polvere quando si cade.

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