giovedì 3 febbraio 2011

Ah

Ogni lunedì mattino, nella piazzetta sotto l'asilo, in Borgo S. Gregorio, c'è sempre, legato al muro, fuori dalla macelleria, un vitello. Lunedì scorso ho detto che era appunto un vitellino. Mattia è incuriosito (ma non troppo) sulla distinzione tra maschio e femmina, ma non sa che quel vitellino è lì che aspetta di essere macellato. Beh, Mattia, il mattino, ha l'aria di quel vitellino, legato al muro, mentre va al patibolo dell'asilo. Non fa più grandi drammi, cerca diversivi ragionevoli. Come questo, di stamattina: "Ma dimmi tu come faccio a lasciare qui una vecchia da sola. Capisci perché non posso andare all'asilo?". La nonna non deve averla presa bene, ha incassato ma non si sa come. Del resto il termine "vecchio" l'ha usato anche con me, non me la sono presa, d'altra parte è la convenzione che sancisce il fatto, passati i 65 anni si è nella vecchiaia, tra qualche decennio magari sarà spostata più in là, come ai 75 anni fissati dalla Chiesa per le dimissioni dei suoi preti e vescovi... Altre ultime parole famose? "Quando vedo mio papà che viene a prendermi all'asilo provo una gioia assoluta. Ma non solo perché c'è il mio papà, ma perché vuol dire che vado a casa". Ecco, uno fino a metà frase s'illude, poi capisce: ah.

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