sabato 12 febbraio 2011

La bella e la bestia

Non se ne può più. Ieri si parlava delle malattie d'antan e di quelle di oggi che si rinnovano. Mi dicono: tu non la prendi l'influenza perché hai fatto l'Asiatica nel '56 (o era il '57?). E dalli. Poi salta fuori che la Anna, che ha la sua età e ha fatto l'asiatica, si è presa una mega influenza. Non ci sono più le certezze di una volta. Mattia sembra star meglio, ha scatti di nervi, impuntature, reazioni poco controllare, e penso sempre sia il raffreddore cronico che lo rende irritabile. Ieri gli ho dato un buffetto sulla guancia, di quelli che bruciano quando ti sono dati da tuo padre. Offesissimo. Poi ha voluto essere coccolato per un'ora, parlando della "Bella e la Bestia", un cartone che finisce in gloria però e la gloria sarebbe che la Bestia diventa bello, che non è esattamente, a quel che ricordo, la morale della favola, che sta nell'accettare i "diversi" e vedere in loro il lato migliore, brut o bèl, ol cunta ol servèl, brutto o bello conta il cervello ecc. e ho cercato di spiegargli che bisogna andare oltre le apparenze per giudicare, l'identità tra bello e buono non è più valida, mandando a ramengo convinzioni (socratiche) sedimentate anche nel sottoscritto. Poi quel finale da ranocchio e principessa, con la bestia che si trasforma in principe azzurro e la morale della favola si sfilaccia.

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