sabato 27 agosto 2011

meraviglia

Guardate, non mi scoraggio. Figurarsi. Ho cominciato a scrivere che c'erano i pennini e le boccette di inchiostro incastonate nei banchi di legno. Mio zio mi ha avviato da subito alla macchina da scrivere, lenta e solenne. Poi le bellissime penne stilografiche, che si sognavano soltanto, quelle andanti macchiavano le dita come l'inchiostro dei banchi di legno. Poi le biro, che ci sembravano stupende, soprattutto quelle colorate per metà cannuccia che adesso non fanno più (ne comprai una blu e una rossa, ad imitazione del mio professore di latino Don Filisetti, di Bani di Ardesio. Poi un giorno fui lì lì per comprare una macchina da scrivere che prima di... scrivere la riga te la visualizzava e così potevi subito correggere. Un amico mi disse, ma allora prendi un computer che lo usi come macchina da scrivere e correggi quando e dove vuoi. Lo comprai, pioniere di non sapevo cosa. In seguito lo regalai alla scuola dove insegnavo e dove facevamo un giornalino che c'è ancora.
Quindi figurarsi se mi scoraggio per i blog e facebook e cose del genere. Solo mi irrito quando i geni di questi mezzi, i giovani rampanti, sbagliano, fanno su casini (lettera minuscola). E' l'irritazione di questi giorni. Mattia vuol vedere Zorro e poi giocare on line. E' un mondo diverso, che non sa apprezzare le novità. Gli manca la capacità di meravigliarsi.

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